Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
L’ ambasciatore colombiano presso l‘ Organizzazione degli Stati Americani (OEA)tramite il quale la Colombia ha denunciato nei giorni scorsi il Venezuela per favorire protezione alla guerriglia delle FARC risulta inabilitato a vita nel suo paese a ricoprire incarichi pubblici per essere accusato di corruzione.
Il presidente uscente della Repubblica di Colombia, Alvaro Uribe Velez, per l’ennesima volta attacca il governo rivoluzionario e bolivariano del Venezuela, cercando i pretesti più assurdi per scatenare la guerra e destabilizzare il continente latinoamericano a cominciare dai Paesi dell’ALBA, l’Alleanza Bolivariana per i Popoli della Nostra America.
L’accusa è sempre la stessa da anni: sostenere l’insorgenza armata in Colombia, se non addirittura dirigerla!
In realtà Alvaro Uribe Velez non ha mai goduto di nessuna autonomia politica dalla volontà degli USA. L’imperialismo USA e le truppe yankee la fanno da padrone, senza dare conto per i crimini commessi contro la popolazione colombiana in decenni di occupazione. Il criminale Uribe ed il suo governo sono totalmente corresponsabili con l’imperialismo USA per i crimini politici e sociali commessi.... Continua a leggere...
E’ stato arrestato giovedì scorso in Venezuela mentre cercava di entrare nel paese con documenti falsi, il terrorista salvadoregno Francisco Chávez Abarca, braccio destro di Luis Posada Carriles ai cui ordini negli anni ‘90 ha organizzato a Cuba numerosi attentati, tra i quali quello in cui perse la vita il nostro Fabio di Celmo nel 1997. “El Panzòn”, come era conosciuto Chàvez Abarca, era ricercato dall’Interpol a seguito di una denuncia presentata dal governo cubano che ne ha richiesto prontamente l’estradizione al Venezuela.
Abarca avrebbe confessato durante il lungo interrogatorio avvenuto presso il Servizio Bolivariano di Intelligence (Sebin) dove è stato trasferito subito dopo l’ arresto, che la sua presenza in Venezuela aveva a che fare con le prossime elezioni di settembre. Per quell’occasione erano già stati pianificati degli attentati e per realizzarli il terrorista aveva già “contattato gruppi fascisti della controrivoluzione” come ha dichiarato in una conferenza stampa il ministro degli Interni e della Giustiza Tarek Al Aisami. Il presidente Hugo Chávez nel corso della conferenza stampa nella quale ha dato la notizia al paese, si è detto sicuro che Abarca stesse progettando un attentato contro la sua vita. ... Continua a leggere...
Caracas, dicembre 2009
Abbiamo partecipato, documentandola, alla nascita del Movimiento Continental Bolivariano. La dinamicitá e l'energia sentita ha ,a tratti, commosso e dato speranze.
Il 7, l'8 e il 9 di Dicembre si é tenuta a Caracas la costituente. Trenta delegazioni da tutto il mondo hanno contribuito e agito intensamente per la creazione dal basso di questo nuovo attore politico, sociale e di lotta mondiale.
L'associazione bolivariana de prensa da tempo aveva lanciato pubblicamente questo incontro che si é aperto il 7 all'auditorium del Parque central di Caracas.
Circa duemila delegati hanno partecipato intensamente in questi tre giorni lavorando a quattro differenti tavoli di lavoro.... Continua a leggere...
Salvador Tió con i familiari dei giovani messicani massacrati a Sucumbíos. Altre foto del Congresso del Movimiento Continental Bolivariano qui.
La Coordinadora Continental Bolivariana (CCB) va verso il Movimiento Continental Bolivariano (MCB) con un grande congresso.
Al suddetto evento (che si è svolto a Caracas tra il 7 e il 9 dicembre) hanno partecipato circa 1200 delegati e delegate provenienti da trenta paesi, la maggior parte della nostra America, ma anche dell’ Europa, dell’America del Nord e dell’Australia.
