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Le Farc liberano unilateralmente quattro prigionieri.
Di Annalisa (del 02/02/2009 @ 00:44:48, in Colombia, linkato 947 volte)

i tre poliziotti liberati

 
Le Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia (FARC) hanno mantenuto la promessa.
 
In una serie di accordi maturati attraverso una corrispondenza epistolare con il comitato  Colombiani per la Pace costituito da  intellettuali e uomini di cultura colombiani, ma anche comuni cittadini e promosso dalla senatrice Piedad Córdova, la guerriglia era giunta alla decisione unilaterale di liberare 6 ostaggi. Si tratta di tre poliziotti e un militare dell’esercito e di due uomini politici.
 
Il primo febbraio, dopo una giornata che ha fatto stare con tutti con il fiato sospeso,  sono stati consegnati alla Croce Rossa Internazionale e alla presenza della senatrice Piedad Córdova e di due giornalisti, lexis Torres Zapata, Juan Fernando Galicia e José Walter Lozano, membri della Polizia Nazionale e il soldato  William Giovanni Rodríguez, prigionieri da circa due anni delle FARC.
 
La missione ha rischiato di fallire per le numerose azioni militari dell’esercito colombiano nella zona, come ha denunciato anche uno dei due giornalisti presenti, Jorge Enrique Botero.
 
Le affermazioni di Botero, che è stato testimone delle azioni miltari dell’esercito, sono state immediatamente e duramente smentite   dall’Alto Commissario per la Pace Luis Carlos Restrepo.
 
Anche Iván Cepeda, uno dei membri di Colombiani per la Pace ha chiesto urgenti risposte al governo colombiano di fronte all’evidente violazione delle garanzie precedentemente accordate per la liberazione dei prigionieri, violazione che ha rischiato di far saltare l’operazione e che ha messo in serio pericolo la vita degli  ostaggi.
 
Un guerrigliero inoltre sarebbe morto e uno risulterebbe scomparso nel corso dell’azione militare intrapresa dall’esercito nella zona.
Cepeda ha ricordato l’alta levatura morale e integrità di tutti i firmatari delle missive inviate alle FARC, corrispondenza grazie alla quale si è ottenuta la promessa della liberazione degli ostaggi, affermando che  pertanto  egli stesso non è disposto ad accettare le  insinuazioni da parte dell’altro Commissario Restrepo, che ha gettato discredito e ha messo in dubbio la serietà e credibilità del lavoro compiuto dai Colombiani per la Pace.
 
L’accordo tra le FARC e i Colombiani per la Pace prevede che nei prossimi giorni siano liberati anche l’ex governatore del Meta Alán Jara e l’ex deputato Sigifredo Lopez che si trovano nelle mani della guerriglia rispettivamente dal 2001 e dal 2002.
 
Già da lunedì 2 febbraio Alán Jara potrebbe essere liberato e il mercoledì successivo probabilmente potrebbe essere la volta di Sigifredo Lopez.
 
Si allega copia di una lettera da firmare e inviare a tutte le autorità colombiane, in appoggio al comitato Colombiani per la  Pace con la quale si denunciano le minacce ricevute dalla senatrice Piedad Córdova e si chiede al governo colombiano di cessare le azioni militari  che rischiano soltanto di mettere in pericolo la vita degli ostaggi.
La decisione presa da parte della guerriglia delle Farc-Ep di liberare unilateralmente gli uomini politici Alán Jara e Sigifredo López, e i 4 militari che si trovano in loro potere, costituisce una parte dell’impegno assunto dalle Farc-Ep con i Colombiani per la Pace.
 
Proprio dai Colombiani per la Pace veniamo a sapere che questa decisione unilaterale di liberare i prigionieri sta attraversando un momento difficile dovuto a gravi problemi.
 
Una delle sue promotrici, la senatrice Piedad Córdova e i suoi più stretti collaboratori sono stati minacciati e anche gli   altri firmatari dello scambio epistolare sono stati perseguitati o minacciati di morte.
 
Due giorni fa le Forze Militari colombiane hanno bombardato un gruppo di guerriglieri che custodivano e stavano portando in un luogo stabilito Alán Jara per consegnarlo alla commissione umanitaria. Questa azione militare ha posto in grave pericolo la vita e l’incolumità del politico del dipartimento del Meta.
 
Come segnalato nella nostra lettera precedente appoggiamo l’iniziativa dei Colombiani per la Pace, e in primo luogo sosteniamo lo scambio epistolare con le Farc-Ep, che sta ottenendo il raggiungimento di uno dei suoi obiettivi umanitari.
 
Le gravi notizie ricevute possono minare un cammino di speranza per tutti i colombiani e le colombiane.
 
Sollecitiamo il governo colombiano conformemente ai principi del Diritto Internazionale e della Costituzione Nazionale ad avere rispetto per l’iniziativa cittadina e a cessare le azioni militari che mettono in pericolo la vita e l’incolumità dei prigionieri.
 
A intraprendere tutte le misure giudiziarie necessarie contro le persone e le organizzazioni armate che stanno dietro le minacce contro Piedad Córdova e contro i firmatari dell’iniziativa Colombiani per la Pace.
 
Alla senatrice Piedad Córdova e agli altri colombiani che fanno parte di questa proposta rinnoviamo la nostra disponibilità e il nostro sostegno, affinché contino sul nostro appoggio nel momento in cui abbiano bisogno di noi per intraprendere nuove iniziative umanitarie e la ricerca di risultati positivi per la pace duratura con giustizia e democrazia.