Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Ascolta qui la puntata di questa mattina di Pianeta Dimenticato (Radio1), dedicata alla Colombia.
Interviste a Guido Piccoli, Iván Cepeda del MOVICE, il professor Gustavo Moncayo e Yolanda Pulecio, la mamma di Ingrid Betancourt realizzate da un’ottima Cecilia Rinaldini.

ULTIME NOTIZIE: Nelle ultime ore anche Alex Zanotelli, Tana de Zulueta e l’Osservatorio Italiano sulla Salute Globale (OISG), oltre a decine di altre persone siglano l’appello.
Cari amici, vorrei innanzitutto ringraziare coloro che hanno aderito con una firma al nostro appello, siete stati numerosi e spero che molti altri lo facciano nei prossimi giorni.
Ad oggi sono state raccolte circa 400 firme.
Come si vede dall’immagine allegata al post, che è la conferma dell’invio della mia mail, l’appello con le prime firme raccolte è stato inoltrato per posta elettronica al governo colombiano. Verrà trasmesso anche per fax e per posta ordinaria.
Il messaggio inoltre è stato inviato anche per conoscenza al nostro Ministero degli Affari Esteri, è bene che anche qui in Italia le nostre istituzioni sappiano cosa stiamo facendo. Verrà inoltre inoltrato all’ambasciata italiana in Colombia e a quella colombiana qui a Roma.
Iván Cepeda, il portavoce del MOVICE, dalla Colombia, con il quale siamo in comunicazione costante, ci conferma che la situazione è molto grave. Sul quotidiano El Tiempo è apparso un appello analogo al nostro, proveniente da alcune associazioni in difesa dei diritti umani degli Stati Uniti. Il consigliere José Obdulio Gaviria, in tutta risposta, ha confermato la sua versione secondo la quale la marcia del 6 marzo “è stata organizzata dalle FARC”...... Continua a leggere...
Raccogliendo l’invito rivolto alla comunità internazionale dal MOVICE, Movimento Nazionale delle Vittime dei Crimini di Stato, lo storico Gennaro Carotenuto, lo scrittore e giornalista Guido Piccoli, la giornalista Stella Spinelli di Peace Reporter e la sottoscritta Annalisa Melandri, si fanno promotori di questo appello per chiedere al governo di Álvaro Uribe le immediate dimissioni del suo consigliere José Obdulio Gaviria, il quale con le sue scellerate dichiarazioni rivolte alla stampa colombiana in cui ha bollato la marcia del 6 marzo scorso promossa dal MOVICE, come “organizzata dalle FARC” ha messo gravemente in pericolo la vita di tutti coloro che si sono impegnati nella sua organizzazione.
Dal 6 marzo ad oggi, infatti, già quattro sindacalisti sono stati assassinati e altri 40 tra attivisti sociali, difensori dei diritti umani e semplici cittadini, hanno ricevuto minacce di morte da un’organizzazione paramilitare che ha firmato i suoi comunicati come “Aguilas Negras en rearme”(Aquile Nere in riarmo).
Vi saremo grati se vorrete aderire numerosi....(la lista delle adesioni verrà aggiornata continuamente).
I sottoscritti sono estremamente preoccupati per l’immediato pericolo di vita nel quale versano centinaia di dirigenti di associazioni in difesa dei diritti umani colombiane che hanno organizzato la grande manifestazione contro il Terrorismo di Stato in Colombia dello scorso sei marzo, alla quale hanno preso parte attiva centinaia di associazioni della società civile colombiana e oltre 300.000 persone.
A seguito delle dichiarazioni del consigliere del presidente Álvaro Uribe, José Obdulio Gaviria, che ha bollato la manifestazione come “organizzata dalle FARC”, gli squadroni della morte del gruppo paramilitare che firma le proprie azioni come “Aguilas Negras” hanno assassinato in rapida sequenza quattro dirigenti sindacali e di ONG che avevano promosso la manifestazione, ne hanno sequestrati altri due, minacciato direttamente altri 40, mentre decine di altri versano in immediato pericolo di vita.
Ci uniamo pertanto al MOVICE (Movimento Nazionale delle Vittime dei Crimini di Stato) e a decine di altre sigle della società civile colombiana, nell’esigere le dimissioni di José Obdulio Gaviria, personaggio da più parti accusato di essere organico sia al paramilitarismo che al narcotraffico, ma che continua ad essere tra i più stretti collaboratori del presidente Álvaro Uribe.
Chiediamo inoltre ai governi dell’Unione Europea e al Parlamento Europeo, nonché ai governi latinoamericani, di effettuare urgenti pressioni sul governo colombiano perché difenda l’integrità fisica di tutte le persone sotto minaccia, individui e fermi gli autori dei quattro omicidi e degli altri crimini che si attribuiscono a gruppi paramilitari che il governo colombiano sostiene essere da tempo smobilitati.
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Acá el testo en castellano del Llamado urgente en defensa de las asociaciones para los DDHH en Colombia.