Organizzazioni rappresentative dei popoli originari, movimenti femminili, giovanili, ambientalisti, intellettuali, lavoratori, contadini, religiosi, forze politiche di sinistra, si sono dati appuntamento qui, sotto il motto del Libertador: “l’unità ci aprirà i cammini della speranza”.
Eminenti figure della lotta e del pensiero rivoluzionario continentale e mondiale ci accompagneranno, tra le... Continua a leggere...
28 aprile 2009 Il governo di Caracas e l’Autorità nazionale palestinese (Anp) hanno stabilito relazioni diplomatiche in via ufficiale.
Nicolas Maduro, ministro degli Esteri venezuelano e il suo omologo palestinese Riyad al Maliki hanno firmato nella capitale sudamericana il documento che sancisce “l’eterna e permanente solidarietà del popolo venezuelano alla giusta causa dei Palestinesi” ha detto Maduro. Durante la cerimonia, Al Maliki ha ringraziato il presidente Hugo Chávez per il suo supporto ai civili della Striscia di Gaza durante l’offensiva militare israeliana ‘Piombo fuso’ che ha causato la morte di oltre 1400 persone, in seguito alla quale Caracas ha rotto le relazioni diplomatiche con Israele. Il ministro ha detto inoltre che “grazie al suo sostegno alla causa palestinese”, e al suo approccio “scevro di pregiudizi” Chávez è il “capo di stato più popolare nell’intero mondo arabo”. La rappresentanza palestinese inaugurata per l’occasione a Caracas è una delle 10 missioni diplomatiche che l’Anp ha in tutta l’America Latina.
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Si sono conclusi in Venezuela, a Caracas, il 26 marzo, dichiarata "Giornata Internazionale della Resistenza Armata", gli incontri della Scuola Continentale di Formazione Marxista “Manuel Marulanda”, organizzati dalla Coordinadora Continental Bolivariana (CCB).
Come è noto la Coordinadora Continental Bolivariana, (in via di trasformazione in Movimiento Continental Bolivariano), è un coordinamento latinoamericano che, solidale con le lotte di liberazione delle popolazioni oppresse e vicino ai movimenti sociali, organizzazioni contadine, indigene e sindacali della regione, non ha mai discriminato forme diverse di lotta, a partire da quella armata. Semplicemente, in alcune particolari condizioni di sfruttamento e oppressione si considera che questa sia un diritto inalienabile dei popoli, una “risposta possibile a pressioni sociali ricorrenti e ingiuste” come ha dichiarato lo scrittore e... Continua a leggere...
Ringrazio marneven che mi ha segnalato la notizia e gli amici della Patria Grande per l’articolo che riprendo.
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Vergognosa decisione del Vaticano che concede asilo politico al venezuelano Nixon Moreno, accusato di stupro e tentato omicidio.
Fonte: LPG, 16/09/2008
E’ veramente vergognosa la decisione presa dal Vaticano di concedere asilo politico ad una persona accustata di stupro e tentativo di omicidio. Nixon Moreno il 25/05/2006, all’epoca studente dell’Universitá delle Ande (ULA) di Merida, in Venezuela, fu uno dei protagonisti dei violenti disturbi che si ebbero in quella cittá. La polizia intervenne per sedare tali disturbi che i giovani studenti borghesi inscenavano contro il governo di Hugo Chávez.
Ad un certo punto due poliziotti, un uomo ed una donna, si ritrovano accerchiati dai facinorosi; uno di questi sparó un colpo di pistola al poliziotto che cadde ferito a terra; poi si diressero contro la poliziotta, che nel frattempo aveva cercato di sfuggire all’aggressione, ma venne rincorsa ed acciuffata da tre di questi facinorosi, i quali minacciandola con una pistola, la denudarono e tentarono di violentarla. La poliziotta vittima di questo tentativo di stupro, Sofia Aguilar, descrive con somma luciditá l’accaduto nel video annesso (in spagnolo), di fonte VTV, Venezolana de Television, ossia la televisone dello Stato Venezuelano.... Continua a leggere...
