Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Gent.mo Vittorio Feltri
Direttore quotidiano Libero
p.c. Preg.mo Dr. Rafael Lacava
Embajador de la República Bolivariana
de Venezuela en Italia
Via Nicolò Tartaglia n. 11
00197 Roma
p.c. Consiglio Nazionale
Ordine dei Giornalisti
Scrivo dopo aver letto l’articolo dal titolo “Minigonna fuorilegge” L’ultima follia di Chávez della giornalista Silvia Guidi apparso sul quotidiano italiano Libero diretto da Antonio Feltri il 1 settembre 2007.
In esso Silvia Guidi fa riferimento alla proposta di riforma costituzionale presentata ad agosto dal presidente venezuelano Hugo Chávez e deliberatamente in esso inventa tutta una serie di riforme che a suo dire “il caudillo” starebbe per introdurre nel paese: divieto di indossare la minigonna, pantaloni aderenti, messa al bando di alcolici, censura su Babbo Natale, Minnie e Topolino, la patria potestà esercitata dallo Stato fino ai 21 anni e via dicendo in un crescendo di falsità e menzogne che sfiorano il ridicolo.
Tutto questo alla suddetta giornalista lo spiegherebbe, si legge nell’articolo, Milagros Gil Quintero, una “dissidente che paga la sua lotta per il rispetto dei diritti umani con l’esilio”.
Ovviamente Silvia Guidi nella sua fobia paranoica antichavista, ma soprattutto antietica, evita di raccontare ai lettori di Libero ... Continua a leggere...
Fonte: Il Manifesto
Il leader del Venezuela comincia la mediazione tra il presidente Uribe e il guerrigliero «Tirofijo». Un'incredibile partita di poker, in palio la vita di 45 sequestrati
Guido Piccoli
Se non si mercanteggiasse sulla vita e la libertà di tanta gente, soldati e guerriglieri compresi, quanto accade in Colombia potrebbe apparire un gioco d'azzardo. Più precisamente un poker, nel momento dei lanci e rilanci, quando i giochi sono fatti, si bluffa e bisogna mantenere i nervi a posto. Intorno al tavolo verde sono in tre: Alvaro Uribe e Hugo Chávez, rispettivamente il presidente più reazionario e più rivoluzionario dell'America Latina, e Tirofijo, il capo guerrigliero più longevo del mondo. All'incredibile partita si è arrivati dopo il fallimento del tentativo di Uribe di liberare con un'azione di forza alcuni dei 45 sequestrati e prigionieri che le Farc vorrebbero scambiare con 400 loro uomini detenuti nelle carceri nazionali. Era la metà del giugno scorso. Mentre fingeva di scarcerare un paio di centinaia di detenuti, spacciandoli per guerriglieri, e rimetteva in libertà - contro la sua volontà - Rodrigo Granda, (1)responsabile delle Farc ... Continua a leggere...
Non si hanno ancora notizie, a un anno dalla sua scomparsa, di Julio López, il testimone chiave nel processo in Argentina contro i crimini di stato che ha portato tra le altre, alla condanna all’ergastolo per genocidio dell’ex capo della polizia di Buenos Aires, Miguel Etchecolatz.
Alcune recenti indagini tuttavia apportano elementi nuovi che ricondurrebbero direttamente a Etchecolatz e persone a lui vicine la responsabilità della scomparsa di Julio López.
Julio infatti, come risulta da foto scattate le settimane prima della sua scomparsa, durante alcune riunioni alle quali partecipava fu costantemente seguito da una persona che è stata identificata in seguito da un funzionario del Ministro della Sicurezza di Buenos Aires, in Oascar Raúl Chicano, ex segretario privato di Miguel Etchecolatz.... Continua a leggere...
La mia colpa? Denunciando i paramilitari, sarei una fiancheggiatrice dei “sinistroidi corrotti ed assassini” delle FARC.
Ora a parte l’evidente dissonanza tra le parole “Anonimo” e “denunciare”, e che un incappucciato si attribuisca il diritto di decidere chi è terrorista e chi no, è ironico che a denunciarmi dovrebbe essere un personaggio come Sabas Pretelt de la Vega attualmente ambasciatore colombiano in Italia, sul capo del quale pendono innumerevoli denunce come paramilitare e narcotrafficante, come si può meglio evincere da questa scheda sul personaggio.
L’unica giustificazione plausibile che potrebbe avere l’anonimo è, come sempre (purtroppo), l’ignoranza...
Fui soldato di Francisco Villa
di quell’ uomo di fama immortale
che anche se andava montando una sella
non invidiava la poltrona presidenziale (*)
Ora vivo laggiù sulla riva
ricordando quel tempo immortale,
ora vivo laggiù sulla riva
ricordando Villa laggiù a Parral.
