Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Domani, mercoledì 1 ottobre alle ore 11, su Radio Onda Rossa il professore Giorgio Antonucci, uno dei maggiori esponenti italiani dell’antipsichiatria, fondatore dell’approccio non psichiatrico della sofferenza psichica, interverrà in trasmissione, intervistato da Gavino Puggioni, esperto di storia orale e scrittura popolare, sull’emigrazione e sofferenza psichica.
Dal 1946 al 1969, infatti, furono ricoverati all'Ospedale Psichiatrico San Martino a Como, 233 pazienti di sesso maschile e 20 di sesso femminile provenienti dall'estero.
Erano persone di nazionalità italiana emigrate per lavoro e definite dalle relazioni burocratico-psichiatriche dell’epoca “soggetti che in territorio straniero hanno manifestato turbe psichiche tali da richiedere un trattamento sanitario obbligatorio”.
Originari di quasi tutte le regioni d'Italia, la degenza nel manicomio comasco sarà per loro una seconda e più dolorosa emigrazione, sempre lontana dai luoghi e dalle persone care, in condizione di assoluta reclusione.
La trasmissione si inserisce nel ciclo denominato “Più scheletri che armadi per nasconderli” condotta da Salvatore Ricciardi, che Radio Onda Rossa trasmette ogni mercoledì alle ore 11.
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Qui la registrazione della trasmissione su Radio Onda Rossa.
“Durante il mio mandato di presidente della Camera, e anche successivamente come presidente dell’ Unione Interparlamentare, ho più volte ricevuto Mantovani, impegnato a favorire un disgelo tra il governo Uribe e le Farc, con cui aveva intrattenuto rapporti politici. Ho ritenuto doveroso rendere questa testimonianza perchè tutto mi divide politicamente da lui, am gli devo riconoscere onestà intellettuale e trasparenza politica".
Probabilmente Pier Ferdinando Casini se fosse stato informato dei poteri magici del computer di Raúl Reyes avrebbe contato fino a dieci prima di manifestare la sua solidarietà a Ramón Mantovani.
Infatti, detto fatto, e zacchete! esce anche il suo nome dal famoso pc . L’Espresso del 25 settembre parla di una mail spedita a Reyes da Lucas Gualdron (considerato il presunto rappresentante delle FARC in Europa) nella quale si esprime parere favorevole sull’elezione a presidente della Camera di Casini perchè “molto amico” di Mantovani. Si prospetta addirittura nella mail la possibilità di poter approfittare della circostanza.
Viene da pensare che a Via Pisanelli le distribuiscano in pacchetti da dieci...come le figurine Panini.
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P.S. Dopo le dichiarazioni di Berlusconi su Nicoletta Gandus:"i miei avvocati vennero a sapere che Nicoletta Gandus era una militante della sinistra estrema" dalla Colombia fanno sapere che nel pc di Reyes sarebbero state trovate delle mail dove il n. 2 delle FARC si complimentava con lei ed esprimeva solidarietà ai magistrati italiani. In Italia, aggiunge, Berlusconi sta divendando sempre più simile a Uribe. Vi state colombianizzando, conclude Rául Reyes. Si attendono ulteriori veline da Via Pisanelli.
So che tra di voi ci sono moltissime persone di buona volontà, vi pregherei di inviare per mail questa lettera agli indirizzi indicati. Molto spesso far sapere che fuori dal paese ci sono singole persone, comuni cittadini che si informano e tengono d'occhio quanto accade nel campo delle violazioni dei diritti umani serve a molto, anche e soprattutto (e non è poco), a far sapere ai familiari delle vittime di tali violazioni che non sono soli.
