Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
L'amico Roberto di Nuova America ha scattato questa foto a Piazza Vittorio a Roma. Lo ringrazio per aver colto e testimoniato quest' attimo di follia pura nella campagna elettorale italiana del 2008.
“Las luces se encienden. En el escenario está un joven trovador colombiano, "más moderno que medieval". Con su guitarra parecen uno solo. Son una mezcla indisoluble, un centauro contemporáneo: mitad hombre, mitad guitarra. Ahora con su voz suave y sin agites, interpreta, guitarra en mano, sus propias canciones. Al fondo del escenario, con un telón blanco, proyecta hermosas imágenes que a su espalda confirman la plástica de su espectáculo: idea, sonido, palabra, imagen, todas mezcladas en un derroche de poesía y luz, acorde y color, ritmo y forma.”
Y ahora qué más da; si nos hemos quedado solos, que nos invadan sería lo mejor. Sería una bendición para nuestra tierra que rodeen nuestras fronteras y que nos invadan nuestros hermanos latinoamericanos. Que nos invadan los ecuatorianos, tal vez así volvamos a tener de tierno maíz el corazón que perdimos. ¡Que nos invadan los cubanos! Para que nuestros niños se eduquen gratuitamente y no mueran en las puertas de los hospitales privados.... Continua a leggere...
Questa è una poesia scritta da un giovane cantautore colombiano, trovador, mejor dicho.
Lizandro Carvajal: “le luci si accendono. Sul palco un giovane cantautore colombiano, “più moderno che medioevale”. Con la sua chitarra sembrano una cosa sola. Sono una miscela indissolubile, un centauro contemporaneo: mezzo uomo, mezzo chitarra...
Consiglio una passeggiata nel suo sito, tra suoni e colori, atmosfere suggestive, esperimenti e laboratori di melodie.
Lizandro sarà in Europa a maggio, in una tournée che lo porterà anche in Polonia, Francia e Spagna, chi fosse interessato a organizzare un concerto con lui, magari cogliendo l’occasione per parlare di Colombia, può contattarlo tramite il suo sito.
E ora che succede,
se siamo rimasti soli,
che ci invadano, che sarebbe meglio.
Sarebbe una benedizione per la nostra terra,
che circondino le nostre frontiere,
che ci invadano i nostri
fratelli latinoamericani.
Che ci invadano gli ecuatoriani,
così magari avremo di nuovo
tenero come mais, il cuore che abbiamo perduto.
Che ci invadano i cubani!
affinchè i nostri bambini
siano educati gratuitamente
e non muoiano davanti alle porte
Un assaggio di quello che sarà il livello culturale e politico del nostro paese nei prossimi cinque anni:
“manderemo Veltroni in Africa, ma forse è meglio di no perchè anche gli aficani meritano un futuro”...(Maurizio Gasparri, ieri 14 aprile in TV) .
e questo è stato Ministro delle Comunicazioni...
se non siamo oggi un paese di merda, lo diventeremo presto.
E’ inevitabile e doveroso oggi, all’indomani del risultato elettorale, interrogarsi sul proprio ruolo, sul proprio posto nella società, su quello che ad essa si chiede e su ciò che si è disposti a dare.
Lo faccio e mi trovo più confusa che mai. Ma non è confusione data da incertezza, per carità . E’ solitudine. Quel guardarsi intorno e rendersi conto che nessuno ha da offrirti, o è nelle condizioni di poterlo fare, quello che tu chiedi e a nessuno ti senti più di concedere le tue energie, le tue risorse.
Sono questi i miei sentimenti oggi. E’ questo che mi ha lasciato il “voto utile”. Mi ha lasciato una grande amarezza aver votato solo per non far tornare Berlusconi. Un voto sterile, senza entusiasmo, senza crederci, un voto senza bandiera. che alla fine si è dimostrato anche un voto inutile.
Un voto che oggi lascia un senso di solitudine. Perchè io nel PD non ci credo e non ci ho mai creduto. Perchè per me la sinistra ha il colore rosso del fuoco vivo e non le tinte sbiadite dai ripetuti lavaggi dei compromessi. Perchè per ,me la guerra è sempre stata senza se e senza ma; perchè io gli americani non ce li voglio, nè a Sigonella, ma nemmeno a Vicenza; perchè ho combattuto una volta per il nucleare e non ho intenzione che quel referendum, al quale nel mio piccolo ho lavorato, venga rimesso in discussione; perchè per me l’aborto è un diritto della donna e non posso credere che la “mia” sinistra possa pensare di governare un paese insieme a chi nel nome di Dio o di un cristo qualsiasi vada in giro a criminalizzare chi decida di usufruire di una legge che già troppe battaglie è costata.
Mi sento senza una casa, ecco. Ma è un viaggio senza meta iniziato da molto tempo e non so fino a che punto questo coincide, come spesso mi sento dire, con la maturità, con gli innumerevoli impegni, con i figli e i problemi quotidiani di ogni giorno che a volte ti tolgono anche la forza di pensare e di immaginare un futuro migliore.... Continua a leggere...
