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Di seguito gli articoli e le fotografie pubblicati nella giornata richiesta.
Articoli del 31/01/2008
La marcia del quattro.
editoriale di
Carlos A. Lozano Guillén.
Non prenderò parte alla marcia del 4 febbraio prossimo, convocata dal governo indecente di Álvaro Uribe Vélez, dalla terrorista Fondazione Cubano Nordamericana di Miami, dal criminale di lesa umanità Salvatore Mancuso e dai partiti della “parapolitica”, tra le altre “bellezze” che si esibiranno per le strade della Colombia e dei paesi di altre latitudini.
Non è una marcia contro il sequestro e ancor meno a favore dello scambio umanitario. Si sbaglia chi crede ingenuamente che questo argomento rientra nei propositi bellici e intolleranti dei promotori. Non è casuale la scelta della data della marcia che coincide con la stessa in cui quale vari anni fa, il colonnello Hugo Chávez e altri militari venezuelani cercarono di rovesciare Carlos Andrés Pérez.
La manifestazione è stata convocata contro Chávez e contro la Rivoluzione Bolivariana ed è parte del consenso forzato, manipolato da inchieste per aprire la strada alla seconda rielezione di Uribe Vélez. L’atmosfera nel paese, creata dalla marcia, diffusa con l’isterica pubblicità dei grandi mezzi di comunicazione, è di intolleranza e di aggressività. Quello che è successo a Piedad Córdoba all’aeroporto di Bogotà, quando fu aggredita verbalmente con i peggiori insulti da un energumeno uribista, rivela il grado di sfrontatezza e aggressività di questi scagnozzi. A maggior ragione quando vengono incoraggiati dall’alto del potere con le dichiarazioni del ministro dell’interno Carlos Holguín Sardi, erede della virulenza e del settarismo di Laureano Gómez.
Unirsi a questa marcia vuol dire rinforzare le aspirazioni generali dell’uribismo.
Vuol dire sommarsi all’orda di violenza e intolleranza. E si sbagliano anche quelli che credono che in questo mucchio ci possa essere una “pesca miracolosa” di voti per le prossime elezioni. La sinistra ha principi e convinzioni che vanno mantenute. E’ l’ identità che la differenzia dalla destra reazionaria e dagli opportunisti dei brogli elettorali che vanno al viavai delle congiunture politiche a seconda degli interessi particolari.
La sinistra e il movimento sociale devono avere la loro propria agenda in materia di intercambio umanitario e di pace con democrazia e giustizia sociale. Non si può cadere nel tranello del governo di far credere che l’unico problema del paese è il sequestro, mentre i suoi amici della motosega assassinano i militanti dell’opposizione e gli attivisti sociali.
L’ amén del silenzio uribista davanti alle migliaia di desaparecidos per la pratica del terrorismo di Stato. La sinistra sta contro il sequestro e contro ogni pratica, anche quelle governative che violino la dignità dell’essere umano.
Questa è la differenza principale, che non permette nessuna condivisione con la marcia del 4 febbraio.
Traduzione di Annalisa Melandri
Con una coincidenza temporale quanto mai sospetta, proprio mentre il presidente venezuelano Hugo Chávez, dopo la liberazione di Clara Rojas e Consuelo González de Perdomo, chiedeva che le FARC fossero considerate non come un gruppo terroristico ma come un movimento belligerante, ecco che appare da FACEBOOK, il noto social network statunitense, un gruppo che in meno di un mese riesce ad organizzare una marcia mondiale contro le FARC.
“Un milione di voci contro le FARC” è il nome che è stato dato all’iniziativa che inizierà alle ore 12 (ora colombiana) del 4 febbraio contemporaneamente in circa 100 città di tutto il mondo.
Il sito creato per l’occasione si chiama “colombiasoyyo” e pubblica il medesimo appello in dieci lingue diverse.
Dal quotidiano El Tiempo si legge che l’organizzatore della marcia è un tal Óscar Morales, ingegnere civile la cui massima esperienza politica era stata fino a quel momento soltanto l’esercizio del diritto di voto e qualche discussione familiare sull’andamento del paese.
E’ difficile credergli, se nel giro di appena un mese, quello che era iniziato come un gioco, e mosso dall' indignazione per il “miserevole inganno delle FARC”, ha fatto il giro del mondo e ha raccolto più di 242.000 adesioni.
Difficile credergli se la marcia verrà realizzata contemporaneamente in 27 città colombiane e circa 100 altre città di tutto il mondo.
Difficile credergli inoltre visto che ha raccolto immediatamente l’appoggio formale del governo colombiano che si è attivato con le ambasciate di tutto il pianeta, affinché forniscano assistenza e supporto ai vari organizzatori locali. L’iniziativa ha raccolto inoltre le adesioni di vari media colombiani, primo fra tutti il governativo El Tiempo.
Vale la pena riportare inoltre ciò che si vocifera su FACEBOOK, e cioè che questo sia una specie di agenzia della CIA. Dietro FACEBOOK ci sono tre giovani americani legati all’alta finanza e all’ultraconservatorismo di estrema destra. Facile comprendere come sia stata possibile una così rapida diffusione dell’iniziativa contro le FARC.
Quello che inoltre rende tutto quanto “molto politico” sono i continui riferimenti a Hugo Chávez e alla sua proposta sulle FARC che appaiono negli appelli diramati in rete dagli organizzatori. La senatrice colombiana Marta Lucía Ramírez del partito de la U ha proposto di approfittare di quest’occasione per manifestare con cartelli che riportino la scritta “no all’appoggio del presidente del Venezuela alle FARC”.
In realtà sembra che si tratti più di un’ iniziativa organizzata contro Chávez e tesa a destabilizzare il Venezuela che per protesta contro i sequestri e le FARC.
E' forse una coincidenza anche il fatto che in Colombia proprio in questi giorni si siano alternate le visite del capo di stato maggiore degli Stati Uniti Michael Mullen, di John Walters (DEA) e di Condoleeza Rice?
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Fotografie del 31/01/2008
Di Annalisa (pubblicato @ 11:25:11, vista 3362 volte)
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