Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
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Pubblico qui di seguito un saggio dello scrittore e giornalista Antonio Mazzeo sui presunti finanziatori arabi del Ponte sullo Stretto si Messina, e i loro collegamenti con i traffici d’armi internazionali e l’attentato alle Torri Gemelle di New York ' l’11 settembre 2001.
IL PONTE DELL’11 SETTEMBRE
di Antonio Mazzeo
Non ci sarebbe stata solo la mafia italoamericana a volere investire milioni di euro per la realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina. Stando alle indagini della Procura di Roma, una parte dei soldi potrebbe essere stata promessa da misteriosi finanziatori arabi. Giuseppe Zappia, l’ingegnere accusato di associazione mafiosa per i lavori del Ponte, ha rivelato l’identità di uno di essi. Si tratterebbe di uno dei congiunti della casa reale dell’Arabia Saudita. Spuntano così pericolosi trafficanti d’armi e agenti segreti, faccendieri e terroristi internazionali. E il sogno del Ponte s’incrocia con le indagati per gli attentati alle Torre Gemelli di New York, l’11 settembre del 2001…
Dal Canada allo Stretto di Messina via Arabia Saudita[1]
Non ci sarebbe stato solo il boss italo-canadese Vito Rizzuto, fedele alleato del clan dei Cuntrera-Caruana, ad aver dato l’assalto al Ponte sullo Stretto di Messina. Tra le carte dell’inchiesta denominata “Brooklin” coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Roma, che ha individuato l’operazione di Cosa Nostra per riciclare cinque miliardi di euro nella realizzazione del Ponte, c’è pure una pista parallela che porta direttamente in Arabia Saudita.
L’ingegnere Giuseppe “Joseph” Zappia, sotto processo con l’accusa di aver fatto da prestanome delle cosche italocanadesi e che aveva partecipato alla gara di pre-qualifica per la progettazione definitiva e la realizzazione del Ponte, si è difeso dando un volto differente ai suoi presunti finanziatori. “Non avevo né ho bisogno del finanziamento della mafia italo-canadese per costruire il ponte sullo Stretto di Messina”, ha dichiarato l’anziano professionista all’Ansa nel febbraio 2005. ... Continua a leggere...
Pubblico questa riflessione giuntami dall'amico Raffaele Mangano, autore tra gli altri di "Il mio amico Abdul" recensito qui.
"Praticamente si pranzava sul marciapiede. Il cameriere andava avanti e indietro, sudato e accaldato, scusandosi per il ritardo del cuoco che doveva cucinare solo riso, verdure e un orribile pollo bollito. Ad un tratto un uomo cencioso attraversò la strada barcollando. Giunto nei pressi della locanda, stramazzò a terra. Giusto un brusio, poi gli avventori ripresero a darsi da fare con le portate. Sapevo già tutto, ma rimasi lo stesso turbato. Il poveretto era un paria, un intoccabile. Sarebbe morto e poi un carro della municipalità di Calcutta avrebbe rimosso il corpo, come se fosse un cane randagio.
Due bambine rom muiono sulla spiaggia. I bagnanti rimangono stesi sui lettini, bevono bibite fresche, fanno il bagno, leggono riviste di gossip.
Insomma ci siamo arrivati anche noi. La nuova Italia non ha più nulla da invidiare a nessuno. Evviva"
Questa è la copia di un documento di un rom censito (schedato?) a Napoli.
E se non è una pratica razzista perchè l’indicazione della religione e dell’etnia?
Chissà magari tra un po’ tireranno fuori che nel 2010 sarà obbligatorio per tutti quanti indicare al momento di chiedere il rilascio di un documento l’appartenenza alla religione cattolica o no, se praticanti o meno, se meno quante volte si saltano le messe comandate, se siciliani piuttosto che lombardi e se lombardi se si tifa per il Milan o per la Juventus.
In una mail list questa mattina ci sono state interessanti osservazioni sulla campagne contro le tutele ai cittadini che ormai la destra promuove da tempo. Confermata recentemente dal rinvio dell’entrata in vigore della normativa sulla Class Action annunciato dal ministro dello Sviluppo Economico Claudio Scajola e chiesto a gran voce da Confindustria.
Il Giornale, mi segnalano, oggi apre con un affondo sulle associazioni dei consumatori, “i cani da guardia del mercato dei beni e servizi”. “La casta dei consumatori” è il titolo.
Le associazioni hanno ricevuto secondo il Giornale, "da Roma” (ormai va di moda dire così) 47 milioni di euro in 5 anni per fare “da antistato”. In realtà si tratta di una parte del ricavato delle sanzioni applicate dall’Authorithy sui casi di abusi riconosciuti tali verso i cittadini segnalate proprio dalle associazioni a tutela dei consumatori.
L’amico Filomeno, fa notare giustamente come questa campagna de il Giornale “si inserisce benissimo in una più ampia contro le tutele ai cittadini in corso da tempo. Partita come moda mediatica con l'attacco ai dipendenti statali e parastatali da parte del Corriere ("LaCasta" ) , ... Continua a leggere...