Di Annalisa (del 16/04/2008 @ 22:52:13, in Haiti, linkato 1451 volte)
Un dimostrante mangia erba di fornte ad un casco blu dell'ONU durante le recenti proteste contro il carovita (AP Photo/Ariana Cubillos)
5 morti e decine di feriti. Questo è il saldo delle proteste avvenute a partire dalla fine di marzo ad Haiti contro l’alto costo della vita, in uno dei paesi più poveri dell’America Latina e dei Caraibi, dove l’80 per cento della popolazione vive con meno di due dollari al giorno e dove oggi, a differenza di 20 anni fa, quando si produceva il 95 % del riso consumato, se ne importa l’80% dagli Stati Uniti.
Proteste però anche contro i circa 9000 militari della Missione delle Nazioni Unite per la Stabilizzazione di Haiti (MINUSTAH), che dal 2004, cioè da quando il presidente Aristide in seguito ad un colpo di stato è stato costretto a rifugiarsi Sud Africa, presidiano il paese.
Militari accusati più volte dalla popolazione locale di aver compiuto, restando tuttavia impuniti, crimini che vanno dalle violenze sessuali alle torture.... Continua a leggere...
Venerdì 18 Aprile, ore 17,45 presso la sede di Carta - via dello Scalo San Lorenzo 67 - Roma
Le resistenze in Ecuador, il referendum “Agua bien publico” in Colombia, le vertenze locali e la legge d’iniziativa popolare in Italia. A confronto esperienze di lotta e pratiche di partecipazione per rafforzare le resistenze sociali in difesa dell’acqua.
Intervengono
Ricardo Buitròn, Acciòn Ecologica (Ecuador) Enrique Galàn Roa, Ecofondo (Colombia), campagna referendaria “Agua bien publico” in Colombia Guido Piccoli, giornalista e scrittore, esperto di America Latina Marco Bersani, ATTAC Italia, Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua Antonio Valassina, CRAP (Coordinamento Romano Acqua Pubblica) Francesca Caprini, associazione YAKU, Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua Rappresentanti delle vertenze territoriali del Lazio
Coordina
Enzo Vitalesta, associazione YAKU, Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua
Partecipano
Grazia Francescato, parlamentare dei Verdi Fabio Amato, responsabile esteri di Rifondazione Comunista
Per info: 347/64827
di ABP Messico
16/04/2008
Fonte :ABP Agencia Bolivariana de Prensa
Traduzione di Annalisa Melandri
La denuncia presentata lo scorso 7 aprile alla Procura Generale della Repubblica (PGR) del Messico contro Lucía Morett ed altri 15 messicani, tra i quali i quattro studenti universitari morti in territorio ecuatoriano per mano dell’esercito colombiano, è opera dell’organizzazione cattolica di estrema destra conosciuta come El Yunque .
Il così detto Consejo Ciudadano para la Seguridad Pública y la Justicia Penal, A.C.
(CCSPyJP) propone una denuncia penale contro Morett e gli altri messicani per il reato di terrorismo con l’accusa basata su documenti che sarebbero stati passati dagli organismi di sicurezza messicani e colombiani a quotidiani, settimanali e televisioni controllate dalla destra di entrambi i paesi.
Il suo presidente José Antonio Ortega Sánchez è, come hanno segnalato ricercatori specializzati nello studio dell’estrema destra messicana, e in modo particolare il giornalista del settimanale messicano Proceso, Álvaro Delgado, dirigente di El Yunque.... Continua a leggere...
E’ interessante la visione di questo video. E’ l’intervista che Hollman Morris, giornalista e scrittore colombiano, recentemente premiato da Human Right Watch per il suo impegno nella denuncia delle violazioni dei diritti umani nel suo paese, ha concesso a Perugia dove si trovava in occasione del Festival Internazionale di Giornalismo, a Maurizio Torrealta di RaiNews24.
E’ interessante e affascinante nello stesso tempo sentir parlare Hollman del suo paese e del conflitto colombiano. E' terribile anche.
E' illuminante l'intervista, in quanto dimostra chiaramente attraverso le prime due domande rivolte al giornalista dagli studenti di giornalismo, la visione “etnocentrica” del conflitto colombiano, che tante volte qui ho criticato. Ad un Morris che parla di sé e degli altri giornalisti, minacciati dallo stesso potere al governo, costretti a vivere sotto scorta, di un lavoro rischioso e pericoloso, ebbene sembra che la cosa più interessante e giornalisticamente importante per questi giovani ragazzi sia soltanto la sorte di Ingrid Betancourt. Sembra anche che Morris faccia una fatica tremenda per far capire poi che in Colombia non è che le Farc stanno da una parte, i paramilitari dall’altra e lo Stato in mezzo “a garantire un ordine”...ma Stato e paramilitari vanno a braccetto. E questo si sa, a queste latitudini sembra difficile da capire, soprattutto se viene attuato dal governo di un presidente "democraticamente eletto" come Uribe e con un così "alto consenso" come riportano tutti i sondaggi colombiani.
Sembra sussultare letteralmente Torrealta a queste parole di Morris: “insisto, sottolineo che oggi il presidente Uribe di fronte alle denunce che abbiamo fatto sulla corruzione dei funzionari di questa amministrazione, funzionari che sono legati ai paramilitari, quindi davanti alle denunce che ha fatto il mondo del giornalismo, il presidente ha iniziato a delegittimarci, a dirci che siamo dei bugiardi irresponsabili...” e cede prontamente la parola agli studenti di giornalismo.
Basta così Morris, stai parlando troppo anche in Italia.
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