Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
FREDY MUÑOZ LIBERO!
Dopo 52 giorni di prigionia è stato rilasciato ieri, 9 gennaio, il corrispondente dalla Colombia di Telesur, Fredy Muñoz. Si trovava nel carcere di Barranquilla. La Fiscalía colombiana ha dichiarato insufficienti le prove a suo carico che consistevano esclusivamente in dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia attualmente in stato di detenzione. Uno di questi testimoni, Yainer Rodriguez Vásquez ha affermato inoltre di aver ricevuto minacce e intimidazioni dai servizi segreti colombiani affinché depositasse testimonianza contro persone a lui sconosciute tra le quali Fredy Muñoz. Quanto accaduto a Fredy ricorda il caso del sociologo colombiano e professore universitario Alfredo Correa de Andreis, che fu accusato e messo in carcere con le stesse modalità e le identiche accuse rivolte a Fredy Muñoz e che dopo essere stato rilasciato fu assassinato circa due anni fa a ... Continua a leggere...
Gentile Direttore Piero Sansonetti
Le scrivo a proposito della recente intervista di Angela Nocioni a Massimo D’Alema apparsa sulla prima pagina di Liberazione del 3/01/07 dove la giornalista con una caduta di stile degna del peggior Omero Ciai di La Repubblica, dall’alto di chissà quale piedistallo ed evidentemente ignorante in materia di economia politica, si permette di definire la redistribuzione della ricchezza “un’elemosina ai poveri”, tanto che lo stesso D'Alema è stato costretto a darle una brevissima lezione in merito, spiegandole che "redistribuire la ricchezza è uno dei compiti principali degli Stati moderni". Sicuramente la scuola di
La Repubblica che
la Nocioni sempre più spesso sta frequentando dà i suoi frutti. Toni così sprezzanti e offensivi sono propri del buon Omero Ciai, che tanto per dirne una, il 3 dicembre scorso, da Caracas dove si trovava in occasione delle elezioni, si è permesso di definire il popolo venezuelano “sussidiato e fannullone” descrivendolo come una massa inetta capace solo di vivere di sussidi.
Ora se argomentazioni del genere trovano spazio su
La Repubblica certamente non fa meraviglia più a nessuno ma come è possibile che li ritroviamo anche sulla prima pagina di un quotidiano che si vanta di essere comunista?
Annalisa Melandri
Roma
testo integrale dell'intervista a Massimo D'Alema qui
sull'articolo di Ciai del 3/12/06 cosa dice Annalisa qui
inoltre sempre sull’intervista di Angela Nocioni a Massimo D’Alema vi consiglio il post di Gennaro Carotenuto con un’intervista a Tito Pulsinelli qui
Niente meglio di questo foglio di Finnegans Wake dell'artista Roberto Matarazzo poteva rappresentare il Gioco delle Parti ossia l'essenza della vita (se c'è)...
Dentro spazi oscuri popolati da molteplici presenze, traspare l’essenza di quella che è la vita: chi lotta e chi piange, chi gioisce e chi ama, chi perde, chi vince, chi infierisce e chi perdona, chi tortura e chi insorge, in un gioco infinito di parti che una mano sapiente mescola e mette giù. Fantasmagorici colori, ora più vivi ed accesi, ora tremolanti ed eterei, in cui si delineano pian piano ombre che creano attimi di vita. Un battito d’ali ed il sogno prende il volo, lsciando qui sulla terra, la vita qual è: un gioco infinito di parti.
Di Annalisa (del 02/01/2007 @ 00:45:01, in Perù, linkato 3244 volte)
Tempi duri per il governo del Perù e particolarmente per l’ex presidente e dittatore Alberto Fujimori attualmente detenuto in Cile e del quale il Perù attende da mesi l’estradizione. Con due sentenze del Tribunale Interamericano per i Diritti Umani, con sede in Costa Rica emesse a distanza di pochi giorni l’una dall’altra, sembra avvicinarsi sempre di più il momento per poter rendere finalmente giustizia alle vittime della dittatura di Fujimori. Quella più importante, del 21 dicembre scorso e che ha già causato grande clamore, nonché la disapprovazione dell’attuale presidente del Perù Alan García, condanna lo stato peruviano per crimini di guerra.
Questa sentenza può già considerarsi storica perché è la prima volta che viene applicata la convenzione di Belem do Parà redatta nel 1994 per prevenire, condannare e combattere la violenza sulle donne e per la prima volta dallo stesso tribunale la violenza sessuale contro una donna viene intesa secondo i canoni del diritto internazionale. La sentenza riguarda i fatti accaduti ... Continua a leggere...
Io vi faccio i miei più sinceri auguri di un felice Anno Nuovo e vi invito a festeggiare l’arrivo del 2007 come meglio ritenete più opportuno.
Vi rammento però che Benedetto XVI in un ulteriore ingerenza in un evento che non ha nulla di religioso come i festeggiamenti di Capodanno ammonisce che la fine dell’anno non va attesa solamente con “riti mondani” ma rifacendosi alla Vergine Maria.
Egli ha detto che “nelle ultime ore di ogni anno solare, assistiamo al ripetersi di taluni riti mondani che nell’attuale contesto sono prevalentemente improntati al divertimento, vissuto spesso come evasione dalla realtà, quasi ad esorcizzarne gli aspetti negativi e a propiziare improbabili fortune”.
