Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Raccogliendo l’invito rivolto alla comunità internazionale dal MOVICE, Movimento Nazionale delle Vittime dei Crimini di Stato, lo storico Gennaro Carotenuto, lo scrittore e giornalista Guido Piccoli, la giornalista Stella Spinelli di Peace Reporter e la sottoscritta Annalisa Melandri, si fanno promotori di questo appello per chiedere al governo di Álvaro Uribe le immediate dimissioni del suo consigliere José Obdulio Gaviria, il quale con le sue scellerate dichiarazioni rivolte alla stampa colombiana in cui ha bollato la marcia del 6 marzo scorso promossa dal MOVICE, come “organizzata dalle FARC” ha messo gravemente in pericolo la vita di tutti coloro che si sono impegnati nella sua organizzazione.
Dal 6 marzo ad oggi, infatti, già quattro sindacalisti sono stati assassinati e altri 40 tra attivisti sociali, difensori dei diritti umani e semplici cittadini, hanno ricevuto minacce di morte da un’organizzazione paramilitare che ha firmato i suoi comunicati come “Aguilas Negras en rearme”(Aquile Nere in riarmo).
Vi saremo grati se vorrete aderire numerosi....(la lista delle adesioni verrà aggiornata continuamente).
I sottoscritti sono estremamente preoccupati per l’immediato pericolo di vita nel quale versano centinaia di dirigenti di associazioni in difesa dei diritti umani colombiane che hanno organizzato la grande manifestazione contro il Terrorismo di Stato in Colombia dello scorso sei marzo, alla quale hanno preso parte attiva centinaia di associazioni della società civile colombiana e oltre 300.000 persone.
A seguito delle dichiarazioni del consigliere del presidente Álvaro Uribe, José Obdulio Gaviria, che ha bollato la manifestazione come “organizzata dalle FARC”, gli squadroni della morte del gruppo paramilitare che firma le proprie azioni come “Aguilas Negras” hanno assassinato in rapida sequenza quattro dirigenti sindacali e di ONG che avevano promosso la manifestazione, ne hanno sequestrati altri due, minacciato direttamente altri 40, mentre decine di altri versano in immediato pericolo di vita.
Ci uniamo pertanto al MOVICE (Movimento Nazionale delle Vittime dei Crimini di Stato) e a decine di altre sigle della società civile colombiana, nell’esigere le dimissioni di José Obdulio Gaviria, personaggio da più parti accusato di essere organico sia al paramilitarismo che al narcotraffico, ma che continua ad essere tra i più stretti collaboratori del presidente Álvaro Uribe.
Chiediamo inoltre ai governi dell’Unione Europea e al Parlamento Europeo, nonché ai governi latinoamericani, di effettuare urgenti pressioni sul governo colombiano perché difenda l’integrità fisica di tutte le persone sotto minaccia, individui e fermi gli autori dei quattro omicidi e degli altri crimini che si attribuiscono a gruppi paramilitari che il governo colombiano sostiene essere da tempo smobilitati.
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Acá el testo en castellano del Llamado urgente en defensa de las asociaciones para los DDHH en Colombia.
