Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
A Miami (e dove sennò?), nei giorni scorsi la SIP (Sociedad Interamericana de Prensa) ha conferito il Premio a la libertad de la Prensa (sic!!) a Marcel Granier, proprietario di RCTV, l’emittente televisiva alla quale il governo venezuelano non ha rinnovato la licenza.
Marcel Granier e la sua RCTV hanno apertamente appoggiato il golpe del 2002 e hanno riconosciuto la presidenza illegittima di Carmona, inoltre quando Chávez riprese il governo, pur di non dare la notizia trasmisero soltanto cartoni animati.
P.S. Chissà i nostri “Miami Boys” (and girls) che così di sovente ci allietano della loro presenza in questo modestissimo blog hanno partecipato...
La seconda ragione (la prima è il cambio del clima) per cui il prezzo del grano negli ultimi dodici mesi è raddoppiato “ha un nome e un cognome: George Bush. La sua decisione di lanciare una politica di incentivi che prevede di sostituire il 20% del petrolio con biuofuel in dieci anni ha scatenato una corsa a produrre mais...e si tratta di una scelta demenziale sia dal punto di vista economico che da quello del buon senso. Abbiamo problemi enormi per sfamare la popolazione mondiale e decidiamo di dedicare una parte importante del territorio, grandi risorse ed enormi quantità d’acqua per produrre energia per le automobili”.
"Quando vedo gli spot con gli agricoltori che dicono di essere fieri di "coltivare energia" mi vengono i brividi: non si possono usare materie prime sacre per sfamare i Suv."
Non è Fidel Castro in mimetica verde che lo dice ma Guido Barilla, presidente della Barilla SpA in giacca e cravatta da dietro la scrivania del suo ufficio di New York, sicuramente scatenando molte meno polemiche.
Ahi , ahi attento Sig. Barilla...lo ammonisce Mario Calabresi che lo intervista per la Repubblica , “lo sa che la sua posizione somiglia molto a quella di Fidel Castro?
El 18 de octubre Michelle Bachelet ha sido recibida por el Papa Benedicto XVI, en un encuentro que, según dio a conocer un comunicado de prensa de la Santa Sede: “ha permitido un intercambio de información y reflexiones sobre la situación sociopolítica de Chile y su papel en América Latina.”
En ese encuentro se ha confirmado “el compromiso positivo de la Iglesia Católica en la sociedad chilena, sobre todo en los ámbitos sociales y educativos.
La presidenta invitó el Papa a Chile, recordando cuánto fue importante la visita de Juan Pablo II en 1987, el criticado viaje papal inmortalizado en la histórica fotografía donde aparece en el balcón de la Moneda junto con el dictador Augusto Pinochet.... Continua a leggere...
Il 18 ottobre Michelle Bachelet è stata ricevuta da Papa Benedetto XVI in Vaticano, in un incontro che, secondo quanto rende noto un comunicato della Santa Sede: “ha permesso uno scambio di informazioni e riflessioni sulla situazione socio-politica del Cile e sul suo ruolo in America Latina”.
Nell’ incontro inoltre è stato ribadito “il contributo positivo apportato dalla Chiesa Cattolica alla società cilena, specialmente negli ambiti sociale ed educativo” .
La presidenta ha invitato il Papa in Cile ricordando l’importanza della visita di Giovanni Paolo II nel 1987, il contestatissimo viaggio papale immortalato nella storica fotografia che lo ritrae al balcone della Moneda con il dittatore Augusto Pinochet.
Il punto chiave dell’incontro tra la presidente del Cile e il Papa, incontro che sicuramente non potrà non essere gradito alla destra cilena ultraconservatrice e cattolica e all’Opus Dei fortemente presente nel paese, forse è proprio questo. Immaginiamo infatti lo spirito ghignante di Pinochet aleggiare nel salone mentre Benedetto XVI e Michelle Bachelet conversano amabilmente.
Tra gli invitati all’udienza papale c’erano oltre ai presidenti del Senato, della Corte Suprema e della Camera dei Deputati del Cile, il ministro degli Esteri, il presidente della Federazione Nazionale dei Lavoratori del Petrolio, la figlia di Michelle Bachelet, il calciatore under-20 Nicolás Medina, Isolde Reuque dirigente del Centro Culturale Mapuche , (indossando tra l’altro un abito tradizionale indigeno, come aveva fatto due giorni prima anche Jeannette Paillan, ... Continua a leggere...
COMUNICATO
All’opinione pubblica cilena e internazionale
GIORNATA DI SOLIDARIETÀ INTERNAZIONALE A SOSTEGNO DELLE RICHIESTE DEI PRIGIONIERI POLITICI MAPUCHE RECLUSI IN SCIOPERO DELLA FAME NELLE CARCERI CILENE
VENERDÌ 26 OTTOBRE 2007
Le organizzazioni e le persone che sottoscrivono il presente comunicato hanno deciso di unire gli sforzi a sostegno della lotta e dell’esercizio del diritto alla libera determinazione del popolo mapuche e hanno convocato una giornata di solidarietà per oggi, venerdì 26 ottobre 2007.
La persecuzione politica, la repressione e la violazione dei diritti umani fondamentali sistematiche esercitate dallo stato del Cile nei confronti dei comuneros, le autorità e le organizzazioni mapuche, hanno obbligato ancora una volta i prigionieri politici reclusi in diverse carceri del Cile ad effettuare uno sciopero della fame in difesa della vita, della libertà e della giustizia.... Continua a leggere...
