Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
“La parola d’ordine dei Consigli di fabbrica e del controllo della produzione, cioè l’organizzazione di massa di tutti i produttori per l’espropriazione degli espropriatori, per la sostituzione del proletariato alla borghesia nel governo dell’industria e quindi necessariamente dello Stato” - Antonio Gramsci (“il nostro programma” da L’Ordine nuovo 1924)
E allora se per Gramsci agli inizi del ‘900 l’assalto allo Stato da parte del proletariato partiva dalla conquista dell’industria e delle strutture di produzione, dall’ “espropriazione degli espropriatori”, oggi ha ancora senso immaginare uno scenario simile?
E chi sono oggi gli “espropriatori”?
Si possono ancora identificare con gli industriali? Chi sono oggi gli Olivetti, gli Agnelli e i De Benedetti del 1920?
Così come gli espropriatori di allora hanno significativamente compiuto un balzo in avanti trasformandosi oggi nei centri finanziari di accumulo di denaro e capitale, cuore e motore nevralgico del paese e del suo sviluppo, nella stessa misura tale salto qualitativo dovrebbero compierlo coloro i quali sognano l’assalto allo Stato.
La finanza e i grandi centri finanziari, le banche, le assicurazioni, le borse, sono i punti sensibili dai quali entrare.
Come farlo? E soprattutto chi può farlo?
I rivoluzionari di ieri e anche quelli di oggi, per poter diventare i rivoluzionari di domani dovrebbero smettere gli abiti sdruciti della piazza, le tute delle fabbriche e indossare giacca e cravatta…
Ingrid Betancourt abbraccia il generale Mario Montoya il giorno della sua liberazione. Il generale Montoya si è recentemente dimesso dalla sua carica seguito dello scandalo dei "falsi positivi" , cioè persone sequestrate dall'esercito, poi uccise e fatte passare come appartenenti alle FARC. Si parla di migliaia di giovani innocenti.
Probabilmente Guido Piccoli è riuscito ad essere come l’elefante nella cristalleria organizzata dal comitato Con Ingrid Betancourt a Bologna il 16 dicembre scorso per promuovere la candidatura dell’ex senatrice colombiana al Premio Nobel per la Pace e dove Ingrid Betancourt ha ricevuto dal sindaco Sergio Cofferati la cittadinanza onoraria. All’evento hanno partecipato anche il presidente nazionale di Amnesty International, Paolo Pobbiati, l'attrice Margaret Collina, i cantanti Luca Barbarossa, Francesco Baccini e Marina Rei, e il giornalista dell’Unità Maurizio Chierici anche lui impegnato da tempo nella promozione della candidatura di Ingrid Betancourt al premio Nobel.
Qui di seguito la relazione che fa Guido Piccoli della serata, con i link per ascoltare sia il suo intervento che la risposta, (stizzita?) di Ingrid Betancourt...
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di Guido Piccoli:
Il 16 dicembre scorso Ingrid Betancourt è venuta a Bologna per ricevere la cittadinanza onoraria e per partecipare ad una grande iniziativa in suo onore organizzata dal Comitato Betancourt per promuovere la Fondazione Betancourt. Tra gli invitati, oltre ad alcuni cantanti, il giornalista Maurizio Chierici, il presidente di Amnesty International-Italia Paolo Pobbiati, anche il sottoscritto. Un invito gradito e inatteso, perché agli organizzatori erano certamente note le mie idee sul conflitto colombiano e, più in particolare, le mie perplessità su quanto espresso dalla Betancourt dal giorno della sua liberazione. In verità confesso che pensavo di essere estromesso, con una scusa o l’altra, in prossimità dell’evento. Mi sbagliavo.
"una madre de un muchacho del barrio Soacha que gritaba al descubrir que el cadáver de su hijo había sido presentado como guerrillero, posteriormente se descubrió que el muchacho en cuestión había sido secuestrado."