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Promotori:
Annalisa Melandri, traduttrice Gennaro Carotenuto, storico, Università di Macerata Guido Piccoli, scrittore, giornalista Stella Spinelli, giornalista Peace Reporter
Primi firmatari:
Luigi Ciotti, sacerdote, Italia Noam Chomsky, linguista, MIT, Stati Uniti Gianni Minà, giornalista, Italia Beppe Grillo, comico, Italia Frei Betto, scrittore, Brasile Martín Almada, premio Nobel Alternativo per la Pace 2002, Paraguay Vittorio Agnoletto, parlamentare europeo, Italia Jose Luíz Del Roio, senatore, Italia/Brasile Francesco Martone, senatore, Italia Ramon Mantovani, deputato, Italia Meri Lao, Meri Lao, musicista e scrittrice, Uruguay/Italia Hernando Calvo Ospina, giornalista Le Monde Diplomatique, Colombia/Francia Maurizio Matteuzzi, giornalista Il Manifesto, Italia Raúl Zibechi, giornalista, Uruguay Maurizio Chierici, giornalista L’Unità, Italia Meir Margalit, storico, Israele
Emanuele Giordana,giornalista, Italia Luciano Scateni, giornalista, scrittore, Napoli Antonio Vermigli, Rete Redié Resc, Italia Santiago Alba Rico, scrittore, Spagna Rocco Altieri direttore Quaderni Satyagraha, Italia Mario Amorós, storico e giornalista, Spagna Atilio Borón, filosofo, Argentina Stella Calloni, scrittrice e giornalista, Argentina Mario Casasús, giornalista, Messico James Cockroft, accademico e scrittore, Canada Geraldina Colotti, giornalista il Manifesto Marinella Correggia, scrittrice, Italia Heinz Dieterich, sociologo, Germania/Messico Carlos Fernández Liria, Universidad Complutense de Madrid Jeff Halper, antropologo, Israele Celia Hart Santamaria, giornalista, scrittrice, Cuba Martin E. Iglesias giornalista, presidente Selvas.org Gilberto López y Rivas, antropologo, Messico Loredana Macchietti, editore, Italia Antonio Mazzeo, giornalista e saggista... Continua a leggere...
ULTIME NOTIZIE: Nelle ultime ore anche Alex Zanotelli, Tana de Zulueta e l’Osservatorio Italiano sulla Salute Globale (OISG), oltre a decine di altre persone siglano l’appello.
Cari amici, vorrei innanzitutto ringraziare coloro che hanno aderito con una firma al nostro appello, siete stati numerosi e spero che molti altri lo facciano nei prossimi giorni.
Ad oggi sono state raccolte circa 400 firme.
Come si vede dall’immagine allegata al post, che è la conferma dell’invio della mia mail, l’appello con le prime firme raccolte è stato inoltrato per posta elettronica al governo colombiano. Verrà trasmesso anche per fax e per posta ordinaria.
Il messaggio inoltre è stato inviato anche per conoscenza al nostro Ministero degli Affari Esteri, è bene che anche qui in Italia le nostre istituzioni sappiano cosa stiamo facendo. Verrà inoltre inoltrato all’ambasciata italiana in Colombia e a quella colombiana qui a Roma.
Iván Cepeda, il portavoce del MOVICE, dalla Colombia, con il quale siamo in comunicazione costante, ci conferma che la situazione è molto grave. Sul quotidiano El Tiempo è apparso un appello analogo al nostro, proveniente da alcune associazioni in difesa dei diritti umani degli Stati Uniti. Il consigliere José Obdulio Gaviria, in tutta risposta, ha confermato la sua versione secondo la quale la marcia del 6 marzo “è stata organizzata dalle FARC”...... Continua a leggere...
Ascolta qui la puntata di questa mattina di Pianeta Dimenticato (Radio1), dedicata alla Colombia.
Interviste a Guido Piccoli, Iván Cepeda del MOVICE, il professor Gustavo Moncayo e Yolanda Pulecio, la mamma di Ingrid Betancourt realizzate da un’ottima Cecilia Rinaldini.
IMPORTANTE AGGIORNAMENTO: UN GRUPPO DI EURODEPUTATI SCRIVE AD ALVARO URIBE SULLA SCIA DEL NOSTRO APPELLO IN DIFESA DEI DIRITTI UMANI .
Un gruppo di 26 eurodeputati, stimolati dall'Appello urgente in difesa dei diritti umani in Colombia lanciato da Peacereporter insieme ad Annalisa Melandri, Gennaro Carotenuto e Guido Piccoli, ha inviato una lettera aperta al presidente colombiano Alvaro Uribe, affinché si impegni a garantire la sicurezza degli organizzatori della marcia contro il paramilitarismo e i crimini di Stato del 6 marzo scorso, e in generale di tutti coloro che hanno il coraggio di denunciare violenze e soprusi da parte dei paracos e che puntalmente vengono minacciati di morte.
