Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Spett.le
Ambasciata dell’HONDURAS
alla c.a dell’Ambasciatore
Roberto Ochoa Madrid
Tel. +39-06-3207236
Fax +39-06-3207973
Noi cittadini, esponenti della società civile e politica italiana, giornalisti e uomini di cultura, difensori dei diritti umani, viste le gravi notizie che giungono dall’Honduras di un colpo di stato in atto in queste ore, condannato anche dall’Unione Europea, abbiamo sentito la necessità di costituirci autonomamente e spontaneamente in un Comitato provvisorio di solidarietà al presidente legittimo dell’Honduras Manuel Zelaya.
Condanniamo pertanto fermamente quanto sta avvenendo a Tegucigalpa ed esprimiamo grande preoccupazione per la situazione dei diritti umani, civili e politici del popolo hondureño, dal momento che circolano voci di militari armati per le vie della città e della presenza di francotiratori e chiediamo inoltre l’immediato ritorno di Manuel Zelaya alla presidenza del paese e il ripristino dell’ordine costituzionale.
portavoce
FAQ per capire i retroscena di quanto sta avvenendo in queste ore
Perché i militari hanno voluto il golpe in Honduras?
Ecco perché è stato tentato il colpo di stato. Al centro c'è la questione della rielezione del presidente Zelaya che si è "spostato" troppo a sinistra per i gusti della locale ricca oligarchia, complice per decenni di violenze, soprusi e regimi reazionari.

Militare golpista in Honduras
Fonte: ANSA
Come si chiama il presidente dell'Honduras che i militari hanno voluto destituire con un colpo di stato?
Si chiama Manuel Zelaya, ha 56 anni ed è in carica dal gennaio 2006.
Quali sono le scelte politiche e sociali del presidente Zelaya? ... Continua a leggere...

militari in strada a Tegucigalpa
In queste ore i media italiani e stranieri hanno trattato in modo molto superficiale la questione del referendum che si sarebbe dovuto tenere ieri a Tegucigalpa, in Honduras, e che è stato la causa del colpo di Stato che ha deposto il presidente legittimo Manuel Zelaya.
Praticamente tutti all’unanimità hanno scritto che il referendum avrebbe praticamente garantito la seconda candidatura di Zelaya. In realtà la strada che avrebbe dovuto percorrere Zelaya per ottenere la seconda rielezione era ancora lunga e costellata da troppi condizionali.
Innanzitutto il referendum di domenica scorsa, che non era obbligatorio (come lo è invece il voto in Honduras) ma facoltativo, era in realtà una sorta di sondaggio (dal momento che la consulta referendaria in Honduras non esiste) per chiedere al popolo se fosse favorevole o meno al fatto che a novembre nei seggi già predisposti per le elezioni presidenziali, legislative e amministrative, venisse installata una “quarta urna” per la designazione di un’assemblea Costituente... Continua a leggere...

Tito Pulsinelli - Selvas Non si tratta di una sfida, é scacco matto ai golpisti civili, ai loro gorilla, e alle illusioni ritardatarie delle elites neocoloniali. Il Presidente Zelaya ha annunciato il suo ritorno -accompagnato dal segretario della OEA e da altri presidemti latinoamericani- per "concludere il mio periodo di governo che scade a gennaio del prossimo anno".
L'annuncio é stato fatto a Managua, dove erano riuniti i Paesi del Gruppo di Rio, quelli centroamericani del SICA, l'ALBA e i paesi caraibici del Caricom. Oltre alla condanna morale del golpe, é stata sancita l'inammissibilita' di qualsiasi avventura autoritaria e liberticida, percepita come un attentato alla sicurezza e alla democrazia di ogni nazione americana.
Il Brasile, Messico, Venezuela, Nicaragua, Ecuador, Cuba e Bolivia avevano richiamato i rispettivi ambasciatori. Il Guatemala, Salvador e Nicaragua interrompono il flusso commerciale con l'Honduras, e il sistema bancario del SICA sospende qualsiasi programma economico e i prestiti. Il Venezuela blocca l'invio delle forniture di petrolio.
A questo punto -buoni ultimi- gli Stati Uniti parlano finalmente in modo chiaro e univoco per bocca di H. Clinton: non riconosceranno nessun governo che non sia quello di Zelaya.
In mattinata, l'assemblea generale dell'ONU aveva chiuso ogni spiraglio ai golpisti; non c'e' nessun margine di manovra per guadagnare tempo. All'unisono risuona coralmente un solo monito: Zelaya e' il presidente costituzionale, non ci saranno contatti con altre autorita''.
La giornata di protesta in tutto il territorio dell'Honduras, con la paralisi delle attivitá' produttive che si estendeva a macchia d'olio, i blocchi dellla rete stradale , l'interruzione dei trasporti e la chiusura degli stessi uffici pubblici, mostrava che il golpe non si consolidava e cominciava a disarticolarsi. Arrivava anche la notizia della sollevazione di un battaglione della regione dell'Atlandida: il golpisti non hanno il controllo su tutta la forza armata. ... Continua a leggere...

