Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Algunas asociaciones de ciudadanos chilenos refugiados en Europa de la dictatura de Pinochet y que actúan en defensa de los derechos del pueblo Mapuche,en Chile, basándose en las Recomendaciones de algunos comités de la ONU, entre ellos el Comité por los Derechos del Niño, Derechos de los Pueblos Indígenas, por los Derechos Civiles y Políticos, y por Amnesty International, han enviado una petición al Parlamento Europeo y con copia a parlamentarios chilenos , denunciano las graves violaciones de los derechos humanos que sufre sistemáticamente el pueblo Mapuche en el Sur de Chile.... Continua a leggere...

Alcune associazioni di cittadini cileni rifugiatisi in Europa in seguito alla dittatura di Pinochet e che agiscono in difesa dei diritti del popolo Mapuche del Cile, prendendo spunto dalle risoluzioni di alcuni comitati dell’ONU, tra i quali il Comitato dei diritti del bambino, quello per i Popoli Indigeni, il Comitato per i diritti Civili e Politici nonché dai rapporti di Amnesty International, hanno inviato e continueranno a farlo finchè non si interverrà in tal senso, una lettera al Parlamento Europeo e per conoscenza ad alcuni parlamentari cileni, denunciando le gravi violazioni dei diritti umani a cui è sottoposto sistematicamente il popolo Mapuche del Sud del Cile.
Viene inoltre fissata una scadenza che è quella di marzo 2008 per verificare se verranno compiuti progressi in questo senso.
Intanto in Cile la situazione continua ad essere sempre più difficile per tutte le popolazioni indigene, particolarmente per il popolo Mapuche (della Patagonia cilena ed argentina) che si vede sistematicamente negato il suo diritto alla terra.
Le multinazionali straniere, con la complicità del governo, distruggono l’ecosistema e negano il futuro al popolo originario.... Continua a leggere...
Pubblico volentieri la lettera diretta al Ministro Fabio Mussi in protesta contro la decisione dell’Università di Siena di conferire la Laurea ad Honorem al presidente del Cile, signora Bachelet. Sul sito Rai.it viene riportato che “Michelle Bachelet sarà insignita del titolo per l'impegno politico in difesa della democrazia e dei diritti umani, per il contributo allo sviluppo della medicina sociale e della salute pubblica”.
Sappiamo che questo è falso, come dimostrano gli ultimi avvenimenti in Cile e la situazione sempre più grave in cui versa il popolo cileno in materia di difesa dei diritti umani.
LETTERA APERTA
al
Signor Ministro
dell'Università e della ricerca scientifica
dottor Fabio Mussi,
abbiamo avuto notizia della Laurea ad honorem che sarà conferita dall'Università di Siena alla presidente del Cile signora Michelle Bachelet.
Non conosciamo i criteri che motivano l'approvazione da lei concessa al conferimento di questa Laurea.
Ciò che conosciamo è la violazione dei diritti umani che esiste in Cile e la repressione sistematica dello stato cileno contro il Popolo Mapuche. In sostanza la prosecuzione del sistema repressivo instaurato dalla Dittatura Militare e attualmente gestita dalla signora Bachelet.
Sappiamo che il governo della signora Bachelet permette alle multinazionali e ai latifondisti di appropriarsi e devastare il territorio appartenente al nativo Popolo Mapuche.
Sappiamo che la signora Bachelet permette l'applicazione della legge antiterrorista 18.314, promulgata da Pinochet e ancora in vigore, esclusivamente nei territori mapuche. E' questo un comportamento razzista contro i Mapuche che pacificamente rivendicano i loro diritti.... Continua a leggere...
Intervista a Violeta Valenzuela e Jeannette Paillan
di Annalisa Melandri
Violeta Valenzuela è la presidente dell'associazione Wenuyakan - Amicizia con il popolo Mapuche e Jeannette Paillan è una giornalista mapuche, nota regista di documentari sulle realtà dei popoli originari nonchè prima donna mapuche produttrice di audiovisivi.
