Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
(ANSA) - BOGOTA', 3 FEB - Le Farc hanno liberato oggi un altro ostaggio: l'ex governatore Alan Jara è stato consegnato dai guerriglieri colombiani alla mediatrice Piedad Cordoba e ai delegati del Comitato Internazionale della Croce Rossa. Lo ha reso noto il portavoce della Croce Rossa, Yves Heller, precisando che Jara è in viaggio dal posto dove è avvenuto il rilascio verso Villavicencio, cittadina a 190 Km a sud di Bogota.
La Fondazione per la Libertà di Stampa diffonde in queste ore il seguente comunicato nel quale informa che il giornalista colombiano Hollman Morris, direttore di Contravía sarebbe stato fermato da membri dell’esercito colombiano insieme con alcuni suoi collaboratori per essersi rifiutato di consegnare materiale girato nel corso delle operazioni per la liberazione degli ostaggi da parte della guerriglia colombiana.
L’ultimissima notizia che giunge dalla Colombia è che è stato liberato soltanto dopo l’arrivo del Defensor del Pueblo e della Polizia Judicial y de Investigación (DJIN).
FUNDACIÓN PARA LA LIBERTAD DE PRENSA
Febrero 2 de 2009
Hollman Morris, director del programa periodistico Contravía y corresponsal de medios extranjeros, viene siendo hostigado por miembros del Ejercito y, al parecer, se encuentra retenido por negarse a entregar su material periodistico.
El periodista se encuentra en el departamento de Caquetá, al sur del país, zona donde se están desarrollando las liberaciones de los secuestrados de las FARC. Según le comentaron algunas fuentes a la FLIP , Morris y dos periodistas que lo acompañan han tenido que enfrentar sucesivos retenes del Ejercito y al parecer se encuentran retenidos por negarse a entregar su material periodistico. En este momento una comisión de la Defensoría del Pueblo se está trasladando a la zona. La FLIP trató de ponerse en contacto con las autoridades militares, pero no fue posible.
* * *
La Fundación para la Libertad de Prensa (FLIP) emite esta alerta para que el mando central del Ejercito de informació inmediata sobre las condiciones y razones por las que Hollman Morris y su equipo periodisticoo están retenidos. De la misma forma, expresa su preocupación por el hecho de que las autoridades militares están exigiendo, sin orden de un juez, la entrega del material periodistico. Este hecho constituye una violación de la reserva de la fuente.
i tre poliziotti liberati
Le Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia (FARC) hanno mantenuto la promessa.
In una serie di accordi maturati attraverso una corrispondenza epistolare con il comitato Colombiani per la Pace costituito da intellettuali e uomini di cultura colombiani, ma anche comuni cittadini e promosso dalla senatrice Piedad Córdova, la guerriglia era giunta alla decisione unilaterale di liberare 6 ostaggi. Si tratta di tre poliziotti e un militare dell’esercito e di due uomini politici.
Il primo febbraio, dopo una giornata che ha fatto stare con tutti con il fiato sospeso, sono stati consegnati alla Croce Rossa Internazionale e alla presenza della senatrice Piedad Córdova ... Continua a leggere...
Mi informano che Ingrid Betancourt ha tenuto la settimana scorsa un incontro pubblico a Terni, dove ha ritirato il "Premio San Valentino un anno d'amore" 2009. Ha parlato di tante belle cose, poco o niente di Colombia. Poi rispetto alla liberazione delle altre persone sequestrate, ha citato la vicenda di Aung San Suu Ki e quella del caporale israeliano Gilad Shalit. Senza aggiungere nessun'altra parola, su Gaza, sui bambini massacrati (almeno loro...) sulla guerra. Niente di niente. Liberate il caporale Gilad Shalit... Qui di seguito invece le le impressioni di un amico dell'incontro con Ingrid Betancourt di sabato 24 gennaio scorso all'Arsenale della Pace di Torino.
di Riccardo Gavioso
Ieri al Sermig eravamo in molti desiderosi d'incontrare Ingrid Betancourt. E per sentirla parlare, vederla finalmente sorridere e provare l’emozione d’incrociare quel suo sguardo così forte e diretto, ci siamo sobbarcati qualche inevitabile disagio.
