Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Estoy convencida de que la cosa más sabia que podía haber hecho Ingrid Betancourt --y que, como todos nos enteramos, no hizo-- era declarar un prudente y sabio silencio ante la prensa y disfrutar de su familia por al menos un mes, el tiempo justo para restablecerse, formarse una idea de lo que ha ocurrido durante su ausencia, hablar con sus familiares y luego surgir consecuentemente. Me sorprende y molesta esta vehemencia logorréica que ha caracterizado su primera semana de libertad. Me sorprenden sus declaraciones que, según un análisis no dictado por la compasión y el “buenismo”, parecen demasiado apresuradas. Todos nosotros sentimos pena por el aspecto humano y doloroso que ha caracterizado su vicisitud; la lejanía de sus hijos, la reclusión en condiciones seguramente nada fáciles. Claramente consideramos inaceptable el secuestro cómo práctica de lucha revolucionaria. Pero nosotros, que con escritos, artículos, movilizaciones, llamados y solidaridad con las víctimas silenciosas y olvidadas de una guerra civil que no cesa desde hace casi medio siglo, nosotros que trabajamos para que sobre Colombia no baje el silencio rigurosamente impuesto por las multinacionales de la información, tenemos ahora más que nunca el deber de recordar que en Colombia se cometen contínuamente crímenes y barbaridades desde “la parte legítima” del país.... Continua a leggere...
Questa è la copia di un documento di un rom censito (schedato?) a Napoli.
E se non è una pratica razzista perchè l’indicazione della religione e dell’etnia?
Chissà magari tra un po’ tireranno fuori che nel 2010 sarà obbligatorio per tutti quanti indicare al momento di chiedere il rilascio di un documento l’appartenenza alla religione cattolica o no, se praticanti o meno, se meno quante volte si saltano le messe comandate, se siciliani piuttosto che lombardi e se lombardi se si tifa per il Milan o per la Juventus.
Alcune ONG hanno reso noto in questi giorni i dati relativi all’applicazione della tortura in Colombia.
In tre anni, tra il giugno del 2004 e il mese di luglio del 2007, 346 persone sono state torturate, delle quali 234 prima di essere uccise. Soltanto nel 2007 sono stati denunciati 93 casi di tortura, 43 dei quali relativi a persone che poi sono state uccise.
Nel 90% di questi casi la responsabilità è da attribuirsi allo Stato, di cui nel 70,4% dei casi deriva da azione diretta di soldati o forze di polizia. Un 19,7% dei casi è da attribuirsi a violazioni dei diritti umani commesse da paramilitari e il 9,8% dai gruppi della guerriglia.
Tra il giugno 2002 e luglio 2007 i casi di esecuzioni extragiudiziali attribuibili alla Forza Pubblica sono stati 955, una percentuale in netto aumento rispetto agli anni precedenti. Erano infatti 577 i casi registrati nei quattro anni precedenti al 2002.
Lo studio è stato presentato dalla Coalizione Colombiana contro la Tortura, il cui portavoce Franklin Castañeda insieme al rappresentante in Colombia della Federazione Internazionale dei Diritti Umani (FIDH) e della direzione del Collettivo di Avvocati José Alvear Restrepo, Alirio Uribe fanno notare come questo periodo di tempo preso in considerazione sia quello in cui è stata applicata la “politica di sicurezza democratica” nel paese.
Il rapporto è stato inoltre reso noto alla presenza dello svizzero Eric Sottas, direttore dell’Organizzazione Mondiale Contro la Tortura il quale ha espresso la sua preoccupazione e quella dell’organismo della quale si trova a capo per la grave situazione dei diritti umani in Colombia.
Mc Cain nel suo recente viaggio in Colombia
“Sono un sostenitore totale del Trattato di Libero Commercio con il Centroamerica e del Trattato di Libero Commercio con la Colombia, e questa è la ragione per la quale un Trattato di Libero Commercio emisferico è una meta necessaria e degna per la quale è giunta l’ora”.
