Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Caro Manifesto.....
pensavo che bastassero i vari La Repubblica, Liberazione e Libero nella veste di sbandieratori di falsità e luoghi comuni su Chávez e il Venezuela.
Perchè pubblicizzare in prima pagina un libro che parla di Hugo Chávez (il caudillo pop) e lo indica come “la nuova icona della sinistra che di fatto assomiglia più al Duce che a Manu Chao”?
Perchè riempirci di belle pagine su Che Guevara se poi in prima si pubblicizza “La via del Che – il mito di Ernesto Guevara e la sua ombra”? di Dario Fertilio, giornalista del Corriere della Sera?
E’ un caso che ambedue i libri siano editi dalla Marsilio Editori, che appartiene al Gruppo RCS e sotto la guida della famiglia De Michelis?
Perchè tante campagne abbonamenti, tante copie a 5 euro, “sostieni il mostro”, sostieni l’indipendenza ... se poi si fanno contratti con chi l’indipendenza l’ha persa da tempo?
E’ vero a sinistra va tanto di moda parlar male di Chávez e fare del revisionismo su tutto, anche su Ernesto Guevara , ma la coerenza, caro Manifesto, per alcuni è ancora un bene prezioso.
Mario Casasús, Brecha
24 agosto 2007
“Uruguay è parola di un uccello, o lingua dell’acqua, è sillaba di una cascata, è tormento di cristalleria”
Pablo Neruda, Canto generale
Neruda ha vissuto clandestinamente in Uruguay tra il 1953 e il 1956, a casa di Alberto Mántaras, nella località balneare di Atlántida.
Testimonianza di questa permanenza è l’erbario progettato per l’ Ode ai fiori di Datitla (testo pubblicato nel Terzo libro delle Odi; Losada 1957), rimasto inedito fino al 2003.
Il suo esilio fu dovuto alla relazione con Matilde Urrutia a differenza di quello che fu costretto a vivere quando in Cile dichiararono illegale il Partito Comunista e la sua carica di senatore fu revocata: allora attraversò le montagne a cavallo con destinazione Buenos Aires, dove Miguel Ángel Asturias gli prestò il suo passaporto per far sì che a Parigi, Picasso lo potesse presentare al Congresso Mondiale per la Pace.
La militanza del nostro poeta non è un segreto, di origini comuniste, diplomatico del Frente e della Unidad Popular, si ficcava in ogni pasticcio, come in Messico, quando liberò dal carcere il muralista Siqueiros o in Spagna, quando fece emigrare 2500 repubblicani sulla nave Winnipeg.
È da tempo che si dice che la morte di Neruda sia avvenuta più per tristezza che per cancro, io credo che il 23 settembre 1973 agirono entrambe le cause in maniera fulminante.
L’erbario fu composto in Uruguay insieme alla poesia Testamento del Canto Generale:
“Lascio ai sindacati del rame, del carbone e del salnitro la mia casa sul mare d’Isla Negra. Voglio che lì riposino i vessati figli della mia patria, saccheggiata da asce e traditori, dissipata nel suo sacro sangue, consumata in vulcanici brandelli”
Sono stati questi i versi che posero le basi del progetto che il poeta scelse di chiamare Cantalao: “Fondazione di Beneficenza senza fini ... Continua a leggere...
"Uruguay es palabra de pájaro, o idioma del agua, es sílaba de una cascada, es tormento de cristalería"
Pablo Neruda, Canto general
Mario Casasús, Brecha
24 agosto 2007
Neruda vivió clandestinamente en Uruguay entre 1953 y 1956, en casa de Alberto Mántaras en el balneario de Atlántida. Constancia de ello fue el herbario proyectado para la Oda a las flores de Datitla (texto publicado en el Tercer libro de las Odas; Losada 1957) que permaneció inédito hasta 2003.
Su exilio era ya por amores con Matilde Urrutia a diferencia del comienzo fugitivo cuando en Chile decretaron ilegal al Partido Comunista y a Neruda senador desaforado: cruza la cordillera a caballo con destino porteño, donde Miguel Ángel Asturias le prestaría su pasaporte para que finalmente Picasso lo presentara en París en un Congreso Mundial por la Paz.
