Poche città mi rapiscono come e quanto riesce a fare Città del Messico. E questo avviene fin da quando, in aereo, pochi minuti prima dell’ atterraggio, ti si manifesta in tutta la sua imponenza e appare all’improvviso smisurata. “El monstruo”, la chiamano. Ed in parte lo è, un mostro. Arrivando di notte, appare all’improvviso, un mostro di luci, che sembrano non avere fine e che si spengono pian piano, con lentezza, solo lungo le pendici dei cerros che la circondano.
Una città che mi entusiasma e che mi fa sorridere, che mi commuove e mi intriga ad ogni passo. La osservo dagli infiniti angoli che offre e godo dei suoi colori e delle sue contraddizioni, della sua viva umanità con la sua capacità di resistere, con il suo orgoglio, la fierezza e la dignità.
È magica una città che riesce ad offrire continui spunti di riflessione al visitatore, sul senso della storia, sul destino dei vinti, sul ruolo e il peso dei vincitori nelle generazioni a venire.
Che sa rimettere in gioco e mescola continuamente, i concetti eterni di giustizia e di ingiustizia, di passato, di presente e di futuro, di sogno e di realtà.
Che sa sfidare sfrontatamente facendolo tuttavia senza rabbia né malizia, quasi senza averne consapevolezza, miti antichi e tradizioni consolidate, potere e religione con l’ingenuità di quella rebeldía naturale che qui ancora sopravvive e che, si esprime e si manifesta quotidianamente per le strade di quella che è una delle metropoli piu`grandi del mondo. E che va di pari passo con lucha e resistencia, concetti che qui sono parte imprenscindibile del bagaglio umano ma anche del vissuto quotidiano di milioni di persone.
Non è mai avara questa città con gli altri, si offre completamente, ostentando orgogliosamente la sua storia e il suo passato, splendida negli scorci isolati e silenziosi, nei passagi moderni e caotici, negli angoli chiassosi e tipici. Spettacolare nelle sue espressioni architettoniche ora ostentate, ora più nascoste e segrete, che appaiono agli occhi più attenti e sensibili come vere preziosità incastonate tra dettagli di culture differenti, particolari unici per i quali ogni palazzo, ogni angolo, ogni patio, ogni balcone sono capaci di trasformarla in un vero e proprio museo a cielo aperto che affascina continuamente.
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P.S. Ma forse tutto ciò ha a che vedere più in generale con quanto sto costruendo in Messico in questo ultimo anno e quanto mi sta offrendo questo paese.
¡Te quiero México! e dopo aver passato il pomeriggio con i narcocorridos dei vicini a palla, finamente mañana ….Real de Catorce y Cerro del Quemado... desierto... 2750 mt.
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