Proletari di tutti i paesi, unitevi!... di Annalisa
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un urlo selvaggio
denso
...un urlo selvaggio denso che io rilancio con tutta
la forza delle ferite
di un amore a brandelli
contro queste ore
di padroni affamati di sangue
di retate
contro le sbarre pesanti dell'emarginazione
contro le foreste di un dolore
e una solitudine senza fine.
Di Annalisa (del 23/09/2008 @ 12:09:50, in Interviste, linkato 1199 volte)
E’ il Carlos Montemayor analista politico e sociale, più che lo scrittore di romanzi e novelle che incontriamo in Messico. “In realtà i malati di mente che vogliono controllare il mondo fanno parte dei governi come quello di George Bush”, spiega in questa intervista esclusiva concessa ad Annalisa Melandri. Nella sua casa di Città del Messico, nel corso di una conversazione piacevole e interessante, circondati da montagne di libri in quasi tutte le lingue del mondo (Carlos Montemayor parla perfettamente cinque lingue oltre al Greco classico e moderno e al Latino) affronta temi importanti e difficili come il terrorismo e la lotta armata, oltre alla grave situazione colombiana, spiegandoci perchè secondo lui “la Colombia è l’esempio di quello che non deve continuare ad essere l’America latina”.
Carlos Montemayor (Messico, 1947) non è solo l’autore di un’ opera narrativa, poetica e saggistica infinita e tradotta in quasi tutte le lingue, vincitore di premi nazionali e internazionali (premio internazionale Juan Rulfo con Operativo en el Trópico, 1994 e premio di narrativa Colima con Guerra en el Paraíso, 1991), membro dell’Accademia Messicana della Lingua e della Reale Accademia Spagnola. ...
"Già una volta c'è stato un tal signore che all'inizio sembrava un democratico e che poi ha fatto quello che ha fatto" . Silvio Berlusconi - Presidente del Consiglio -Italia - riferendosi a Hitler in un discorso tenuto a Parigi il 16 settembre scorso durante un incontro con l'associazione ebraica Keren Hayesod.
Si comincia sempre dall'inizio...poi si assolve il resto. A.M.
Di Annalisa (del 20/09/2008 @ 09:10:22, in En español, linkato 2682 volte)
Es con el analista político Carlos Montemayor, más que con el escritor de novelas y poemas con quien conversamos en México. “En realidad las personas enfermas que quieren controlar el mundo son gabinetes como los de George Bush” nos dice en esa entrevista esclusiva concedida a Annalisa Melandri. En su casa de Ciudad de México, durante una conversación exquisita y agradable, rodeados de pilas de libros en casi todos lo idiomas del mundo (Carlos Montemayor habla perfectamente cinco idiomas además de el Grieco clásico y modermo y el Latín) él aborda temas importantes y difíciles como el terrorismo y la guerrilla, además de la grave situación colombiana y nos explica porqué cree que “Colombia es un ejemplo de lo que no debe seguir siendo América latina”.
Carlos Montemayor (México, 1947) no solamente es autor de una cantidad infinita de obras narrativas, poéticas y de ensayismo, traducidas en casi todos los idiomas, ganador de premios nacionales e internacionales (Premio internacional Juan Rulfo por Operativo en el Trópico, 1994 y Premio Colima por Guerra en el Paraíso, 1991) e integrante de la Academia Mexicana de la Lengua y de la Real Academia Española. Él es además y sobretodo un profundo conocedor ...
Di Annalisa (del 19/09/2008 @ 23:59:41, in Messico, linkato 1163 volte)
In Messico, il principale movimento armato del paese, l’EPR (Esercito Popolare Rivoluzionario), attraverso la diffusione di un comunicato trasmesso il 24 aprile di quest’anno, ha proposto l’avvio di un dialogo con il Governo chiedendo la riapparizione in vita di Edmundo Reyes Amaya e di Gabriel Alberto Cruz Sánchez, due militanti del gruppo ribelle scomparsi dalla città di Oaxaca il 25 maggio del 2007. In realtà esistono prove sufficienti, raccolte da alcune organizzazioni civili per la difesa dei diritti umani e dalla Commissione Nazionale dei Diritti Umani (CNDH) che i due militanti del gruppo insorgente sono stati arrestati da agenti di polizia nel corso di un’operazione svoltasi il 25 maggio 2007 nella città di Oaxaca.
