Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
All'ambasciatore di Israele a Roma
GHIDEON MEIR
Desidero con questa comunicare la mia profonda condanna per i gravissimi crimini contro l’umanità che il suo paese, Israele, sta compiendo in queste ore contro la popolazione civile di Gaza e per quelli commessi fino a questo momento in quella regione, trasformandola di fatto in una immensa prigione a cielo aperto, dove vengono da voi negati sistematicamente i più elementari diritti umani.
Privare un milione e mezzo di persone dei generi di prima necessità giustificando questo con motivi di sicurezza è inaccettabile e umanamente discutibile, e viola inoltre qualsiasi trattato internazionale.
L’arroganza che contraddistingue da sempre il vostro agire, le violazioni costanti dei diritti umani, la violenza dei vostri attacchi “chirurgici”, il fatto di impedire che viveri e medicinali possano entrare nella striscia di Gaza o che i feriti possano essere trasportati fuori per le cure, fa di voi, per questo, uno Stato che merita condanna e disprezzo.
Annalisa Melandri
La mattanza di narcotrafficanti colombiani avvenuta lo scorso mese di agosto a Paya, nella provincia meridionale di Peravia, nella Repubblica Dominicana, ha scosso profondamente il paese.
Che questo fosse da tempo diventato crocevia e porto finale di un notevole traffico di stupefacenti dalla Colombia, era cosa nota ma che in questo traffico fossero implicati in maniera così evidente ambienti militari, istituzionali e politici è stata la notizia che ha fatto aprire gli occhi di tutti sul fatto che la Repubblica Dominicana da qualche anno a questa parte si sta convertendo in una sorta di narco Stato, anche se il fenomeno non ha ancora raggiunto i livelli macroscopici di Colombia e Messico, tanto per citare due paesi le cui vicende in materia di traffico di stupefacenti risaltano maggiormente all’ attenzione dei media di casa nostra.
Il 4 agosto scorso, sei colombiani e un nicaraguense, che poco prima erano sbarcati sulla costa con 1200 kg di cocaina e che per questo carico dovevano ricevere 15 milioni di pesos, sono stati trucidati a colpi di arma da fuoco poco lontano dalla loro abitazione sul mare, dove da tempo vivevano indisturbati e da dove è stato trafugato sia il carico di droga che una ingente somma di danaro in contanti.... Continua a leggere...
Non so che succede fuori da questo inferno, ma mi auguro fortemente che le masse si mobilitino, così come ad Atene hanno fatto per la morte di un ragazzino ucciso da un fascista travestito da poliziotto.
Qui siamo quasi a 300 morti, molte le donne e i bambini.
E' il momento una volta per tutte di mettere Israele in un angolo, e condannarlo per i suoi atroci crimini contro l'umanità. Alzate la vostra voce di indignazione, come noi urliamo di dolore e disperazione.
Guernica è uscita dalla tela e si è trafigurata in realtà in questo inferno.
Mentre il presidente colombiano Álvaro Uribe nel suo messaggio di Natale al paese afferma che secondo lui non si può costruire la pace in Colombia con”i terroristi”, con quelli che “semplicemente non fanno altro che spargere il sangue del popolo colombiano”, noi non possiamo invece non ricordare che proprio i suoi militari, i corpi di polizia, i paramilitari che lavorano per il Potere in Colombia sono quelli che si macchiano dei crimini più sanguinari e violenti, ultimo tra i quali l’uccisione da parte di membri dell’esercito di Edwin Legarda, marito di Aida Quilcué, leader indigena del CRIC.
Contrariamente alle parole di Uribe che non lasciano spazio al dialogo e a trattative, autorevoli esponenti della comunità internazionale, tra i quali spiccano nomi illustri da sempre impegnati nella risoluzione di conflitti diversi da quello colombiano, affermano invece di voler appoggiare e sostenere un dialogo e uno scambio epistolare con il Segretariato Maggiore delle FARC-EP, confidando sulle capacità di mediazione della senatrice Piedad Còrdova, che gode della fiducia della guerriglia colombiana.
Un segnale importante che, contro la miopia e l` ottusità del presidente colombiano il quale continua a proporre al suo paese la soluzione militare come l’unica possibile, apre nuovi spiragli di speranza.AM
Mientras que el presidente colombiano Álvaro Uribe en su mensaje de Navidad reitera que no se puede construir la paz en Colombia con “los terroristas”, con los que “simplemente lo que hacen es derramar la sangre al pueblo colombiano”, nosotros no podemos olvidar que propio sus militares, sus cuerpos policiales, los paramilitares que trabajan por el Poder en Colombia son los que se manchan de los crimenes mas sangrientos y violentos, por último el asesinato por parte de miembros del ejército, de Edwin Legarda, esposo de Aida Quilcué, lider indìgena del CRIC.
