Fonte: Cobas Pisa
In questi giorni la Grecia è attraversata da scioperi generali che hanno paralizzato il paese e da violenti scontri di piazza.
Quanto accade in Greciapotrebbe ripetersi molto presto in altri paesi Europei, per esempio il Portogallo, la Spagna, l’Irlanda e l’Italia, le nazioni più a rischio del continente a cui vengono chiesti sacrifici economici e sociali tra cui innalzamento dell’età pensionabile, taglio del costo del lavoro e lo smantellamento dello stato sociale.
Il Fondo monetario internazionale e l’Unione Europeahanno imposto al Governo Greco (dopo anni di silenzio sulla nefasta bancarotta del precedente governo di destra) misure di autentica macelleria sociale per ridurre il rapporto tra deficit e Pil secondo i dettami di Maastricht.
Il Fmi e la Banca Europea, i Governi Inglese e Tedesco impongono tagli e sacrifici che metteranno in ginocchio il popolo greco, inaugurando un nuovo modello di Europa a due livelli, quella dei paesi “virtuosi”, “forti e ricchi”, e quella degli “scapestrati”, cioè dei paesi “deboli” e “scialacquoni”. E nei paesi più deboli cresceranno le disuguaglianze sociali ed economiche e i Governanti cercheranno di mettere i lavoratori gli uni contro gli altri perchè divisi e indeboliti i lavoratori siano ridotti all’impotenza.
Ecco alcuni esempi di questa svolta “rigorista: blocco degli stipendi fino al 2014, abolizione della tredicesima e quattordicesima mensilità, cancellazione del salario accessorio per i dipendenti pubblici, aumento dell’iva al 23%, età pensionabile a 65 anni e 40 anni di contributi, impossibilità (pur con i contributi) di andare in pensione prima di avere compiuto 60 anni, le pensioni dei nuovi assunti decurtate del 50%, cambierà la legislazione in materia di lavoro ( migliaia di licenziamenti…) vertiginoso sarà l’ aumento del costo della benzina e di tutti i generi di prima necessità....

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Di Annalisa (del 25/04/2010 @ 13:40:32, in In Italia, linkato 3334 volte)

 

In un discorso televisivo al paese, Silvio Berlusconi oggi chiama la festa del 25 aprile, Festa della Liberazione dal nazifascismo, più genericamente:  festa della libertà.

Non abbiamo bisogno di feste della libertà, abbiamo bisogno di non dimenticare la lotta di resistenza degli italiani contro il mostro fascista e nazista. Abbiamo bisogno di resistenza ancora oggi, quel mostro è infatti ancora tra noi... ...

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Di Annalisa (del 11/01/2010 @ 04:23:22, in In Italia, linkato 1617 volte)

Rosarno era una bomba ad orologeria. Questo il reportage di Fortress Europe di un anno fa:

Gabriele Del Grande - Fortress Europe
ROSARNO – Costretti a vivere in capannoni abbandonati, senza luce né acqua. Impiegati in nero, alla giornata, per una paga che raramente supera i 25 euro. Sono i raccoglitori delle arance della campagna tra Rosarno, San Ferdinando e Rizziconi, in provincia di Reggio Calabria. Sono almeno 2.000. Sono tutti immigrati: ghanesi, marocchini, ivoriani, maliani, sudanesi. E quasi tutti senza documenti. È una storia che dura da vent'anni. Arrivano a dicembre, per l'inizio della raccolta dei mandarini. E vanno via a marzo, dopo la raccolta delle arance. Quest'anno però la stampa nazionale si è accorta di loro. È successo lo scorso 13 dicembre, quando alcune centinaia di immigrati africani hanno marciato verso il centro di Rosarno, sfasciando qualche cassonetto per protesta. Il giorno prima, due ragazzi ivoriani di 20 e 21 anni erano stati feriti dagli spari di una pistola. Una ritorsione, secondo gli inquirenti, dopo una rapina andata male. A un mese dai fatti, siamo tornati a Rosarno. Abbiamo visitato le baraccopoli. Siamo usciti all'alba sulle piazze dove si cerca lavoro. E abbiamo scoperto una situazione molto complessa. Dove i proprietari degli aranceti sono i figli dei braccianti che fecero le lotte per le occupazioni delle terre dopo il fascismo. Dove ogni domenica una signora di 85 anni prepara da mangiare agli immigrati che vivono nella vecchia fabbrica in città. E dove un gruppo di avvocati sta cercando di aiutare gli immigrati senza documenti, che qua sono praticamente tutti....

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Tra le varie cose che mi è capitato di leggere qua e là dopo l’aggressione a Berlusconi, senza dubbio spicca per originalità la dichiarazione di  Sabina Guzzanti.
 
La Guzzanti, non si è limitata a vedere come hanno fatto altri in Berlusconi ferito, un “uomo come gli altri”  o la sofferenza umana e il dolore, o la paura. Sabina Guzzanti, che ovviamente sa benissimo che Berlusconi non è un marziano, ha invece visto per la prima volta in quel volto sofferente,  “un politico”.
 
