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Lizardo Carvajal: speriamo che ci invadano...
Di Annalisa (del 12/04/2008 @ 22:23:25, in Colombia, linkato 643 volte)

Lizardo Carvajal

Questa è una poesia scritta da un giovane cantautore colombiano, trovador, mejor dicho.
Lizandro Carvajal: “le luci si accendono. Sul palco un giovane cantautore colombiano, “più moderno che medioevale”. Con la sua chitarra sembrano una cosa sola. Sono una miscela indissolubile, un centauro contemporaneo: mezzo uomo, mezzo chitarra...
Consiglio una passeggiata nel suo sito, tra suoni e colori, atmosfere suggestive, esperimenti e laboratori di melodie.
 
Lizandro sarà in Europa a maggio, in una tournée che lo porterà anche in Polonia, Francia e Spagna, chi fosse interessato a organizzare un concerto con lui, magari cogliendo l’occasione per parlare di Colombia, può contattarlo tramite il suo sito.
Ojalá nos invadan...  (testo originale)
 
E ora che succede,
se siamo rimasti soli,
che ci invadano, che sarebbe meglio.
Sarebbe una benedizione per la nostra terra,
che circondino le nostre frontiere,
che ci  invadano i nostri
fratelli latinoamericani.
Che ci invadano gli ecuatoriani,
così magari avremo di nuovo
tenero come mais,  il cuore che abbiamo perduto.
Che ci invadano i cubani!
affinchè i nostri bambini
siano educati gratuitamente
e non muoiano davanti alle porte
degli ospedali privati.
Che venga il meglio della nostra America.
Che venga un contingente
di ragazze brasiliane
con le quali fare l’amore
fino a perdere la lieve forza di cui si ha bisogno
per premere un grilletto.
La cosa migliore per la Colombia
sarebbe un’invasione brasiliana di vasta portata;
Così che un giorno,
vinciamo un mondiale di calcio.
Abbiamo urgente bisogno
di una invasione venezuelana,
per tornare a dire
le cose con chiarezza,
sinceramente, senza  tradimenti,
Con oratoria bolivariana.
Ci serve con urgenza
un’invasione boliviana
che ci tolga questa vergogna
di essere indios, questa vergogna,
che ci condanna eternamente
al peggiore dei sottosviluppi.
Reclamo con ansia l’invasione
di truppe di piqueteros argentini,
di madres y abuelas de plaza,
che ci raccontino storie
nelle quali riconoscere
le nostre proprie storie.
Che vengano truppe spagnole e cilene,
a raccontarci come imputridisce il cuore
di una patria fascista.
Vengano gli uruguaiani con il loro mate amaro
a raccontarci la milonga triste e sdolcinata  
dei loro desaparecidos.
Che vengano tutti i fratelli
del mondo in questa terra dimenticata
a farci capire che il nostro
paese non è il migliore del mondo
perchè è una patria ingiusta.
Che Colombia è passione...
e morte.
Speriamo che ci invada la batucada festosa
che ponga fine al nostro lutto
che ponga fine a questo silenzio assordante.
Siamo soli, alla destra della cartina geografica.
Ci fa compagnia soltanto il nostro caro amico
Quello che invase il paese delle mille e una notte.