La militancia de nuestro poeta no es un secreto, comunista de cepa, diplomático del Frente y la Unidad Popular, se metía en cada quilombo lo mismo en México, al liberar de prisión al muralista Siqueiros o en España al rescatar a 2,500 republicanos en el barco Winnipeg. Hace tiempo que se dice de la muerte de Neruda por tristeza más que por cáncer, yo creo que ambos de manera fulminante el 23 de septiembre de 1973. El herbario compilado en Uruguay junto al poema Testamento del Canto general:
"Dejo a los sindicatos
del cobre, del carbón y del salitre
mi casa junto al mar de Isla Negra.
Quiero que allí reposen los maltratados hijos de mi patria, saqueada por hachas y traidores, desbaratada en su sagrada sangre, consumida en volcánicos harapos."
Un italiano è stato arrestato, un altro è stato denunciato, per aver fatto il saluto nazista a Monaco durante l'Oktoberfest. Nel primo caso un uomo, di 32 anni di Lucca, è stato denunciato a piede libero ed allontanato dalla festa, dopo aver pagato una cauzione di 500 Euro. Nel secondo caso un trentenne di San Donà di Piave (TV) si è rifiutato di pagare la cauzione ed è stato così arrestato per essere giudicato in direttissima dal competente giudice di Monaco. (Fonte La repubblica)
Mica come da noi....
Il 29 settembre scorso, agenti del DAS accompagnati da circa 50 soldati hanno perquisito la sede dell’Associazione Contadina della Valle del fiume Cimitarra (ACVC) e hanno arrestato quattro suoi attivisti. Si tratta di Andrés Gil, Oscar Duque, Evaristo Mena e Mario Martínez.
Al momento non sono state rese note le accuse mosse contro di loro.
Il presidente Alvaro Uribe in passato aveva accusato spesso l'ACVC, che rappresenta una delle associazioni di contadini più importanti in Colombia, di essere il “braccio politico” della guerriglia e i suoi attivisti sono stati oggetto di minacce e atti intimidatori. Gli attivisti arrestati già erano stati perseguiti in ragione del loro impegno come attivisti sociali a favore delle comunità di contadini del Magdalena Medio.
Oscar Duque fu arrestato arbitrariamente nell’ottobre del 2006 e rilasciato dopo pochi giorni grazie alla pressione internazionale e nazionale.... Continua a leggere...
Sono corpi, signore...
(un soldato al giornalista José Antonio del Campo, di El Día)
Tlatelolco 68
Jaime Sabines
1.
Nessuno conosce il numero esatto dei morti,
nemmeno si conoscono gli assassini,
nemmeno il criminale.
(Sicuramente già ha raggiunto la storia
quest’uomo piccolo in ogni sua parte,
incapace di tutto meno che del rancore.)
Tlatelolco sarà ricordato negli anni a venire
come oggi parliamo del Rio Blanco e Cananea,
ma questo fu ancora peggio,
qui hanno ucciso il popolo:
non erano operai barricati in sciopero, erano donne e bambini, studenti,
giovani quindicenni,
Sara Wasington, 22 anni uccisa e gettata in un lago dal fidanzato.
L’ennesima vittima in Italia della follia omicida di fidanzati e mariti nei confronti delle loro compagne. Sembra di stare nel Messico di Ciudad Juárez, un “femminicidio” costante a tutti gli effetti.
E’ triste dirlo, ma quando vostra figlia vi dirà: “sai mamma, ho conosciuto un ragazzo...” per il suo bene consigliatele di passare prima in Questura per sporgere denuncia cautelativa e lasciare le generalità del futuro....killer...ehm...scusate marito...”
Con tanta tristezza e anche tanta rabbia.
P.S. La Repubblica stamattina a pag. 21 riportava la notizia con questo titolo: Torino, uccisa e getatta nel lago dal fidanzato, sull'edizione online si specifica che l'assasino non è il fidanzatao ma il suo più caro amico che probabilmente l'ha ammazzata perchè voleva stare con lei e lei non voleva...
