Noi giornalisti, comunicatori, studenti di comunicazione
dell’America latina, Caribe e Canada, riuniti a Caracas in questo primo incontro
latinoamericano contro il terrorismo mediatico, denunciamo l’uso della
manipolazione da parte delle multinazionali dell’informazione attuata come un’aggressione imponente e permanente verso i popoli ed i governi che lottano per la pace, la giustizia e l’integrazione.
Il terrorismo mediatico e’ la prima espressione e condizione
necessaria del terrorismo militare ed economico che il Nord industrializzato
impiega per imporre all’Umanità’ la sua egemonia imperiale e il suo
dominio neocoloniale. Come tale e’ nemico della libertà, della democrazia
e della società aperta e deve essere considerato come la peste delle
cultura contemporanea.
A livello regionale, il terrorismo mediatico, utilizzato come arma
politica al fine di rovesciare governi democratici di paesi come
Guatemala, Argentina, Cile Brasile, Panama, Grenada, Haiti, Perù, Bolivia,
Rep. Dominicana, Ecuador, Uruguay e Venezuela, e’ utilizzato oggi, per
sabotare qualsiasi possibilità di accordo umanitario, o soluzione
politica del conflitto colombiano e per regionalizzare la guerra nella zona
andina.
L’attuale lotta democratica in Ecuador, Bolivia e Nicaragua, insieme
a Brasile, Argentina ed Uruguay e Messico, conferma la volontà
politica delle nostre società di sbarazzarci dell’aggressiva e simultanea
campagna di diffamazione delle multinazionali dell’informazione e della (Sociedad Interamericana de Prensa) SIP. Cuba e Venezuela rappresentano
chiaramente i bersagli principali di questa battaglia ancora aperta. Siamo
inoltre obbligati a rinnovare i nostri sforzi davanti alla drammatica
situazione che attraversa il giornalismo democratico in Peru’, Colombia
ed altre nazioni.
Questo Incontro Latinoamericano ha mostrato la necessità di creare la
Piattaforma Internazionale contro il Terrorismo Mediatico che convoca
ad un nuovo incontro, da realizzarsi entro due mesi, al quale parteciperà insieme ad altre organizzazioni come la Federación Latinoamericana de Periodistas (FELAP), che con la crescita delle coscienze dei popoli latinoamericani e del Caribe ha difeso in maniera esemplare il diritto alla verità e al motto che incarna i suoi principi: per un giornalismo libero in libere patrie.
Impegnata a criminalizzare tutte le forme di lotta e resistenza dei
popoli, con il pretesto di una fallace nozione di sicurezza,
l’amministrazione fondamentalista di G.W. Bush si e’ resa responsabile della
sistematica aggressione terrorista degli ultimi anni contro i mezzi di
comunicazione alternativi, popolari e comunitari, compreso alcuni
imprenditoriali.
L’informazione non e’ una merce. Come la salute e l’educazione,
l’informazione e’ un diritto fondamentale dei popoli e deve essere oggetto
di politiche pubbliche permanenti.
Convinti che questa storia e’ iniziata 200 anni fa’, rinnoviamo
l’impegno di coloro che ci hanno preceduti con il proposito di
adeguarci all’esercizio etico della nostra professione, aderenti ai valori
della democrazia reale ed effettiva ed alla veridicità che merita la differenza di pensieri, credenze e culture.
Non solo la SIP, ma anche gruppi come RSF, Reporters Senza
Frontiere, rispondono alle direttive di Washington nel falsificare la realtà e la
diffamazione globalizzata. In questo contesto, l’Unione Europea svolge un ruolo
vergognoso che contraddice l’eroica lotta dei suoi popoli contro il
nazifascismo.
Nella forgia dell’unita’ dei popoli latinoamericani e caraibici, i
firmatari di questa dichiarazione chiamano i professori e gli studenti
di comunicazione sociale a considerare il Terrorismo Mediatico come
uno dei problemi centrali dell’Umanità. Convochiamo i giornalisti
liberi ad impegnarsi, ad impegnarsi a rinnovare i loro sforzi nella costruzione della
pace, lo sviluppo integrale e la giustizia sociale.
Con questo spirito esortiamo tutti i capi di Stato
dell’America latina e dei Caraibi ad includere il tema del Terrorismo Mediatico, in
tutti le riunioni e fori internazionali.
(Traduzione di Ciro Brescia)
I commenti sono disabilitati.