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Di seguito gli articoli e le fotografie pubblicati nella giornata richiesta.
Articoli del 11/12/2008
Proiezione del Film:
LION OF THE DESERT
(Il Leone del Deserto)– 1981 di Moustapha Akkad
[sottotitoli in italiano]
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Venerdì 12 dicembre h. 17
presso la Sala Pintor
via dello Scalo di San Lorenzo n. 67
al dibattito partecipano:
ERIC SALERNO – giornalista e storico
autore, tra gli altri, di “Genocidio in Libia” e “Uccideteli tutti”
NICOLETTA POIDIMANI– ricercatrice sulle politiche sessuali e razziali del colonialismo italiano
CRISTIANA PIPITONE – ricercatrice e storica del colonialismo italiano
con l’intervento telefonico del Prof. ANGELO DEL BOCA
storico, scrittore, studioso del colonialismo italiano
autore, tra gli altri, di “Gli Italiani in Africa Orientale” (4 vol), “Gli Italiani in Libia” (2 vol) e “Italiani brava gente?”
parteciperanno inoltre funzionari dell’Ufficio Popolare della Gran Giamahiria (Ambasciata)
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“Tripoli suol del dolore” – La guerra di Libia (1911-1912) mostra di immagini d’epoca a cura di Gavino Puggioni
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La resistenza della popolazione libica al colonialismo fascista italiano
Questo film la cui realizzazione iniziò nel 1979, non è stato mai proiettato in Italia nelle pubbliche sale per una sorta di grave censura da parte delle autorità in un paese che si definisce “repubblica antifascista ”.
La serata sarà dedicata alla conoscenza critica dell’aggressione coloniale italiana in Africa, nel periodo liberale e in quello fascista, la cui rimozione e mistificazione ha prodotto il falso mito dell’ “italiano brava gente”, mentre è documentato che la repressione italiana in Libia fece largo uso di armi chimiche, massacri di civili, distruzioni di villaggi, deportazioni e campi di concentramento…
Il film è incentrato sulla figura di Omar El Mukhtar, organizzatore e dirigente della resistenza libica contro l’occupazione italiana, giustiziato dopo un processo farsa nel 1931 dai fascisti alla presenza di 20.000 persone fatte arrivare da tutti i campi di concentramento.
La proiezione vuole essere un auspicio per lo sviluppo della ricerca e del dibattito storiografico sul colonialismo italiano che sinora è mancato; vuole altresì favorire un processo di superamento della censura per una futura libera circolazione del film nelle sale italiane. Ci auguriamo inoltre che possa aiutare a comprendere meglio, alla luce della verità storica del passato, anche le attuali missioni militari italiane in molti teatri di guerra.
La proiezione è offerta da RadioOndaRossa (87.9 FM) –Via dei Volsci 56, Roma –tel 06491750
(ingresso gratuito)

Pubblico qiui di seguito l'adesione dei compagni e delle compagne di A Sud. Una splendida sintesi di quella che è la situazione nel nostro paese e dei motivi per cui non si deve abbassare la guardia nè domani, nè in futuro...
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A Sud ha deciso di aderire e di sostenere lo sciopero generale indetto dalla CGIL e dai sindacati di base. La nostra non è solo una scelta dettata dalle necessità di promuovere politiche di sostegno alla piena occupazione (alla quale l'intero sistema economico e politico ha rinunciato come se fosse fisiologico e naturale una situazione di sfruttamento e precarietà), di sostegno al reddito, di sostegno e di rafforzamento del welfare, di difesa dei beni comuni e dei saperi, a partire dall'acqua e dalla scuola pubblica. Non ci sono solo queste necessità che ci porteranno in piazza domani, di per se già fondamentali, né tantomeno la crisi economica e sociale che spinge il paese sempre più in basso facendolo retrocedere fin nei suoi istinti di pancia.