Quizás el periodista y escritor Guido Piccoli, el mayor conocedor italiano de la realidad colombiana,
autor del libro “El sistema del Pájaro. Colombia, paramilitarismo y conflicto social” (2005), se pareció a un elefante en la cristalería organizada el 16 de diciembre pasado por el comité Con Ingrid Betancourt a Bologna, para promover la candidatura de la ex senadora colombiana al Premio Nobel de la Paz. En esa ocasión Ingrid Betancourt recibió por el alcalde Sergio Cofferati la ciudadanía honoraria.
Participaban también el presidente nacional de Amnesty International, Paolo Pobbiati, la actriz Margaret Collina, los cantantes Luca Barbarosa, Francesco Baccini y Marina Rei y el periodista del diario l’Unità, uno de los promovedores de la candidatura de ingrid Betancourt al Premio Nobel de la Paz.
En seguida la intervención de Guido Piccoli y la respuesta (audio) de Ingrid Betancourt, claramente molesta...
por Guido Piccoli:
Les agradezco por haberme invitado.
No quisiera ser el aguafiestas de esta ocasión. Comencé a interesarme de la situación colombiana….no, antes de comenzar pongo un despertador para dentro de cinco minutos. Apenas suene, termino, así como he prometido, ok! Bueno. Comencé a conocer, a amar y a escribir sobre Colombia a finales de los años ochenta, en le época de Pablo Escobar. Por aquel entonces, todos, tanto periodistas como amigos, me preguntaban por Escobar, me pedían que escribiera sobre él… me preguntaban si le había encontrado. El mal en persona.
Es emocionante estar al lado de Ingrid Betancourt. Ya le había visto y estoy muy contento de poder abrazarle. Ahora con Ingrid, del mal en persona pasamos al bien en persona. Es la única mejoría que noto, en verdad. Colombia no ha mejorado mucho en los últimos 15-20 años.
Mi tarea es la de ampliar un poco la perspectiva. Porque si el objetivo fuera solamente su vivencia, tendríamos una visión falsa de Colombia.
Si nos detuvieramos solo en su vivencia veríamos un solo delito del cual escandalizarnos. ... Continua a leggere...
All'ambasciatore di Israele a Roma
GHIDEON MEIR
Desidero con questa comunicare la mia profonda condanna per i gravissimi crimini contro l’umanità che il suo paese, Israele, sta compiendo in queste ore contro la popolazione civile di Gaza e per quelli commessi fino a questo momento in quella regione, trasformandola di fatto in una immensa prigione a cielo aperto, dove vengono da voi negati sistematicamente i più elementari diritti umani.
Privare un milione e mezzo di persone dei generi di prima necessità giustificando questo con motivi di sicurezza è inaccettabile e umanamente discutibile, e viola inoltre qualsiasi trattato internazionale.
L’arroganza che contraddistingue da sempre il vostro agire, le violazioni costanti dei diritti umani, la violenza dei vostri attacchi “chirurgici”, il fatto di impedire che viveri e medicinali possano entrare nella striscia di Gaza o che i feriti possano essere trasportati fuori per le cure, fa di voi, per questo, uno Stato che merita condanna e disprezzo.
Annalisa Melandri
La mattanza di narcotrafficanti colombiani avvenuta lo scorso mese di agosto a Paya, nella provincia meridionale di Peravia, nella Repubblica Dominicana, ha scosso profondamente il paese.
Che questo fosse da tempo diventato crocevia e porto finale di un notevole traffico di stupefacenti dalla Colombia, era cosa nota ma che in questo traffico fossero implicati in maniera così evidente ambienti militari, istituzionali e politici è stata la notizia che ha fatto aprire gli occhi di tutti sul fatto che la Repubblica Dominicana da qualche anno a questa parte si sta convertendo in una sorta di narco Stato, anche se il fenomeno non ha ancora raggiunto i livelli macroscopici di Colombia e Messico, tanto per citare due paesi le cui vicende in materia di traffico di stupefacenti risaltano maggiormente all’ attenzione dei media di casa nostra.
