Proletari di tutti i paesi, unitevi!... di Annalisa
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un urlo selvaggio
denso
...un urlo selvaggio denso che io rilancio con tutta
la forza delle ferite
di un amore a brandelli
contro queste ore
di padroni affamati di sangue
di retate
contro le sbarre pesanti dell'emarginazione
contro le foreste di un dolore
e una solitudine senza fine.
Riflettendo sul fatto che alla sinistra italiana manca quella spinta dal basso e di movimento che caratterizza invece la sinistra latinaomericana, compagne e compagni, se chiamarvi/ci così ha ancora senso e significato, vale la pena affermare che l’America latina, le sue passioni, le sue reazioni, e anche il suo sangue, come quello versato in questi giorni in Bolivia, a Pando possono e devono rappresentare un insegnamento per tutti noi.
Ieri sera ho assistito alla proiezione del video “L’asse del Bene” di Fulvio Grimaldi. E’ un bellissimo panorama su quello che l’America latina può insegnare a tutti noi, ma al di là di questo mi ha fatto riflettere il fatto che nelle riprese si vedevano a Cuba, in Venezuela, in Bolivia, tanti giovani e meno giovani italiani, persone di sinistra, comunisti, compagni, chiamateli come volete, che in quei paesi, lontani migliaia di chilometri dall’Italia, sfilavano per le strade con il pugno teso, cantando Bandiera Rossa o l’Internazionale, ostentando simboli universalmente riconosciuti come il volto del Che, le bandiere rosse e la falce e il martello. In Italia questo accade sempre più raramente ed è giusto chiederci perchè e fare un esame di coscienza.
L’America latina è davvero la coscienza critica del pianeta, come dice qui l’amico Mauro Cassano e davvero vale la pena imparare lo spagnolo come osserva l’amico Vannino Chiti, perchè sembra che le uniche cose di sinistra, veramente di sinistra al momento vengano dette e fatte in America latina. Ma allora quella passione che ci trasmettono i compagni latinoamericani, i sindacalisti e i difensori dei diritti umani, i semplici studenti, gli indigeni, quell’impegno civile in difesa dei diritti di tutti, perchè di questo si tratta, di discorsi molto semplici e che riguardano la vita di tutti i giorni, ...
In questa intervista, Narciso Isa Conde, noto dirigente comunista della Repubblica Dominicana, nonché riconosciuto leader rivoluzionario del suo paese, aveva denunciato i piani del Governo colombiano per assassinarlo. Recentemente il generale Mario Montoya e membri dell’intelligence colombiana si erano recati nella Repubblica Dominicana per indagare sui suoi presunti vincoli con le FARC. Narciso Isa Conde, che fa parte della presidenza collettiva della Coordinadora Continental Bolivariana, da anni si occupa del conflitto colombiano e crede fermamente in una soluzione pacifica e negoziata dello stesso contro la politica militare di sicurezza democratica del governo di Álvaro Uribe. Egli inoltre da tempo denuncia i crimini e le violenze che impunemente vengono commesse in Colombia dai paramilitari e dallo stesso esercito colombiano.
Qualche giorno fa Narciso Isa Conde è stato oggetto di un tentato omicidio, nei pressi della sua abitazione a Santo Domingo. Diversi membri della Polizia Nazionale del gruppo operativo “Lince” si sono affiancati alla sua auto e alla motocicletta dei suoi uomini di scorta ( per essere già stato in passato vittima di un tentato omicidio) in modo aggressivo e provocatorio con l’evidente scopo di scatenare una reazione violenta e quindi una sparatoria....
sen. Guido Possa pres. VII Commissione senato: guido.possa@senato.it fax 06 6706 5854
NO al maestro unico
NO ai tagli alla scuola pubblica
Non sarebbe più possibile la suddivisione delle materie disciplinari tra diversi docenti: il maestro o la maestra unica dovrà insegnare tutte le materie per tutto il programma previsto nei 5 anni e dovrà aggiornarsi su tutto.
Non sarebbe più possibile impostare il lavoro dei docenti in classe sulla collaborazione e sul confronto, specialmente in riferimento ai bambini con difficoltà, alle scelte didattiche, agli stili di apprendimento. Ogni insegnante tornerà ad essere solo di fronte alla classe, alla didattica, alla psicologia dei bambini e delle bambine.