Siccome la manifestazione è anche contro i provvedimenti sulle intercettazioni promossi dal governo Berlusconi e siccome sono settimane che leggo che editori e giornalisti sono sul “piede di guerra”, mi piacerebbe sapere chi tra questi (editori e giornalisti) ha aderito e parteciperà domani alla manifestazione.
A Roma è iniziata il 26 giugno la Festa de l’Unità che a differenza dell’anno scorso non si chiama Democratic Party. Per fortuna. Visto che “We can!” non ha funzionato, meglio tornare alle origini. Adesso lo slogan della festa è “Ciao, bella!”, che, come sottolineano i promotori, dovrebbe prendere “spunto della celebre canzone partigiana e dai “ valori della Resistenza e della Costituzione, fondativi del partito che stiamo costruendo”. Intanto c’è da dire che ieri sera a due giorni dall’apertura non si riusciva a trovare da nessuna parte uno straccio di programma su interventi e dibattiti. E’ chiaro che se il dialogo con Berlusconi è sepolto vivo, nel senso che può sempre risorgere, (altrimenti perchè aspettare ottobre per la grande manifestazione nazionale di protesta? perchè fa più fresco?) quello con il popolo di sinistra è ormai proprio morto e sepolto. Gli hanno proprio staccato la spina. Le uniche date certe alla Festa de l’Unità di Roma al momento sono quelle dei concerti. A pagamento. Almeno quelle!. L’altra cosa certa è che se ci andate fatelo con il portafoglio pieno perchè più che a una Festa de l’Unità sembra di stare a Porta Portese. Quindi se sperate di trovare stand informativi, spazi culturali, rassegne di qualsiasi tipo, appunto rassegnatevi perchè non c’è praticamente nulla o quasi di tutto ciò. Invece ci sono collanine, spillette e orribili poster del Che (in un patetico stand cubano), sandali di cuoio fatti a mano e incensi. Questa signori è la sinistra. E non dite che è morta.
P.S. Dimenticavo, l’altro grande assente della festa : lo scontrino fiscale. Praticamente nelle due ore nelle quali sono stata seduta per la cena al ristorante (uno dei tanti, mica si campa di sola cultura d’altra parte!) non ne ho visto emettere nemmeno mezzo da parte dei due solerti cassieri in occhiali adibiti alla riscossione dei conti. Hanno iniziato a farli non appena uno dei ragazzi che serviva ai tavoli gli ha detto che c’era una cliente (io) che stava reclamando per il suo mancato scontrino fiscale.
Temo che abbiano pensato: ma non eravamo tutti compagni?
Questa è la fotografia di Roberto Sapccino. Preferisco che sia nota la sua faccia invece di quella di Barbara. Barbara non c'è più ormai e nemmeno la bambina che portava in grembo. Quest'uomo è accusato di averle uccise emtrambe. Il processo inizia soltanto adesso. Qualsiasi sia l'esito, Roberto Spaccino ha ammesso di aver picchiato per futili motivi sua moglie incinta di otto mesi.
Dossier tratto da Giornalismo Partecipativo. Di BARBARA SPINELLI
E’ cominciato a Perugia un processo importante per il caso simbolo di un crimine, il femminicidio, non ancora riconosciuto dai nostri ordinamenti, ma dove forse più che in ogni altro aspetto della società, il progresso si sfida con la reazione.
Il femminicidio è l’atto ultimo di una serie di comportamenti svilenti, denigratori, violenti dell’uomo nei confronti della donna, dell’uso della forza dell’uomo per annientare la libertà e la personalità della donna.
La giurista Barbara Spinelli, autrice del saggio Femminicidio. Dalla denuncia sociale al riconoscimento giuridico internazionale, Franco Angeli, 2008, che avevamo presentato qui, ci spiega in questo straordinario dossier, che è anche un’eccellente maniera di fare Giornalismo partecipativo, perchè questo processo è importante.
Gennaro Carotenuto
- La storia
La notte del 24/05/2007 viene trovata nella sua camera da letto, a terra, morta, Barbara Cicioni, incinta di otto mesi e mezzo, nella villetta dove abitava insieme al marito, contigua alle abitazioni degli altri famigliari del marito.
A dare l’allarme al 118 è la cognata, a trovare la donna il marito, Roberto Spaccino, il quale affermò di essere uscito per fare delle commissioni e di aver successivamente, una volta rientrato, trovato la casa a soqquadro e la moglie senza vita, sul pavimento della camera da letto. Al momento dell’omicidio i due figli della coppia, di otto e quattro anni, dormivano nell’altra stanza.... Continua a leggere...
tratta da Giornalismo Partecipativo
Lo abbiamo visto in campagna elettorale, ce ne sta dando conferma adesso. Il Pd riesce a trovare solo in Silvio Berlusconi motivo di esistenza. E’ Berlusconi la linfa vitale che gli permette di essere ancora in vita. E’ Silvio l’unica ragion d’essere di Walter. Lo ha scritto anche Gabriele Polo nel suo editoriale di oggi sul Manifesto.
