Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
La data del 12 ottobre 2007 per l’inaugurazione del primo tratto, detto Transguajiro, del Gasdotto del Sud, era stata già anticipata lo scorso mese di agosto durante una conferenza stampa tenutasi nei giardini di Hato Grande, residenza presidenziale di Álvaro Uribe, in occasione di un importante incontro tra il presidente colombiano ed il suo omologo venezuelano. E infatti, ieri, 12 ottobre, Hugo Chávez, Álvaro Uribe e Rafael Correa come testimone, a Punta Ballenas, nella Guajira colombiana hanno inaugurato i primi 225 Km. del gasdotto Transoceanico Antonio Ricaurte. L’opera, alla quale hanno lavorato 1.378 persone sia di nazionalità colombiana che venezuelana, e che è stato portato a compimento dalla PDVSA e dalla colombiana Ecopetrol, “apre immense possibilità di trasformare in realtà quello che abbiamo sempre sognato in materia di integrazione energetica” come ha sottolineato Rafael Ramírez, presidente di PDVSA nonché ministro del Potere Popolare per l’Energia ed il Petrolio. Il progetto è stato oggetto di un investimento di 335 milioni di dollari, ha una lunghezza di 224 Km. di cui 88 in territorio colombiano e permetterà per i primi quattro anni di portare il gas dalla Guajira Colombiana fino al lago Maracaibo in Venezuela, e successivamente in senso inverso. ... Continua a leggere...
Qualche mese fa la presidente del Cile Michelle Bachelet a Ginevra negò la presenza di prigionieri politici Mapuche nelle carceri del suo paese. “I prigionieri Mapuche sono persone che hanno cercato di risolvere le cose in modo che non è né democratico né pacifico. “Hanno commesso delitti e incendiato proprietà”. Questo diceva in una conferenza stampa durante il suo viaggio in Svizzera, aggiungendo che in Europa c’é una visione distorta sulla situazione dei prigionieri Mapuche e sottolineando che non si tratta di prigionieri politici ma di detenuti comuni che hanno commesso dei crimini.
Vale la pena ricordare che uno dei punti più importanti della sua campagna elettorale ... Continua a leggere...
Intervista a Violeta Valenzuela e Jeannette Paillan
di Annalisa Melandri
Violeta Valenzuela è la presidente dell'associazione Wenuyakan - Amicizia con il popolo Mapuche e Jeannette Paillan è una giornalista mapuche, nota regista di documentari sulle realtà dei popoli originari nonchè prima donna mapuche produttrice di audiovisivi.
D. Violeta, so che sono diversi mesi che come organizzazione Wenuykan (Amicizia) stavate preparando un’iniziativa pacifica di protesta in occasione della visita in Italia della presidente cilena Bachelet. Quali sono i motivi della vostra protesta?
R. L’idea di organizzare una protesta pacifica è nata ripensando all’intervento della presidente Bachelet a Ginevra quest’anno quando colse l’occasione del suo incontro con la sua omologa svizzera per negare pubblicamente l’esistenza di prigionieri politici Mapuche in Cile. Quella dichiarazione suscitò allora numerose proteste contro la Bachelet. Quando abbiamo saputo che sarebbe venuta in Italia abbiamo pensato di protestare pacificamente per fare in modo che anche qui si conosca la verità e cioè che attualmente in Cile ci sono circa 50 prigionieri politici Mapuche di cui 5 in sciopero della fame nel carcere di Angol.
D. Cosa chiede il popolo Mapuche?
R. Che il governo cileno riconosca nella sua Costituzione l’esistenza dei popoli originari e che ratifichi la convenzione n. 169 ILO (Organizzazione Internazionale del Lavoro) per il riconoscimento dei popoli indigeni. Inoltre che venga abolita la legge 18.314 anti-terrorista che fu creata dalla dittatura di Pinochet e che i governi della Concertazione continuano ad applicare in modo razzista soltanto nelle regioni abitate dai Mapuche.... Continua a leggere...
E’ vergognoso quello che sta accadendo in questi giorni in relazione al viaggio di Michelle Bachelet, la presidente cilena.
Nonostante tutto quello che è accaduto in questo ultimo anno in Cile, proteste represse, prigionieri politici, arresti di massa e qualche morto nel corso delle manifestazioni, l’arrivo della presidente progressista cilena, quella che con la sua elezione avrebbe dovuto ridare lustro alla democrazia cilena, è stato accompagnato dal silenzio di tutta la nostra stampa.
E’ vergognoso che mentre a Roma qualche giorno prima si permettono svastiche e croci celtiche, saluti romani e canti fascisti ad un manifestazione di AN, due donne di mezza età Violeta Valenzuela, cittadina italiana di 50 anni presidente dell’Associazione Wenuykan e Jeannette Paillan 38 anni, mapuche ... Continua a leggere...
A Miami (e dove sennò?), nei giorni scorsi la SIP (Sociedad Interamericana de Prensa) ha conferito il Premio a la libertad de la Prensa (sic!!) a Marcel Granier, proprietario di RCTV, l’emittente televisiva alla quale il governo venezuelano non ha rinnovato la licenza.
Marcel Granier e la sua RCTV hanno apertamente appoggiato il golpe del 2002 e hanno riconosciuto la presidenza illegittima di Carmona, inoltre quando Chávez riprese il governo, pur di non dare la notizia trasmisero soltanto cartoni animati.
P.S. Chissà i nostri “Miami Boys” (and girls) che così di sovente ci allietano della loro presenza in questo modestissimo blog hanno partecipato...