Abbiamo dovuto far buon orecchio alla cattiva sorte, e sorbirci i tanti che la circondavano sul palco, e che, escluso il padrone di casa, Ernesto Olivero, non avevano nulla da dire, ma lo hanno fatto con sfoggio di tanta impeccabile quanto insignificante eloquenza. Abbiamo dovuto apprendere dal vice di Bondi che era ansioso di correre a casa dalla consorte per raccontale le mirabilie udite con i suoi occhi, senza poterci togliere la curiosità se, come il suo superiore, era uso scrivere rime poetiche per magnificare, oltre alla sua, anche la Signora Veronica Lario in Berlusconi. Abbiamo dovuto aspettare che nelle prime tre file si accomodasse la “Torino che Conta”, e che con la storia della Betancourt c’entrava come un trapano Black&Decker in una natura morta fiamminga. ... Continua a leggere...
Ingrid Betancourt abbraccia il generale Mario Montoya il giorno della sua liberazione. Il generale Montoya si è recentemente dimesso dalla sua carica seguito dello scandalo dei "falsi positivi" , cioè persone sequestrate dall'esercito, poi uccise e fatte passare come appartenenti alle FARC. Si parla di migliaia di giovani innocenti.
Probabilmente Guido Piccoli è riuscito ad essere come l’elefante nella cristalleria organizzata dal comitato Con Ingrid Betancourt a Bologna il 16 dicembre scorso per promuovere la candidatura dell’ex senatrice colombiana al Premio Nobel per la Pace e dove Ingrid Betancourt ha ricevuto dal sindaco Sergio Cofferati la cittadinanza onoraria. All’evento hanno partecipato anche il presidente nazionale di Amnesty International, Paolo Pobbiati, l'attrice Margaret Collina, i cantanti Luca Barbarossa, Francesco Baccini e Marina Rei, e il giornalista dell’Unità Maurizio Chierici anche lui impegnato da tempo nella promozione della candidatura di Ingrid Betancourt al premio Nobel.
Qui di seguito la relazione che fa Guido Piccoli della serata, con i link per ascoltare sia il suo intervento che la risposta, (stizzita?) di Ingrid Betancourt...
...
di Guido Piccoli:
Il 16 dicembre scorso Ingrid Betancourt è venuta a Bologna per ricevere la cittadinanza onoraria e per partecipare ad una grande iniziativa in suo onore organizzata dal Comitato Betancourt per promuovere la Fondazione Betancourt. Tra gli invitati, oltre ad alcuni cantanti, il giornalista Maurizio Chierici, il presidente di Amnesty International-Italia Paolo Pobbiati, anche il sottoscritto. Un invito gradito e inatteso, perché agli organizzatori erano certamente note le mie idee sul conflitto colombiano e, più in particolare, le mie perplessità su quanto espresso dalla Betancourt dal giorno della sua liberazione. In verità confesso che pensavo di essere estromesso, con una scusa o l’altra, in prossimità dell’evento. Mi sbagliavo.
"una madre de un muchacho del barrio Soacha que gritaba al descubrir que el cadáver de su hijo había sido presentado como guerrillero, posteriormente se descubrió que el muchacho en cuestión había sido secuestrado."
Quizás el periodista y escritor Guido Piccoli, el mayor conocedor italiano de la realidad colombiana,
autor del libro “El sistema del Pájaro. Colombia, paramilitarismo y conflicto social” (2005), se pareció a un elefante en la cristalería organizada el 16 de diciembre pasado por el comité Con Ingrid Betancourt a Bologna, para promover la candidatura de la ex senadora colombiana al Premio Nobel de la Paz. En esa ocasión Ingrid Betancourt recibió por el alcalde Sergio Cofferati la ciudadanía honoraria.
Participaban también el presidente nacional de Amnesty International, Paolo Pobbiati, la actriz Margaret Collina, los cantantes Luca Barbarosa, Francesco Baccini y Marina Rei y el periodista del diario l’Unità, uno de los promovedores de la candidatura de ingrid Betancourt al Premio Nobel de la Paz.
En seguida la intervención de Guido Piccoli y la respuesta (audio) de Ingrid Betancourt, claramente molesta...
por Guido Piccoli:
Les agradezco por haberme invitado.
No quisiera ser el aguafiestas de esta ocasión. Comencé a interesarme de la situación colombiana….no, antes de comenzar pongo un despertador para dentro de cinco minutos. Apenas suene, termino, así como he prometido, ok! Bueno. Comencé a conocer, a amar y a escribir sobre Colombia a finales de los años ochenta, en le época de Pablo Escobar. Por aquel entonces, todos, tanto periodistas como amigos, me preguntaban por Escobar, me pedían que escribiera sobre él… me preguntaban si le había encontrado. El mal en persona.
Es emocionante estar al lado de Ingrid Betancourt. Ya le había visto y estoy muy contento de poder abrazarle. Ahora con Ingrid, del mal en persona pasamos al bien en persona. Es la única mejoría que noto, en verdad. Colombia no ha mejorado mucho en los últimos 15-20 años.