D. Violeta, so che sono diversi mesi che come organizzazione Wenuykan (Amicizia) stavate preparando un’iniziativa pacifica di protesta in occasione della visita in Italia della presidente cilena Bachelet. Quali sono i motivi della vostra protesta?
R. L’idea di organizzare una protesta pacifica è nata ripensando all’intervento della presidente Bachelet a Ginevra quest’anno quando colse l’occasione del suo incontro con la sua omologa svizzera per negare pubblicamente l’esistenza di prigionieri politici Mapuche in Cile. Quella dichiarazione suscitò allora numerose proteste contro la Bachelet. Quando abbiamo saputo che sarebbe venuta in Italia abbiamo pensato di protestare pacificamente per fare in modo che anche qui si conosca la verità e cioè che attualmente in Cile ci sono circa 50 prigionieri politici Mapuche di cui 5 in sciopero della fame nel carcere di Angol.
D. Cosa chiede il popolo Mapuche?
R. Che il governo cileno riconosca nella sua Costituzione l’esistenza dei popoli originari e che ratifichi la convenzione n. 169 ILO (Organizzazione Internazionale del Lavoro) per il riconoscimento dei popoli indigeni. Inoltre che venga abolita la legge 18.314 anti-terrorista che fu creata dalla dittatura di Pinochet e che i governi della Concertazione continuano ad applicare in modo razzista soltanto nelle regioni abitate dai Mapuche.... Continua a leggere...
COMUNICATO
All’opinione pubblica cilena e internazionale
GIORNATA DI SOLIDARIETÀ INTERNAZIONALE A SOSTEGNO DELLE RICHIESTE DEI PRIGIONIERI POLITICI MAPUCHE RECLUSI IN SCIOPERO DELLA FAME NELLE CARCERI CILENE
VENERDÌ 26 OTTOBRE 2007
Le organizzazioni e le persone che sottoscrivono il presente comunicato hanno deciso di unire gli sforzi a sostegno della lotta e dell’esercizio del diritto alla libera determinazione del popolo mapuche e hanno convocato una giornata di solidarietà per oggi, venerdì 26 ottobre 2007.
La persecuzione politica, la repressione e la violazione dei diritti umani fondamentali sistematiche esercitate dallo stato del Cile nei confronti dei comuneros, le autorità e le organizzazioni mapuche, hanno obbligato ancora una volta i prigionieri politici reclusi in diverse carceri del Cile ad effettuare uno sciopero della fame in difesa della vita, della libertà e della giustizia.... Continua a leggere...
Lunes 26 de noviembre del 2007
COMUNICADO PÚBLICO
A la opinión pública chilena e internacional
SOLIDARIDAD INTERNACIONAL EN APOYO A LAS DEMANDAS DE LOS PRISIONEROS POLITICOS MAPUCHE EN HUELGA DE HAMBRE
RECLUIDOS EN LAS CARCELES CHILENAS
Sra. Michelle Bachelet,
El día 26 de octubre, varias organizaciones y personas empezamos en Europa en conjunto con otras organizaciones hermanas de Canadá y Argentina una serie de jornadas de solidaridad en apoyo a las demandas de los presos políticos mapuche. Las organizaciones y personas que han suscrito este comunicado han decidido unir sus esfuerzos en solidaridad con la lucha y el ejercicio del derecho a la libre determinación del pueblo mapuche y participan hoy nuevamente a una jornada internacional en su apoyo al cumplirse 47 días desde el inicio de la huelga de hambre de varios prisioneros políticos mapuche.
I prigionieri politici mapuche del carcere di Angol si trovano ormai al loro 56° giorno dello sciopero della fame.
Lo rendono noto in un comunicato, il sesto, del 30 novembre 2007, con il quale confermando la loro ferma decisione di continuare lo sciopero della fame ad oltranza, reiterano anche la loro richiesta per la libertà di i tutti i prigionieri politici mapuche che si trovano in differenti carceri del paese nonché la smilitarizzazione delle zone nelle quali vivono le comunità e la fine della repressione verso il popolo mapuche.
Lo stato di salute dei prigionieri si aggrava giorno dopo giorno ed è ormai in una fase critica, tanto che il tribunale di Temuco ha ritenuto necessario trasferire alcuni prigionieri in un ospedale dove applicare la nutrizione forzata.