La seconda ragione (la prima è il cambio del clima) per cui il prezzo del grano negli ultimi dodici mesi è raddoppiato “ha un nome e un cognome: George Bush. La sua decisione di lanciare una politica di incentivi che prevede di sostituire il 20% del petrolio con biuofuel in dieci anni ha scatenato una corsa a produrre mais...e si tratta di una scelta demenziale sia dal punto di vista economico che da quello del buon senso. Abbiamo problemi enormi per sfamare la popolazione mondiale e decidiamo di dedicare una parte importante del territorio, grandi risorse ed enormi quantità d’acqua per produrre energia per le automobili”.
"Quando vedo gli spot con gli agricoltori che dicono di essere fieri di "coltivare energia" mi vengono i brividi: non si possono usare materie prime sacre per sfamare i Suv."
Non è Fidel Castro in mimetica verde che lo dice ma Guido Barilla, presidente della Barilla SpA in giacca e cravatta da dietro la scrivania del suo ufficio di New York, sicuramente scatenando molte meno polemiche.
Ahi , ahi attento Sig. Barilla...lo ammonisce Mario Calabresi che lo intervista per la Repubblica , “lo sa che la sua posizione somiglia molto a quella di Fidel Castro?
El 18 de octubre Michelle Bachelet ha sido recibida por el Papa Benedicto XVI, en un encuentro que, según dio a conocer un comunicado de prensa de la Santa Sede: “ha permitido un intercambio de información y reflexiones sobre la situación sociopolítica de Chile y su papel en América Latina.”
En ese encuentro se ha confirmado “el compromiso positivo de la Iglesia Católica en la sociedad chilena, sobre todo en los ámbitos sociales y educativos.
La presidenta invitó el Papa a Chile, recordando cuánto fue importante la visita de Juan Pablo II en 1987, el criticado viaje papal inmortalizado en la histórica fotografía donde aparece en el balcón de la Moneda junto con el dictador Augusto Pinochet.... Continua a leggere...
Il 18 ottobre Michelle Bachelet è stata ricevuta da Papa Benedetto XVI in Vaticano, in un incontro che, secondo quanto rende noto un comunicato della Santa Sede: “ha permesso uno scambio di informazioni e riflessioni sulla situazione socio-politica del Cile e sul suo ruolo in America Latina”.
Nell’ incontro inoltre è stato ribadito “il contributo positivo apportato dalla Chiesa Cattolica alla società cilena, specialmente negli ambiti sociale ed educativo” .
La presidenta ha invitato il Papa in Cile ricordando l’importanza della visita di Giovanni Paolo II nel 1987, il contestatissimo viaggio papale immortalato nella storica fotografia che lo ritrae al balcone della Moneda con il dittatore Augusto Pinochet.
Il punto chiave dell’incontro tra la presidente del Cile e il Papa, incontro che sicuramente non potrà non essere gradito alla destra cilena ultraconservatrice e cattolica e all’Opus Dei fortemente presente nel paese, forse è proprio questo. Immaginiamo infatti lo spirito ghignante di Pinochet aleggiare nel salone mentre Benedetto XVI e Michelle Bachelet conversano amabilmente.
Tra gli invitati all’udienza papale c’erano oltre ai presidenti del Senato, della Corte Suprema e della Camera dei Deputati del Cile, il ministro degli Esteri, il presidente della Federazione Nazionale dei Lavoratori del Petrolio, la figlia di Michelle Bachelet, il calciatore under-20 Nicolás Medina, Isolde Reuque dirigente del Centro Culturale Mapuche , (indossando tra l’altro un abito tradizionale indigeno, come aveva fatto due giorni prima anche Jeannette Paillan, ... Continua a leggere...
COMUNICATO
All’opinione pubblica cilena e internazionale
GIORNATA DI SOLIDARIETÀ INTERNAZIONALE A SOSTEGNO DELLE RICHIESTE DEI PRIGIONIERI POLITICI MAPUCHE RECLUSI IN SCIOPERO DELLA FAME NELLE CARCERI CILENE
VENERDÌ 26 OTTOBRE 2007
Le organizzazioni e le persone che sottoscrivono il presente comunicato hanno deciso di unire gli sforzi a sostegno della lotta e dell’esercizio del diritto alla libera determinazione del popolo mapuche e hanno convocato una giornata di solidarietà per oggi, venerdì 26 ottobre 2007.
La persecuzione politica, la repressione e la violazione dei diritti umani fondamentali sistematiche esercitate dallo stato del Cile nei confronti dei comuneros, le autorità e le organizzazioni mapuche, hanno obbligato ancora una volta i prigionieri politici reclusi in diverse carceri del Cile ad effettuare uno sciopero della fame in difesa della vita, della libertà e della giustizia.... Continua a leggere...
E siamo qui, come in una distesa sempre più buia
spazzati da allarmi confusi di lotta e di fuga,
dove eserciti ignoranti si affrontano nella notte.
(Dover Beach, Matthew Arnold)
L’anno scorso proprio in questo periodo nel quartiere romano nel quale vivo accadeva un grave episodio che ebbe vasta eco su stampa e televisione.
Una banda di incappucciati in pieno pomeriggio davanti alla scuola elementare effettuò una “spedizione punitiva”, come fu definita qui in zona, in un bar abitualmente frequentato da rumeni, picchiandoli a sangue sul marciapiede tra i bambini spaventati che uscivano da scuola e le vecchiette con le buste della spesa. Il bar fu distrutto e dato alle fiamme.
E’ passato un anno e oltre alla presenza di un posto di polizia mobile purtroppo nulla è stato fatto da parte degli enti e degli organi preposti per rendere vivibile un quartiere già penalizzato da anni di abbandono istituzionale.... Continua a leggere...
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