Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
(Foto Simone Bruno)
La testimonianza di Simone Bruno, dalla Colombia.
L’attentato contro la consigliera maggiore del Cric, Aída Quilcué, ricorre nel diciassettesimo anniversario del massacro del Nilo, quando 20 indigeni, incluse donne e bambini, furono massacrati da agenti statali Colombiani.
Per quei fatti il governo si è dichiarato colpevole e ha chiesto pubblicamente scusa, impegnandosi a seguire le raccomandazioni della Commissione Interamericana dei diritti umani per risarcire il popolo Nasa a livello individuale e collettivo. Cosa che ancora non ha fatto.
Por Simone Bruno - Colombia
Difícil creer al general Justo Eliseo Peña, comandante de la tercera división del Ejército Colombiano, que aseguró, en una entrevista con La W Radio, que un grupo de soldados campesinos disparó por error contra la camioneta de la Cric (consejo regional indígena del Cauca), en el cual usualmente se moviliza la líder Aída Quilcué. A menos que el general no se refiera al error de haber matado al esposo de Aída y no a la líder indígena.
La camioneta iba a recoger la consejera mayor Aída Quilcué en Popayan cuando a las 4 de la mañana fue refagueada por hombres del Ejército Nacional mientras pasaba por la finca San Miguel de propiedad del Señor Bolívar Manquillo, en la vereda Gabriel López del municipio de Totoró. “En esta finca hay presencia permanente de tropas del ejército Nacional” afirma el comunicado de la ACIN (asociación de cabildos indígenas del norte del Cauca).
A su interior iba una misión medica y Edwin Legarda, esposo di Aída. Los 17 golpes disparados contra el vehículo han tenido impacto en los lados y en la parte frontal, cosa que contradice la versión oficial, según la cual los militares dispararon porque el carro no paró en un retén. Edwin recibió 3 balas, una en el tórax y dos en las piernas. Llegó vivo en el hospital de Popayán en donde murió poco despues.... Continua a leggere...
Nello stabilimento FIAT di Pomigliano d' Arco la crisi e' piu' dura che negli altri. Ricevo e pubblico volentieri due comunicati al riguardo, quello di Gerardo Giannone, segretario PDCI e quello dei Cobas relativo al licenziamento di Mimmo Mignano e all'istituzione della Cassa di Resistenza.
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LA FIAT A POMIGLIANO FARA' UN MESE DI CASSA INTEGRAZIONE IN PIU' RISPETTO AGLI ALTRI SITI.
SI RITORNA IN FABBRICA IL 9 FEBBRAIO ANZICHE IL 12 GENNAIO.
dichiarazione stampa del segretario del PdCI Fiat GIANNONE GERARDO:
Il sito industriale di Pomigliano ( Fiat ) si estende su 6Km quadrati conta ben 8000 dipendenti tra diretti e indiretti. Insomma ogni comune della provincia napoletana ha almeno un abitante che lavora alla Fiat. Inoltre quel sito nel bilancio consuntivo del 2007 ha prodotto circa 175mila auto per un valore commerciale di quasi 3,5 miliardi di euro.
I dipendenti della Fiat di Pomigliano versano mensilmente circa 12 milioni di euro nell'economia locale attraverso le spese di rutin ( cibo, vestiario, bar, ristoranti, giochi, telefonia, acqua, luce, gas, spazzatura, mutuo, fitto etc..) inoltre gli stessi versano mensilmente per quanto concerne l'IRPEF REGIONALE circa 184mila euro e circa 80mila euro nelle casse dei vari comuni come addizionale comunale IRPEF.... Continua a leggere...
