“Tener primeramente claro que el valor de la Tierra no tiene precio”.
“Innanzitutto essere consapevoli che il valore della Terra non ha prezzo”
Victor Ancalaf
Probabilmente Victor Ancalaf è venuto al mondo già segnato da un profondo attaccamento alla Terra. Quella che è venuta a mancare alla sua famiglia prima che lui nascesse. Nel 1960 infatti i suoi genitori, che vivevano a Nehuentué, rimasero senza un luogo dove vivere a causa del grande maremoto che inondò e distrusse completamente la costa sud del Cile, conosciuto come il Gran Terremoto del Cile. Egli nacque due anni dopo, nel 1962. Nel 1966 dovettero abbandonare quella zona perchè con tutta la comunità furono trasferiti altrove dallo stato cileno. Desplazados, come si dice in spagnolo, in una parola che difficilmente si riesce a tradurre in italiano. Da allora inizia la sua battaglia per il recupero delle terre del popolo mapuche. “Frei, non dimenticare che sei in terra mapuche” disse nel 1998 al presidente cileno Eduardo Freí Ruiz-Tagle, guardandolo dritto in faccia e interrompendo con altri 15 compagni il suo discorso presidenziale a Mininco, una località a sud del paese. “Noi mapuche viviamo in queste terre da centinaia di anni e oggi siamo emarginati, impoveriti e messi da parte a causa dell’arrivo di multinazionali che non rispettano i nostri diritti e da un governo cileno, democratico, come si dice, che lavora gomito a gomito con questi usurpatori” gridò in quell’occasione alla folla. Nello stesso anno fondò l’organizzazione mapuche Coordinadora de Comunidades en Conflicto Arauco – Malleco (CAM) della quale per circa due anni fu il portavoce ufficiale. Tra il 1998 e il 2000 guidò numerose proteste per il recupero delle terre e per l’occupazione dei fondi come mezzo di pressione sul governo e sulle multinazionali. Fu arrestato varie volte con l’accusa di crimini contro l’ordine pubblico e danni alla proprietà privata senza che nessuna prova fosse portata contro di lui in tribunale.
Ha trascorso in carcere, come prigioniero politico, questi ultimi cinque anni della sua vita, dal 2002 al 2007, condannato senza prove, nell’ambito del conflitto scatenatosi per la costruzione di una centrale idroelettrica nell’Alto del Bio Bio da parte della multinazionale “ENDESA”, con l’accusa di “attentato d’ incendio terrorista”. Un capo d’ accusa, questo, ereditato dalla dittatura militare di Pinochet per il quale anche delitti comuni contro la proprietà vengono equiparati ad atti di terrorismo, di ben più grave entità.
Victor, adesso ha ripreso la lotta insieme ai suoi compagni, e come “werken” (messaggero) della sua Comunità e del suo popolo, viaggia in Europa e in Italia testimoniando la realtà dei Mapuche in Cile e in Patagonia.
Queste le date italiane:
19 maggio ore 20 Brescia
Circolo Anarchico Bonometti
(vicolo Borgondio 6, zona Carmine)
20 maggio ore 20 Crema
Spazio Popolare La Forgia
(via Mazzini 24 Bagnolo Cremasco)
21 maggio ore 20 Milano
Circolo Anarchico dei Malfattori
(via Torricelli 19, MM Romolo - Bus 90-91)
Giovedi 22 maggio ore 18 al caffè Basaglia (via Mantova 34 - Torino)
Venerdi 23 maggio ore 21 al presidio no-tav di Bruzolo
Domenica 25 maggio ore 15,30 al presidio no-tav di Venaus
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