Contrariamente a las palabras de Uribe, que no dejan espacio al diálogo y a negociaciones, notables expónentes de la comunidad internacional, entre quienes destacan nombres ilustres desde tiempo comprometidos con la busqéda de paz en conflíctos diferentes del colombiano, afirman de quere apoyar y sustentar un diálogo y un intercambio epistolar con el Segretariado Mayor de las FARC – EP, confiando en las capacidades de mediación de la senadora Piedad Córdoba que goza de la confianza de la guerrilla colombiana.
Una signal importante que contra la miopía y la torpeza del mandatario colombiano quien sigue proponiendo a su país la solución militar cómo la única posible, deslumbra nuevos rayos de esperanza.AM.
Signori
Firmatari della lettera dell’11 settembre 2008
Alla Senatrice Piedad Córdoba
Ai Signori del
Segretariato dello Stato Maggiore Centrale delle FARC-EP
Al comandante Alfonso Cano
I sottoscritti firmatari di questa lettera, donne e uomini di diversi luoghi del pianeta, interessati alla realtà della Colombia, non indifferenti bensì preoccupati/e per i gravi fatti che ogni giorno degradano la vita e le libertà del suo popolo, costernati/e per l’oscuro futuro del paese e nello stesso tempo incoraggiati/e per i segni sociali e politici che provengono dalle sue lotte, desideriamo esprimere il nostro sostegno a quelle volontà che intraprendono un dialogo e che attraverso di esso illumina la profonda certezza di trovare vie d’uscita degne e giuste al conflitto sociale, politico, armato che va avanti da decenni;
In questo senso, sostenitori e sostenitrici delle differenti voci di pace e giustizia, tra queste manifestazioni di speranza facciamo nostra e appoggiamo la lettera che lo scorso mese di settembre 2008, promossa dalla senatrice Piedad Córdoba, con l’urgenza di compiere passi verso la comprensione, chiedendo che spazi di dialogo siano aperti dall’insorgenza colombiana con la società civile nazionale e internazionale, iniziando uno scambio epistolare con il Segretariato delle Forze Armate Rivoluzionarie di Colombia, FARC-EP.
Conoscendo la risposta positiva delle FARC-EP a questa proposta e la loro conferma, vogliamo pubblicamente ed esplicitamente appoggiare questo scambio epistolare e il suo dovere etico, sicuri del fatto che migliaia e migliaia di voci si uniranno, chiedendo il dialogo, al quale speriamo possa unirsi anche l’Esercito di Liberazione Nazionale, ELN, tanto rispetto a necessarie soluzioni umanitarie e di diritto internazionale applicabili al confronto, quanto per accogliere questo supremo proposito di andare verso obiettivi finali basati su ideali di giustizia per tutti.
Sappiate che potete disporre dei nostri sforzi e dei nostri mezzi per accompagnare risolutamente questo processo da spazi della comunità internazionale, facendo nostro l’interesse comune di costruire una pace fondata sulla ragione e la giustizia sociale.
Primi firmatari:
Adolfo Pérez Esquivel, Premio Nobel de la Paz, Argentina.
James Petras, profesor emérito Universidad de Binghamton, New York, Estados Unidos.
François Houtart, profesor emérito Universidad de Lovaina, Bélgica.
Olivier BESANCENOT, Porte Parole de la Ligue Communiste Révolutionnaire (France)... Continua a leggere...
(19 Dicembre 2008)
I soldati di 42 campi dell'esercito greco dichiarano: "CI RIFIUTIAMO DI DIVENTARE UNA FORZA DI TERRORE E DI REPRESSIONE CONTRO LE MOBILITAZIONI; APPOGGIAMO LA LOTTA DEGLI STUDENTI DI SCUOLA/UNIVERSITA' E DEI LAVORATORI"
"Siamo dei soldati da ogni parte della Grecia Soldati ai quali, a Hania, è stato ordinato di opporsi a studenti universitari, lavoratori e combattenti del movimento movimento antimilitarista portando le nostre armi e poco tempo fa. Soldati che portano il peso delle riforme e della "preparazione" dell'esercito greco. Soldati che vivono tutti i giorni attraverso l'oppressione ideologica del militarismo, del nazionalismo dello sfruttamento non retribuito e della sottomissione ai "nostri superiori". Nei campi dell'esercito nei quali serviamo, sentiamo di un altro "incidente isolato": la morte, provocata dall'arma di un poliziotto, di un quindicenne di nome Alexis."