E siamo qui, come in una distesa sempre più buia
spazzati da allarmi confusi di lotta e di fuga,
dove eserciti ignoranti si affrontano nella notte.
(Dover Beach, Matthew Arnold)
L’anno scorso proprio in questo periodo nel quartiere romano nel quale vivo accadeva un grave episodio che ebbe vasta eco su stampa e televisione.
Una banda di incappucciati in pieno pomeriggio davanti alla scuola elementare effettuò una “spedizione punitiva”, come fu definita qui in zona, in un bar abitualmente frequentato da rumeni, picchiandoli a sangue sul marciapiede tra i bambini spaventati che uscivano da scuola e le vecchiette con le buste della spesa. Il bar fu distrutto e dato alle fiamme.
E’ passato un anno e oltre alla presenza di un posto di polizia mobile purtroppo nulla è stato fatto da parte degli enti e degli organi preposti per rendere vivibile un quartiere già penalizzato da anni di abbandono istituzionale.... Continua a leggere...
Roma 28/10/07 - Morales: "La rivoluzione di oggi è la rivoluzione di ieri." "La rivoluzione di oggi è la rivoluzione di ieri. Una rivoluzione pacifica e democratica". Lo ha affermato Evo Morales, Presidente della Bolivia, durante il discorso alle comunità boliviane in Italia, in svolgimento nella sala della Protomoteca del Comune di Roma. Aumento delle riserve di risorse naturali, crescita del PIL del paese, riforma del sistema pensionistico, ridistribuzione del reddito e creazione di un sistema bancario per lo sviluppo produttivo delle imprese locali. Questi i temi toccati da Morales in un discorso fiume alla comunità immigrata. "La Bolivia è un paese che in meno di due anni ha aumentato la propria riserva di risorse naturali, raggiungendo il 4% annuo di crescita del paese". In merito poi alle multinazionali che operano in Bolivia per l'estrazione di gas naturale, il Presidente Morales ha precisato: "Le imprese (straniere ndr) che investono in Bolivia e che danno adeguate garanzie economiche e per la popolazione, sono le benvenute. Chi opera solamente per i propri interessi, no".
Fonte: Andinamedia
Aldo Bianzino, 44 una compagna e un figlio di 14 anni, nella notte tra il 13 e il 14 ottobre viene trovato morto nella cella del carcere di Capanne a Perugia.
Sebbene inizialmente si sia parlato di sucidio, è certo che Aldo in quella cella è stato ammazzato.
Una guardia carceraria è stata iscritta nel registro degli indagati per la sua morte, ma ad oggi non si conoscono le motivazioni di tale provvedimento.
Un ringraziamento particolare a Emanuele Giordana e Lettera 22 per l’impegno e la serietà che stanno mettendo nel diffondere il caso, vergognosamente trascurato da stampa e televisione.
(Foto Il Manifesto)
Intanto, se parla sempre pochissimo, a Ferrara il 19 ottobre è iniziato il processo ai quattro agenti di polizia (Paolo Forlani, Monica Segatto, Enzo Pontani e Luca Pollastri)accusati della morte di Federico Aldrovandi, 18 anni, avvenuta il 25 settembre 2005. Gli agenti sono formalmente accusati di aver «cagionato o comunque concorso a cagionare il decesso» di Federico. Anche Amnesty International sta preparando un fascicolo sulla morte del giovane.
Mi associo alla solidarietà espressa anche da Gennaro Carotenuto nei confronti di Barbara Albertoni, meglio conosciuta come Cloro, la quale ha ricevuto nel giro di pochi giorni ben tre gravissime intimidazioni, leggi qui, qui e qui.
Ha ragione Gennaro, Cloro, non chiudere il Blog, non pensarlo nemmeno per un istante anche se i fascisti fanno sempre paura, la tua paura è proprio quello che vogliono e questo li fa sentire più forti.
Se serve a qualcosa, a sentirsi in compagnia, ad aver meno paura, a qualsiasi cosa, io ci sono.
Invito chiunque abbia un blog, uno spazio in rete, una mail list a manifestare solidarietà a Cloro e a far girare la notizia, quello che è successo a lei può accadere a chiunque di noi eserciti il “diritto/dovere civico di fare giornalismo diffuso”, come giustamente lo chiama Gennaro Carotenuto, ma soprattutto a chiunque di noi esercita il diritto/dovere di manifestare liberamente le proprie opinioni.
Nelle foto, il portone di casa imbratatto da scritte e la bombola di gas trovata sul pianerottolo davanti alla porta.
Siamo il regno del paradosso e dell’ipocrisia.
Probabilmente a Giovanna Reggiani titoleranno una strada a Sinalunga, suo paese di origine.
Probabilmente sarà una via luminosa e piena di negozi, con i lampioni e le telecamere ai semafori.
Sicuramente non come quella dove è stata ammazzata, senza asfalto, piena di fango e soprattutto BUIA e deserta.
Perchè un lampione può fare la differenza, se non altro fa provare meno paura.
Perchè dove sta scritto che una cittadina, deve farsi 700 metri con il cuore in gola ogni sera tornando a casa, fino a che l’ “orrore”, come lo ha chiamato il sindaco a “mezzo servizio” (prendo in prestito a malincuore l’espressione alla destra, ma è la realtà) non la raggiunge e la ammazza.
Un lampione, una fermata di autobus, un vigilante e una pattuglia un po’ più spesso, questo ha fatto la differenza.
Tanto che già da ieri sera alla stazione di Tor di Quinto, hanno messo il vigilante, hanno acceso i lampioni e ci sono tante, tantissime pattuglie.
(Foto La Repubblica)
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