Mi tarea es la de ampliar un poco la perspectiva. Porque si el objetivo fuera solamente su vivencia, tendríamos una visión falsa de Colombia.
Si nos detuvieramos solo en su vivencia veríamos un solo delito del cual escandalizarnos. ... Continua a leggere...
Mentre il presidente colombiano Álvaro Uribe nel suo messaggio di Natale al paese afferma che secondo lui non si può costruire la pace in Colombia con”i terroristi”, con quelli che “semplicemente non fanno altro che spargere il sangue del popolo colombiano”, noi non possiamo invece non ricordare che proprio i suoi militari, i corpi di polizia, i paramilitari che lavorano per il Potere in Colombia sono quelli che si macchiano dei crimini più sanguinari e violenti, ultimo tra i quali l’uccisione da parte di membri dell’esercito di Edwin Legarda, marito di Aida Quilcué, leader indigena del CRIC.
Contrariamente alle parole di Uribe che non lasciano spazio al dialogo e a trattative, autorevoli esponenti della comunità internazionale, tra i quali spiccano nomi illustri da sempre impegnati nella risoluzione di conflitti diversi da quello colombiano, affermano invece di voler appoggiare e sostenere un dialogo e uno scambio epistolare con il Segretariato Maggiore delle FARC-EP, confidando sulle capacità di mediazione della senatrice Piedad Còrdova, che gode della fiducia della guerriglia colombiana.
Un segnale importante che, contro la miopia e l` ottusità del presidente colombiano il quale continua a proporre al suo paese la soluzione militare come l’unica possibile, apre nuovi spiragli di speranza.AM
Mientras que el presidente colombiano Álvaro Uribe en su mensaje de Navidad reitera que no se puede construir la paz en Colombia con “los terroristas”, con los que “simplemente lo que hacen es derramar la sangre al pueblo colombiano”, nosotros no podemos olvidar que propio sus militares, sus cuerpos policiales, los paramilitares que trabajan por el Poder en Colombia son los que se manchan de los crimenes mas sangrientos y violentos, por último el asesinato por parte de miembros del ejército, de Edwin Legarda, esposo de Aida Quilcué, lider indìgena del CRIC.
Contrariamente a las palabras de Uribe, que no dejan espacio al diálogo y a negociaciones, notables expónentes de la comunidad internacional, entre quienes destacan nombres ilustres desde tiempo comprometidos con la busqéda de paz en conflíctos diferentes del colombiano, afirman de quere apoyar y sustentar un diálogo y un intercambio epistolar con el Segretariado Mayor de las FARC – EP, confiando en las capacidades de mediación de la senadora Piedad Córdoba que goza de la confianza de la guerrilla colombiana.
Una signal importante que contra la miopía y la torpeza del mandatario colombiano quien sigue proponiendo a su país la solución militar cómo la única posible, deslumbra nuevos rayos de esperanza.AM.
Signori
Firmatari della lettera dell’11 settembre 2008
Alla Senatrice Piedad Córdoba
Ai Signori del
Segretariato dello Stato Maggiore Centrale delle FARC-EP
Al comandante Alfonso Cano
I sottoscritti firmatari di questa lettera, donne e uomini di diversi luoghi del pianeta, interessati alla realtà della Colombia, non indifferenti bensì preoccupati/e per i gravi fatti che ogni giorno degradano la vita e le libertà del suo popolo, costernati/e per l’oscuro futuro del paese e nello stesso tempo incoraggiati/e per i segni sociali e politici che provengono dalle sue lotte, desideriamo esprimere il nostro sostegno a quelle volontà che intraprendono un dialogo e che attraverso di esso illumina la profonda certezza di trovare vie d’uscita degne e giuste al conflitto sociale, politico, armato che va avanti da decenni;
In questo senso, sostenitori e sostenitrici delle differenti voci di pace e giustizia, tra queste manifestazioni di speranza facciamo nostra e appoggiamo la lettera che lo scorso mese di settembre 2008, promossa dalla senatrice Piedad Córdoba, con l’urgenza di compiere passi verso la comprensione, chiedendo che spazi di dialogo siano aperti dall’insorgenza colombiana con la società civile nazionale e internazionale, iniziando uno scambio epistolare con il Segretariato delle Forze Armate Rivoluzionarie di Colombia, FARC-EP.
