Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
La portaerei USS BOXER
Ha scelto un sinistro personaggio già tristemente noto in America centrale, l’amministrazione Bush, per promuovere l’allargamento in alcuni stati di quella regione del Plan Mérida, il programma messo a punto dagli Stati Uniti per combattere il traffico di stupefacenti e la criminalità organizzata ad esso legata che transita attraverso la frontiera con il Messico, ma che coinvolge anche altri paesi di quella sottile striscia di terra che unisce l’America del Nord all’America del Sud. John Negroponte, sotto segretario di Stato americano ha appena concluso infatti un viaggio che alla fine di maggio lo ha visto nel Salvador, Guatemala e Honduras, con il fine di mettere in pratica ciò che aveva preannunciato in una sua recente visita in Messico: “dividere gli sforzi e ampliare la nostra strategia di combattimento al crimine organizzato anche ai paesi amici del Centroamerica”.
Il suo passaggio però in America centrale è stato segnato da una forte protesta popolare.
In Honduras, dove tra il 1981 e il 1985 fu ambasciatore nella seconda sede diplomatica più grande dell’America latina (e una delle basi CIA più attive del mondo in quegli anni), è stato accolto al grido di “asesino” . Negroponte infatti, che in Honduras era chiamato “il proconsole”, in realtà coordinava e gestiva le attività in Nicaragua dei Contras,... Continua a leggere...
Amo il silenzio. Quello interrotto soltanto dal rumore degli oggetti, il digitare su una tastiera, una macchina che passa in strada, la voce di un vicino, il caffè che sale...rumori che giungono ovattati, in punta di piedi e non fanno rumore. Il silenzio popolato dai miei pensieri e solo i miei, che vanno, vengono, danzano, disegnano magici ghirigori nella mente e poi, anche loro in punta di piedi, spariscono.
E' questo un silenzio dolce, sensuale, invitante e seducente e non si chiama solitudine come i convulsi del vivere credono. E' un vivere al revés. Un silenzio leggero che ti fa chiudere un attimo gli occhi per poi riaprirli davanti a uno specchio. Dirsi: ecco io ci sono.
E ci sono tanti altri silenzi, diversi modi di stare in silenzio. Silenzi pesanti come macigni che spezzano dentro, silenzi devastanti come sarebbe il silenzio del mondo se il pianeta intero all'improvviso smettesse di pulsare e noi di vivere...
Silenzi fatti di occhi negli occhi, di istanti eterni eppur brevissimi, di dita intrecciate, di respiri...
Ma il silenzio a volte può essere come un dono, che ricambiamo a colui il quale ci ha omaggiato del suo silenzio. E' questo un silenzio amaro, amaro come ogni vendetta. E' un silenzio manovale, che costruisce muri. Muri di solitudini. Sì, è questa la vera solitudine.
i versi di Gustavo Valcàrcel al parque del Amor, Lima
andremo per porti a vedere che tutto parte
e a vedere che il nostro amore non partirà mai...
(da "Canti dell'amore terrestre" n. IX)
...
HA nacido un poeta al mirarme en tus ojos
y un poema ha nacido al sentirme en tu vida,
porque eres la metáfora de mi niñez humilde
y porque eres la imagen con que soñamos todos.
Tu presencia es la vida, un mar inacabable,
estás en todo el mundo, nace el mundo en tus ojos,
te miro sobre el tiempo y te amo bajo el tiempo
porque eres un instante que nunca pasará.
Remediará el amor nuestros trajes zurcidos,
habrá pan para ti y flores en la alcoba;
iremos a los puertos a ver que todo parte
y a ver que nuestro amor no partirá jamás.
Principio que no acaba, tu mirada me busca
envuelta con la música del mundo que soñamos;
tu voz puebla el espacio donde sembré silencios
y tu nombre me alegra como una flor salvada.
Peregrina invisible de los claros de Luna,
has llegado a mi ser como flor a la rama,
entrando de puntillas tan silenciosamente
que al cerrar yo mis ojos te quesdaste cautiva.
Sí, yo seré el poeta y tú la poesía
desde el momento exacto que termine estos versos,
copiados un domingo al conocer tus ojos,
porque tus ojos son poesía que mira.
Y porque son tus ojos poesía mirada.
Di Annalisa (del 19/06/2008 @ 21:00:00, in Humor, linkato 877 volte)
tratta da Giornalismo Partecipativo
Lo abbiamo visto in campagna elettorale, ce ne sta dando conferma adesso. Il Pd riesce a trovare solo in Silvio Berlusconi motivo di esistenza. E’ Berlusconi la linfa vitale che gli permette di essere ancora in vita. E’ Silvio l’unica ragion d’essere di Walter. Lo ha scritto anche Gabriele Polo nel suo editoriale di oggi sul Manifesto.