“Ci sono prove del fatto che sono stati arrestati da forze di polizia, e che sono stati torturati negli uffici della Procura, dai quali sono stati poi portati via feriti in autombulanze dell’esercito”, denuncia l’EPR ...
Questo articolo di Alessandro Portelli è talmente semplice e chiaro nella sua lucida analisi di quello che sono il razzismo e il fascismo oggi che andrebbe secondo me letto in tutti i licei. "Io non sono razzista ma...", "io non sono fascista ma...": è questo limbo di vigliacchi razzisti e fascisti che si trovano a mezza strada tra gli antifascsisti e gli antirazzisti convinti e i fascisti e razzisti dichiarati, che stanno affossando la coscienza morale e civile della nostra società. Quei vigliacchi che hanno dato purtroppo ampia rappresentazione di sè nei commenti a questo post.
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Alessandro Portelli Fonte: Il Manifesto Hanno proprio ragione i magistrati e i politici milanesi secondo cui massacrare una persona chiamandolo «negro di merda» non è un atto di razzismo. Infatti hanno dalla loro la più autorevole giurisprudenza del nostro paese: un paio di anni or sono, la Corte di Cassazione sentenziò, infatti, che «l’espressione ’sporco negro’» - pronunciata da un italiano mentre aggredisce persone di colore alle quali provoca serie lesioni - non denota, di per sé, l’intento discriminatorio e razzista di chi la pronuncia perché potrebbe anche essere una manifestazione di ‘generica antipatia, insofferenza o rifiuto’ per chi appartiene a una razza diversa». Immagino che la suddetta preclara giurisprudenza possa applicarsi anche a espressioni affini come «negro di merda»....
Di Annalisa (del 18/09/2008 @ 15:50:05, in Uruguay, linkato 2064 volte)
Delle 140 persone raggiunte da mandati di cattura internazionali nell’ambito delle indagini sul Plan Condor, Nestor Troccoli era l’unico ad essere finito in carcere. In Italia il 23 dicembre 2007. Una serie di “disguidi burocratici”, per i quali ha perso il posto anche Carlos Abin, ambasciatore uruguaiano nel nostro paese, lo hanno però rimesso in libertà lo scorso 23 aprile.
Era accusato della scomparsa di sei cittadini italiani ed era stato arrestato a Salerno a fine dicembre 2007.
Troccoli, che ha anche il passaporto italiano, adesso vive e gira tranquillamente per le strade di Roma.
Oggi si sta svolgendo l’udienza della Cassazione che deciderà in merito all’estradizione richiesta dall’Uruguay in quanto Troccoli è accusato nel suo paese di aver fatto sparire dall’Argentina anche 21 cittadini uruguaiani, suoi connazionali, nell’ambito delle operazioni del Plan Condor.
“Ho denunciato anche lo Stato, per il caso della scarcerazione di Nestor Trocccoli, chiedendo un risarcimento danni” dice Cristina Mihura moglie del desaparecido Bernardo Arnone, cittadino uruguaiano scomparso dall’Argentina il 1 ottobre del 1976.
“Eravamo rifugiati politici in Argentina, quello di mio marito è un caso classico di desaparecido del Plan Condor”. Mi spiega infatti che circa 5 giorni dopo l’arresto del marito, un aereo della Forza Aerea uruguaiana trasportò in Uruguay tra le 16 e le 20 persone, tra le quali probabilmente Bernardo, che vennero poi torturate e fucilate una volta giunte a destinazione.
“Questo volo, conosciuto come il secondo volo, la cui esistenza è stata riconosciuta dalla Forza Aerea dell’Uruguay appena due anni fa, è stato effettuato nella notte tra il 5 e il 6 ottobre del 1976”, racconta Cristina, la quale chiede soltanto di “poter chiudere le ferite e dare una sepoltura dignitosa al marito” del quale il corpo non è ancora stato ritrovato....