Non sarebbe più possibile una didattica di recupero e di arricchimento dell’offerta formativa perché sparirebbero le compresenze e quindi la possibilità di organizzare percorsi ad hoc per alunni in difficoltà o attività di arricchimento che prevedano lavori a gruppi....
Gavino Puggioni - esperto di storia orale e scrittura popolare
Salvatore Ricciardi – Radio Onda Rossa
“Il ministro Teruzzi con foglio riservatissimo ha comunicato al generale Bastico che il Duce ha deciso che tutti gli ebrei della Cirenaica siano riuniti in un campo di concentramento della Tripolitania...”. Come spiega la nota dei carabinieri italiani del 28 febbraio 1942 la “soluzione degli ebrei di Tripolitania”, per usare le parole del console tedesco a Tripoli, era stata avviata su diretta iniziativa di Mussolini. In realtà, l'operazione di pulizia era cominciata ben prima, a partire dalla promulgazione delle leggi razziali anticipate dal “Manifesto della razza” del '38 e che prefiguravano, oltre alle disposizioni per l'Italia, anche le limitazioni da imporre agli ebrei residenti nelle colonie per “..togliere loro le posizioni acquisite in assoluta sproporzione con la loro entità numerica, ponendoli e tenendoli in un piano razziale inferiore”. Gli ebrei di Libia erano diverse migliaia. Solo a Tripoli erano almeno 15mila di cui forse mille di origine italiana. Erano mercanti e imprenditori che figuravano soprattutto nell'élite locale ma non soltanto. Ce n'erano di provenienza italiana, francese, spagnola. Vivevano nelle città ma i più poveri, i “trogloditi della montagna”, campavano d'agricoltura e piccoli commerci in uno stato di palpabile povertà. A sentire il generale Badoglio, che ne scrive nel 1930, gli “israeliti d'Italia son meglio degli israeliti di ...
Di Annalisa (del 17/09/2008 @ 16:30:00, in Venezuela, linkato 1359 volte)
Ringrazio marneven che mi ha segnalato la notizia e gli amici della Patria Grande per l’articolo che riprendo.
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Vergognosa decisione del Vaticano che concede asilo politico al venezuelano Nixon Moreno, accusato di stupro e tentato omicidio.
Fonte: LPG, 16/09/2008
E’ veramente vergognosa la decisione presa dal Vaticano di concedere asilo politico ad una persona accustata di stupro e tentativo di omicidio. Nixon Moreno il 25/05/2006, all’epoca studente dell’Universitá delle Ande (ULA) di Merida, in Venezuela, fu uno dei protagonisti dei violenti disturbi che si ebbero in quella cittá. La polizia intervenne per sedare tali disturbi che i giovani studenti borghesi inscenavano contro il governo di Hugo Chávez.
Ad un certo punto due poliziotti, un uomo ed una donna, si ritrovano accerchiati dai facinorosi; uno di questi sparó un colpo di pistola al poliziotto che cadde ferito a terra; poi si diressero contro la poliziotta, che nel frattempo aveva cercato di sfuggire all’aggressione, ma venne rincorsa ed acciuffata da tre di questi facinorosi, i quali minacciandola con una pistola, la denudarono e tentarono di violentarla. La poliziotta vittima di questo tentativo di stupro, Sofia Aguilar, descrive con somma luciditá l’accaduto nel video annesso (in spagnolo), di fonte VTV, Venezolana de Television, ossia la televisone dello Stato Venezuelano....
Di Annalisa (del 17/09/2008 @ 17:00:00, in Messico, linkato 918 volte)
8 morti e oltre 100 feriti
MORELIA, Messico (Reuters) - Dei presunti membri di una gang di trafficanti di droga hanno lanciato due bombe contro la folla che stava celebrando il giorno dell'indipendenza del Messico, uccidendo almeno otto persone e ferendone oltre 100 nell'ambito di una escalation della guerra fra il governo e i cartelli della droga.
Le esplosioni sono avvenute in una piazza della città coloniale di Morelia nella notte di lunedì, al culmine della "fiesta" alla presenza del governatore dello stato di Michoan per festeggiare la giornata nazionale del Messico.
