E’ vergognoso quello che sta accadendo in questi giorni in relazione al viaggio di Michelle Bachelet, la presidente cilena.
Nonostante tutto quello che è accaduto in questo ultimo anno in Cile, proteste represse, prigionieri politici, arresti di massa e qualche morto nel corso delle manifestazioni, l’arrivo della presidente progressista cilena, quella che con la sua elezione avrebbe dovuto ridare lustro alla democrazia cilena, è stato accompagnato dal silenzio di tutta la nostra stampa.
E’ vergognoso che mentre a Roma qualche giorno prima si permettono svastiche e croci celtiche, saluti romani e canti fascisti ad un manifestazione di AN, due donne di mezza età Violeta Valenzuela, cittadina italiana di 50 anni presidente dell’Associazione Wenuykan e Jeannette Paillan 38 anni, mapuche residente in Spagna per completare i suoi studi di cinema, regista di documentari sulle realtà dei popoli indigeni che vengono distribuiti in tutto il Sud America, vengano fermate e portate in commissariato soltanto per voler protestare pacificamente, loro due sole, per la libertà dei prigionieri politici Mapuche.
“Volevamo solo che Michelle Bachelet ci vedesse questa mattina e leggesse il nostro striscione”, mi dice Jeannette che per l’occasione si era vestita con l’abito tradizionale mapuche.
Evidentemente le forze dell’ordine italiane, mentre tolleravano le urla e la confusione della manifestazione dei giovani di destra contro Mussi davanti all’Università, hanno trovato insopportabile la presenza di due donne, un piccolo striscione e una bandierina.
O semplicemente, come è più probabile devono aver ricevuto ordini dall’alto affinché l’ingresso della Bachelet non fosse disturbato da manifestanti come è già avvenuto in altri viaggi in Europa della presidente cilena, la quale d’altra parte ha sempre ribadito che in Europa c’è una visione distorta di quella che è la vera situazione dei prigionieri Mapuche.
Quella che non abbiamo però è la visione distorta della democrazia che c’è in Cile e questa la presidente sembra essersela portata al seguito, tanto è vero che due donne sole, di cui una in abito indigeno sono state con atteggiamento intimidatorio e arrogante portate in commissariato e lì trattenute senza validi motivi.
E’ troppo importante questa visita di Michelle Bachet e lei troppo corteggiata da tutte le parti. Viene accompagnata da un nutrito gruppo di imprenditori cileni che si dovranno incontrare con molti imprenditori italiani, un’incontro con Romano Prodi è stato fissato infatti per discutere importanti accordi bilaterali in campo energetico e tecnologico. Il Cile e le sue immense risorse sono terra di conquista per molti imprenditori italiani e una presidente neoliberista mascherata da socialista rende tutto più semplice, anche per la nostra sinistra al governo, la stessa che va ripetendo ancora oggi di sentire forti legami di amicizia con il popolo cileno per la dittatura che ha dovuto subire nel lontano 1973.
Poco importa se la popolarità di Michelle Bachelet in Cile come in tutta l’America Latina è a livelli così bassi che non passi giorno che a Santiago non si protesti o si manifesti contro qualcosa.
Non si poteva permettere che arrivassero in Cile dall’Italia anche immagini di protesta contro Bachelet “l’intoccabile”, poco importa se ritraessero appena due donne e uno striscione.
Gli investimenti italiani in Cile e la piaggeria verso la Santa Sede, (i cattolici conservatori sono un potere molto forte nel paese), sono questi i veri motivi del viaggio di Michelle Bachelet in Italia.
Altro che “presidenta socialista”.
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