Di Annalisa (del 17/09/2008 @ 17:00:00, in Messico, linkato 918 volte)
8 morti e oltre 100 feriti
MORELIA, Messico (Reuters) - Dei presunti membri di una gang di trafficanti di droga hanno lanciato due bombe contro la folla che stava celebrando il giorno dell'indipendenza del Messico, uccidendo almeno otto persone e ferendone oltre 100 nell'ambito di una escalation della guerra fra il governo e i cartelli della droga.
Le esplosioni sono avvenute in una piazza della città coloniale di Morelia nella notte di lunedì, al culmine della "fiesta" alla presenza del governatore dello stato di Michoan per festeggiare la giornata nazionale del Messico.
Decine di persone ferite, fra cui donne e bambini, giacevano a terra in pozze di sangue.
Il governatore Leonel Godoy ha detto che la polizia sospetta che l'attentato sia opera del "crimine organizzato" -- un termine usato per definire i cartelli della droga messicani. I cartelli quest'anno hanno ucciso 2.700 persone nella guerra fra bande e in quella contro l'esercito.
I trafficanti spesso torturano e decapitano i rivali e si scontrano con le forze di sicurezza, ma finora non avevano mai lanciato attacchi con un numero tanto alto di vittime civili.
Di Annalisa (del 17/09/2008 @ 16:30:00, in Venezuela, linkato 1358 volte)
Ringrazio marneven che mi ha segnalato la notizia e gli amici della Patria Grande per l’articolo che riprendo.
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Vergognosa decisione del Vaticano che concede asilo politico al venezuelano Nixon Moreno, accusato di stupro e tentato omicidio.
Fonte: LPG, 16/09/2008
E’ veramente vergognosa la decisione presa dal Vaticano di concedere asilo politico ad una persona accustata di stupro e tentativo di omicidio. Nixon Moreno il 25/05/2006, all’epoca studente dell’Universitá delle Ande (ULA) di Merida, in Venezuela, fu uno dei protagonisti dei violenti disturbi che si ebbero in quella cittá. La polizia intervenne per sedare tali disturbi che i giovani studenti borghesi inscenavano contro il governo di Hugo Chávez.
Ad un certo punto due poliziotti, un uomo ed una donna, si ritrovano accerchiati dai facinorosi; uno di questi sparó un colpo di pistola al poliziotto che cadde ferito a terra; poi si diressero contro la poliziotta, che nel frattempo aveva cercato di sfuggire all’aggressione, ma venne rincorsa ed acciuffata da tre di questi facinorosi, i quali minacciandola con una pistola, la denudarono e tentarono di violentarla. La poliziotta vittima di questo tentativo di stupro, Sofia Aguilar, descrive con somma luciditá l’accaduto nel video annesso (in spagnolo), di fonte VTV, Venezolana de Television, ossia la televisone dello Stato Venezuelano....
Gavino Puggioni - esperto di storia orale e scrittura popolare
Salvatore Ricciardi – Radio Onda Rossa
“Il ministro Teruzzi con foglio riservatissimo ha comunicato al generale Bastico che il Duce ha deciso che tutti gli ebrei della Cirenaica siano riuniti in un campo di concentramento della Tripolitania...”. Come spiega la nota dei carabinieri italiani del 28 febbraio 1942 la “soluzione degli ebrei di Tripolitania”, per usare le parole del console tedesco a Tripoli, era stata avviata su diretta iniziativa di Mussolini. In realtà, l'operazione di pulizia era cominciata ben prima, a partire dalla promulgazione delle leggi razziali anticipate dal “Manifesto della razza” del '38 e che prefiguravano, oltre alle disposizioni per l'Italia, anche le limitazioni da imporre agli ebrei residenti nelle colonie per “..togliere loro le posizioni acquisite in assoluta sproporzione con la loro entità numerica, ponendoli e tenendoli in un piano razziale inferiore”. Gli ebrei di Libia erano diverse migliaia. Solo a Tripoli erano almeno 15mila di cui forse mille di origine italiana. Erano mercanti e imprenditori che figuravano soprattutto nell'élite locale ma non soltanto. Ce n'erano di provenienza italiana, francese, spagnola. Vivevano nelle città ma i più poveri, i “trogloditi della montagna”, campavano d'agricoltura e piccoli commerci in uno stato di palpabile povertà. A sentire il generale Badoglio, che ne scrive nel 1930, gli “israeliti d'Italia son meglio degli israeliti di ...