Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
“Tener primeramente claro que el valor de la Tierra no tiene precio”.
“Innanzitutto essere consapevoli che il valore della Terra non ha prezzo”
Victor Ancalaf
Probabilmente Victor Ancalaf è venuto al mondo già segnato da un profondo attaccamento alla Terra. Quella che è venuta a mancare alla sua famiglia prima che lui nascesse. Nel 1960 infatti i suoi genitori, che vivevano a Nehuentué, rimasero senza un luogo dove vivere a causa del grande maremoto che inondò e distrusse completamente la costa sud del Cile, conosciuto come il Gran Terremoto del Cile. Egli nacque due anni dopo, nel 1962. Nel 1966 dovettero abbandonare quella zona perchè con tutta la comunità furono trasferiti altrove dallo stato cileno. Desplazados, come si dice in spagnolo, in una parola che difficilmente si riesce a tradurre in italiano. Da allora inizia la sua battaglia per il recupero delle terre del popolo mapuche. “Frei, non dimenticare che sei in terra mapuche” disse nel 1998 al presidente cileno Eduardo Freí Ruiz-Tagle, guardandolo dritto in faccia e interrompendo con altri 15 compagni il suo discorso presidenziale a Mininco, una località a sud del paese. ... Continua a leggere...
Il 13 maggio scorso 14 capi paramilitari colombiani, tra i quali Salvatore Mancuso, “Jorge 40” e “Don Berna” sono stati estradati negli Stati Uniti per essere giudicati per reati legati al narcotraffico.
La Commissione Interamericana dei Diritti Umani (CIDH) organismo dell’OEA, critica duramente questa estradizione, affermando che “va contro l’obbligo dello stato colombiano di garantire il diritto delle vittime alla verità, alla giustizia e al risarcimento dei crimini commessi dai gruppi paramilitari. L’estradizione impedisce l’indagine e il giudizio di crimini gravi per mezzo della Legge di Giustizia e Pace in Colombia e per i procedimenti ordinari della giustizia colombiana. Nega anche alle vittime la possibilità di partecipare direttamente alla ricerca della verità relativamente ai crimini commessi durante il conflitto e limita l’accesso al risarcimento del danno procurato. Inoltre questo atto interferisce con gli sforzi per determinare i vincoli tra gli agenti dello Stato e questi stessi capi paramilitari”.
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E’ una notizia ANSA di oggi. Da due anni alcuni genitori rom non hanno più notizie di 12 bambini che sono stati allontanati dalle loro famiglie dal Tribunale dei Minori di Napoli. Lo denuncia l’europarlamentare ungherese rom Viktoria Mohacsi. Alcuni erano accusati di accattonaggio, ma i genitori non sanno più che fine hanno fatto.
Forse per questo oggi un rom in provincia di Nola, si è recato con altri tre connazionali nella casa famiglia dove alloggiavano i suoi tre figli di un anno e mezzo, tre e sette anni dopo che gli erano stati tolti e portati via dal campo nomadi dove vivevano, ed è fuggito con loro.
Benedetto XVI circa un mese fa ha fatto un viaggio negli Stati Uniti. La sua visita è stata caratterizzata dal suo silenzio. Quello che ha molto poco cristianamente osservato sulla pena di morte e sulla guerra in Iraq.
Ma è stata anche caratterizzata per la condanna dura della pedofilia nel clero: “serve una purificazione totale!” aveva tuonato. “Mai più preti pedofili”.
Domenica 4 maggio 2008.
Pochi giorni dopo il suo arrivo dagli Stati Uniti. Basilica Santa Maria Maggiore a Roma. Il pontefice e Alemanno si incontrano dopo la messa e il neo sindaco di Roma si inchina e bacia la mano del papa. Di questo hanno parlato tutti i giornali.
Hanno però taciuto quasi tutti, ad eccezione del Manifesto, sul fatto che in compagnia del papa, ad officiare la messa c’era il cardinale Bernard Law, oggi arciprete della Basilica di Santa Maria Maggiore. Bernard Law fu arcivescovo di Boston dal 1984 al 2002 quando venne costretto a dimettersi da Giovanni Paolo II in seguito allo scandalo dei preti pedofili negli Stati Uniti. Egli avrebbe protetto alcuni preti pedofili della diocesi di Boston pur conoscendo i crimini di cui si erano macchiati. In particolare avrebbe volontariamente allontanato e spostato continuamente da una parrocchia all’altra padre John J. Geoghan, che nel marzo del 2002 fu condannato a dieci anni di carcere per aver abusato di un bambino di dieci anni. Dalle indagini e dal processo emerse che su padre Geoghan pendevano centotrenta denunce per fatti analoghi e che il sacerdote era stato coperto proprio dall’arcivescovo Law e da tutta la diocesi, costretta successivamente a pagare ingenti risarcimenti alle vittime degli abusi.
Mai più preti pedofili, ma che carriera per i preti che li hanno protetti, lasciandogli piena libertà di continuare ad abusare dei bambini...
Si respira nel paese un clima pesante di violenza. Una violenza che a volte germina e trova terreno fertile in una sottocultura fatta di simboli e immagini che ci riportano prepotentemente indietro di decenni.