Al Presidente degli Stati Uniti del Messico
Felipe de Jesús Calderón Hinojosa
Residencia Oficial de los Pinos Casa Miguel Alemán
Col. San Miguel Chapultepec, C.P. 11850, México DF
All’Ambasciatore del Messico in Italia
Jorge Eduardo Chen Charpentier
Via Lazzaro Spallanzani n. 6
00161 ROMA
26 settembre 2008,
Ad un anno esatto dalla scomparsa di Francisco Paredes Ruiz, avvenuta in Messico il 26 settembre 2007, ci uniamo alla richiesta inoltrata alle istituzioni del paese da parte di numerose associazioni in difesa dei diritti umani, tra le quali la Lega Messicana per la Difesa dei Diritti Umani (LIMEDDH) e l’ Associazione dei Familiari dei Detenuti Scomparsi e delle Vittime delle Violazioni dei Diritti Umani in Messico (Afadem-Fedefam), nonché a quella dei figli del Sig. Paredes, esigendo la sua riapparizione in vita.
Francisco Paredes Ruiz era un difensore dei diritti umani impegnato soprattutto contro le sparizioni forzate di persone ed era anche uno dei fondatori della Fondazione Diego Lucero, associazione che da anni porta avanti battaglie per la difesa dei diritti umani nello stato di Michoacán ed in tutto il paese.
Le autorità messicane, come dichiara Yanahu Paredes Lachín, figlia del Sig. Paredes, si sono rifiutate di accettare la denuncia per sparizione forzata di persona. Il caso del Sig. Francisco Paredes viene considerato ... Continua a leggere...
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Les pido que envien esta nota por correo electrónico a todas las direcciones indicadas, además de la embadaja de México de su país.
Es importante que las instituciones mexicanas sepan que fuera del país hay personas, asociaciones o simples ciudadanos que vigilan y se enteran de lo que pasa en relacíon a las violaciones de los derechos humanos y eso es importante sobre todo (y no es poco) para que los familiares de las personas víctimas de esas violaciones no están solos.
Presidente de los Estados Unidos de México
Felipe de Jesús Calderón Hinojosa
Residencia Oficial de los Pinos Casa Miguel Alemán
Col. San Miguel Chapultepec, C.P. 11850, México DF
Embajada de México
en
26 de septiembre de 2008
Cumpliendo un año de la desaparición en México de Francisco Paredes Ruiz, nos unimos al pedido entregado al Gobierno Federal de México por algunas asociaciones de defensa de los derechos humanos entre las cuales la Liga Mexicana por la Defensa de los Derechos Umanos (LIMEDDH) y la Asociación de Familiares de Detenidos Desaparecidos y Víctimas de Violaciones a los Derechos Humanos en México (Afadem-Fedefam) y además al pedido de los hijos del Señor Paredes Ruiz, exigiendo su reaparición con vida.
Francisco Paredes Ruiz era un defensor de los derechos humanos particularmente comprometido en la lucha contra las desapariciones forzadas de personas sobre todo en el estado de Michoacán y además de ser co-fundador e integrante de la Fundación Diego Lucero A.C., asociación que desde años lucha por la defensa de los derechos humanos en el mismo estado y en todo el país.... Continua a leggere...
L’ho letto da Bogotalia, sembrerebbe che la Procura di Roma abbia aperto un’inchiesta sulla presunta “rete” italiana di appoggio alle FARC.
I nomi ovviamente sono quelli di Marco Consolo, Ramón Mantovani e Nuova Colombia. Le prove ormai le conosciamo tutti, le e-mail conservate nel magico computer di Raúl Reyes.
L’ambasciata colombiana e l’ambasciatore Sabas Pretelt de la Vega, passano le informazioni ora a la Repubblica ora al Corriere della Sera.
Il corrispondente di El Tiempo dall’ Italia invece è Néstor Pongutá Puerto, che poi altro non è che l’addetto stampa e pubbliche relazioni di Via Pisanelli, il quale tempo fa ci dette questo “pessimo esempio” di come fare giornalismo.