Conoscendo la risposta positiva delle FARC-EP a questa proposta e la loro conferma, vogliamo pubblicamente ed esplicitamente appoggiare questo scambio epistolare e il suo dovere etico, sicuri del fatto che migliaia e migliaia di voci si uniranno, chiedendo il dialogo, al quale speriamo possa unirsi anche l’Esercito di Liberazione Nazionale, ELN, tanto rispetto a necessarie soluzioni umanitarie e di diritto internazionale applicabili al confronto, quanto per accogliere questo supremo proposito di andare verso obiettivi finali basati su ideali di giustizia per tutti.
Sappiate che potete disporre dei nostri sforzi e dei nostri mezzi per accompagnare risolutamente questo processo da spazi della comunità internazionale, facendo nostro l’interesse comune di costruire una pace fondata sulla ragione e la giustizia sociale.
Primi firmatari:
Adolfo Pérez Esquivel, Premio Nobel de la Paz, Argentina.
James Petras, profesor emérito Universidad de Binghamton, New York, Estados Unidos.
François Houtart, profesor emérito Universidad de Lovaina, Bélgica.
Olivier BESANCENOT, Porte Parole de la Ligue Communiste Révolutionnaire (France)... Continua a leggere...
(Foto Simone Bruno)
La testimonianza di Simone Bruno, dalla Colombia.
L’attentato contro la consigliera maggiore del Cric, Aída Quilcué, ricorre nel diciassettesimo anniversario del massacro del Nilo, quando 20 indigeni, incluse donne e bambini, furono massacrati da agenti statali Colombiani.
Per quei fatti il governo si è dichiarato colpevole e ha chiesto pubblicamente scusa, impegnandosi a seguire le raccomandazioni della Commissione Interamericana dei diritti umani per risarcire il popolo Nasa a livello individuale e collettivo. Cosa che ancora non ha fatto.
Traduciamo e diffondiamo una lettera inviata da stimati e riconosciuti intellettuali all'insorgenza colombiana delle FARC-EP, in merito allo scambio umanitario dei prigionieri di guerra in mano alle due parti belligeranti.
A seguire la risposta delle FARC-EP.
LETTERA DI INTELLETTUALI ALLE FARC
mercoledì, 17 settembre 2008
Signori membri del Segretariato:
La soluzione della crisi che investe in diverse forme la società e lo Stato colombiano richiede una attenta riflessione, nonché la partecipazione dei diversi settori espressione della società civile e degli attori impegnati nel conflitto interno armato, sociale e politico che opprime il paese, con l'obiettivo di evitare danni alle istituzioni e propiziare la costruzione di una democrazia piena con giustizia sociale e pace, alla quale tutti si sentano di appartenere.
In virtù di tutto ciò, la nostra aspirazione è di lavorare per sbloccare i cammini che conducano alla concretizzazione di un Accordo Umanitario che permetta la liberazione dei sequestrati in potere all'insorgenza armata delle Farc e, allo stesso tempo, la libertà dei prigionieri di questa guerriglia sotto la giurisdizione dello Stato.
Siamo consapevoli del fatto che una soluzione diversa dall'intesa politica, per celebrare un Accordo Umanitario e facilitare un'uscita negoziata al conflitto, comporterebbe la sofferenza di importanti settori della popolazione, l'imminente pericolo per la vita dei prigionieri che stanno nella selva, la degradazione della guerra, e lo stimolo alla militarizzazione e all'autoritarismo e alla debilitazione istituzionale del processo politico nazionale.
L'escalation del conflitto ha travalicato la geografia nazionale e coinvolge territori di paesi fratelli con diversi atti di violenza istituzionale che hanno posto in difficoltà le relazioni diplomatiche del nostro paese. ... Continua a leggere...
Foto di Simone Bruno
esprimo la mia solidarietà a Simone Bruno, con un profondo apprezzamento per il suo lavoro svolto in Colombia. Annalisa Melandri
"Ti stai intrufolando dove non devi con troppa forza e verrai schiacciato. Se vuoi diventare un martire con molto piacere soddisferemo il tuo desiderio".
Simone Bruno, il nostro corrispondente dalla Colombia, è stato oggi minacciato di morte attraverso la sua pagina di Facebook. Detta così, nel nostro Paese dove il social network si usa quasi solo per svago, potrebbe sembrare una cosa da poco.
Ricevere minacce in un paese come la Colombia invece è una cosa molto seria. Negli ultimi dieci anni sono stati uccisi 120 giornalisti, colpevoli di aver denunciato le ingiustizie sociali in una terra stretta tra la brutale repressione del governo e la violenza della guerriglia.
Simone si era recato nello stato del Cauca, nella città di María-Piendamó, per documentare la protesta degli indigeni con le sue splendide foto e i suoi racconti.... Continua a leggere...
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