Tegucigalpa, D.C., 03 de julio de 2009
Excelentísimo Señor Secretario General de la Organización de Estados Americanos Don José Miguel Insulza
Las organizaciones abajo firmantes representantes del movimiento popular y social del país, en relación al golpe de Estado y rompimiento del orden constitucional ejecutado por las cúpulas de los partidos Liberal, Nacional, Democracia Cristina y Innovación y Unidad Social Demócrata y las Fuerzas Armadas de Honduras, quienes son los instrumentos de la oligarquía nacional, hacemos del conocimiento de la ORGANIZACIÓN DE ESTADOS AMERICANOS por medio de Usted como Secretario General de dicho organismo internacional, nuestra posición oficial: ANTECEDENTES
PRIMERO: En fecha veintiocho de junio de dos mil nueve se llevaría a cabo una encuesta de opinión por el Instituto Nacional de Estadísticas, convocada por el Poder Ejecutivo para conocer la opinión del pueblo en relación a instalar o no una cuarta urna en las elecciones generales del veintinueve de noviembre del año en curso, donde se preguntaría si esta de acuerdo en convocar o no a una Asamblea Nacional Constituyente cuyo anteproyecto de decreto en caso de ser afirmativa la encuesta, se enviaría al Congreso Nacional para que éste votara por la instalación o no de la misma. ... Continua a leggere...
I leader della resistenza, che per il momento stanno lottando con metodi pacifici per il ritorno del presidente legittimo dell’Honduras, parlano di circa 200 000 persone che in queste ore stanno occupando l’aereoporto internazionale di Tegucigalpa in attesa di Manuel Zelaya, il cui ritorno nel paese è previsto per oggi.
Al momento i militari non hanno opposto resistenza, anche se foto pubblicate da TeleSur mostrano la presenza di soldati francotiratori appostati sulle torri di controllo dell’aeroporto.. Nel messaggio inviato da Mel ai suoi connazionali egli dice: “saremo liberi o schiavi per sempre se non avremo il coraggio di difenderci”, invitando tuttavia i suoi sostenitori a una resistenza pacifica.... Continua a leggere...

Né interino, né provvisorio, non chiamatelo presidente in nessun modo. E' solo un viscido golpista.
Pochi lo sanno ma nel gruppo di giornalisti di diversi paesi che hanno accompagnato ieri il presidente Mel Zelaya nel suo viaggio da Managua fin dentro al territorio honduregno, c’è il giornalista italiano freelance Federico Mastrogiovanni, fondatore di Andinamedia.
Questo è il suo blog e questa la diretta con Radio Tra Mondo da Managua qualche ora prima della partenza verso Las Manos.

(28 luglio 2009)
Esattamente un mese fa, il presidente legittimo della Repubblica dell’Honduras, Manuel “Mel” Zelaya, veniva sequestrato da un commando golpista dando inizio così all’ultimo colpo di Stato nel XXI secolo. Di eversori in America latina continuano ad essercene moltissimi ma, soprattutto dopo la sconfitta del golpe in Venezuela dell’11 aprile 2002 si pensava che la forma golpe, i governi civico-militari, i cadaveri degli oppositori sul ciglio della strada, gli appoggi o i silenzio-assenso da parte dei grandi burattinai fossero cosa del passato.
Mel Zelaya nel corso di questo mese è diventato una sorta di simbolo. Questo non perché rappresenti un politico nel quale meriti necessariamente riconoscersi, ma per l’istituzione democratica che incarna rispetto all’istinto autocratico delle forze golpiste, intorno alle quali sta pascolando la peggior feccia della storia latinoamericana, sicari come Joya Améndola, neonazisti come Peña Esclusa, terroristi ... Continua a leggere...
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