Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
8 morti e oltre 100 feriti
MORELIA, Messico (Reuters) - Dei presunti membri di una gang di trafficanti di droga hanno lanciato due bombe contro la folla che stava celebrando il giorno dell'indipendenza del Messico, uccidendo almeno otto persone e ferendone oltre 100 nell'ambito di una escalation della guerra fra il governo e i cartelli della droga.
Le esplosioni sono avvenute in una piazza della città coloniale di Morelia nella notte di lunedì, al culmine della "fiesta" alla presenza del governatore dello stato di Michoan per festeggiare la giornata nazionale del Messico.
Decine di persone ferite, fra cui donne e bambini, giacevano a terra in pozze di sangue.
Il governatore Leonel Godoy ha detto che la polizia sospetta che l'attentato sia opera del "crimine organizzato" -- un termine usato per definire i cartelli della droga messicani. I cartelli quest'anno hanno ucciso 2.700 persone nella guerra fra bande e in quella contro l'esercito.
I trafficanti spesso torturano e decapitano i rivali e si scontrano con le forze di sicurezza, ma finora non avevano mai lanciato attacchi con un numero tanto alto di vittime civili.

(Dal momento che la Cattedrale Metropolitana è il monumento più importante del Centro Storico, è proibita la vendita ambulante all'interno dell'atrio) Foto Annalisa Melandri
Arrogante e prepotente come sempre la Chiesa Cattolica, che pretende che la Cattedrale Metropolitana sia il monumento più importante del centro storico di Città del Messico.
Arrogante fin dal 1573 quando iniziò la costruzione della Cattedrale sopra le rovine del Templo Mayor (questo sì sicuramente il monumento più importante del centro storico), distrutto nel 1521 dagli Spagnoli, saccheggiandole per ricavarne materiale edile. E’ per questo motivo che sta lentamente sprofondando fin dal momento della sua costruzione. Giustizia divina?

“Iluminemos México” (illuminiamo il Messico) è stato lo slogan che ha identificato la marcia organizzata contro la delinquenza e l’inefficacia del governo a fronteggiarla e che si è svolta sabato 30 agosto a Città del Messico. Si calcola che vi abbiano partecipato circa 200 mila persone, forse più, ognuna delle quali portava una candela accesa per “illuminare” simbolicamente il baratro di violenza nel quale sembra essere precipitato il paese negli ultimi tempi.
Tuttavia questa manifestazione non esprime i desideri e il sentire di tutta la società messicana.
Questa marcia esprime soltanto il timore di una piccola porzione di essa che si sente minacciata dalla criminalità organizzata nei suoi affetti e nei suoi interessi.
Alla quale appartenevano per esempio il piccolo Fernando Martí, appena 14 anni, figlio dell’imprenditore Alejandro Martí, sequestrato e poi trovato morto il 1 agosto scorso dopo il pagamento di un riscatto di 5 milioni di pesos e Silvia Vargas Escalera di 19 anni, figlia del titolare della Commissione Nazionale dello Sport, sequestrata il 10 settembre del 2007 e di cui non si hanno più notizie da quella data.... Continua a leggere...
Poche città mi rapiscono come e quanto riesce a fare Città del Messico. E questo avviene fin da quando, in aereo, pochi minuti prima dell’ atterraggio, ti si manifesta in tutta la sua imponenza e appare all’improvviso smisurata. “El monstruo”, la chiamano. Ed in parte lo è, un mostro. Arrivando di notte, appare all’improvviso, un mostro di luci, che sembrano non avere fine e che si spengono pian piano, con lentezza, solo lungo le pendici dei cerros che la circondano.
Una città che mi entusiasma e che mi fa sorridere, che mi commuove e mi intriga ad ogni passo. La osservo dagli infiniti angoli che offre e godo dei suoi colori e delle sue contraddizioni, della sua viva umanità con la sua capacità di resistere, con il suo orgoglio, la fierezza e la dignità.
È magica una città che riesce ad offrire continui spunti di riflessione al visitatore, sul senso della storia, sul destino dei vinti, sul ruolo e il peso dei vincitori nelle generazioni a venire.
Che sa rimettere in gioco e mescola continuamente, i concetti eterni di giustizia e di ingiustizia, di passato, di presente e di futuro, di sogno e di realtà. ... Continua a leggere...