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Promotori:
Annalisa Melandri, traduttrice Gennaro Carotenuto, storico, Università di Macerata Guido Piccoli, scrittore, giornalista Stella Spinelli, giornalista Peace Reporter
Primi firmatari:
Luigi Ciotti, sacerdote, Italia Noam Chomsky, linguista, MIT, Stati Uniti Gianni Minà, giornalista, Italia Beppe Grillo, comico, Italia Frei Betto, scrittore, Brasile Martín Almada, premio Nobel Alternativo per la Pace 2002, Paraguay Vittorio Agnoletto, parlamentare europeo, Italia Jose Luíz Del Roio, senatore, Italia/Brasile Francesco Martone, senatore, Italia Ramon Mantovani, deputato, Italia Meri Lao, Meri Lao, musicista e scrittrice, Uruguay/Italia Hernando Calvo Ospina, giornalista Le Monde Diplomatique, Colombia/Francia Maurizio Matteuzzi, giornalista Il Manifesto, Italia Raúl Zibechi, giornalista, Uruguay Maurizio Chierici, giornalista L’Unità, Italia Meir Margalit, storico, Israele
Emanuele Giordana,giornalista, Italia Luciano Scateni, giornalista, scrittore, Napoli Antonio Vermigli, Rete Redié Resc, Italia Santiago Alba Rico, scrittore, Spagna Rocco Altieri direttore Quaderni Satyagraha, Italia Mario Amorós, storico e giornalista, Spagna Atilio Borón, filosofo, Argentina Stella Calloni, scrittrice e giornalista, Argentina Mario Casasús, giornalista, Messico James Cockroft, accademico e scrittore, Canada Geraldina Colotti, giornalista il Manifesto Marinella Correggia, scrittrice, Italia Heinz Dieterich, sociologo, Germania/Messico Carlos Fernández Liria, Universidad Complutense de Madrid Jeff Halper, antropologo, Israele Celia Hart Santamaria, giornalista, scrittrice, Cuba Martin E. Iglesias giornalista, presidente Selvas.org Gilberto López y Rivas, antropologo, Messico Loredana Macchietti, editore, Italia Antonio Mazzeo, giornalista e saggista... Continua a leggere...
Le dichiarazioni di José Obdulio Gaviria, consigliere di Álvaro Uribe rilasciate pochi giorni prima della marcia del 6 marzo scorso che si è svolta in Colombia e in diverse città del mondo in solidarietà con le vittime del paramilitarismo e dei crimini di Stato, hanno dato i loro frutti.
“Questa è una manifestazione organizzata dalle FARC” e il suo messaggio, ampiamente diffuso dai mezzi di comunicazione, stampa e tv, rigorosamente vincolati al governo ha accompagnato come una spada di Damocle sulla testa gli organizzatori, i promotori, gli attivisti sociali o semplicemente chi ha sfilato per strada con i familiari delle vittime del terrorismo di Stato. Alle dichiarazioni di José Obdulio Gaviria, mai smentite dal governo, nonostante il MOVICE (Movimento Nazionale delle Vittime dei Crimini di Stato) lo abbia richiesto in più occasioni, è seguito un comunicato, come era prevedibile, delle AUC (Autodefensas Unidas de Colombia), o meglio Aguilas Negras en rearme (Aquile nere in riarmo, il nome nuovo delle AUC smobilitate) che confermavano quanto detto pubblicamente dal consigliere di Palacio de Nariño.
Uribe chiama e i paramilitari rispondono.
Purtroppo questo scellerato gioco del presidente colombiano è costato la vita già a quattro sindacalisti, il sequestro di due dirigenti di associazioni umanitarie che poi sono stati in un secondo momento rilasciati e circa una quarantina di dirigenti sociali, ... Continua a leggere...

Foto tratta da Yosmary
Raggiunto nel fine settimana al telefono da chi scrive, Iván Cepeda, che ho avuto occasione di intervistare qualche settimana fa, promotore della marcia del 6 marzo in Colombia contro i crimini di Stato e del paramilitarismo, conferma che l’iniziativa, nonostante sia stata portata avanti in un clima di aperta ostilità e tra le continue minacce da parte del governo e dei paramilitari, è stata un successo. Sono state realizzate manifestazioni in circa 100 città del mondo, tra le quali quelle italiane di Roma e Torino.
A Roma, è stato organizzato un sit-in in piazza Campo dei Fiori
(Foto Annalisa Melandri)
da alcuni movimenti tra cui l’associazione A Sud, il comitato Carlos Fonseca, i colombiani in Italia del Polo Democratico Alternativo e le associazioni Narni per la Pace e Colombia Vive che appoggiano da anni le Comunità di Pace colombiane. Sono stati distribuiti volantini e materiale informativo. Colombia Vive ha affisso uno striscione con le foto delle vittime della violenza.... Continua a leggere...

La crisi delle Ande ha monopolizzato il XX vertice dei capi di stato del Gruppo di Río che è iniziato oggi a Santo Domingo nella Repubblica Dominicana.
