Amo il silenzio. Quello interrotto soltanto dal rumore degli oggetti, il digitare su una tastiera, una macchina che passa in strada, la voce di un vicino, il caffè che sale...rumori che giungono ovattati, in punta di piedi e non fanno rumore. Il silenzio popolato dai miei pensieri e solo i miei, che vanno, vengono, danzano, disegnano magici ghirigori nella mente e poi, anche loro in punta di piedi, spariscono.
E' questo un silenzio dolce, sensuale, invitante e seducente e non si chiama solitudine come i convulsi del vivere credono. E' un vivere al revés. Un silenzio leggero che ti fa chiudere un attimo gli occhi per poi riaprirli davanti a uno specchio. Dirsi: ecco io ci sono.
E ci sono tanti altri silenzi, diversi modi di stare in silenzio. Silenzi pesanti come macigni che spezzano dentro, silenzi devastanti come sarebbe il silenzio del mondo se il pianeta intero all'improvviso smettesse di pulsare e noi di vivere...
Silenzi fatti di occhi negli occhi, di istanti eterni eppur brevissimi, di dita intrecciate, di respiri...
Ma il silenzio a volte può essere come un dono, che ricambiamo a colui il quale ci ha omaggiato del suo silenzio. E' questo un silenzio amaro, amaro come ogni vendetta. E' un silenzio manovale, che costruisce muri. Muri di solitudini. Sì, è questa la vera solitudine.