Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
E se la paura fosse anche questa sottile inquietudine, questa angoscia che preme in petto ma non ha parole?
E se in alcuni momenti celebrassero il sabba nella mia mente tutti i fantasmi di una vita, gli scheletri dei miei armadi, i miei carnefici e i miei tiranni, le streghe e le arpie che ho incontrato e che a fuoco mi hanno segnata?
E se la poesia fosse soltanto uno sberleffo alla speranza?
Ma ci sono angeli da queste parti?
Quelli che non vedi ma ti sfiorano le braccia.
Quelli che percepisci soltanto per il loro invisibile profumo.
No, quelli finiscono sempre nel buco nero dei se fosse.
Tra il serio e il faceto, con simpatia ai miei lettori:
...
Si è acceso da qualche giorno su questo sito un dibattito (che non aveva nulla a che vedere con l'argomento iniziale del post) assai interessante sul fatto che alcuni di coloro che usufruiscono di questo spazio, lo fanno utilizzando nickname o pseudonimi diversi per commentare nei post pubblicati.
Il loro utilizzo ovviamente non ha nulla a che vedere con il disturbo di natura psichiatrica di ben più grave entità di chi soffre di personalità multipla e quindi a Sigmund Freud e Carl Gustav Jung, che tempestivamente sono intervenuti, consiglio simpaticamente di non scomodarsi tanto e di dedicare i loro studi e rivolgere le loro diagnosi a casi ben più importanti e seri. Non ho mai detto né suggerito che la “malattia” debba fare il suo corso. Ho solo scritto che faccio fatica a seguirvi in questa discussione, ma è una difficoltà legata esclusivamente al fatto che almeno io quando devo dire qualcosa a qualcuno preferisco dirgliela con nome e cognome o altrimenti sto zitta. Dire a qualcuno per esempio “sei un cretino” utilizzando un nickname è secondo me l’equivalente del tacere. Il qualcuno non saprà mai o non avrà mai la certezza di sapere che sono stata io a dirgli “cretino”. E che gusto c’è?... Continua a leggere...
A Roma è iniziata il 26 giugno la Festa de l’Unità che a differenza dell’anno scorso non si chiama Democratic Party. Per fortuna. Visto che “We can!” non ha funzionato, meglio tornare alle origini. Adesso lo slogan della festa è “Ciao, bella!”, che, come sottolineano i promotori, dovrebbe prendere “spunto della celebre canzone partigiana e dai “ valori della Resistenza e della Costituzione, fondativi del partito che stiamo costruendo”. Intanto c’è da dire che ieri sera a due giorni dall’apertura non si riusciva a trovare da nessuna parte uno straccio di programma su interventi e dibattiti. E’ chiaro che se il dialogo con Berlusconi è sepolto vivo, nel senso che può sempre risorgere, (altrimenti perchè aspettare ottobre per la grande manifestazione nazionale di protesta? perchè fa più fresco?) quello con il popolo di sinistra è ormai proprio morto e sepolto. Gli hanno proprio staccato la spina. Le uniche date certe alla Festa de l’Unità di Roma al momento sono quelle dei concerti. A pagamento. Almeno quelle!. L’altra cosa certa è che se ci andate fatelo con il portafoglio pieno perchè più che a una Festa de l’Unità sembra di stare a Porta Portese. Quindi se sperate di trovare stand informativi, spazi culturali, rassegne di qualsiasi tipo, appunto rassegnatevi perchè non c’è praticamente nulla o quasi di tutto ciò. Invece ci sono collanine, spillette e orribili poster del Che (in un patetico stand cubano), sandali di cuoio fatti a mano e incensi. Questa signori è la sinistra. E non dite che è morta.
P.S. Dimenticavo, l’altro grande assente della festa : lo scontrino fiscale. Praticamente nelle due ore nelle quali sono stata seduta per la cena al ristorante (uno dei tanti, mica si campa di sola cultura d’altra parte!) non ne ho visto emettere nemmeno mezzo da parte dei due solerti cassieri in occhiali adibiti alla riscossione dei conti. Hanno iniziato a farli non appena uno dei ragazzi che serviva ai tavoli gli ha detto che c’era una cliente (io) che stava reclamando per il suo mancato scontrino fiscale.
Temo che abbiano pensato: ma non eravamo tutti compagni?
Santo subito!
Motivos para una renuncia y la construcción de la Nueva Colombia
La caída del régimen narco-paramilitar es inminente. Motivos hay suficientes. Es necesario adelantar todo lo necesario para un Nuevo Gobierno de Reconstrucción y Reconciliación Nacional que nos enrumbe hacia la Nueva Colombia.
