Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
E’ controverso che l’aggressione compiuta da una squadraccia di venti persone incappucciate, ai danni dei negozi di cittadini del Bangladesh avvenuta qualche giorno fa nel quartiere romano del Pigneto, non abbia una matrice politica come ha reso noto la Polizia. Non c’è ombra di dubbio invece sulla matrice politica che ha guidato l’aggressione di questa mattina agli studenti dei collettivi antifascisti, avvenuta poche ore fa nei pressi dell’Università La Sapienza.
Sembra di essere tornati nella Roma degli anni ’70. Siamo invece nel 2008 e i militanti di Forza Nuova, eredi di quei fascisti picchiatori e assassini, dei quali uno è appena diventato sindaco di Roma, come decenni fa utilizzano ancora mazze, tirapugni e bastoni contro altri giovani, colpevoli soltanto di attaccare dei manifesti per strada.
All’origine dell’aggressione ci sarebbe però la revoca dell’autorizzazione da parte del pro rettore dell’università La Sapienza, al convegno organizzato da Forza Nuova e da Lotta Studentesca che si sarebbe dovuto tenere giovedì prossimo nelle aule della facoltà di Lettere e Filosofia dell’ateneo, dal titolo: “Foibe, l’unica verità contro il negazionismo dei collettivi antifascisti”. ... Continua a leggere...
Ciclo di incontri con rappresentanti dei movimenti indigeni e sociali latinoamericani
Dopo la Cumbre de los Pueblos di Lima, conclusasi con la grande mobilitazione dei movimenti sociali e con il fallimento delle politiche commerciali che la UE voleva imporre ai paesi della regione Andina, dal 28 maggio al 6 giugno saranno in Italia alcuni rappresentanti dei movimenti sociali e indigeni latinoamericani per una serie di iniziative pubbliche in varie città italiane.
Il ciclo di incontri - organizzato dall'associazione A Sud - partirà da Roma per toccare Napoli, Milano, Trieste ed avrà come obiettivi: denunciare, insieme ai protagonisti dei movimenti sociali latinoamericani, l'impatto che gli accordi commerciali hanno sulla vita dei popoli e sulle risorse naturali dell'Unione Europea e dell'America Latina; continuare a costruire alleanze, cooperazione e relazioni tra movimenti, società civile e istituzioni locali; discutere - assieme alla società civile e alle amministrazioni italiane - dei cambiamenti in atto in America latina e nel mondo, e del contributo dei movimenti sociali e indigeni latinoamericani alla risoluzione dei conflitti sociali e ambientali del pianeta. ... Continua a leggere...
I media rispettino il popolo ROM - Appello
21 maggio 2008
- Negli ultimi giorni abbiamo assistito a una forte campagna politica e d'informazione riguardante il tema dell'immigrazione. Siamo rimasti molto impressionati per i toni e i contenuti di molti servizi giornalistici, riguardanti specialmente il popolo rom. Troppo spesso nei titoli, negli articoli, nei servizi i rom in quanto tali - come popolo - sono stati indicati come pericolosi, violenti, legati alla criminalità, fonte di problemi per la nostra società.
Purtroppo l'enfasi e le distorsioni di questo ultimo periodo sono solo l'epilogo di un processo che va avanti da anni, con il mondo dell'informazione e la politica inclini a offrire un capro espiatorio al malessere italiano.
Singoli episodi di cronaca nera sono stati enfatizzati e attribuiti a un intero popolo; vecchi e assurdi stereotipi sono stati riproposti senza alcuno spirito critico e senza un'analisi reale dei fatti. Il popolo rom è storicamente soggetto, in tutta Europa, a discriminazione ed emarginazione, e il nostro Paese è stato più volte criticato dagli organismi internazionali per la sua incapacità di tutelare la minoranza rom e di garantire a tutti i diritti civili sanciti dalla Costituzione italiana, dalla Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali e dalla Dichiarazione universale dei diritti umani.
