Arrivo a Oaxaca alle 3 del mattino in autobus, 7 ore di viaggio da Città del Messico.
San Juan Chamula
Miguel Martínez, cura de San Juan,
de soledad se hartó en su iglesia,
sin ruido de plata en su canasto,
moría su anhelo de poder.
Lleno de coraje caminó a Tsajaljemel
Con bravura de cónico hombres.
Trató de oscurecer la conciencia iluminada,
despedazando los símbolos sagrados,
acusando que eran obras del demonio,
y así menguar ese eco de unidad:
“Estas figurillas de Cuscat
son símbolo de maldad y muerte,
es un acto de idolatría y sacrilegio”,
Di
Annalisa (del 19/08/2007 @ 15:33:03, in
Perù, linkato 1142 volte)
Un abrazo solidario a todos mis amigos peruanos. Quisiera estar con Ustedes.
Sono nel “centro dell’universo”.
Dove secoli orsono, un popolo nobile, nel luogo in cui vide un’aquila su di un cactus con un serpente nel becco, decise di costruire uno dei templi piu’ belli di tutta l’antichita’.
Il sangue versato dai loro sacerdoti, e’ stato sacrificio inutile, il sole per un momento ha smesso di brillare e dal mare è giunta la morte.
Huizilopochtli ti ha tradito, ingenuo Montezuma.
Cortés non era il tuo Quetzalcóatl, il Dio non era ancora tornato ma l'Uomo, lui sì era giunto fino a Tenochtitlán.
Era l'8 novembre 1519.
Alvarado, con artigli e coltelli,
piombò sulle capanne, distrusse
il patrimonio degli orefici,
rapì alla tribù la rosa nuziale,
aggredì razze, poderi, religioni,
fu il ricco forziere di tutti i predoni,
fu il falco clandestino della morte.
Verso il gran fiume verde, il Papaloapan,
Fiume delle Farfalle, andò più tardi e portò sempre sangue il suo stendardo.
L’austero fiume vide i suoi figli
morire o sopravvivere schiavi,
vide bruciare, nei fuochi accanto all’acqua,
razza e prigione, teste giovanili.
Ma i patimenti non finirono
quando egli volse il passo indurito
verso nuove regioni.
Raúl Isaías Baduel
Angela Nocioni ha scritto un articolo su Liberazione del 10 agosto dal titolo: “E’ successo”.
E’ successo che secondo la giornalista e secondo anche Clodovaldo Hernández, (El País di Madrid) dal quale la Nocioni ha letteralmente scopiazzato il contesto e ampi stralci di questo articolo del 27 luglio, “qualcuno di indubitabilmente chavista ha osato criticare in pubblico l’andazzo preso dalla Revolución”. (e non Revoluciòn come scrive la Nocioni).
Questo “qualcuno” secondo Angela Nocioni sarebbe niente di meno che Raúl Isaías Baduel, da poco ex capo dell’Esercito ed ex Ministro della Difesa del Venezuela, uno dei fondatori del Movimento Bolivariano, diresse due giorni dopo il fallito golpe dell’11 aprile 2002 “l’Operación rescate de la Dignidad Nacional” con la quale liberò Hugo Chávez riportandolo a Miraflores. ... Continua a leggere...
Caro direttore,
indipendentemente dal discuterne il contenuto, mi sembrava giusto
segnalarle che, anche a salvaguardia
della professionalità della redazione del giornale, l'articolo della
Nocioni,
postato in prima pagina su Liberazione del 10 agosto, 2007, riguardante
il
Venezuela, con le "critiche" del generale Raúl Isaías Baduel del 18 de
julio de 2007, a parte l'introduzione sarcastica e anche un po'
infantile
sul modello "visto che non lo dico solo io", è praticamente la
scopiazzatura di un articolo del 27/07/2007 apparso su:
http://venezuelareal.zoomblog.com/archivo/2007/07/27/el-proyecto-socialista-de-Chavez-divid.html
Se si vuole invece analizzare veramente il discorso, vi invito a
leggere
il testo integrale dell'intervento
del generale Raúl Isaías Baduel, lo trovate in spagnolo su:
http://venezuelareal.zoomblog.com/archivo/2007/07/31/discurso-del-General-Raul-Isaias-Badue.html
tra le altre cose, non chiude con un "dio onnipotente ed eterno", ma
con
le 7 regole dei samurai.
cordiali saluti e buon lavoro
Paolo Rossignoli
Ancora lontana la firma per la Dichiarazione dei diritti dei Popoli Indigeni. A bloccare l’accordo Stati Uniti, Colombia, Canada, Australia e Nuova Zelanda.
Si celebra quest’anno la 14° giornata internazionale dei popoli indigeni, indetta dalle Nazioni Unite nel 1994, per ricordare l’importanza delle culture originarie e la necessità di difenderle dalle continue violazioni subite e dall’incombente rischio di estinzione. L’apporto delle popolazioni indigene all’umanità va ben oltre il folklore delle loro tradizioni. Le culture originarie infatti rappresentano nella storia umana il più importante esempio di rispetto per la vita e per l’ambiente, oltre che di spiritualità e di valori non individuali ma collettivi.In una fase come quella attuale, in cui il pianeta è minacciato da catastrofi naturali, guerre e dall’incedere della povertà, è quanto mai importante riflettere sull’insegnamento proveniente dai popoli che hanno vissuto e convissuto per migliaia di anni – in assoluta armonia – con l’ambiente circostante, riconoscendo l’importantissimo ruolo che i popoli indigeni svolgono nella difesa della madre terra e delle risorse naturali, contro gli interessi economici dei governi e delle imprese transnazionali che portano avanti uno sfruttamento irrazionale e spesso selvaggio delle risorse disponibili. ... Continua a leggere...