Il 4 agosto scorso, sei colombiani e un nicaraguense, che poco prima erano sbarcati sulla costa con 1200 kg di cocaina e che per questo carico dovevano ricevere 15 milioni di pesos, sono stati trucidati a colpi di arma da fuoco poco lontano dalla loro abitazione sul mare, dove da tempo vivevano indisturbati e da dove è stato trafugato sia il carico di droga che una ingente somma di danaro in contanti.... Continua a leggere...
Non so che succede fuori da questo inferno, ma mi auguro fortemente che le masse si mobilitino, così come ad Atene hanno fatto per la morte di un ragazzino ucciso da un fascista travestito da poliziotto.
Qui siamo quasi a 300 morti, molte le donne e i bambini.
E' il momento una volta per tutte di mettere Israele in un angolo, e condannarlo per i suoi atroci crimini contro l'umanità. Alzate la vostra voce di indignazione, come noi urliamo di dolore e disperazione.
Guernica è uscita dalla tela e si è trafigurata in realtà in questo inferno.
Mentre il presidente colombiano Álvaro Uribe nel suo messaggio di Natale al paese afferma che secondo lui non si può costruire la pace in Colombia con”i terroristi”, con quelli che “semplicemente non fanno altro che spargere il sangue del popolo colombiano”, noi non possiamo invece non ricordare che proprio i suoi militari, i corpi di polizia, i paramilitari che lavorano per il Potere in Colombia sono quelli che si macchiano dei crimini più sanguinari e violenti, ultimo tra i quali l’uccisione da parte di membri dell’esercito di Edwin Legarda, marito di Aida Quilcué, leader indigena del CRIC.
Contrariamente alle parole di Uribe che non lasciano spazio al dialogo e a trattative, autorevoli esponenti della comunità internazionale, tra i quali spiccano nomi illustri da sempre impegnati nella risoluzione di conflitti diversi da quello colombiano, affermano invece di voler appoggiare e sostenere un dialogo e uno scambio epistolare con il Segretariato Maggiore delle FARC-EP, confidando sulle capacità di mediazione della senatrice Piedad Còrdova, che gode della fiducia della guerriglia colombiana.
Un segnale importante che, contro la miopia e l` ottusità del presidente colombiano il quale continua a proporre al suo paese la soluzione militare come l’unica possibile, apre nuovi spiragli di speranza.AM
Mientras que el presidente colombiano Álvaro Uribe en su mensaje de Navidad reitera que no se puede construir la paz en Colombia con “los terroristas”, con los que “simplemente lo que hacen es derramar la sangre al pueblo colombiano”, nosotros no podemos olvidar que propio sus militares, sus cuerpos policiales, los paramilitares que trabajan por el Poder en Colombia son los que se manchan de los crimenes mas sangrientos y violentos, por último el asesinato por parte de miembros del ejército, de Edwin Legarda, esposo de Aida Quilcué, lider indìgena del CRIC.
Contrariamente a las palabras de Uribe, que no dejan espacio al diálogo y a negociaciones, notables expónentes de la comunidad internacional, entre quienes destacan nombres ilustres desde tiempo comprometidos con la busqéda de paz en conflíctos diferentes del colombiano, afirman de quere apoyar y sustentar un diálogo y un intercambio epistolar con el Segretariado Mayor de las FARC – EP, confiando en las capacidades de mediación de la senadora Piedad Córdoba que goza de la confianza de la guerrilla colombiana.
Una signal importante que contra la miopía y la torpeza del mandatario colombiano quien sigue proponiendo a su país la solución militar cómo la única posible, deslumbra nuevos rayos de esperanza.AM.