E’ stato ritrovato il 24 settembre scorso, nello Stato di Oaxaca, Messico, il corpo senza vita di Marcela Salli Grace Ellier, cittadina statunitense, 21 anni, attivista da tempo impegnata in quella zona in difesa dei diritti umani e in solidarietà delle donne vittime di violenze e persecuzioni politiche. Ultimamente si stava occupando dei prigionieri politici e delle donne, mogli, compagne, madri, sorelle, figlie dei detenuti e delle persone scomparse o assassinate.
Salli aveva raccontato poco tempo fa di aver ricevuto minacce di morte e di essere controllata per questa sua attività che svolgeva unicamente per spirito di solidarietà senza fini economici o politici.
E’ stata violentata prima di essere barbaramente torturata e poi uccisa. Il suo corpo, trovato in una zona rurale nei dintorni di San José del Pacífíco, a circa 170 chilometri dalla città di Oaxaca, era irriconoscibile e in avanzato stato di decomposizione. E’ stato identificato da una amica solo grazie ad un tatuaggio.
Alcune organizzazioni femministe e sociali, tra le quali la APPO, oggi hanno realizzato un sit-in di fronte alla Procura della Giustizia dello Stato di Oaxaca chiedendo giustizia e che le indagini vengano effettuate velocemente e seriamente.
In realtà queste organizzazioni hanno espresso timori per il fatto che questo omicidio potrebbe essere relazionato con la repressione sempre più evidente contro i movimenti sociali della zona, ... Continua a leggere...
Non so quanti eravamo, ho poca dimestichezza con i numeri, so che eravamo in tanti, tante mamme, tantissimi bambini e tante maestre, perchè nonostante si continui a parlare di "maestro unico" , nella scuola elementare insegnano quasi esclusivamente maestre.
Una manifestazione allegra e colorata che ha paralizzato e coinvolto un'intero quartiere e quello che sta offrendo in questi giorni la Iqbal Masih un bellissimo esempio da seguire: una scuola che resiste.
«No a Gelmini» La Iqbal Masih scende in strada
Eleonora Martini
ROMA
Un corteo così gaio, festoso e pieno di vita non lo avevano ancora mai visto, nelle strade della periferia est di Roma. Attorno all'ormai famosa scuola elementare Iqbal Masih, capofila da due settimane della protesta contro il decreto 137, si sono riuniti ancora una volta una quarantina di istituti della capitale e insieme hanno portato la Scuola («quella con la S maiuscola, quella che la ministra Gelmini vuole distruggere», dicono) nel quartiere. Dopo una settimana di occupazione senza interruzione della didattica e una di presidio del plesso, durante le quali gli abitanti del quartiere Casilino sono entrati per la prima volta nella struttura e hanno preso contatto con il luogo dove cresce la generazione futura, ieri la visita è stata ricambiata. Con centinaia di bambini provenienti da ogni parte della città che, dalla scuola intitolata ad un loro coetaneo pakistano ucciso per essersi ribellato allo sfruttamento, hanno attraversato alle cinque della sera chiassosi e felici, assieme a genitori e maestre, le vie dei quartieri limitrofi. ... Continua a leggere...
La manifestazione sarà seguita in diretta da Radio Onda Rossa
“Fioccolata” di protesta
venerdì 26 settembre, ore 17, da Via Ferraironi (scuola Iqbal Masih) a Largo Agosta
Tempo pieno o tempo vuoto? O, meglio, scuola piena o scuola vuota?
Il decreto 137 del 1 settembre 2008 del ministro Mariastella Gelmini dal prossimo anno vuole una scuola vuota. Vuota di cosa?
v Di insegnamento. Il decreto prevede 24 ore di lezione a settimana, contro le 40 attuali del tempo pieno e le 31 del modulo. E il pomeriggio? Partirà il doposcuola a pagamento. Un parcheggio che sarà attivato solo su richiesta delle famiglie e solo se le singole scuole acconsentiranno. Altrimenti, tutti a casa. Ma con chi se i genitori lavorano?