Siamo molto preoccupati, perché i mezzi di informazione rischiano di svolgere un ruolo attivo nel fomentare diffidenza e xenofobia sia verso i rom sia verso gli stranieri residenti nel nostro Paese. Alcuni lo stanno già facendo, a volte con modalità inquietanti che evocano le prime pagine dei quotidiani italiani degli anni Trenta, quando si costruiva il "nemico" - ebrei, zingari, dissidenti... - preparando il terreno culturale che ha permesso le leggi razziali del 1938 e l'uccisione di centinaia di migliaia di rom nei campi di sterminio nazisti.
Invitiamo i colleghi giornalisti allo scrupoloso rispetto delle regole deontologiche e alla massima attenzione affinché non si ripetano episodi di discriminazione. Chiediamo all'Ordine dei giornalisti di rivolgere un analogo invito a tutta la categoria. Ai cittadini ricordiamo l'opportunità di segnalare alle redazioni e all'Ordine dei giornalisti ogni caso di xenofobia, discriminazione, incitamento all'odio razziale riscontrato nei media.
Promotori:
Lorenzo Guadagnucci, giornalista Firenze (3803906573) Beatrice Montini, giornalista Firenze (3391618039) Zenone Sovilla, giornalista Trento (3479305530)
Primi firmatari:
Massimo Alberizzi, giornalista Milano Checchino Antonini, giornalista Roma Paolo Barnard, giornalista Bologna Emanuele Chesi, giornalista Forlì Riccardo Chiari, giornalista Firenze Maurizio Chierici, giornalista Parma... Continua a leggere...
di Alessandro Robecchi
Poche righe in cronaca, e nemmeno su tutti i giornali, per l’anziana signora che ha ridotto in schiavitù la badante rumena a Lainate (Milano). A differenza dei delinquenti stranieri (di cui si pubblica nome e cognome), e a differenza dei rapinatori italiani (di cui si pubblicano le iniziali), della signora schiavista non si sa nulla, se non l’età avanzata, 75 anni, e la dignitosa semiricchezza dell’abitazione, una villetta. E così, volendo usarla come metafora, un nome glielo devo trovare io, e la chiamerò Italia. Dunque, la storia: Italia è vecchia. Italia vuole qualcuno che la accudisca essendo i giovani d’Italia incapaci di accudire i vecchi, o svogliati, o scontrosi ed avendo Italia servizi sociali inesistenti. Italia si serve di mano d’opera straniera. Ma Italia fa in modo che questa mano d’opera straniera non conosca i suoi diritti, che sia sfruttata e terrorizzata. Italia non la paga e la ricatta con l’incubo dell’espulsione o dell’arresto. Italia le fa fare la doccia fredda, una volta al mese. Italia le dà da mangiare i suoi avanzi. ... Continua a leggere...
“Gabri, Nunzia, state molto bene insieme! Grazie per restare qui, ma non è necessario. Se avete qualche invito galante per colazione, Vi autorizzo (sottolineato) ad andarvene!". "Molti baci a tutte e due !!! Il "Vostro" presidente".
"Caro presidente... gli inviti galanti li accettiamo solo da lei.... E poi per noi è un piacere essere... (non si capisce il seguito)”
E poi ditemi che il loro Presidente non è un puttaniere e che il il Parlamento non è un puttanaio.
E Gabri (Gabriella Giammarco) e Nunzia (Nunzia De Girolamo) che sono?
“Tener primeramente claro que el valor de la Tierra no tiene precio”.
“Innanzitutto essere consapevoli che il valore della Terra non ha prezzo”
Victor Ancalaf
Probabilmente Victor Ancalaf è venuto al mondo già segnato da un profondo attaccamento alla Terra. Quella che è venuta a mancare alla sua famiglia prima che lui nascesse. Nel 1960 infatti i suoi genitori, che vivevano a Nehuentué, rimasero senza un luogo dove vivere a causa del grande maremoto che inondò e distrusse completamente la costa sud del Cile, conosciuto come il Gran Terremoto del Cile. Egli nacque due anni dopo, nel 1962. Nel 1966 dovettero abbandonare quella zona perchè con tutta la comunità furono trasferiti altrove dallo stato cileno. Desplazados, come si dice in spagnolo, in una parola che difficilmente si riesce a tradurre in italiano. Da allora inizia la sua battaglia per il recupero delle terre del popolo mapuche. “Frei, non dimenticare che sei in terra mapuche” disse nel 1998 al presidente cileno Eduardo Freí Ruiz-Tagle, guardandolo dritto in faccia e interrompendo con altri 15 compagni il suo discorso presidenziale a Mininco, una località a sud del paese. ... Continua a leggere...