El régimen narco-paramilitar de Álvaro Uribe Vélez ha colapsado. Sus prácticas fraudulentas y mafiosas lo han llevado hasta allá. Este llamamiento es a todas las fuerzas democráticas de Colombia para construir un nuevo país.
MOTIVOS
El narco-paramilitar presidente Uribe Vélez debe renunciar porque:
1- Su elección en el año 2006 estuvo sustentado en un acto ilegal, fraudulento, con la práctica del delito de co-hecho como ya no sólo es conocido por toda Colombia sino está legalmente comprobado por la Corte Suprema de Justicia.
2- Su elección del 2002 fue realizado bajo las condiciones de un fraude instrumentado en la Registraduría Nacional del Estado Civil y en las armas de los narco-paramilitares, hecho estos que se repitieron también en las elecciones del 2006. En ambos casos, Jorge Aurelio Noguera Cotes fue el instrumentador del ilícito.
3- Sus dos elecciones -2002 y 2006- estuvieron sustentados en los votos de los narco-para-congresistas uribistas. En el 2006 fue elegido por los votos fraudulentos de los narco-para-políticos y los 35 parlamentarios presos le significaron más de 1’300.000 votos. ... Continua a leggere...
la foto è stata scattata a Firenze durante i cortei che si dirigevano al festival alle Cascine
“Il Festival nazionale de “L’Unità” per il 1975 si è svolto a Firenze, alle Cascine, dal 30 agosto al 14 settembre. Un programma fitto ogni giorno di spettacoli, proiezioni, concerti e dibattiti, un susseguirsi di avvenimenti culturali che ha coinvolto tutta la città. La giornata conclusiva si è aperta con una grande manifestazione alla quale hanno preso parte un milione di persone: due interminabili cortei si sono mossi contemporaneamente da Piazza della Libertà e da Porta Romana per confluire, dopo aver attraversato il centro della città, sul viale delle Cascine, davanti al palco del Comitato centrale e delle delegazioni ospiti. Un milione di persone giunte in gran parte da tutta Italia con treni speciali, centinaia e centinaia di pullman, carovane di auto.”
(Tratto da ALMANACCO PCI ’76)
Liberata Ingrid Betancort e con lei altri 14 ostaggi con un blitz delle forze armate colombiane. Lo ha annunciato il ministro della difesa Juan Manuel Santos. Leggi Ansa.
E’ la grande notizia. Forse la notizia più attesa degli ultimi tempi.
Quella che dall’Europa all’America da tempo avremmo voluto ricevere. Ingrid Betancourt, 46 anni, di cui gli ultimi sei trascorsi nella foresta nelle mani della guerriglia colombiana delle FARC è stata liberata insieme a tre cittadini americani (tre “contractors” accusati dalla guerriglia di essere al soldo della Cia) e a 11 colombiani membri dell’Esercito e della Polizia.
Le ultime notizie che avevamo di lei, pochi mesi fa, la davano quasi in fin di vita. Probabilmente le sue condizioni non erano così gravi, certo è che le sue immagini e le sue parole giunte fino a noi sotto forma di una missiva riservata inviata alla madre e poi invece fatta circolare su tutti i giornali e pubblicata anche sotto forma di libro, testimoniavano di una donna visibilmente provata nel fisico e nell’animo da anni di prigionia in condizioni difficili.
Si è già ricongiunta ai suoi familiari, ai figli, al marito, alla madre e alla sorella, che con fiducia e speranza ammirevoli le sono stati vicini in tutto questo tempo, che hanno sempre parlato in nome e per conto di Ingrid, madre, sorella, figlia e moglie, ma anche in nome e per conto di tutti gli altri ostaggi, spesso dimenticati dai media, e in nome e per conto di un popolo, quello colombiano che non merita di vivere un conflitto così lungo e violento sulla propria pelle. Familiari che pur nella tragedia della situazione, anche in momenti particolarmente drammatici, hanno sempre dovuto con dignità e umiltà mediare tra le intemperanze ... Continua a leggere...
Siccome la manifestazione è anche contro i provvedimenti sulle intercettazioni promossi dal governo Berlusconi e siccome sono settimane che leggo che editori e giornalisti sono sul “piede di guerra”, mi piacerebbe sapere chi tra questi (editori e giornalisti) ha aderito e parteciperà domani alla manifestazione.
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