Qualcosa mi sfugge... qualcosa sfugge evidentemente anche alla Guzzanti. Berlusconi era un politico anche prima di essere aggredito. Il sangue versato lo ha reso soltanto un politico ferito. ...

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Di Annalisa (del 23/11/2009 @ 00:28:13, in In Italia, linkato 751 volte)

di Renata Puleo

Liberazione

Il 21 settembre 2009 è il giorno in cui si celebra la commemorazione dei soldati morti a Kabul, Afghanistan. E' anche l'inizio della vicenda surreale o iperrealista in cui mi trovo coinvolta. Verso la metà della mattina del 21, la mia collega, Simonetta Salacone, mi telefona e mi dice che sta girando una circolare ministeriale che invita (ribadisco: invita) le scuole ad osservare un minuto di silenzio in segno di lutto nazionale. Lei non l'ha ancora vista - in molte scuole arriverà nel tardo pomeriggio o il giorno dopo - ma ha deciso di non diffonderla in ogni caso, di convocare i docenti ad un collegio straordinario per il pomeriggio, di comunicare le sue decisioni all'Ansa. Mi dice che anche la collega della Marconi, Maria Letizia Ciferri non ha diffuso la circolare. Credo, ma potrebbe essere un ricordo deformato dai fatti successivi, che mi parli anche di bandiere esposte, di superficiali patriottismi di alcuni suoi docenti, di fascisti in strada. Da noi, tutto tranquillo. Venendo a scuola, lungo la strada non vedo le finestre impavesate col tricolore come ha chiesto il Governo, mentre sventolano alcune bandiere arcobaleno. ...

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Di Annalisa (del 05/11/2009 @ 01:04:30, in In Italia, linkato 717 volte)
Muoiono in solitudine rinchiusi dentro le mura dello Stato: Francesco Mastrogiovanni 3 mesi fa muore nell' ospedale pubblico di Vallo della Lucania, sottoposto a TSO, la tortura di Stato. Il dirigente del reparto di psichiatria è stato sospeso un mese fa. Stefano Cucchi arrestato nella notte tra il 15 e il 16 ottobre passa per ben quattro strutture statali (caserma dei Carabinieri, carcere di Regina Coeli, Tribunale e ospedale Sandro Pertini; muore il 22 ottobre e sul suo corpo sono evidenti i segni di un pestaggio, alcuni già presenti il giorno del processo per direttissima. Diana Blefari, in carcere in regime di isolamento accusata di concorso nell'omicidio Biagi, il 1 novembre si impicca nella sua cella; da tempo soffriva di gravi disagi e di una profonda depressione. I suoi avvocati parlano di suicidio annunciato. Lo stesso giorno  le era stata consegnata la sentenza di Cassazione in cui le veniva confermata la condanna all'ergastolo. Le ripetute segnalazioni sulla gravità del suo stato di salute non sono mai state ascoltate. Queste e tante  altre storie passate, di morte e solitudine, consumata dietro le sbarre di una cella, nelle corsie di un'ospedale o nelle stanzette lager degli ospedali psichiatrici ci riportano violentemente, ogni volta  al Medioevo della dignità umana. Si nasconde forse il  disegno perverso delle società di eliminare alcuni suoi figli? Vi si prestano consapevolmente, coperti dall'impunità i membri delle forse dell'ordine, i giudici, i medici, gli assistenti sociali...Ci prestiamo noi tutti finchè continueremo a permetterlo.
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"Tornate in soffitta, medici parassiti, e anche tu, signor pecorone Legislatore; non è per amore degli uomini che deliri, è per tradizione d'imbecillità. La tua ignoranza di che cos'è un uomo è pari all'imbecillità di volerlo limitare".
(Antonin Artaud)
 
Di Annalisa (del 27/10/2009 @ 23:05:28, in In Italia, linkato 957 volte)
Pier Luigi Bersani
Bersani tra gli operai,  si legge oggi un po’ dovunque. Liberazione titola : “In fabbrica, su una sedia l’esordio da leader di Bersani”, evocando immagini sbiadite dei comizi di fine anni ’60.  Il giornalista Stefano Bocconetti scrive che ad aspettare il leader del PD “c’era un mare di folla, tutti lavoratori”.
 
Ne siamo sicuri Bocconetti? Del fatto che fossero tutti lavoratori?
No,  perché la zona che  Bersani ha deciso di visitare da neo segretario del piddì è  ricca di microimprese artigianali delle quali ognuna conta con un numero ridotto di operai. Bersani la visita sembra averla fatta più alla piccola e media imprenditoria locale che non all’operaio vero e proprio,  se vogliamo vedere la cosa secondo un’ottica di divisione di classi.
E anche se lui ha parlato di “ricominciare dal lavoro” come nuova linea politica del partito è pur vero che la piccola fabbrica da lui visitata ha solo 9 operai.
 
Bersani lungi dall’andare dai lavoratori volge lo sguardo all’imprenditoria, piccola e media questa volta. La grossa sta con Berlusconi.
Una passeggiata a Pomigliano o Termini Imerese no?
 
 
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