Ovviamente non cambia il senso del fatto che le donne stanno diventando carne da macello, sia per un marito, che per un fidanzato, per un amico...e come fa ben notare Gennaro Carotenuto, la notizia scivola lentamente verso il fondo, fino alla prossima esecuzione..
Francisco Paredes Ruiz
Di Edmundo Reyes Amaya e di Gabriel Alberto Cruz Sánchez, i militanti del EPR (Esercito Popolare Rivoluzionario) scomparsi il 25 maggio scorso, non si hanno più notizie ormai da quattro mesi.
Le autorità messicane negano che i due siano detenuti, ma voci sempre più insistenti dicono che siano tenuti prigionieri nel Campo Militar N. 1 di Città del Messico.
Mentre l’America Latina va progressivamente democratizzandosi e si lascia alle spalle gli anni bui delle dittature, il Messico invece sembra guardare al passato e la società civile è scossa dal ripetersi sempre più spesso di fatti che caratterizzarono la “guerra sucia” degli anni ’70.
Sparizioni, torture, arresti arbitrari e la paura tra la popolazione...
E’ del 26 di settembre la notizia della scomparsa di un’altra persona, a Morelia, Michoacán, come ha denunciato la Lega Messicana per la Difesa dei Diritti Umani (Limeddh).
Si tratta di Francisco Paredes Ruiz, 58 anni, ex guerrillero appartenente negli anni ’70 al Movimento Armato Rivoluzionario (MAR). Nel 1971 fu condannato per cospirazione, associazione a delinquere, detenzione illegale di armi, furto e possesso di documenti falsi.
Son ya 4 meses que desaparecieron Edmundo Reyes Amaya y Gabriel Alberto Cruz Sánchez, los integrantes del EPR (Ejercito Popular Revolucionario) y de ellos desde el 25 de mayo no se conoce su paradero.
Las autoridades méxicanas niegan que los dos sean detenidos en algun penal, sin embargo se vocifera que ellos se encuentran el Campo Militar Número 1 de la Ciudad de México.
Mientras toda America Latina se va progresivamente democratizando y se deja a las espaldas los años terribles de las dictaturas, México parece mirar hacia atrás y la sociedad civil està estremecida por el repetirse de acontecimientos que caracterizaron la “guerra sucia” de los ’70.
Desapariciones, torturas, detenciones arbitrarias, miedo entre la población....
Es del 26 de septiembre la noticia de la desapareción de otra persona en Morelia, Michoacán, como denunciado por la Liga Mexicana por la Defensa de los Derechos Humanos (Limeddh).
Se trata de Francisco Paredes Ruiz, 58 años, ex guerrillero perteneciente al exinto Movimiento Armado Revolucionario (MAR). En 1971 fue condenado por cospiración, asociación delictuosa, portación ilegal de arma prohibida, robo e uso de documentos falsos.
Di Annalisa (del 28/09/2007 @ 20:13:08, in Perù, linkato 1986 volte)
Lo aveva previsto perfino Mario Vargas Llosa in un suo articolo del 16 gennaio scorso che sarebbe successo. Scriveva allora infatti: “El ojo que llora” (L’occhio che piange), in “un paese dove tutto è possibile, potrebbe essere distrutto da una singolare congiuntura di ignoranza, stupidità e fanatismo”.
E così è stato, il singolare monumento, costruito in memoria delle circa 70 mila vittime del conflitto in Perù negli anni compresi tra il 1980 e il 2000, domenica 23 settembre è stato il bersaglio mirato di un atto vandalico e non privo di inquietanti interrogativi (vista l’estradizione di Fujimori in Perù), da parte di un gruppo armato di circa venti persone, che si sono introdotte nel complesso dell’Alameda della Memoria in Campo di Marte a Lima, minacciando e immobilizzando il custode.
“El Ojo que llora” è una creazione della scultrice olandese, ma residente in Perù da circa 40 anni, Lika Mudal, la quale per commemorare le vittime, ... Continua a leggere...
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