Decine di persone ferite, fra cui donne e bambini, giacevano a terra in pozze di sangue.
Il governatore Leonel Godoy ha detto che la polizia sospetta che l'attentato sia opera del "crimine organizzato" -- un termine usato per definire i cartelli della droga messicani. I cartelli quest'anno hanno ucciso 2.700 persone nella guerra fra bande e in quella contro l'esercito.
I trafficanti spesso torturano e decapitano i rivali e si scontrano con le forze di sicurezza, ma finora non avevano mai lanciato attacchi con un numero tanto alto di vittime civili.
Di Annalisa (del 18/09/2008 @ 15:50:05, in Uruguay, linkato 2065 volte)
Delle 140 persone raggiunte da mandati di cattura internazionali nell’ambito delle indagini sul Plan Condor, Nestor Troccoli era l’unico ad essere finito in carcere. In Italia il 23 dicembre 2007. Una serie di “disguidi burocratici”, per i quali ha perso il posto anche Carlos Abin, ambasciatore uruguaiano nel nostro paese, lo hanno però rimesso in libertà lo scorso 23 aprile.
Era accusato della scomparsa di sei cittadini italiani ed era stato arrestato a Salerno a fine dicembre 2007.
Troccoli, che ha anche il passaporto italiano, adesso vive e gira tranquillamente per le strade di Roma.
Oggi si sta svolgendo l’udienza della Cassazione che deciderà in merito all’estradizione richiesta dall’Uruguay in quanto Troccoli è accusato nel suo paese di aver fatto sparire dall’Argentina anche 21 cittadini uruguaiani, suoi connazionali, nell’ambito delle operazioni del Plan Condor.
“Ho denunciato anche lo Stato, per il caso della scarcerazione di Nestor Trocccoli, chiedendo un risarcimento danni” dice Cristina Mihura moglie del desaparecido Bernardo Arnone, cittadino uruguaiano scomparso dall’Argentina il 1 ottobre del 1976.
“Eravamo rifugiati politici in Argentina, quello di mio marito è un caso classico di desaparecido del Plan Condor”. Mi spiega infatti che circa 5 giorni dopo l’arresto del marito, un aereo della Forza Aerea uruguaiana trasportò in Uruguay tra le 16 e le 20 persone, tra le quali probabilmente Bernardo, che vennero poi torturate e fucilate una volta giunte a destinazione.
“Questo volo, conosciuto come il secondo volo, la cui esistenza è stata riconosciuta dalla Forza Aerea dell’Uruguay appena due anni fa, è stato effettuato nella notte tra il 5 e il 6 ottobre del 1976”, racconta Cristina, la quale chiede soltanto di “poter chiudere le ferite e dare una sepoltura dignitosa al marito” del quale il corpo non è ancora stato ritrovato....
Questo articolo di Alessandro Portelli è talmente semplice e chiaro nella sua lucida analisi di quello che sono il razzismo e il fascismo oggi che andrebbe secondo me letto in tutti i licei. "Io non sono razzista ma...", "io non sono fascista ma...": è questo limbo di vigliacchi razzisti e fascisti che si trovano a mezza strada tra gli antifascsisti e gli antirazzisti convinti e i fascisti e razzisti dichiarati, che stanno affossando la coscienza morale e civile della nostra società. Quei vigliacchi che hanno dato purtroppo ampia rappresentazione di sè nei commenti a questo post.
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Alessandro Portelli Fonte: Il Manifesto Hanno proprio ragione i magistrati e i politici milanesi secondo cui massacrare una persona chiamandolo «negro di merda» non è un atto di razzismo. Infatti hanno dalla loro la più autorevole giurisprudenza del nostro paese: un paio di anni or sono, la Corte di Cassazione sentenziò, infatti, che «l’espressione ’sporco negro’» - pronunciata da un italiano mentre aggredisce persone di colore alle quali provoca serie lesioni - non denota, di per sé, l’intento discriminatorio e razzista di chi la pronuncia perché potrebbe anche essere una manifestazione di ‘generica antipatia, insofferenza o rifiuto’ per chi appartiene a una razza diversa». Immagino che la suddetta preclara giurisprudenza possa applicarsi anche a espressioni affini come «negro di merda»....