Signori
Firmatari della lettera dell’11 settembre 2008
Alla Senatrice Piedad Córdoba
Ai Signori del
Segretariato dello Stato Maggiore Centrale delle FARC-EP
Al comandante Alfonso Cano
I sottoscritti firmatari di questa lettera, donne e uomini di diversi luoghi del pianeta, interessati alla realtà della Colombia, non indifferenti bensì preoccupati/e per i gravi fatti che ogni giorno degradano la vita e le libertà del suo popolo, costernati/e per l’oscuro futuro del paese e nello stesso tempo incoraggiati/e per i segni sociali e politici che provengono dalle sue lotte, desideriamo esprimere il nostro sostegno a quelle volontà che intraprendono un dialogo e che attraverso di esso illumina la profonda certezza di trovare vie d’uscita degne e giuste al conflitto sociale, politico, armato che va avanti da decenni;
In questo senso, sostenitori e sostenitrici delle differenti voci di pace e giustizia, tra queste manifestazioni di speranza facciamo nostra e appoggiamo la lettera che lo scorso mese di settembre 2008, promossa dalla senatrice Piedad Córdoba, con l’urgenza di compiere passi verso la comprensione, chiedendo che spazi di dialogo siano aperti dall’insorgenza colombiana con la società civile nazionale e internazionale, iniziando uno scambio epistolare con il Segretariato delle Forze Armate Rivoluzionarie di Colombia, FARC-EP.
Conoscendo la risposta positiva delle FARC-EP a questa proposta e la loro conferma, vogliamo pubblicamente ed esplicitamente appoggiare questo scambio epistolare e il suo dovere etico, sicuri del fatto che migliaia e migliaia di voci si uniranno, chiedendo il dialogo, al quale speriamo possa unirsi anche l’Esercito di Liberazione Nazionale, ELN, tanto rispetto a necessarie soluzioni umanitarie e di diritto internazionale applicabili al confronto, quanto per accogliere questo supremo proposito di andare verso obiettivi finali basati su ideali di giustizia per tutti.
Sappiate che potete disporre dei nostri sforzi e dei nostri mezzi per accompagnare risolutamente questo processo da spazi della comunità internazionale, facendo nostro l’interesse comune di costruire una pace fondata sulla ragione e la giustizia sociale.
Primi firmatari:
Adolfo Pérez Esquivel, Premio Nobel de la Paz, Argentina.
James Petras, profesor emérito Universidad de Binghamton, New York, Estados Unidos.
François Houtart, profesor emérito Universidad de Lovaina, Bélgica.
Olivier BESANCENOT, Porte Parole de la Ligue Communiste Révolutionnaire (France)... Continua a leggere...
(19 Dicembre 2008)
I soldati di 42 campi dell'esercito greco dichiarano: "CI RIFIUTIAMO DI DIVENTARE UNA FORZA DI TERRORE E DI REPRESSIONE CONTRO LE MOBILITAZIONI; APPOGGIAMO LA LOTTA DEGLI STUDENTI DI SCUOLA/UNIVERSITA' E DEI LAVORATORI"
"Siamo dei soldati da ogni parte della Grecia Soldati ai quali, a Hania, è stato ordinato di opporsi a studenti universitari, lavoratori e combattenti del movimento movimento antimilitarista portando le nostre armi e poco tempo fa. Soldati che portano il peso delle riforme e della "preparazione" dell'esercito greco. Soldati che vivono tutti i giorni attraverso l'oppressione ideologica del militarismo, del nazionalismo dello sfruttamento non retribuito e della sottomissione ai "nostri superiori". Nei campi dell'esercito nei quali serviamo, sentiamo di un altro "incidente isolato": la morte, provocata dall'arma di un poliziotto, di un quindicenne di nome Alexis."
"Sentiamo di lui negli slogan portati sopra le mura esterne del campo come un tuono lontano. Non sono stati chiamati incidenti anche la morte di tre nostri colleghi in agosto? Non è stata pure chiamata un incidente isolato la morte di ciascuno dei 42 soldati che sono morti negli ultimi tre anni e mezzo? Sentiamo che Atene, Thessalonica ed un sempre crescente numero di città in Grecia sono diventate campi di agitazione sociale, campi dove viene recitato fino in fondo il risentimento di migliaia di giovani, di lavoratori e di disoccupati. Vestiti con uniformi dell'esercito ed "abbigliamento da lavoro", facendo la guardia al campo o correndo per commissioni, facendo i servitori dei "superiori", ci troviamo ancora lì in quegli stessi campi." ... Continua a leggere...
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