Proletari di tutti i paesi, unitevi!... di Annalisa
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un urlo selvaggio
denso
...un urlo selvaggio denso che io rilancio con tutta
la forza delle ferite
di un amore a brandelli
contro queste ore
di padroni affamati di sangue
di retate
contro le sbarre pesanti dell'emarginazione
contro le foreste di un dolore
e una solitudine senza fine.
(manifestazione pro-Chávez a Caracas di questi giorni)
La decisione di questi giorni del governo venezuelano di sospendere momentaneamente le trasmissioni via cavo all’emittente Rctv International che trasmette da Miami in Florida, in attesa che si metta in regola con la legge nazionale Ley Resorte, non poteva non scatenare la solita bagarre mediatica disinformativa su ciò che realmente accade nel paese e sulle politiche adottate dal presidente Hugo Chávez.
Già nel 2007 la decisione del governo, dettata da esigenze di redistribuzione equa dello spazio radioelettrico disponibile, di non rinnovare il contratto all’emittente (che infatti da allora trasmetteva via cavo), aveva scatenato violente proteste da parte dell’opposizione, appoggiate da tutto l’apparato mediatico internazionale, soprattutto statunitense ed europeo, ...
Federico si è addormentato da un po’ sdraiato nel pratino davanti alla porta dell’ ufficio della logistica del WFP, che è anche il posto dove internet funziona sempre. Ha trovato una coperta abandonata, un cartone, una palma e chiama il tutto casa. È tardi, quasi l’una ormai, volevo leggere cosa scrivono i giornali e selezionare un po’ di foto, oltre che scrivere un pezzo sulla gran farsa degli aiuti. Ormai i cancelli della base ONU sono chiusi e comunque non troverei un passaggio per tornare da Fiammetta, la coordinatrice di AVSI ad Haiti che ci ha permesso di accamparci a casa sua. Mi devo arrangiare e trovare un posto dove sdraiarmi qualche ora nella base della Minustah.
Per fortuna molte macchine dell’ Onu dentro la base vengono lasciate aperte proprio per dormirci, visto che molti hanno perso la casa e tanti giornalisti o volontari non sanno dove riposare....
Di Annalisa (del 22/01/2010 @ 22:36:38, in Honduras, linkato 1233 volte)
Il golpe avvenuto in Honduras il 28 giugno scorso che ha deposto e cacciato dal paese il presidente democraticamente eletto nel 2006 Manuel Zelaya e che ha visto l’insediamento manu militari di Roberto Micheletti (dello stesso partito di Zelaya, il Parito Liberale) che ricopriva la carica di presidente del Congresso Nazionale, è stato oramai di fatto legittimato con le elezioni del 30 novembre, realizzate in un clima di paura e di tensione, tra repressione, detenzioni arbitrarie, omicidi e senza la presenza di osservatori internazionali. Porfirio Lobo è il nuovo presidente del paese e si insedierà formalmente il 27 gennaio prossimo. Il governo uscente del golpista Roberto Micheletti e il nuovo esecutivo stanno tentando di conquistare adesso agli occhi miopi della comunità internazionale un volto democratico che convince veramente poco. E nel frattempo tentano di salvare gli autori materiali del golpe garantendo l’impunità sia a Roberto Micheletti ...
L’Unità, tale e quale non si smentisce. A la Repubblica invece il premio per la fantasia: il manuale Cyber- Brigadista è geniale. Intanto ricordo che il suddetto manuale, scaricabile gratuitamente da qui come da decine di altri siti lo utilizzano quasi tutti, dalla Polizia alle grandi imprese, dai militanti di mezzo mondo ai giornalisti prezzolati...
Che dire... dagli aeroplanini telecomandati al manuale del terrorista passando per le armi del nonno partigiano, ci sarebbe da ridere se non fosse che c’è gente in galera davvero per queste stronzate. (AM)
In carcere a Milano Manolo Morlacchi, figlio di Pierino, fondatore delle Br. Accusato dalla Digos di banda armata di Paolo Persichetti, Liberazione 19 Gennaio 2010
Smantellata nel corso del 2003 la fragile struttura che in occasione degli attentati mortali contro Massimo D’Antona e Marco Biagi aveva riesumato la sigla delle Brigate rosse-partito comunista combattente, gli apparati investigativi, in particolare quelli della Digos romana guidata da Lamberto Giannini, hanno da allora deciso di portare avanti una strategia investigativa improntata essenzialmente all’azione preventiva contro gli ambienti ritenuti, a torto o a ragione, contigui alle aree politiche antisistema. Per gli uomini dell’antiterrorismo le azioni del 1999 e del 2001 sono la conseguenza dell’affrettata convinzione che il fenomeno lotta armata avesse trovato termine alla fine degli anni 80, con il conseguente abbandono delle indagini sui superstiti. Gli arresti di Manolo Morlacchi...