Nel comunicato tuttavia, essi confermano la loro volontà di rimanere uniti e di resistere ad ogni imposizione riguardo ad una nutrizione forzata, “con la ferma decisione di portare avanti questo sciopero fino ad ottenere quello che chiediamo”.
Questi prigionieri stanno scontando in carcere condanne per 10 anni più giorno per l’accusa di tentato incendio di una foresta appartenente alla Forestal Mininco S.A. Sono stati inoltre condannati a pagare 425 milioni di pesos come risarcimento danni. L’applicazione di condanne così eccessive viene fatta in base alla legge antiterrorista n. 18.314 in vigore fin dalla dittatura di Pinochet e per la quale si può essere accusati e condannati per terrorismo anche per atti di protesta o rivendicazioni sociali.
L’applicazione della legge antiterrorismo è stata duramente condannata da Human Right Watch, da Amnesty International, dalla Federazione dei Diritti Umani (FIDH) e dal Comitato dei Diritti Umani dell’ ONU. ... Continua a leggere...

Sono trascorsi più di 80 giorni dal 10 ottobre quando i prigionieri politici mapuche:
Jaime Marileo Saravia,
Patricia Troncoso Robles,
Juan Millalen Milla,
Héctor Llaitul Carrilanca,
José Huenchunao Mariñan
nel carcere di Angol iniziarono lo sciopero della fame a oltranza.
A questa azione si sono uniti il Lonco Iván Llanquileo nel carcere di El Manzano e Waikilaf Cadin Calfunao nel carcere di massima sicurezza di Santiago.
Il 9 novembre 2007, è stato scarcerato Iván Llanquileo. I giudici avevano preso atto della totale assenza di prove per i reati a suo carico, ma nel dubbio gli sono state applicate alcune misure cautelative tra cui la libertà vigilata. ... Continua a leggere...
“Wenuykan” – amicizia con il popolo Mapuche
presenta:
La parola errante
recital di poesie musicate con il tamburo rituale mapuche “kultrun” e conferenza stampa sulla situazione dei prigionieri politici Mapuche in Cile
Rayen Kvyeh – poetessa Mapuche
Libreria Odradek
Via Dei Banchi Vecchi n. 57 – ROMA
25 gennaio – h. 18
partecipano:
Rayen Kvyeh – poetessa mapuche
Geraldina Colotti – Il Manifesto
Giuseppe De Marzo – Associazione A Sud
Gavino Puggioni - Associazione Wenuykan, wenuykan@gmail.com
La poesia di Rayen Kvyeh viene dalla terra, perchè Mapuche vuol dire “uomini della terra” e viene dall’amore, che si percepisce in ogni suo verso: amore per il suo popolo, per la natura, per la libertà e per la vita.... Continua a leggere...
Cile, la rivolta dei detenuti mapuche
Il caso di uno studente ucciso dalla polizia fa riesplodere la protesta della minoranza indigena
Geraldina Colotti
Il Manifesto, 13 gennaio 2007
Torna in scena la questione Mapuche in Cile. Alla morte del giovane studente Matias Katrileo Quezada, 22 anni, sepolto domenica scorsa, ucciso dai proiettili di un carabinero, potrebbe aggiungersi quella di Patricia Troncoso, da 90 giorni in sciopero della fame e ricoverata all'Hospital Angol di Temuco in condizioni disperate. Altri quattro mapuche, detenuti nel carcere di Angol a Temuco, hanno invece sospeso lo sciopero della fame con cui chiedevano la revisione del processo e il riconoscimento dei loro diritti. Ieri il risultato delle perizie ordinate dal giudice istruttore che ha messo sotto inchiesta il sottufficiale dei carabinieri cileni Walter Ramirez Espinoza, ha confermato che a uccidere lo studente è stato il proiettile di un'arma di ordinanza. Le associazioni per i diritti umani hanno chiesto garanzie perché il procedimento non venga affidato a un tribunale militare, come già accaduto in un caso analogo recente. ... Continua a leggere...
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