Quindi mi raccomando niente mutandine rosse, niente dodici chicchi d’uva, niente lenticchie, niente baci sotto il vischio, niente “chi non lo fa a capodanno non lo fa tutto l’anno”…
PRIMA PARTE
Dedico questa parte del diario messicano a mi amiga Monique Camus, valiente y sensible mujer oaxaqueña.
Ricevo tramite mail da parte di Sara Méndez, de
la Red Oaxaqueña de Derechos Humanos la prima edizione dell’opuscolo “Voci del coraggio a Oaxaca. Violazioni dei diritti umani delle donne nel conflitto sociale e politico” prima edizione del 10 dicembre 2006.
Lo tradurrò per il diario messicano in più riprese in quanto si compone di varie sezioni. La versione originale si può scaricare in formato pdf da qui. Credo che sia interessante perché al di là di quanto già è stato detto sulla situazione politica attuale in Messico che chiunque sia dotato di buona volontà a questo punto dovrebbe già conoscere, al di là anche degli episodi di violenza più eclatanti che si sono verificati in questi ultimi mesi a Oaxaca, ci sono poi aspetti e modalità diverse della repressione di cui se notizie generiche vengono fornite dalla stampa straniera nessun riferimento appare su quella italiana o europea. Possiamo solo immaginare che sulle donne la repressione sia stata ... Continua a leggere...
“…los de abajo
conocen el silencio, padecen el silencio,
mas no se callan”.
Julio Carmona
Mi rivesto di silenzio,
denudando per un attimo i ricordi del passato
affinchè possano prendere luce e godere.
Se fosse facile,
con una sola parola gridata forte
cancellare
il silenzio di tante voci, di tanto dolore!
Il silenzio non è solo una parola,
magari sussurrata piano,
il silenzio ce l’hai nel cuore.
Si prenderanno per mano negli anni a venire,
il silenzio di chi non ha voce e il mio,
raccontandosi storie antiche
senza tempo.
In silenzio i fratelli amanti
uscirono dalle acque gelide del lago
per fondare l’ Impero del Sole.
Con gran baccano d’armi e di croci
giunsero dal mare orde di uomini feroci,
increduli al cospetto di cotanta bellezza,
accecati da tanta ricchezza,
e dopo il sangue e il ladrocinio
fu il silenzio…
Da Il Manifesto del 28 dicembre 2006
Narcos e generali, la resa dei conti La Colombia sull'orlo del caos. Dal computer di un capo paramilitare escono nomi di politici, generali e narcotrafficanti, «committenti» di omicidi e stragi. Lo scandalo innesca confessioni, accuse, ricatti. Emerge tra gli altri il nome di un famigerato comandante, cittadino italiano: ma perché l'ambasciata d'Italia ha dato il passaporto a Salvatore Mancuso? Guido Piccoli Nelle prossime settimane la Colombia potrebbe conoscere un bagno di sangue peggiore di tutti quelli accaduti nella sua travagliata storia. Paradossalmente però potrebbe anche avviarsi a diventare un paese normale. Cosa sta accadendo? L'attuale caos è stato determinato da alcuni episodi. Come il casuale ritrovamento del computer di un capo delle Auc (Autodefensas Unidas de Colombia, famigerata organizzazione paramilitare di estrema destra), Jorge 40, ... Continua a leggere...
Immagine di AURELIO ANTONA
Ascoltando: Papá cuentame otra vez - Ismael Serrano
Welby è morto, ha perfino concordato con il suo medico quando iniziare la somministrazione della sedazione, lui non avrebbe voluto essere sedato per poter rendersi conto di morire, “mi devo concentrare sulla mia morte, è la prima volta che muoio”, avrebbe detto, ma la prassi….e poi un freddo comunicato per informare il mondo del decesso.
Forse c’erano altre modalità per sollevare il problema, molto più intime e riservate, senza coinvolgere i politicanti, forse c’era un altro modo per morire, magari per mano di chi tanto ci ha amati, come sicuramente avviene molto più spesso di quanto si pensi con la complicità del silenzio notturno delle corsie degli ospedali.. A me non sarebbe piaciuto morire al cospetto di Pannella…ma chissà chi ha scelto veramente , se lui, se i suoi cari, se la politica o l’opinione pubblica.... Continua a leggere...
Di Annalisa (del 22/12/2006 @ 15:31:58, in Perù, linkato 1839 volte)
Da una recente inchiesta del El Commercio, risulterebbe che la popolarità del presidente peruviano Alan García negli ultimi sei mesi, abbia registrato un calo di consensi pari a 17 punti. Le sue roccaforti continuano ad essere Lima e la costa nord, dove tra l’altro ha ottenuto il maggior numero di voti nelle recenti elezioni presidenziali del maggio scorso. Varie sono le interpretazioni: secondo l’analista politico Eduardo Toche questa tendenza è dovuta al fatto che la popolazione inizia a esigere l’applicazione di misure governative che possano dare risultati concreti a breve termine. Altri analisti invece credono che la caduta di popolarità del presidente sia dovuta in realtà al fatto che il popolo lo sente troppo vicino alla destra, troppo interessato alla risoluzione dei problemi dell’oligarchia del paese e veramente troppo onnipresente nei mezzi di comunicazione, quasi come un “maestro di cerimonie”. Probabilmente hanno avuto un ruolo importante anche le pressioni che sta ... Continua a leggere...
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