Primo passo. Il documento, datato mercoledì 2 aprile, vede quale primo firmatario l'eurodeputato italiano Vittorio Agnoletto, il quale, essendo stato fra i sostenitori della prima ora del nostro appello, aveva lanciato l'idea di portare la grave questione sui tavoli dell'Unione Europea. Il fine ultimo sarà imporre sanzioni economiche al paese sudamericano se non rispetterà la vita di tutti suoi cittadini, indipendentemente dal colore politico.
Motivazioni. Ad aver siglato la lettera, anche Alain Lipietz, presidente della Delegazione per le relazioni con i paesi della Comunità andina. “Siamo profondamente preoccupati per gli omicidi degli ultimi giorni di vari sindacalisti, dirigenti politici e difensori dei diritti umani (almeno otto dal 6 marzo scorso) – si legge nella missiva – e per le minacce rivolte” contro chi ha portato in piazza centinaia di migliaia di persone per dire basta alle violenze del braccio armato dell'estrema destra, che gli ultimi eventi vogliono colluso con molti membri di governo e forze armate.
Nuovi vecchi paracos. Le informazioni che hanno convinto i deputati del Parlamento europeo a scrivere al presidente Uribe sono state fornite dagli organizzatori dell'appello, i quali hanno riportato fedelmente quanto denunciato dal Movice o dallo stesso Alto commissariato per i diritti umani dell'Onu. Otto morti, due sequestrati e oltre 40 minacciati, e dietro a tutto questo, avvenuto in meno di un mese, c'è la firma delle Aguilas Negras, nuova formazione paramilitare nata dagli smobilitati delle Autodenfensas Unidas de Colombia (Auc), sciolte solo a livello formale.
La richiesta. Gli eurodeputati chiedono a Uribe che “che lo Stato colombiano utilizzi tutti i mezzi previsti dalla Costituzione e dalle leggi per indagare e sanzionare i responsabili di questi crimini”, che testimoniano come “il paramilitarismo in Colombia sia tutt'altro che superato, anzi, sia un fenomeno che mantiene tutta la sua capacità criminale a livello nazionale
Questa è una poesia scritta da un giovane cantautore colombiano, trovador, mejor dicho.
Lizandro Carvajal: “le luci si accendono. Sul palco un giovane cantautore colombiano, “più moderno che medioevale”. Con la sua chitarra sembrano una cosa sola. Sono una miscela indissolubile, un centauro contemporaneo: mezzo uomo, mezzo chitarra...
Consiglio una passeggiata nel suo sito, tra suoni e colori, atmosfere suggestive, esperimenti e laboratori di melodie.
Lizandro sarà in Europa a maggio, in una tournée che lo porterà anche in Polonia, Francia e Spagna, chi fosse interessato a organizzare un concerto con lui, magari cogliendo l’occasione per parlare di Colombia, può contattarlo tramite il suo sito.
E ora che succede,
se siamo rimasti soli,
che ci invadano, che sarebbe meglio.
Sarebbe una benedizione per la nostra terra,
che circondino le nostre frontiere,
che ci invadano i nostri
fratelli latinoamericani.
Che ci invadano gli ecuatoriani,
così magari avremo di nuovo
tenero come mais, il cuore che abbiamo perduto.
Che ci invadano i cubani!
affinchè i nostri bambini
siano educati gratuitamente
e non muoiano davanti alle porte
Arrestato Mario Uribe Escobar, cugino del presidente colombiano Álvaro Uribe per vincoli con il paramilitarismo. Il cerchio intorno al parapresidente sembra stringersi sempre più. Nel parlamento colombiano 32 parlamentari detenuti e 70 inquisiti....
Que se vayan todos...
Il presidente Álvaro Uribe ha ammesso ieri di essere oggetto di indagini per il suo coinvolgimento diretto in un massacro compiuto da paramilitari, che sarebbe avvenuto nel 1997 quando egli era governatore del dipartimento di Antioquia.