Intervista esclusiva a Iván Cepeda, promotore della marcia del 6 marzo in solidarietà alle vittime della parapolitica e dei crimini di Stato in Colombia.
di Annalisa Melandri
Iván Cepeda è il figlio di Manuel Cepeda, che fu senatore dell’ Unidad Patriótica quando venne ucciso da membri delle Forze Militari di Stato in accordo con le Autodefensas Unidas de Colombia (AUC) il 9 agosto 1994. Egli stava indagando sul “Plan Golpe de Gracia”, il piano organizzato dai vertici militari colombiani per assassinare i leader del Partito Comunista Colombiano e della Unidad Patriotica e annientare così le forze di sinistra del paese. Lo stesso Carlos Castaño ha ammesso nel suo libro Mi confesión, la sua partecipazione all’omicidio di Manuel Cepeda. Iván Cepeda, è ora presidente della Fondazione Manuel Cepeda e portavoce del Movimento Nazionale delle Vittime dei Crimini di Stato (MOVICE).
A.M - Signor Iván Cepeda, lei è uno degli organizzatori della marcia del 6 di marzo in Colombia, un omaggio alle vittime del paramilitarismo, della parapolitica e dei crimini di Stato. Quali sono le motivazioni di questa iniziativa?
I.C.- In Colombia ci sono milioni di sfollati, 15.000 o più desaparecidos e ancora di più morti, vittime dell’esercito e dei paramilitari. Tutti i loro familiari non hanno nessun aiuto da parte dello Stato, sono circondati dal silenzio sociale e da quello delle autorità. Per questo bisogna ... Continua a leggere...
Luís Alberto Matta, especial para ABP noticias.
Desde los escombros de un bombardeo feroz, y en medio de los árboles destrozados, y de entre las rocas pulverizadas en un cráter humeante, el gobierno de Colombia ha encontrado tres computadores del comandante guerrillero Raúl Reyes, en perfecto estado, léase bien, en perfecto estado.
Como en los cuentos de hadas, las bombas cluster y los misiles fueron muy cuidadosos de no ir a estropear los computadores. Y los computadores de marras, vaya sorpresa, no tenían claves de acceso, y sus archivos no estaban encriptados. Como si se tratara del computador de un colegial, y no el de un experimentado jefe insurgente. Entonces, Reyes no sabía que estaba enfrentado a la maquinaria bélica de un gobierno narco-paramilitar que tiene todo el apoyo de los EE.UU...... Continua a leggere...
Le FARC con la liberazione degli ultimi quattro ostaggi, avvenuti nei giorni scorsi avevano di fatto passato la palla a Uribe. Nel loro ultimo comunicato del 28 febbraio avevano chiesto nuovamente la smilitarizzazione dei municipi di Florida e Pradera per poter avviare con la partecipazione della comunità internazionale, le trattative per lo scambio umanitario.
Uribe invece ha giocato malissimo questa palla. Ha segnato un bel tiro giocando con la vita di Ingrid Betancourt e di tutti gli altri ostaggi nelle mani delle FARC, che in questo momento, a causa del loro presidente, stanno veramente rischiando la vita. Con un’operazione effettuata in territorio ecuadoriano e quindi violando apertamente il diritto internazionale, l’esercito colombiano ha ucciso nel sonno il n. 2 delle FARC Raúl Reyes e l’ideologo del gruppo, Julián Conrado, oltre ad altri 17 guerriglieri. Nonostante le smentite del governo colombiano, che in queste ore sta rilasciando dichiarazioni sommarie e contraddittorie sulla violazione del territorio dell’Ecuador, primi accertamenti sul luogo effettuati dall’esercito ecuadoriano che ha recuperato 15 cadaveri e due guerrigliere ferite, dimostrerebbero che si “è trattato di un massacro” e che Raúl Reyes e gli altri membri delle FARC sono stati uccisi mentre dormivano. Si suppone anche l’attacco sia stato effettuato con il supporto di mezzi aerei di una potenza straniera.... Continua a leggere...
Le FARC hanno liberato oggi, come preannunciato nei giorni scorsi, i quattro ex-parlamentari colombiani Luis Eladio Pérez, Gloria Polanco, Orlando Beltrán e Jorge Eduardo Gechen Turbay.
Si tratta, come rende noto il gruppo insorgente in un comunicato odierno, “di un risultato ottenuto grazie alla perseveranza umanitaria e alla sincera preoccupazione per la pace in Colombia del Presidente Hugo Chávez e della senatrice Piedad Córdova. E’ la più contundente manifestazione del fatto che ottiene di più l’umanità che l’intransigenza”.
Ora le FARC chiedono la smilitarizazzione per 45 giorni, con la presenza della comunità internazionale, dei municipi di Florida e Pradera per poter avviare con il governo trattative per la liberazione degli altri ostaggi.
Fino a questo momento le FARC hanno liberato, oltre ai quattro ex parlamentari di oggi, già 304 ostaggi, e più recentemente Clara Rojas e Consuelo de Perdomo.
Si ribadisce inoltre nel comunicato che il considerare le FARC come forza belligerante è la via giusta da seguire per dare impulso alla ricerca di una soluzione politica al lungo conflitto armato che affligge la Colombia.
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Leggi anche:
Colombia i commenti del giorno dopo di Diario dalla Colombia
Ingrid Betancourt e gli altri tra la speranza e Uribe di Gennaro Carotenuto
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