Rapidissima trascrizione e traduzione del discorso di Hugo Chàvez:
Ci informano in questo momento, che proprio adesso il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti ha annunciato l’espulsione dell’ambasciatore della Bolivia dal suo territorio.
Bene... noi iniziamo da questo momento a valutare le relazioni diplomatiche con il governo degli Stati Uniti. Ho parlato in questo momento con il ministro degli Esteri e affinché la Bolivia sappia di non essere sola, a partire... che ore sono, le 7 e 15 minuti, ha 72 ore, a partire da questo momento l’ambasciatore yankee a Caracas per lasciare il Venezuela, in solidarietà con la Bolivia e il popolo della Bolivia ed il governo boliviano... ha 72 ore l’ambasciatore per abbandonare il territorio venezuelano, e immediatamente, signor ministro Maduro, immediatamente disponga che rientri il nostro ambasciatore là, che ritorni prima che lo mandino via , il compagno Bernardo Álvarez che ritorni in patria. Quando ci sarà un nuovo governo negli Stati Uniti manderemo un ambasciatore, un governo che rispetti i popoli dell’America Latina, all’America di Simón Bolivar, diavolo!... Continua a leggere...
Foto AP
Ha vinto il NO.
Qualcuno mi ha detto che “ha vinto il popolo”.
E’ una vittoria popolare quella ottenuta con una differenza di 124.962 voti su circa nove milioni?
Chávez ha elogiato quello che ha definito “un esercizio della democrazia”.
Non sono d’accordo nemmeno con lui.
Che esercizio della democrazia può essere mai quello in cui si vota più in base alle paure indotte che non alle speranze e ai bisogni reali?
Ha vinto il NO perchè ha vinto la paura. Alimentata, fomentata e finanziata anche e soprattutto dall’esterno del Paese. Paradossalmente hanno vinto, possiamo dire, le paure di buona parte del mondo e di pochissimi venezuelani.
Una campagna elettorale che il delirio mondiale ha trasformato quasi in una campagna per le presidenziali, basata su tutta una serie di ipotesi, e di suggestioni: “una probabile” dittatura, un “futuro” Fidel Castro, “possibili” detenzioni arbitrarie, “ipotetiche” limitazioni di ogni libertà, e via dicendo, ipotesi, illazioni, fino al probabile bagno di sangue se avesse vinto il NO...
Questa per me non è una vittoria.
Non dirò cose del tipo: “ha vinto la democrazia”, “esempio di democrazia”, “Chávez ha dimostrato di non essere un dittatore” etc, etc. Non ha vinto la democrazia, per me ha vinto la paura. In Venezuela la democrazia già c’era e il paese non aveva bisogno di dimostrarlo.Chávez non era un dittatore e se questo risultato,(e il bagno di sangue che non c'è stato) fanno tirare un respiro di sollievo a tanti, anche a tanti suoi simpatizzanti (suvvia diciamocelo...), questo risultato serve solo a dimostrare che l'opposizione seminando paure, ha vinto...
Quando il voto non esprime più la volontà popolare, ma un sentimento di paura indotto, un voto dato perchè “se non lo faccio, forse...”, per me non è un voto libero, ma un voto condizionato da una dittatura.
La vera dittatura in Venezuela è quella dell’opposizione.
Mi chiedo quale sarebbe stato il risultato elettorale senza la pressione costante dei media d’opposizione, senza la pressione costante della stampa estera, senza i soldi arrivati a fiumi dagli Stati Uniti, senza gli studenti usati e martirizzati ad arte, senza quel fascista di Peña Esclusa e i suoi rivoltanti comizi davanti ad un altare, ma con la libertà vera di decidere...
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