Io fui uno di quei decorati
che con il tempo divenne maggiore
nella lotta restammo feriti
difendendo patria ed onore.
Oggi ricordo i tempi andati
in cui combattemmo contro l’invasore,
oggi ricordo i tempi andati
La Limeddh è una Organizzazione Non Governativa creata nel 1985 a Città del Messico come entità aperta, indipendente e pluralista per la denuncia di casi di violazioni o inadempienze nella difesa dei diritti umani.
La Limeddh è affiliata alla Federazione Internazionale dei Diritti Umani (FIDH) e all’ Organizzazione Mondiale contro la Tortura (OMCT) ed è socia di “Agire insieme per i Diritti Umani”.
Attraverso questa affiliazione beneficia dello statuto consultivo presso l’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) e il Consiglio Europeo.
La Limeddh agisce quotidianamente al fianco delle vittime di violazione dei diritti umani offrendogli assistenza legale, medica e psicologica.
Inoltre mobilita la società civile con i suoi bollettini e rapporti, partecipa a missioni di osservazione e documentazione di violazione dei diritti umani.
In Messico avvengono quotidiane violazioni dei diritti umani che vanno dal rifiuto o ritardo ... Continua a leggere...
Sono felice di pubblicare qui la poesia dell’amico Azor Jaime, Nostalgia a Montevideo.
Nostalgia a Montevideo
Nostalgia de los terratenientes (dei latifondisti)
Nostalgia delle 500 famiglie padrone del paese
Nostalgia di quando un peso valeva un dollaro
Nostalgia delle prime lotte studentesche del 60
Nostalgia delle mirabolanti azioni tupamare
contro una oligarchia corrotta ed autoritaria
Nostalgia di un paese produttore di cultura
di scrittori come Onetti, di poetesse come Vilarinio
Incontro di Hugo Chávez nel Salón Boyacá del Palacio de Miraflores a Caracas con la senatrice colombiana Piedad Córdoba e un gruppo di familiari dei prigionieri delle FARC tra i quali il professor Moncayo.
“Morire avvelenati dal made in China è l’ultima versione del “pericolo giallo”, la più inquietante.... I milioni di Barbie e Batman ritirati dalla circolazione per la vernice al piombo che può intossicare i bambini occidentali...Prima era un dragone in grado di divorare interi settori industriali dei paesi ricchi. Ora è in gioco un bene perfino più prezioso, la nostra salute e quella dei nostri figli...Scopriamo con orrore che i “terzisti” cinesi ingaggiati dalla Mattel o dalla Nike sono spesso pirati del capitalismo, criminali che non esitano a sacrificare vite umane per arricchire i loro conti offshore nei depositi esentasse di Hong Kong.”
Così scriveva quest’estate Federico Rampini sulle pagine de La Repubblica del 15 agosto, commentando la notizia del ritiro di 18 milioni di giocattoli Mattel dal mercato.
Questi erano i toni di tutto l’articolo, che chiudeva con una lapidaria conclusione: “Il suicidio del boss dell’impresa Lee Deer, colpevole di aver esportato giocattoli tossici, può diventare un sinistro presagio della sorte che toccherà un giorno al regime cinese, se si ostina a rifiutare le riforme politiche”.
Effettivamente allora, questo grido al “pericolo giallo” mi sembrò un tantino esagerato, soprattutto perchè il vero nocciolo della questione veniva gettato lì in un rigo solo: “Le Multinazionali occidentali vi hanno colto un’opportunità”.
Le multinazionali occidentali hanno colto da sempre infatti un’opportunità per far soldi e trarre enormi profitti approfittando di situazione economiche e sociali che lasciano spazio allo sfruttamento più bieco e infimo, quello della mano d’opera.... Continua a leggere...
Di Annalisa (del 24/09/2007 @ 22:20:00, in Perù, linkato 2021 volte)
Por Julio Carmona
Mucho se ha hablado a raíz de la extradición del ciudadano japonés Kenya Fujimori Fujimori. Pero se ha hecho muchas veces tergiversando los términos. Por ejemplo eso de seguir considerándolo como "ciudadano peruano". Y no es así, porque esa nacionalidad peruana devino nula, en la medida que la Constitución que se lo impedía no es la del '93 sino la del '33, que es la que regía cuando él llegó al Perú sin haber renunciado a la nacionalidad japonesa, la misma que hizo valer para refugiarse en el Japón al fugar abandonando el cargo de Presidente que ostentó por diez años, ilegalmente no sólo por el golpe de Estado del '92, sino porque para ser presidente del Perú, según la Constitución del '79 -aplicable para el caso-, se debía tener la nacionalidad peruana, que la daba el haber nacido en el Perú o el haber renunciado a la nacionalidad de origen: y en ambos casos está probado que Fujimori no cumplía con esos requisitos. ... Continua a leggere...
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