In una mail list questa mattina ci sono state interessanti osservazioni sulla campagne contro le tutele ai cittadini che ormai la destra promuove da tempo. Confermata recentemente dal rinvio dell’entrata in vigore della normativa sulla Class Action annunciato dal ministro dello Sviluppo Economico Claudio Scajola e chiesto a gran voce da Confindustria.
Il Giornale, mi segnalano, oggi apre con un affondo sulle associazioni dei consumatori, “i cani da guardia del mercato dei beni e servizi”. “La casta dei consumatori” è il titolo.
Le associazioni hanno ricevuto secondo il Giornale, "da Roma” (ormai va di moda dire così) 47 milioni di euro in 5 anni per fare “da antistato”. In realtà si tratta di una parte del ricavato delle sanzioni applicate dall’Authorithy sui casi di abusi riconosciuti tali verso i cittadini segnalate proprio dalle associazioni a tutela dei consumatori.
L’amico Filomeno, fa notare giustamente come questa campagna de il Giornale “si inserisce benissimo in una più ampia contro le tutele ai cittadini in corso da tempo. Partita come moda mediatica con l'attacco ai dipendenti statali e parastatali da parte del Corriere ("LaCasta" ) , ... Continua a leggere...
Di Annalisa (del 13/07/2008 @ 21:06:31, in Humor, linkato 1171 volte)
Produzione e mercato di massa
lavatrici e frigorigferi
amori e sesso figli e mariti
nel calderone economico
case salvadanai
talami nuziali adibiti a luogo di svogliate scopate con mariti sudaticci.
Corri e corri
fuggi fuggi
macchina tram posteggio lavoro scuola
inscatolati dalla vita.
Nel rispetto delle regole di mercato.
Scatole di dimensioni perfette
socialmente confortevoli
comode.
Así parece no?
Sono sempre più convinta che la mossa più saggia che poteva fare Ingrid Betancourt una volta liberata e che ovviamente non ha fatto, era quella di decretare un saggio e prudente silenzio stampa e godersi la sua famiglia per un mese.
Giusto il tempo di riprendersi, farsi un’idea di quanto accaduto nel frattempo, parlare con i suoi familiari della linea da seguire e poi agire di conseguenza.
Mi stupisce e mi infastidisce quest’irruenza logorroica che sta caratterizzando la sua prima settimana di libertà.
Mi stupiscono certe sue dichiarazioni che ad analisi non dettate dalla pietà e dal buonismo sembrano eccessivamente affrettate.
Tutti noi proviamo compassione per l’aspetto umano e doloroso che ha caratterizzato la sua vicenda, la lontananza dai figli, la lunga prigionia in condizioni non certo facilissime. Ovviamente consideriamo inaccettabile il sequestro come pratica di lotta rivoluzionaria.
Ma noi, che con scritti, articoli, mobilitazioni, appelli e solidarietà alle vittime silenziose e dimenticate di una guerra civile che dura ormai da mezzo secolo, noi che ci impegnamo perchè sulla Colombia non cali mai il silenzio rigorosamente imposto dalle multinazionali dell’informazione , abbiamo ora più che mai il dovere di ricordare che in Colombia vengono continuamente commessi crimini e barbarie dalla parte “legittima” del paese. La stessa che ora si fregia agli occhi del mondo come paladina delle libertà civili per aver restituito Ingrid Betancourt alla sua vita. Noi coerentemente ... Continua a leggere...
Qui l’intervista in esclusiva che Ingrid Betancourt ha concesso al Tg1 ieri sera.
Gossip, spettacolo, cazzate, se preferite. Tra i capelli lunghi e il riscoperto piacere dei vestiti, del trucco e delle preghiere.
Politica niente, la Colombia non esiste.
Pensavo di trovarla nel resto dell’intervista che andava in onda nel corso della trasmissione “Nel nome del cuore” condotta in diretta da Assisi da Carlo Conti, subito dopo.
Mi sono sorbita anche i Pooh per sentir dire alla Betancourt che lei quasi come San Francesco ha preso in mano i serpenti nella giungla per non farli uccidere dai guerriglieri e dagli altri compagni di prigionia.
Complimenti al TG1 per lo scoop!
...
Leggi anche:
|