Il 13 maggio scorso 14 capi paramilitari colombiani, tra i quali Salvatore Mancuso, “Jorge 40” e “Don Berna” sono stati estradati negli Stati Uniti per essere giudicati per reati legati al narcotraffico.
La Commissione Interamericana dei Diritti Umani (CIDH) organismo dell’OEA, critica duramente questa estradizione, affermando che “va contro l’obbligo dello stato colombiano di garantire il diritto delle vittime alla verità, alla giustizia e al risarcimento dei crimini commessi dai gruppi paramilitari. L’estradizione impedisce l’indagine e il giudizio di crimini gravi per mezzo della Legge di Giustizia e Pace in Colombia e per i procedimenti ordinari della giustizia colombiana. Nega anche alle vittime la possibilità di partecipare direttamente alla ricerca della verità relativamente ai crimini commessi durante il conflitto e limita l’accesso al risarcimento del danno procurato. Inoltre questo atto interferisce con gli sforzi per determinare i vincoli tra gli agenti dello Stato e questi stessi capi paramilitari”.
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E’ una notizia ANSA di oggi. Da due anni alcuni genitori rom non hanno più notizie di 12 bambini che sono stati allontanati dalle loro famiglie dal Tribunale dei Minori di Napoli. Lo denuncia l’europarlamentare ungherese rom Viktoria Mohacsi. Alcuni erano accusati di accattonaggio, ma i genitori non sanno più che fine hanno fatto.
Forse per questo oggi un rom in provincia di Nola, si è recato con altri tre connazionali nella casa famiglia dove alloggiavano i suoi tre figli di un anno e mezzo, tre e sette anni dopo che gli erano stati tolti e portati via dal campo nomadi dove vivevano, ed è fuggito con loro.
Benedetto XVI circa un mese fa ha fatto un viaggio negli Stati Uniti. La sua visita è stata caratterizzata dal suo silenzio. Quello che ha molto poco cristianamente osservato sulla pena di morte e sulla guerra in Iraq.
Ma è stata anche caratterizzata per la condanna dura della pedofilia nel clero: “serve una purificazione totale!” aveva tuonato. “Mai più preti pedofili”.
Domenica 4 maggio 2008.
Pochi giorni dopo il suo arrivo dagli Stati Uniti. Basilica Santa Maria Maggiore a Roma. Il pontefice e Alemanno si incontrano dopo la messa e il neo sindaco di Roma si inchina e bacia la mano del papa. Di questo hanno parlato tutti i giornali.
Hanno però taciuto quasi tutti, ad eccezione del Manifesto, sul fatto che in compagnia del papa, ad officiare la messa c’era il cardinale Bernard Law, oggi arciprete della Basilica di Santa Maria Maggiore. Bernard Law fu arcivescovo di Boston dal 1984 al 2002 quando venne costretto a dimettersi da Giovanni Paolo II in seguito allo scandalo dei preti pedofili negli Stati Uniti. Egli avrebbe protetto alcuni preti pedofili della diocesi di Boston pur conoscendo i crimini di cui si erano macchiati. In particolare avrebbe volontariamente allontanato e spostato continuamente da una parrocchia all’altra padre John J. Geoghan, che nel marzo del 2002 fu condannato a dieci anni di carcere per aver abusato di un bambino di dieci anni. Dalle indagini e dal processo emerse che su padre Geoghan pendevano centotrenta denunce per fatti analoghi e che il sacerdote era stato coperto proprio dall’arcivescovo Law e da tutta la diocesi, costretta successivamente a pagare ingenti risarcimenti alle vittime degli abusi.
Mai più preti pedofili, ma che carriera per i preti che li hanno protetti, lasciandogli piena libertà di continuare ad abusare dei bambini...
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