Domenica 27 luglio si è tenuta in Messico la Consulta Ciudadana, con la quale la popolazione è stata chiamata ad esprimersi sulla proposta di completa privatizzazione dell’impresa petrolifera PEMEX presentata da Felipe Calderón, il presidente del paese.
L’85% della popolazione ha detto NO.
di ABP Messico
16/04/2008
Fonte :ABP Agencia Bolivariana de Prensa
Traduzione di Annalisa Melandri
La denuncia presentata lo scorso 7 aprile alla Procura Generale della Repubblica (PGR) del Messico contro Lucía Morett ed altri 15 messicani, tra i quali i quattro studenti universitari morti in territorio ecuatoriano per mano dell’esercito colombiano, è opera dell’organizzazione cattolica di estrema destra conosciuta come El Yunque .
Il così detto Consejo Ciudadano para la Seguridad Pública y la Justicia Penal, A.C.
(CCSPyJP) propone una denuncia penale contro Morett e gli altri messicani per il reato di terrorismo con l’accusa basata su documenti che sarebbero stati passati dagli organismi di sicurezza messicani e colombiani a quotidiani, settimanali e televisioni controllate dalla destra di entrambi i paesi.
Il suo presidente José Antonio Ortega Sánchez è, come hanno segnalato ricercatori specializzati nello studio dell’estrema destra messicana, e in modo particolare il giornalista del settimanale messicano Proceso, Álvaro Delgado, dirigente di El Yunque.... Continua a leggere...
“Era otro Pancho Villa, era un loco que a nada le tenía miedo”, (era un altro Pancho Villa, era un pazzo che non aveva paura di niente)..., così hanno gridato i suoi compagni ai suoi funerali, mentre decine di trattori con la scritta “governo assassino” sfilavano insieme al suo feretro.
In Messico, Armando Villareal Martha, dirigente di Agrodinámica Nacional, era un leader stimato e seguito dai contadini del suo stato, Chihuahua, e dell’intero paese, ed era nello stesso tempo temuto dal governo federale per i suoi metodi radicali di lotta.
Le sue battaglie andavano dalla difesa dei diritti dei lavoratori del settore agricolo e zootecnico alle proteste contro l’approvazione dei capitoli più controversi del Trattato di Libero Commercio del Nord America (aveva guidato la marcia da Ciudad Juárez fino allo zócalo della capitale); da quelle contro le privatizzazioni del settore energetico, alle pressioni sul governo ... Continua a leggere...
La democrazia messicana, dopo le ultime elezioni presidenziali del 2 luglio 2006, vinte per una manciata di voti e in modo poco chiaro da Felipe Calderón Hinojosa, del PAN (Partito di Azione Nazionale) attualmente poggia le sue fragilissime basi proprio su questo contestatissimo e assolutamente poco trasparente processo elettorale che ha lasciato il paese nel dubbio se considerare o meno l’attuale presidente legittimo o espurio (illegittimo).
Qualunque sia la legittimità o meno della presidenza di Felipe Calderón, attualmente il Messico è ben lontano dal poter essere considerato una democrazia.
Segnato da questa debolezza originaria, l’attuale governo ha rafforzato il suo potere e il consenso intorno al suo mandato, avvalendosi dell’appoggio incondizionato delle Forze Armate.
La nomina di Francisco Ramirez Acuña come ministro degli Interni, ne è la dimostrazione.
Sul suo capo pendono infatti circa 640 denunce per tortura e il suo operato quando era governatore dello stato di Jalisco, ha all’attivo centinaia di casi di sparizioni forzate, abuso dell’uso della forza e torture.
Tristemente famoso per la brutale repressione dei manifestanti che protestavano contro il vertice euroamericano del 2004, dove centinaia di giovani furono arrestati arbitrariamente, furono picchiati e subirono violenze di ogni tipo dai reparti di polizia che eseguivano i suoi ordini.
Il Messico sta lentamente tornando così al clima della guerra sucia che ha caratterizzato gli anni ‘70.
La Limeddh (Lega Messicana dei Diritti Umani) denuncia in un lungo e dettagliato informe dal titolo: - Criminalizzazione della protesta sociale, una vecchia nuova grande sfida del campo dei diritti umani -, che “i metodi oggi sono più sofisticati ma la sostanza è la stessa, ... Continua a leggere...

Domenica 18 novembre si è tenuta nello Zócalo di Città del Messico la terza assemblea della Convenzione Nazionale Democratica, il movimento popolare che fa riferimento alla figura di Andrés Manuel López Obrador e lo riconosce come “presidente legittimo” del Messico fin dalle elezioni del 2 luglio 2006 “vinte” por fraude dal presidente espurio (illegittimo) Felipe Calderón.
In uno zócalo gremito di gente, AMLO, celebrando un anno di “presidenza legittima”, ha tenuto un discorso nel quale oltre a confermare il carattere di movimento partecipativo della Convenzione Nazionale Democratica, della quale egli è il leader indiscusso e amato, parla della costruzione “dal basso e con la gente” di una nuova Repubblica “dove le cose importanti sono la felicità e il benessere del popolo e dove non domini il denaro sulla dignità dei messicani”.

Di Annalisa Melandri e Monique Camus
28 Agosto 2007
Lei Senatrice, crede che il Frente riuscirà a rappresentare qualcosa di veramente importante per la difesa dei diritti umani nel paese?
Sì, perché lo è stato già in passato. Anni fa, nel 1979 formammo un Frente che si chiamò Frente Nacional Contra la Represión, il primo Frente, che morì per inedia anni dopo.
Ottenne dei risultati questo primo Frente?
Certo che sì, ottenemmo un’amnistia per 1500 prigionieri e non si portarono a compimento 2000 mandati d’arresto, ritornarono 57 esiliati e riuscimmo ad ottenere la riapparizione in vita di 148 desaparecidos che erano tenuti prigionieri nel Campo Militar n. 1.
Per tutti questi motivi credo che oggi ci sarà una repressione brutale contro questo nuovo Frente che sta nascendo oggi.
Lei è Senatrice e Presidente della Commissione Nazionale dei Diritti Umani in Senato, incontra ostacoli all’interno dello stesso Senato nello svolgimento del suo lavoro come attivista per i diritti umani?
Certamente c’è opposizione e molta, ma il fatto di essere stata nominata Presidente della CNDH costituisce un vantaggio e mi concede dei poteri personali come Presidente che faccio valere sempre e in ogni luogo.
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