Quello che domani ci porterà in piazza è più di ogni altra cosa la necessità urgente di difendere la democrazia nel nostro paese, ormai fortemente a rischio. Un paese sempre più anormale in cui il presidente del consiglio pidduista attraverso il suo incontenibile potere economico e mediatico sta disarticolando le basi sulla quali la Repubblica è stata fondata, smontando pezzo a pezzo quel senso comune che permette ad un paese di farsi patria per motivi più alti dei colori di una bandiera. Un paese vittima del mal governo e dell'affarismo mafioso che lo stesso mal governo impone. Un paese in balia di una classe dirigente confindustriale che sembra sbarcata dalle navi del tempo della colonia e che con piglio arrogante e triviale pensa di continuare a trattare milioni di lavoratori come merci da utilizzare alla bisogna. Un paese che ha dichiarato guerra al lavoro nel senso più letterale, producendo in maniera fisiologica tre morti al giorno nonostante gli appelli ipocriti e sterili delle più alte cariche dello stato. Un paese in cui l'opposizione parlamentare gioca ancora ad operazioni di ingegneria istituzionale rimanendo silente, imbelle ed incapace persino quando si tratta di difendere la stessa Carta Costituzionale, figurarsi i suoi valori. Un paese nel quale per la prima volta la sinistra istituzionale diventa extraparlamentare dimostrando tutta la sua fragilità nel ricomporsi e che appare ancora incapace di un progetto politico alternativo alle destre. Un paese nel quale giornalmente si riducono i diritti e gli spazi del dissenso, dove la protesta viene criminalizzata ed alcuni ex presidenti suggeriscono addirittura apertamente come ridurre ulteriormente questi spazi attraverso operazioni sporche e fuori dalla legge. Un paese nel quale se sei immigrato inizi ad aver paura di essere aggredito ad un bar solo per il colore delle tua pelle, mentre se sei uno studente di sinistra temi di essere accoltellato da decine di bande fasciste che girano a piede libero con la copertura della polizia, dei servizi e di alcune forze politiche. Le stesse forze politiche che hanno promosso gli autori della macelleria commessa dalle forze dell'ordine nelle strade di Genova durante il G8, mentre un ragazzo ucciso con un colpo in fronte ancora aspetta giustizia, insieme a migliaia di cittadini e cittadine brutalmente picchiati ed in alcuni casi persino torturati. Un paese nel quale la magistratura subisce attacchi ogni giorno se tenta di far si che la legge sia uguale per tutti. Un paese sempre più a reti unificate ed imbellettato da una sub cultura dozzinale quanto povera. Un paese in cui è in atto una vera e propria rivoluzione conservatrice che sta seppellendo la sua memoria, al punto da aver dimenticato persino i suoi partigiani e le centinaia di migliaia di donne e uomini morti per darci libertà e giustizia.
Davanti a questa situazione ed alle minacce concrete e già reali che si manifestano nelle vite di ognuno di noi, pensiamo che sia oggi più che mai opportuno generalizzare lo sciopero e scendere in piazza per riprenderci la possibilità di immaginare e costruire un futuro diverso.
Le compagne e i compagni di A Sud
L’11 dicembre del 2008 è stato consegnato all’Ambasciata colombiana a Roma dalla sottoscritta, il bolletino n. 4 “Cada uno por la Justicia” (Ognuno per la Giustizia), realizzato da varie associazioni messicane tra le quali la Lega Messicana per la Difesa dei Diritti Umani (LIMEDDH) , la Fondazione Diego Lucero e l’Associazione dei Genitori e Familiari delle Vittime di Sucumbíos tra le altre, per ricordare i 4 giovani messicani morti a Sucumbíos in Ecuador durante l’attacco al campo delle FARC del 1 marzo 2008.
Il bollettino è stato consegnato contemporaneamente nelle sedi diplomatiche colombiane di : Argentina, Canada, , Chile, Spagna, Ecuador, Francia, Italia, Nicaragua e Venezuela.
Questi gli argomenti trattati in questo numero:
Editorial de la Asociación de Padres y Familiares
El respeto a nuestros muertos. Viva su memoria
A ocho meses de la masacre de Sucumbiós, por la justicia y la lucha contra la impunidad
Álvaro Uribe Vélez, persona non grata
Uribe y la delincuencia
Repudian la visita de Uribe a México
Persona “non grata”
Muro por la justicia, contra el Olvido y la Impunidad
Saludo del Partido de los Comunistas
Carta abierta de la FIDH al gobierno de Colombia
Tomas y Jerónimo Uribe “Las aventuras de Tom y Jerry”
Artículo de opinión
Fotografie del 11/12/2008
Di Annalisa (pubblicato @ 12:32:58, vista 1846 volte)
la resistenza libica al colonialismo italiano ...
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