ROSARNO – Costretti a vivere in capannoni abbandonati, senza luce né acqua. Impiegati in nero, alla giornata, per una paga che raramente supera i 25 euro. Sono i raccoglitori delle arance della campagna tra Rosarno, San Ferdinando e Rizziconi, in provincia di Reggio Calabria. Sono almeno 2.000. Sono tutti immigrati: ghanesi, marocchini, ivoriani, maliani, sudanesi. E quasi tutti senza documenti. È una storia che dura da vent'anni. Arrivano a dicembre, per l'inizio della raccolta dei mandarini. E vanno via a marzo, dopo la raccolta delle arance. Quest'anno però la stampa nazionale si è accorta di loro. È successo lo scorso 13 dicembre, quando alcune centinaia di immigrati africani hanno marciato verso il centro di Rosarno, sfasciando qualche cassonetto per protesta. Il giorno prima, due ragazzi ivoriani di 20 e 21 anni erano stati feriti dagli spari di una pistola. Una ritorsione, secondo gli inquirenti, dopo una rapina andata male. A un mese dai fatti, siamo tornati a Rosarno. Abbiamo visitato le baraccopoli. Siamo usciti all'alba sulle piazze dove si cerca lavoro. E abbiamo scoperto una situazione molto complessa. Dove i proprietari degli aranceti sono i figli dei braccianti che fecero le lotte per le occupazioni delle terre dopo il fascismo. Dove ogni domenica una signora di 85 anni prepara da mangiare agli immigrati che vivono nella vecchia fabbrica in città. E dove un gruppo di avvocati sta cercando di aiutare gli immigrati senza documenti, che qua sono praticamente tutti....
Di Annalisa (del 10/01/2010 @ 15:08:49, in Paraguay, linkato 999 volte)
Quest’intervista realizzata da tre giornalisti argentini della Radio Nacional di Buenos Aires il 17 dicembre 2009 al senatore del Partito Liberale Alfredo Luís Jaeggli, conferma in modo inequivocabile le voci di un processo di impeachment al quale il Parlamento del Paraguay sta cercando di sottoporre il presidente Fernando Lugo per permettere al vicepresidente Federico Franco di assumere il mandato. Un “golpe istituzionale” come quello realizzato in Honduras. L’intervista è sconcertante. Si legittima il golpe (perché tale sarebbe) in nome della libertà di applicare nel paese quelle politiche neoliberali che a detta di Luís Jaeggli hanno per esempio fatto il Cile di Pinochet un paese dal quale trarre esempio. Scavalcare la volontà popolare in nome di un “noi” ripetuto varie volte nel corso dell’intervista. Un “noi” che sarebbe stato interessante chiedere al senatore a che percentuale della popolazione del paese si riferisce … (AM)
Programma “Carbono 14” , Radio Nacional, Buenos Aires Argentina, 17 dicembre 2009
Intervista realizzata dai giornalisti Pedro Brieger (PB), Eduardo Anguita (EA) e Miriam Lewin (ML)
PB – A proposito della situazione complicata in Paraguay e per capire qualcosa di più di quello che sta succedendo, abbiamo deciso di intervistare il senatore liberale Alfredo Luís Jaeggli, presidente della commissione finanze e della bicamerale sulla legge finanziaria. Lo salutano da Radio Nacional Pedro Brieger, Eduardo Anguita y Miriam Lewin.
ALJ – Buona sera, come stanno gli amici argentini? Sono Alfredo Luis Jaeggli, senatore liberale presidente della commissione finanze e della bicamerale sulla legge finanziaria di quest’anno.
PB – Senatore ci spiega quello che sta succedendo in Paraguay. Si sta parlando molto di un possibile impeachment al presidente Lugo. Di cosa si tratta?...
I bambini in visita al Museo della Scienza e della Tecnica di Milano possono ammirare il modellino dell'inceneritore Silla2 dell'AMSA (Azienda Milanese Servizi Ambientali) e leggere su dei pannelli una istruttiva filastrocca. "Il sacco esce di casa e lo attende un'avventura. Sale su un grande camion pieno di spazzatura. Fin dalla tangenziale si vede un gran camino, che sembra ancor più alto se visto da vicino. Il camion in via Silla si ferma ad un cancello, e dietro c'è l'impianto, si dice che sia bello! La botola si apre e i sacchi fanno un volo, giù tutti in una vasca, nessuno resta solo. Il secco brucia bene, sviluppa un gran calore, così si scalda l'acqua per farne del vapore. La cenere rimasta vien recuperata, infine il fumo esce, la polvere è filtrata. Che possa esser nocivo, qualcuno ha un po' paura. Né zolfo, né diossine! L'ARPA ce lo assicura.". Gli inceneritori causano tumori, il Museo della Scienza(?) e della Tecnica gli dedica filastrocche. Inviate anche voi la vostra filastrocca sugli inceneritori al direttore del museo Fiorenzo Galli, mail: direzione@museoscienza.it
Di Annalisa (del 05/01/2010 @ 00:09:08, in Argentina, linkato 926 volte)
“L’inviato di Obama dovrebbe sapere meglio di chiunque altro che la perdita di sicurezza giuridica ed economica è stata generata da loro (gli statunitensi) con la crisi finanziaria”. Così ha replicato l’ex presidente argentino Néstor Kirchner ad Arturo Valenzuela, sottosegretario del Dipartimento di Stato Usa per l'America Latina che durante la sua visita in Argentina ha dichiarato che nel paese esiste “insicurezza giuridica”.
“Valenzuela crede che ancora esistano i viceré” ha concluso Kirchner.
Abbiamo partecipato, documentandola, alla nascita del Movimiento Continental Bolivariano. La dinamicitá e l'energia sentita ha ,a tratti, commosso e dato speranze.
Il 7, l'8 e il 9 di Dicembre si é tenuta a Caracas la costituente. Trenta delegazioni da tutto il mondo hanno contribuito e agito intensamente per la creazione dal basso di questo nuovo attore politico, sociale e di lotta mondiale.
L'associazione bolivariana de prensa da tempo aveva lanciato pubblicamente questo incontro che si é aperto il 7 all'auditorium del Parque central di Caracas.
Circa duemila delegati hanno partecipato intensamente in questi tre giorni lavorando a quattro differenti tavoli di lavoro....