Gabriele Polo lo chiama il “gioco del Caimano”. E’ un gioco al quale quelli del Pd non riescono a resistere. Fino ad ora hanno fatto ombra a tutto. Si sono praticamente fatti ombra da soli. Hanno fatto ombra nel senso che l’opposizione è stata inesistente. Inconsistente come un’ombra appunto.
Ha dialogato su tutto Veltroni con Berlusconi. Il dialogo si è interrotto solo quando Berlusconi ha riproposto il lodo-bis. Soltanto quando Berlusconi, in barba al capo dello Stato, ai magistrati, alla Corte Costituzionale che già qualche anno fa si era espressa al riguardo, alla dignità della politica (ancora?) ha fatto capire che in Italia comanda lui adesso. E guai a chiamarlo fascista.
“Con me queste cose non passano” ha detto Veltroni. .Ha fatto passare in silenzio però la militarizzazione delle città ... Continua a leggere...
Roberto Saviano in aula durante la lettura della sentenza al processo Spartacus ai boss dei clan dei Casalesi. 13 ERGASTOLI.
Questa è la fotografia di Roberto Sapccino. Preferisco che sia nota la sua faccia invece di quella di Barbara. Barbara non c'è più ormai e nemmeno la bambina che portava in grembo. Quest'uomo è accusato di averle uccise emtrambe. Il processo inizia soltanto adesso. Qualsiasi sia l'esito, Roberto Spaccino ha ammesso di aver picchiato per futili motivi sua moglie incinta di otto mesi.
Dossier tratto da Giornalismo Partecipativo. Di BARBARA SPINELLI
E’ cominciato a Perugia un processo importante per il caso simbolo di un crimine, il femminicidio, non ancora riconosciuto dai nostri ordinamenti, ma dove forse più che in ogni altro aspetto della società, il progresso si sfida con la reazione.
Il femminicidio è l’atto ultimo di una serie di comportamenti svilenti, denigratori, violenti dell’uomo nei confronti della donna, dell’uso della forza dell’uomo per annientare la libertà e la personalità della donna.
La giurista Barbara Spinelli, autrice del saggio Femminicidio. Dalla denuncia sociale al riconoscimento giuridico internazionale, Franco Angeli, 2008, che avevamo presentato qui, ci spiega in questo straordinario dossier, che è anche un’eccellente maniera di fare Giornalismo partecipativo, perchè questo processo è importante.
Gennaro Carotenuto
- La storia
La notte del 24/05/2007 viene trovata nella sua camera da letto, a terra, morta, Barbara Cicioni, incinta di otto mesi e mezzo, nella villetta dove abitava insieme al marito, contigua alle abitazioni degli altri famigliari del marito.
A dare l’allarme al 118 è la cognata, a trovare la donna il marito, Roberto Spaccino, il quale affermò di essere uscito per fare delle commissioni e di aver successivamente, una volta rientrato, trovato la casa a soqquadro e la moglie senza vita, sul pavimento della camera da letto. Al momento dell’omicidio i due figli della coppia, di otto e quattro anni, dormivano nell’altra stanza.... Continua a leggere...
Quando una foto spiega più di mille articoli di fondo. E’ un cacerolazo (manifestazione di protesta, sbattendo pentole che si suppongono vuote) contro il governo di Cristina Fernández de Kirchner. Vi si vede la signora che stringe sotto braccio la mucama (domestica in porteño) deputata a sbattere le pentole per lei. Proprio vero quello che strilla El País di Madrid: la gggente contro il regggime. (da Giornalismo Partecipativo)
Ricevo da Redacción Popular - Raúl Isman
Junio 2008 Editorial extra
El lunes 16 de junio la derecha- ¿será casualidad que en un aniversario del salvaje bombardeo descargado contra el pueblo peronista en 1955?- realizó un cacerolazo “espontáneo”, básicamente en los barrios más acomodados de la Capital Federal y masivo en algunas ciudades del interior. La supuesta espontaneidad resultó desmentida por el hecho que poderosas computadoras- y no teléfonos celulares de propiedad unipersonal- emitían mensajes de texto llamando a la manifestación que alcanzó cierta importancia desde mucho antes. Pero no menos veraz es el hecho que la vocinglería tuvo la finalidad de silenciar varias cuestiones. Ellas son al menos tres: 1) Que los caceroleros al batir sus instrumentos desean que los alimentos cuesten lo mismo en la Argentina que en el primer mundo. Es decir, a más largo plazo evitar una redistribución favorable al pueblo de la riqueza nacional. Que existan destacamentos despistados, ignorantes y francamente ilusos en creer que pueden acceder a situaciones sociales oligárquicas no modifica en absoluto este hecho irrefutable. 2) La persistencia de una Argentina cínica que musitaba “algo habrán hecho”, cuando durante la dictadura las fuerzas del estado desaparecían compañeros, que no le perdona al actual gobierno su tozuda búsqueda de verdad y justicia. En los cacerolazos estaba en pleno y en primer plano la runfla procesista, cosa que los medios se empeñan en ocultar y silenciar. 3) Los rasgos inocultablemente racistas de los caceroleros nucleados centralmente en los territorios más acomodados; para los cuales el peronismo es sinónimo de negritud.... Continua a leggere...