Il mese scorso è stato consegnato all’Ambasciata colombiana a Roma dalla sottoscritta, il bolletino n. 3 “Cada uno por la Justicia” (Ognuno per al Giustizia), realizzato da varie associazioni messicane tra le quali la Lega Messicana per la Difesa dei Diritti Umani (LIMEDDH) , la Fondazione Diego Lucero e l’Associazione dei Genitori e Familiari delle Vittime di Sucumbíos tra le altre, per ricordare i 4 giovani messicani morti a Sucumbíos in Ecuador durante l’attacco al campo delle FARC.
Va rilevato che la funzionaria dell’ambasciata, qualificatasi come la segretaria dell’ambasciatore, si è rifiutata di protocollare il documento che le ho consegnato e quindi di apporre il timbro e la firma per ricevuta, come invece era stato fatto i mesi predenti.
Anche nella sede del consolato colombiano a Valencia, in Spagna ci sono stati problemi. Il console onorario addirittura ha manifestato un atteggiamento prepotente e minaccioso verso la persona incaricata della consegna del documento, rifiutando la firma per avvenuta consegna come è avvenuto anche a Roma.
Il bollettino è stato consegnato contemporaneamente nelle sedi diplomatiche colombiane di : Argentina, Canada, , Chile, Spagna, Ecuador, Francia, Italia, Nicaragua e Venezuela.
Questi gli argomenti affrontati nel bollettino n. 3:
Lettera dei Genitori e dei Familiari
A sette mesi dal massacro di Sucumbíos, per la giustizia e la lotta contro l’impunità
Colombia: mobilitazione indigena in tutto il paese (di Simone Bruno)
Non più omicidi degli Indigeni in Colombia: FIDH
Dichiarazione di intellettuali ed artisti
Dichiarazione del Parlamento Europeo
Lettera del Premio Nobel della Pace
Il narcotrafficante n. 82: Álvaro Uribe Vélez, presidente della Colombia
Intervista a Sergio Camargo
Il vero volto di Luis Camilo Osorio-parte 2
Parole di Lucia Morett
Prossime iniziative
alcuni ci tengono particolarmente a che siano ben lucide...
Foto: Annalisa Melandri
Foto: Annalisa Melandri
L'Associazione Insieme per il Trullo ha organizzato due
iniziative dedicate alla società multietnica
Domenica 14 dicembre 2008
Bambini di diversa provenienza ridisegnano il mondo con la loro fantasia e i loro colori. Incontro culturale sul tema della società multietnica e dell'integrazione.
Proiezione del Film:
LION OF THE DESERT
(Il Leone del Deserto)– 1981 di Moustapha Akkad
[sottotitoli in italiano]
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Venerdì 12 dicembre h. 17
presso la Sala Pintor
via dello Scalo di San Lorenzo n. 67
al dibattito partecipano:
ERIC SALERNO – giornalista e storico
autore, tra gli altri, di “Genocidio in Libia” e “Uccideteli tutti”
NICOLETTA POIDIMANI– ricercatrice sulle politiche sessuali e razziali del colonialismo italiano
CRISTIANA PIPITONE – ricercatrice e storica del colonialismo italiano
con l’intervento telefonico del Prof. ANGELO DEL BOCA
storico, scrittore, studioso del colonialismo italiano
autore, tra gli altri, di “Gli Italiani in Africa Orientale” (4 vol), “Gli Italiani in Libia” (2 vol) e “Italiani brava gente?”
parteciperanno inoltre funzionari dell’Ufficio Popolare della Gran Giamahiria (Ambasciata)
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“Tripoli suol del dolore” – La guerra di Libia (1911-1912) mostra di immagini d’epoca a cura di Gavino Puggioni
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La resistenza della popolazione libica al colonialismo fascista italiano
Questo film la cui realizzazione iniziò nel 1979, non è stato mai proiettato in Italia nelle pubbliche sale per una sorta di grave censura da parte delle autorità in un paese che si definisce “repubblica antifascista ”.