"Sentiamo di lui negli slogan portati sopra le mura esterne del campo come un tuono lontano. Non sono stati chiamati incidenti anche la morte di tre nostri colleghi in agosto? Non è stata pure chiamata un incidente isolato la morte di ciascuno dei 42 soldati che sono morti negli ultimi tre anni e mezzo? Sentiamo che Atene, Thessalonica ed un sempre crescente numero di città in Grecia sono diventate campi di agitazione sociale, campi dove viene recitato fino in fondo il risentimento di migliaia di giovani, di lavoratori e di disoccupati. Vestiti con uniformi dell'esercito ed "abbigliamento da lavoro", facendo la guardia al campo o correndo per commissioni, facendo i servitori dei "superiori", ci troviamo ancora lì in quegli stessi campi." ... Continua a leggere...
Di Annalisa (del 26/12/2008 @ 04:00:00, in Musica, linkato 1174 volte)
La mia famiglia messicana, della quale posso confermare in assoluta certezza la grande onestà, coerenza e soprattutto l'impegno e il coraggio e della quale mi pregio di far parte. (En español)
Messico D.F., 12 dicembre 2008
Con l’aiuto di tutti si costruiscono diritti umani
Liga Mexicana por la Defensa de los Derechos Humanos A.C. (Limeddh)
Amici della Limeddh,
Per coloro i quali beneficiano di questo diritto, una piccola parte della ricchezza prodotta durante un intero anno, viene tradotta in tredicesima. Vi invitiamo pertanto a condividere e ad appoggiare il nostro sforzo che ormai da 24 anni a questa parte si mantiene grazie al lavoro volontario di ognuno di voi e alla vostra collaborazione.
Attraverso la sensibilità individuale o collettiva di singoli o di organizzazioni si fa eco la grave situazione dei diritti umani nel nostro paese contro i nostri popoli, che ci danno ogni giorno esempio di quello che significa la lotta per la dignità e la resistenza.
Non possiamo dimenticare tutti coloro che hanno contribuito ad accrescere le libertà democratiche ed i diritti fondamentali e sono quelli che quando alzano la voce subiscono o affrontano repressione, torture, massacri.
E’ a loro e a ogni altra persona a cui sono violati i propri diritti umani che è diretto il nostro lavoro.
Lottiamo contro l’impunità, questo mostro dalle mille teste del governo messicano che detta legge. Vi invitiamo pertanto ad unirvi a questa nostra lotta contro di essa.
Di Annalisa (del 21/12/2008 @ 19:46:48, in Cuba, linkato 965 volte)
“Ieri eravamo una colonia ma domani possiamo essere una grande comunitá di paesi strettamente uniti. La natura ci ha dato ricchezze incalcolabili e la storia ci ha dato radici, lingua, cultura e vincoli comuni, come in nessun’altra regione della Terra”
(Fidel Castro Ruz)
“Molti si chiederanno che cosa sta accadendo in questa nostra America Latina” ha commentato il presidente brasiliano Lula da Silva all’annuncio della notizia che Cuba finalmente farà parte, dal 17 di dicembre di quest’anno, del Gruppo di Río, l’organizzazione che raggruppa gli Stati dell’America latina e dei Caraibi, sorta nel 1986 in alternativa all’OEA, Organizzazione degli Stati Americani, dove invece sono presenti gli Stati Uniti.
Felipe Calderón, attuale coordinatore del Gruppo di Río ha parlato di “costruzione di un destino comune” e di “valori condivisi”.... Continua a leggere...
Di Annalisa (del 20/12/2008 @ 21:21:46, in Brevi, linkato 871 volte)
48 ore di tempo per abbandonare la Cordillera del Cóndor. Questo é l’ultimatum che le comunità del distretto di Cenepa, nella regione Amazonas, Perú, hanno dato alla compagnia Dorato Perú S.A.C. per lasciare la zona.
Nel 1998 le varie comunità` residenti nella zona costituirono la Zona Reservada Santiago – Comaina dove vige il divieto di sfruttamento minerario in un sottosuolo tuttavia ricchissimo di oro, rame e uranio.
Il parco ha un’estensione di 163 mila ettari, dei quali 63 mila sarebbero già stati sottratti dal governo centrale e concessi a compagnie minerarie.
Cinquemila persone sono pronte a mettersi in marcia per mandare via gli operai dell’impresa Dorato Perú S.A.C. il prossimo 21 dicembre.
“Tutto questo è responsabilità’ del governo che insiste con la sua politica di vendere o di dare tutto in concessione, non importa che queste imprese sfruttano 63 mila ettari di bosco. Per questo le comunità´difenderanno il loro territorio con la propria vita” ha affermato Saúl Puerta Peña segretario di AIDESEP (Asociación Interétnica de la Selva Peruana).
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