v Di conoscenza. Il maestro unico insegnerà tutto: italiano, matematica, geografia, storia, inglese (sì, pure inglese), educazione alla cittadinanza, educazione alimentare... Per conoscere bene tutte queste materie ci vorrebbe Leonardo da Vinci. Non lasciamoci ingannare dal fatto che si tratta della scuola primaria o elementare: “elementare” non significa facile, significa “fondamentale”. Anche noi, da piccoli, abbiamo avuto il maestro unico, è vero. Ma non desideriamo sempre che i nostri figli abbiano qualcosa di meglio?
v Di esperienze. I tempi ristretti di insegnamento impediranno un apprendimento con tempi distesi e attraverso l’esperienza diretta. E le gite? Addio! Per ragioni di sicurezza un insegnante non potrà uscire da solo con 25 bambini.
v Di aiuto. Le poche ore a disposizione per l’insegnamento non permetteranno di individuare e risolvere casi di difficoltà nell’apprendimento. Ai nostri tempi chi era “lento” ad imparare veniva considerato poco intelligente e senza speranza di miglioramento. In ogni famiglia c’era un caso del genere. Oggi sappiamo che molti, moltissimi casi di difficoltà possono essere affrontati e risolti. Ma ci vuole tempo.
v Di garanzia. Ogni insegnante si troverà solo di fronte alla classe. Pensiamo al caso di un maestro stanco o alla prima esperienza. I maestri e le maestre italiane sono di ottimo livello, ma anche loro sono uomini e donne, non macchine. E allora? Come faranno i nostri figli?
v Di eccellenza internazionale. La scuola primaria è l’unico grado di istruzione in Italia “promosso” anche dall’ultimo rapporto internazionale annuale dell’Ocse. Perché, allora, cambiare qualcosa che funziona?
Non svuotiamo la scuola.
Contatti:
Missione FIDH nelle zone di frontiera del Messico
dal 25 febbraio al 13 marzo 2007
La Federazione Internazionale dei Diritti Umani (FIDH) in occasione del 60° anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, ha svolto nel corso del 2007, dal 25 febbraio al 13 marzo, una missione nell’ambito della Campagna internazionale su “Migrazioni e Diritti Umani”, nelle due zone di frontiera che al momento rappresentano le due aree più critiche rispetto alle violazioni dei diritti umani che sistematicamente vengono commesse nei confronti dei migranti. Le frontiere sotto esame sono state quelle messicane, a sud del paese al confine con il Guatemala, e a nord, al confine con gli Stati Uniti.
In particolare la zona di confine tra Messico e Stati Uniti segna anche una zona di “frattura tra un’America ricca e dominante nei programmi economici e politici e un’ America povera e sommessa alle regole del gioco stabilite dal vicino Nord”, come si legge nella relazione presentata dalla FIDH, al termine della missione.... Continua a leggere...
“donde quieras que estés no dejar de ser humano,
donde vayas, sigas siendo humano
y por lo tanto no seas inhumano
con el que llega contigo”
Dr. Adrián Ramírez
presidente LIMEDDH
Misión FIDH en las zonas fronterizas de México
de 25 de febrero al 13 de marzo 2007
La Federación Internacional de los Derechos Humanos (FIDH) con ocasión del 60° aniversario de la Declaración Universal de los Derechos Humanos, ha realizado en el curso del año 2007, del 25 de febrero al 13 de marzo, una misión en el marco de la Campaña internacional sobre “Migraciones y Derechos Humanos” en las dos zonas fronterizas que actualmente representan los dos lugares más críticos respecto a las violaciones de los derechos humanos que sistemáticamente son cometidos contra la población migrante. Las dos zonas fronterizas donde se desarrolló la misión son la frontera sur de México con Guatemala y la frontera norte entre México y Estados Unidos.
Particularmente la frontera con Estados Unidos representa una “línea de fractura entre una América rica y dominante en los planos económicos y políticos y una América pobre, sometida a las reglas del juego fijadas por el vecino del Norte” se lee en la relación presentada por la FIDH al cumplimento de la misión.... Continua a leggere...
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