Gabriele Polo lo chiama il “gioco del Caimano”. E’ un gioco al quale quelli del Pd non riescono a resistere. Fino ad ora hanno fatto ombra a tutto. Si sono praticamente fatti ombra da soli. Hanno fatto ombra nel senso che l’opposizione è stata inesistente. Inconsistente come un’ombra appunto.
Ha dialogato su tutto Veltroni con Berlusconi. Il dialogo si è interrotto solo quando Berlusconi ha riproposto il lodo-bis. Soltanto quando Berlusconi, in barba al capo dello Stato, ai magistrati, alla Corte Costituzionale che già qualche anno fa si era espressa al riguardo, alla dignità della politica (ancora?) ha fatto capire che in Italia comanda lui adesso. E guai a chiamarlo fascista.
“Con me queste cose non passano” ha detto Veltroni. .Ha fatto passare in silenzio però la militarizzazione delle città ... Continua a leggere...
Questa la mail ricevuta dalla direzione di Hydromania, ieri:
Signora Annalisa Melandri, la informiamo che sta utilizzando il logo Hydromania, che è un marchio privato di nostra esclusiva proprietà, sul suo sito personale senza nessuna autorizzazione da noi concessa. Pertanto la diffidiamo, fin da ora, a cancellarlo dal suo sito entro e non oltre 24 ore, compresi i link di collegamento ai nostri indirizzi e-mail, assolutamente non autorizzati ,onde evitare azioni legali nei suoi confronti.
Potevano scrivere tante altre cose, potevano inventarsi che l’addetto alla biglietteria ha agito liberamente, che quindi si dissociano da tali iniziative di selezione razziale della clientela del tutto arbitrarie e che avrebbero preso provvedimenti. Magari era tutto falso, magari davvero agli addetti della biglietteria viene ripetuto ogni mattina di non far entrare rom, zingari, negri, animali, marziani... e di annusare tutti coloro che entrano come qualcuno qui (commento n. 21 propone di fare nelle nostre scuole pubbliche). Avrebbero potuto anche stare zitti e non scrivere nulla, avrebbero potuto perfino scrivere una bella lettera a Repubblica... Ma Berlusconi docet... ci vuole la mano dura, con tutti, dai clandestini, agli abitanti di Chiaiano, dai giornalisti, ai magistrati...etc... etc... L’Italia si adegua. Vietato protestare. E tra un po’ cari amici, guai a protestare tutti insieme. Ci sta pensando la Marcegaglia ad abolire la Class Action. Non è anche lei che sta governando questo paese?
P.S.
A proposito:
Mosaico Arredamenti ha denunciato il blogger Sergio Sarnari chiedendogli 400.000 euro di danni per diffamazione perchè costui si era permesso di raccontare in un post, documentandoli, i disservizi riscontrati in una consegna di mobili da parte del noto mobilificio.
La blogosfera sta testimoniando grande solidarietà a Sergio Sarnari per quanto accaduto.
Sul sito di Marco Camisani Calzolari c’è una lettera all’Amministratore di Mosaico Arredamenti che si può firmare lasciando il proprio nominativo tra i commenti. Vi pregherei di farlo questa sera stessa. Domani la lettera verrà inviata con tutte le firme al destinatario. Purtroppo ne sono venuta a conoscenza soltanto questo pomeriggio.
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Alla direzione di Hydromania,
Io sicuramente non avrei nessun problema se i miei figli si trovassero a fare il bagno a mare o in piscina con uno zingaro, quello che farò però sarà spiegargli perchè non li porterò mai più a Hydromania. Leggo infatti su Repubblica di sabato 7 giugno una lettera firmata dalla signora Ilaria de Laurentiis (che ringrazio) dove denuncia di come a una famiglia rom, composta da padre, madre e una bambina , che voleva accedere al parco pagando regolarmente il biglietto d’ingresso, sia stata negata tale possibilità in quanto “zingari”. Alla richiesta di spiegazioni, alla signora il personale addetto ha risposto: “Signora, lei vorrebbe che suo figlio facesse il bagno in piscina con uno zingaro?” Non so cosa abbia fatto la signora Ilaria, io personalmente me ne sarei andata all’istante.
Esprimo piena solidarietà alla famiglia vittima di quanto sopra e a voi profondo disprezzo per il vostro atteggiamento.
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P.S Hydromania è un grande parco acquatico alle porte di Roma, anche molto bello, ma episodi di razzismo come questi sono GRAVISSIMI. Non si può lasciar correre, io la lettera l’ho mandata e invito tutti voi a fare altrettanto, anche copincollando quella sopra, denunciando quanto più possibile questa vergogna, perchè simili fatti non si ripetano più.
Questi gli indirizzi:
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