La serata sarà dedicata alla conoscenza critica dell’aggressione coloniale italiana in Africa, nel periodo liberale e in quello fascista, la cui rimozione e mistificazione ha prodotto il falso mito dell’ “italiano brava gente”, mentre è documentato che la repressione italiana in Libia fece largo uso di armi chimiche, massacri di civili, distruzioni di villaggi, deportazioni e campi di concentramento…
Il film è incentrato sulla figura di Omar El Mukhtar, organizzatore e dirigente della resistenza libica contro l’occupazione italiana, giustiziato dopo un processo farsa nel 1931 dai fascisti alla presenza di 20.000 persone fatte arrivare da tutti i campi di concentramento.
La proiezione vuole essere un auspicio per lo sviluppo della ricerca e del dibattito storiografico sul colonialismo italiano che sinora è mancato; vuole altresì favorire un processo di superamento della censura per una futura libera circolazione del film nelle sale italiane. Ci auguriamo inoltre che possa aiutare a comprendere meglio, alla luce della verità storica del passato, anche le attuali missioni militari italiane in molti teatri di guerra.
La proiezione è offerta da RadioOndaRossa (87.9 FM) –Via dei Volsci 56, Roma –tel 06491750
(ingresso gratuito)
Pubblico qiui di seguito l'adesione dei compagni e delle compagne di A Sud. Una splendida sintesi di quella che è la situazione nel nostro paese e dei motivi per cui non si deve abbassare la guardia nè domani, nè in futuro...
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A Sud ha deciso di aderire e di sostenere lo sciopero generale indetto dalla CGIL e dai sindacati di base. La nostra non è solo una scelta dettata dalle necessità di promuovere politiche di sostegno alla piena occupazione (alla quale l'intero sistema economico e politico ha rinunciato come se fosse fisiologico e naturale una situazione di sfruttamento e precarietà), di sostegno al reddito, di sostegno e di rafforzamento del welfare, di difesa dei beni comuni e dei saperi, a partire dall'acqua e dalla scuola pubblica. Non ci sono solo queste necessità che ci porteranno in piazza domani, di per se già fondamentali, né tantomeno la crisi economica e sociale che spinge il paese sempre più in basso facendolo retrocedere fin nei suoi istinti di pancia.
Quello che domani ci porterà in piazza è più di ogni altra cosa la necessità urgente di difendere la democrazia nel nostro paese, ormai fortemente a rischio. Un paese sempre più anormale in cui il presidente del consiglio pidduista attraverso il suo incontenibile potere economico e mediatico sta disarticolando le basi sulla quali la Repubblica è stata fondata, smontando pezzo a pezzo quel senso comune che permette ad un paese di farsi patria per motivi più alti dei colori di una bandiera. ... Continua a leggere...
L’11 dicembre del 2008 è stato consegnato all’Ambasciata colombiana a Roma dalla sottoscritta, il bolletino n. 4 “Cada uno por la Justicia” (Ognuno per la Giustizia), realizzato da varie associazioni messicane tra le quali la Lega Messicana per la Difesa dei Diritti Umani (LIMEDDH) , la Fondazione Diego Lucero e l’Associazione dei Genitori e Familiari delle Vittime di Sucumbíos tra le altre, per ricordare i 4 giovani messicani morti a Sucumbíos in Ecuador durante l’attacco al campo delle FARC del 1 marzo 2008.
Il bollettino è stato consegnato contemporaneamente nelle sedi diplomatiche colombiane di : Argentina, Canada, , Chile, Spagna, Ecuador, Francia, Italia, Nicaragua e Venezuela.
Questi gli argomenti trattati in questo numero:
Sicuri che possa essere per voi, almeno per un breve istante, comprensibile la lotta,chiara l’amarezza,condivisibile la rabbia che nasce dall’aver constatato, dopo 60 anni di ipocrite celebrazioni che non è vero che “tutti gli uomini nascono liberi”, che "tutti sono uguali in dignità e diritti” e che “tutti devono agire verso gli altri in spirito di fratellanza e giustizia” .
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