Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Recuperati lunedì scorso dalla Croce Rossa Internazionale, dietro indicazioni da parte delle FARC del luogo preciso, i corpi degli 11 ex deputati uccisi in circostanze ancora poco chiare il 18 giugno scorso.
Reyes, intanto ha reiterato la volontà delle FARC di iniziare un dialogo con il governo colombiano e per questo chiede alla comunità internazionale di non essere considerati come gruppo “terrorista”.
Il Venezuela si è unito a Francia, Spagna e Svezia come mediatore internazionale nel conflitto.
Credo che la notizia della presunta liberazione di Ingrid Betancourt dovesse essere trattata con più delicatezza e serietà di come è stato fatto. Se non altro per rispetto verso i suoi familiari e per tutti gli altri sequestrati.
Ancora una volta la stampa italiana si è distinta per cialtroneria e pressappochismo.
L’Unità riporta in questo articolo come la stampa francese faccia notare che “i quotidiani italiani si sono basati su un’unica fonte per giunta poco affidabile”.
Molto poco affidabile.
La fonte infatti, la giornalista venezuelana Patricia Poleo, “esule”a Miami, racconta di aver avuto l’informazione da militari di Caracas, ma ovviamente dichiara di non poter fare nomi.
La Poleo è accusata in Venezuela di essere addirittura la mandante dell’omicidio del magistrato Danilo Anderson, oltre che ha apertamente appoggiato il golpe contro Chávez dell’11 aprile.
La falsa notizia ha fatto sì che tra ieri e oggi i mezzi di comunicazione impazzissero letteralmente.
La Colombia ancora una volta purtroppo fa parlare di sé solo se l’argomento ha il nome e il volto di Ingrid Betancourt.
(e Teleamazonas con la stessa scusa discredita il governo Correa…).
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Nonostante Uribe continui a pellegrinare negli Stati Uniti elemosinando dal Congresso statunitense la firma del Trattato di Libero Commercio, sembra che debba penare ancora parecchio per ottenerla.
Soprattutto dovrà fare miracoli nel convincere tutti che sotto la sua presidenza la situazione in Colombia è migliorata rispetto alla violenza e all’impunità dei gruppi paramilitari e agli omicidi dei sindacalisti, relativamente ai quali il presidente colombiano continua a fornire dati ben diversi da quelli in possesso delle associazioni umanitarie del suo paese.
Anzi, è riuscito perfino, in un parco di Queens, New York, approfittando delle celebrazioni per il giorno dell’indipendenza colombiana, con alcune migliaia di connazionali immigrati negli Stati Uniti, a far passare la sua “personale verità”. ... Continua a leggere...
In occasione della Festa per l'indipendenza, l'ambasciatore colombiano a Roma, PRETELT de la VEGA, aveva organizzato presso la sua residenza un brindisi con inviti al personale diplomatico a Roma.
Decine di persone in contemporanea hanno realizzato una manifestazione di protesta per ricordare che la classe politica colombiana è da mesi sotto accusa per aver sostenuto, finanziato, coperto, promosso le attività dei gruppi paramilitari che si sono macchiati in questi anni di atroci delitti con lo scopo di tutelare gli interessi delle multinazionali e di sterminare l'opposizione politica e sociale.... Continua a leggere...
di Gennaro Carotenuto
Gustavo Moncayo, maestro elementare colombiano e padre di un poliziotto da quasi dieci anni sequestrato dai guerriglieri delle FARC, è arrivato a piedi a Bogotà dopo un viaggio di 46 giorni e oltre 1.200 km, per esigere che si realizzi lo scambio umanitario di prigionieri tra governo e guerriglia. A sorpresa il presidente colombiano Alvaro Uribe ha tentato di cooptarlo ed a sorpresa il maestro ha replicato: "queste catene sono contro di lei, presidente Uribe, lei non è il padrone della vita di mio figlio".
Il maestro Gustavo (nella foto), dopo un viaggio che ha attraversato tutto il paese, si è istallato in una tenda nella Piazza Bolívar della capitale colombiana. Da lì non andrà via che con suo figlio. Lì è piombato il presidente, Alvaro Uribe, che ha provato a trasformare l'evento in una manifestazione di propaganda a suo favore. Non gli è andata bene.... Continua a leggere...
Por Ingrid Storgen
Julio 2007
Muchas cosas están sucediendo luego del desastre desatado en Colombia que costó la vida a 11 diputados, prisioneros políticos de la insurgencia, y que provocó un sacudón en las entrañas del mundo que se horroriza ante cualquier crimen.
Entre esas cosas podemos mencionar el pedido de siete militares y policías en poder de la guerrilla, quienes solicitan al gobierno que evite el rescate a sangre y fuego de los prisioneros.
Uno de los peticionantes es el cabo Moncayo, quien en un video público insta a Uribe para que busque una salida al terrible drama que está viviendo desde hace 10 años, e idéntico pedido realiza el capitán de policía, Edgar Yesid Duarte, quien asegura que intentar rescates militares en las condiciones en que ellos se encuentran, es lisa y llanamente una sentencia de muerte.... Continua a leggere...
Gli undici deputati dell’Assemblea del Valle del Cauca che il Comando Congiunto d’Occidente delle FARC-EP, con un comunicato del 23 giugno scorso, informa che sono deceduti nel “mezzo del fuoco incrociato”, sono in ordine di tempo gli ultimi martiri del cosiddetto scambio umanitario.
Il comunicato delle FARC fa riferimento ad un “gruppo militare finora non identificato”, il quale avrebbe attaccato l’accampamento in cui si trovavano, addossando la responsabilità dell’accaduto alla “demenziale intransigenza” del presidente Uribe.... Continua a leggere...
Le FARC hanno dichiarato giovedì che sono disposte a delegare a Rodrigo Granda il compito di verificare che si compia la smilitarizzazione da parte del governo colombiano dei municipi di Florida e Pratera, condizione necessaria per lo scambio umanitario.
Salvatore Mancuso e Jorge 40
A Santa Fé de Ralito, in Colombia nel luglio del 2001 è stato firmato un documento inquietante con il quale 32 persone tra capi paramilitari (tra i quali i tristemente noti Salvatore Mancuso e Jorge 40), rappresentanti del Congresso, sindaci, governatori, funzionari locali e anche un giornalista hanno sugellato la nascita di un “nuovo patto sociale”.
Questo patto fu ratificato con il nome di “accordi segreti di Ralito”.
Praticamente un’associazione a delinquere tra paramilitari e politici. La così detta parapolitica colombiana messa nero su bianco.... Continua a leggere...
Francisco Puerta, leader contadino e coordinatore della Comunità di Pace è stato assassinato a colpi di arma da fuoco da tre paramilitari il 14 maggio scorso. L’episodio è avvenuto nel terminal dei trasporti di Apartadó e i sicari si sono allontanati poi indisturbati tra la folla.
I paramilitari appartenenti al gruppo della Aguilas Negras si aggirano indisturbati per la Comunità promettendo futuri massacri, minacciando i suoi appartenenti, spaventando le donne e tutto ciò sotto gli occhi delle forze di polizia e militari che dovrebbero vigilare sulla Comunità di Pace.
I paramilitari accusano i membri della Comunità di essere collaboratori della guerriglia e che per questo polizia e militari avrebbero consegnato loro i nomi dei contadini e dei leader da eliminare.
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