Un premio alla Salgari del giornalismo
Di Margherita D’Amico
Tratto da Il Corriere della Sera del 23/06/08
Fra i giornalisti meritevoli di aver testimoniato conflitti aspri e dimenticati, premiati questo pomeriggio con le Colombe d’Oro per la Pace dell’ Archivio Disarmo stabilite da una giuria presieduta da Rita Levi Montalcini, c’è una valorosa Salgari dell’informazione. Se lo scrittore raccontò luoghi esotici avendo viaggiato solo fra Verona e Torino, la nostra Cecilia Rinaldini del Giornale Radio Rai, esperta di America latina, ha prodotto tanti e autorevoli servizi senza muoversi da Roma. A causa di contratti a tempo determinato, non ha mai potuto essere inviata all’estero, eccettuata un’unica, memorabile spedizione al Forum Sociale Mondiale di Caracas del 2006, da cui poté tornare con una trentina di interviste in tasca. La sola giornalista che abbia seguito qui, e pubblicato online, l’intero processo a militari argentini accusati di crimini contro desaparecidos italiani, in nome delle logiche aziendali ha dovuto ingegnarsi. Grazie a una perfetta padronanza dello spagnolo, si è creata una rete di contatti telefonici e online, arrivando a registrare interviste per interposta persona. Come quella alla celebre signora, all’epoca sprovvista di cellulare, capace di trasformare l’immondezzaio di Guantanamo in una redditizia impresa agricola.
Così vicina e lontana, l’America Latina reca secondo Cecilia l’insegna del rinnovamento sociale, dai movimenti in Bolivia e Uruguay per abolire la privatizzazione delle risorse idriche, alle battaglie in difesa degli indigeni. E le porta oggi un riconoscimento attribuito pure al direttore d’orchestra israeliano Daniel Baremboim, che ha ottenuto la cittadinanza palestinese e organizzato un’orchestra a cavallo fra i due popoli.
Questa la motivazione del premio a Cecilia Rinaldini:
“La Colomba a Cecilia Rinaldini è il premio ad un giornalismo attento e sensibile ai diritti umani, con particolare riferimento a una delle regioni del futuro, quella latinoamericana, troppo spesso trascurata dai mezzi di informazione”
Oltre a Cecilia Rinaldini e Daniel Baremboim (premio internazionale), sono stati premiati anche:
Stefania Maurizi - Il Venerdì/L’Espresso per la sua attenzione ai temi della non proliferazione e del rilancio del processo del disarmo nel settore militare.
Rosaria Capacchione – Il Mattino per il suo impegno civico e professionale di giornalista anticamorra
Comune di Stazzema (premio speciale della Giuria) con l’intento di “mantenere alta l’attenzione alla difesa dei diritti umani e della pace, nella consapevolezza che non c’è riconciliazione senza memoria”.
“Siamo cinquemila, qui/in questa piccola parte della città./Quanta umanità/in preda alla fame, al freddo, alla paura, al dolore,/alla pressione morale, al terrore, alla pazzia./Ma tutti con lo sguardo fisso alla morte./Che spavento fa il volto del fascismo!”
Sono alcuni dei versi dell’ultima poesia scritta da Victor Jara prima di essere barbaramente torturato e poi ucciso da 44 colpi di pistola nello stadio Cile ( che oggi porta il suo nome), il 15 settembre 1973, pochi giorni dopo il golpe cileno che in brevissimo tempo gettò speranze, sogni e le stesse vite di milioni di persone in un pozzo nero senza fondo. Il volto terribile del fascismo fu quello del generale Augusto Pinochet e di tutti i militari di vario ordine e grado che interpreti di un delirio al limite della follia omicida, misero in pratica fedelmente ogni passaggio dei più efferati manuali di tortura.
In quello stadio, trasformato in campo di concentramento a cielo aperto, i destini e le storie di cinquemila persone si intrecciarono. Moltissimi morirono, altri scomparvero e non ... Continua a leggere...
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