Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Questa è la scalinata che conduce al Campidoglio!
questa è in giro per Roma!
altre foto qui.
Situazione sempre più difficile in Colombia per Álvaro Uribe, ma probabilmente si profilano tempi duri anche per l’attuale ambasciatore colombiano in Italia, Sabas Pretelt de la Vega e per altri funzionari, tra i quali il Fiscal General (la massima carica della magistratura colombiana) Mario Iguarán. La Corte Suprema di Giustizia, forse l’unica ancora di salvezza che rimane alla Colombia, sta indagando addirittura sulle modalità con la quale fu approvata nel 2004 la riforma costituzionale che ha reso possibile la rielezione del presidente colombiano due anni più tardi.
E’ stato emesso infatti un mandato di arresto per la parlamentare Yidis Medina, la quale una settimana fa ha rivelato in un’ intervista ai mezzi di comunicazione, di aver accettato incarichi pubblici, tra i quali probabilmente un consolato, in cambio del suo voto favorevole che fu decisivo proprio per l’approvazione di quella riforma costituzionale. La stessa Medina ha affermato inoltre in quell’intervista, ... Continua a leggere...
VOTATELO!VOTATELO!VOTATELO!
Questo è un post terra terra, siete avvistati, ma il fare politica quello sta diventando, pare.
Dai...non è carino? Affascinante quasi.
Non basta?
Sì lo so che non basta e che lui, poverino non è che sia amatissimo a Roma, ma quell’altro proprio non se po’ fà...
E allora se siete al mare, che qui sembra quasi estate, è vero, tornate, fate un favore alla democrazia e venite a votare.
Se siete indecisi non fa niente, pensate che lui, Alemanno è molto peggio di ogni vostra più terribile indecisione.
Se avete deciso già per Alemanno, che ci siete venuti a fare in annalisamelandri.it? Magari già che ci siete fatevi un giro per il sito, sperando che vi faccia cambiare idea...chissà.
Se tutto ciò non bastasse, allora “turandovi il naso e tappandosi la bocca” votate Ruelli, poi si vedrà.
Di Annalisa (del 26/04/2008 @ 08:59:37, in Perù, linkato 1455 volte)
Dal Perú alcuni amici stanno raccogliendo firme da inviare al presidente Alan García Peréz per chiedere la libertà della giovane poeta Melissa Patiño e degli altri 6 ragazzi detenuti ingiustamente al confine con l’Ecuador mentre rientravano nel loro paese dopo aver partecipato al II Congresso della Coordinadora Bolivariana.
Chi può, chi vuole, sarebbe importante aggiungere firme dall’Italia.
Se ne sta occupando la giornalista e poeta argentina Cristina Castello. Si può scrivere per aderire a:
la lettera con le adesioni si può leggere qui: (in spagnolo)
qualche nostalgia...
Quizá porque mi niñez sigue jugando en tu playa, y escondido tras las cañas
duerme mi primer amor, llevo tu luz y tu olor por donde quiera que vaya,
y amontonado en tu arena guardo amor, juegos y penas.... Continua a leggere...
Manifesto Unitario delle forze democratiche antifasciste
25 APRILE 1945 – 25 APRILE 2008
Difendiamo i valori
di libertà e giustizia, solidarietà e pace
che hanno animato la lotta di liberazione
e sui quali si fonda la Costituzione della Repubblica
Quando i primi partigiani scelsero la via della lotta e salirono sulle montagne
per combattere il nazifascismo, rischiarono e spesso offrirono la loro vita per
affermare i principi stessi sui quali costruire la convivenza civile: la libertà,
l’uguaglianza, la giustizia, la democrazia.
Il prezzo pagato fu altissimo: decine di migliaia di partigiani uccisi, feroci
rappresaglie contro la popolazione civile che sosteneva il movimento di
Liberazione, oltre 40 mila tra cittadini e lavoratori deportati nei campi di
concentramento, eccidi, come a Cefalonia, di soldati che rifiutarono di consegnarsi
ai tedeschi, 600 mila internati in Germania, 87 mila militari caduti nella guerra di
Foto: Luigino Bracci
A Caracas, nell’ultima settimana di marzo, si sono svolti contemporaneamente due incontri di significato diametralmente opposto e che hanno avuto come tema centrale la libertà di stampa e l’influenza che i media hanno nella vita sociale e politica dell’America Latina.
Si è tenuta infatti sia la riunione semestrale della Sociedad Interamericana de Prensa (SIP), che raggruppa editori e rappresentanti dei maggiori mezzi di comunicazione degli Stati Uniti e dell’ America Latina, fortemente critica con i governi progressisti della regione, e particolarmente con quello venezuelano, sia il primo convegno “latinoamericano contro il terrorismo mediatico” che questi governi subiscono da parte dei mezzi privati di comunicazione in un contesto più ampio di strategia al servizio delle grandi potenze e dei poteri economici organizzato dal Foro Latinoamericano e dall’Agenzia Bolivariana de Noticias (ABP) al quale hanno partecipato operatori della comunicazione e giornalisti di oltre 14 paesi.
La Sociedad Interamericana de Prensa, “il braccio giornalistico del governo americano” come la definisce il giornalista cileno e segretario esecutivo della Federación Latinoamericana de Periodistas (FELAP), Ernesto Carmona, ha ovviamente denunciato in questa riunione, ... Continua a leggere...
Noi giornalisti, comunicatori, studenti di comunicazione
dell’America latina, Caribe e Canada, riuniti a Caracas in questo primo incontro
latinoamericano contro il terrorismo mediatico, denunciamo l’uso della
manipolazione da parte delle multinazionali dell’informazione attuata come un’aggressione imponente e permanente verso i popoli ed i governi che lottano per la pace, la giustizia e l’integrazione.
Il terrorismo mediatico e’ la prima espressione e condizione
necessaria del terrorismo militare ed economico che il Nord industrializzato
impiega per imporre all’Umanità’ la sua egemonia imperiale e il suo
dominio neocoloniale. Come tale e’ nemico della libertà, della democrazia
e della società aperta e deve essere considerato come la peste delle
Il presidente Álvaro Uribe ha ammesso ieri di essere oggetto di indagini per il suo coinvolgimento diretto in un massacro compiuto da paramilitari, che sarebbe avvenuto nel 1997 quando egli era governatore del dipartimento di Antioquia.
Nella località di El Aro, in sei giorni vennero assasinate e torturate 15 persone, distrutte 43 abitazioni, violentate donne e spinte all’esodo circa 800 persone della zona.
Le indagini sarebbero state avviate in seguito alla confessione di un testimone che lo accusa di aver preso parte ad una riunione alla quale erano presenti tra gli altri il generale Ospina, il generale Rosso e il capo paramilitare Salvatore Mancuso, riunione che aveva lo scopo di pianificare e organizzare il massacro.
Uribe, secondo il testimone, un ex paramilitare, avrebbe anche ringraziato personalmente gli autori materiali del massacro perchè nell’occasione riuscirono a liberare anche sei sequestrati tra i quali un suo cugino e che il fratello del presidente, Santiago Uribe, avrebbe “prestato” 20 paramilitari per compiere quel crimine.
Questa notizia giunge appena dopo l’arresto del cugino del presidente Uribe, Mario Uribe Escobar, in carcere oggi per vincoli con il paramilitarismo e nel momento in cui circa 30 parlamentari del congresso si trovano in carcere e una settantina sono inquisiti. ... Continua a leggere...
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