Svastiche e immagini di Hitler e Mussolini nel computer di un quattordicenne che è accusato di aver seviziato, bruciandogli anche i capelli, un coetaneo; un ragazzo ammazzato di botte a Verona da cinque nazifascisti. Questi sono solo gli ultimi due episodi in ordine di tempo sui quali si impone una riflessione. Tanto più urgente dal momento in cui sembra trattarsi di fenomeni nei quali si può parlare di atteggiamenti maturati in seno a famiglie consapevoli e complici. Famiglie che hanno dissoluto il loro ruolo educativo delegandolo al branco, alla televisione, a internet. Libri e quaderni contro playstation e televisione, il tempo lento della riflessione sulla parola scritta contro la velocità dell’immagine. E la cultura, un tempo sogno e illusione, desiderio e speranza, oggi appare sempre più lontana, tanto lontana quanto la memoria della storia del nostro Paese. ... Continua a leggere...
Poeti, uscite dai vostri studi, aprite le vostre finestre, aprite le vostre porte, siete stati ritirati troppo a lungo nei vostri mondi chiusi. Scendete, scendete Dalle vostre Russian Hills e dalle vostre Telegraph Hills, Dalle vostre Beacon Hills e dalle vostre Chapel Hills, dalle vostre Brooklyn Heights e dai Montparnasse, giù dalle vostre basse colline e dalle montagne, fuori dalle vostre tende e dai vostri palazzi. Gli alberi stanno ancora cadendo E non andremo più nei boschi. Non è il momento ora di sedersi tra loro quando l'uomo incendia la propria casa per arrostire il maiale. Non si canta più Hare Krishna mentre Roma brucia. San Francisco sta bruciando... Continua a leggere...
In occasione del soggiorno romano di Lawrence Ferlinghetti il Comune di Roma e il Teatro di Roma propongono un programma intenso ed emozionante che spazia dalla parola poetica alle performance, dai video alle letture fino all'arte visiva; un tributo straordinario per celebrare il cantore della Beat Generation e per far conoscere la sua opera ai più giovani. L'istituzione Biblioteche di Roma inoltre festeggerà Ferlinghetti con un ampio programma di iniziative nelle biblioteche.
tutte le manifestazioni sono ad ingresso libero
16 maggio .08
Teatro India ore 21.30 e 23.00
Underwear azione pittoriche e poetiche
collezione archivio Francesco Conz, Verona ideazione Laura Zanetti e Francesco Conz scena e video Ferdinando Vicentini Orgnani
Nell’area esterna del teatro sarà allestita la mostra Underwear che testimonia il lavoro di Ferlinghetti nel campo dell’arte visiva. In quest’occasione Ferlinghetti si esibirà in una performance pittorica e poetica alle ore 21.30 e ore 23.00. Partendo proprio dalla poesia Underware che dà il titolo alla mostra, l’artista traccerà un percorso visivo nei luoghi della Beat Generation attraverso immagini girate a San Francisco proiettate direttamente sui muri del teatro India.
17 maggio .08
Teatro Tor Bella Monaca ore 21.00
Reading poetico
ideazione Laura Zanetti e Francesco Conz
Sarà il teatro di via Bruno Cirino, il più grande dei teatri di cintura del Teatro di Roma, ad ospitare alle ore 21.00 il Reading e il Bombardamento poetico di Lawrence Ferlinghetti, insieme al poeta un evento con Giorgio Albertazzi e Michele Placido, direttore artistico del teatro: un evento unico per ascoltare dal vivo la voce del grande maestro della Beat Generation. Per l’occasione verrà aperto il retro del palco della sala grande in modo da poter fruire lo spettacolo sia dall’interno che dall’arena esterna.
12_17 maggio .08
Bibliobeat 7 incontri sulla Beat Generation
a cura di Emanuele Bevilacqua e Maddalena Fallucchi
La rete delle Biblioteche di Roma ospiterà nei suoi spazi letture, proiezioni, incontri per la rassegna BIBLIOBEAT.
di Claudio Tognonato
«Ritardi» nei carteggi tra Italia e Uruguay: torna in libertà il capitano Nestor Troccoli, detenuto a Regina Coeli per la scomparsa di 6 cittadini italiani e 30 urugaiani. Era il solo dei 140 arrestati del Plan Condor a essere in prigione
L'ex capitano di vascello Néstor Troccoli, uruguayano, già membro dell'intelligence della dittatura del suo paese, accusato della scomparsa di sei cittadini italiani e arrestato a Salerno il 23 dicembre 2007 è stato rimesso in libertà. Il tribunale del riesame di Roma prima, la Cassazione uruguayana poi, ed infine Carlos Abin, ambasciatore del Uruguay in Italia, hanno ognuno fatto del loro peggio. Di 140 mandati di cattura nei confronti dei responsabili delle giunte militari e dei servizi di sicurezza che negli anni '70 hanno orchestrato il Plan Cóndor, la multinazionale del crimine organizzata da militari cileni, argentini, uruguaiani, paraguaiani boliviani e brasiliani, solo uno era finito in carcere. Ora anche lui è libero. Néstor Troccoli è stato scarcerato il 23 aprile. In realtà sarebbe uscito di prigione prima se non ci fosse stata una richiesta di estradizione della magistratura uruguayana che lo accusa della scomparsa di trenta cittadini del suo paese che erano fuggiti in Argentina nel 1978 e lì sono diventati desaparecidos. Troccoli, che da due anni risulta residente a Marina di Camerota ... Continua a leggere...
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