Nella località di El Aro, in sei giorni vennero assasinate e torturate 15 persone, distrutte 43 abitazioni, violentate donne e spinte all’esodo circa 800 persone della zona.
Le indagini sarebbero state avviate in seguito alla confessione di un testimone che lo accusa di aver preso parte ad una riunione alla quale erano presenti tra gli altri il generale Ospina, il generale Rosso e il capo paramilitare Salvatore Mancuso, riunione che aveva lo scopo di pianificare e organizzare il massacro.
Uribe, secondo il testimone, un ex paramilitare, avrebbe anche ringraziato personalmente gli autori materiali del massacro perchè nell’occasione riuscirono a liberare anche sei sequestrati tra i quali un suo cugino e che il fratello del presidente, Santiago Uribe, avrebbe “prestato” 20 paramilitari per compiere quel crimine.
Questa notizia giunge appena dopo l’arresto del cugino del presidente Uribe, Mario Uribe Escobar, in carcere oggi per vincoli con il paramilitarismo e nel momento in cui circa 30 parlamentari del congresso si trovano in carcere e una settantina sono inquisiti. ... Continua a leggere...
Situazione sempre più difficile in Colombia per Álvaro Uribe, ma probabilmente si profilano tempi duri anche per l’attuale ambasciatore colombiano in Italia, Sabas Pretelt de la Vega e per altri funzionari, tra i quali il Fiscal General (la massima carica della magistratura colombiana) Mario Iguarán. La Corte Suprema di Giustizia, forse l’unica ancora di salvezza che rimane alla Colombia, sta indagando addirittura sulle modalità con la quale fu approvata nel 2004 la riforma costituzionale che ha reso possibile la rielezione del presidente colombiano due anni più tardi.
E’ stato emesso infatti un mandato di arresto per la parlamentare Yidis Medina, la quale una settimana fa ha rivelato in un’ intervista ai mezzi di comunicazione, di aver accettato incarichi pubblici, tra i quali probabilmente un consolato, in cambio del suo voto favorevole che fu decisivo proprio per l’approvazione di quella riforma costituzionale. La stessa Medina ha affermato inoltre in quell’intervista, ... Continua a leggere...
“Le associazioni sindacali, in coordinazione con le associazioni per la difesa dei diritti umani, le organizzazioni sociali ed alcuni partiti politici, hanno stabilito che questo primo maggio 2008 debba avere un elevato contenuto politico” ha detto Fabio Arias, vicepresidente della
Central Unitaria de Trabajadores (CUT). Ha aggiunto anche che il “movimento sindacale è stato uno delle vittime principali del paramilitarismo”.
Nel corso del 2008 sono stati assassinati già 24 sindacalisti, 39 sono stati quelli uccisi invece nel 2007.
Tra il gennaio 1991 e il dicembre 2006 invece sono stati uccisi 2245 sindacalisti, 3400 sono stati ... Continua a leggere...
Il 13 maggio scorso 14 capi paramilitari colombiani, tra i quali Salvatore Mancuso, “Jorge 40” e “Don Berna” sono stati estradati negli Stati Uniti per essere giudicati per reati legati al narcotraffico.
La Commissione Interamericana dei Diritti Umani (CIDH) organismo dell’OEA, critica duramente questa estradizione, affermando che “va contro l’obbligo dello stato colombiano di garantire il diritto delle vittime alla verità, alla giustizia e al risarcimento dei crimini commessi dai gruppi paramilitari. L’estradizione impedisce l’indagine e il giudizio di crimini gravi per mezzo della Legge di Giustizia e Pace in Colombia e per i procedimenti ordinari della giustizia colombiana. Nega anche alle vittime la possibilità di partecipare direttamente alla ricerca della verità relativamente ai crimini commessi durante il conflitto e limita l’accesso al risarcimento del danno procurato. Inoltre questo atto interferisce con gli sforzi per determinare i vincoli tra gli agenti dello Stato e questi stessi capi paramilitari”.
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