Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
All’ONU, alla vigilia di quella che sta diventando sempre più la giornata internazionale contro il terrorismo, oggi hanno parlato le vittime.
Quelle sopravvissute agli attacchi delle Twin Towers, come quelle scampate agli attentati kamikaze a Gerusalemme, i familiari dei morti della strage di Beslan, come quelli rimasti uccisi negli attentati di Bali, quelli di Londra, come quelli di Madrid. C’erano anche i familiari degli attentati delle Brigate Rosse e ovviamente non poteva mancare Ingrid Betancourt, relatrice principale della giornata.
L’evento, il primo Forum Internazionale di Supporto alle Vittime del Terrorismo è stato organizzato a New York dal segretario generale dell’ONU, Ban Ki Moon .
E’ interessante però ricordare qui quale fu il manifesto di guerra pronunciato da George Bush davanti al Congresso degli Stati Uniti il 20 settembre del 2001, 9 giorni dopo l’attacco alle Torri Gemelle:“La nostra guerra contro il terrore comincia con Al Qaeda ma non termina lì. Non terminerà fino a quando ogni gruppo terrorista a livello mondiale non sia stato trovato, fermato e sopraffatto”.
L’11 settembre ha ufficializzato un prima e un dopo. Il terrorismo prima e il terrorismo dopo. La lotta contro il terrorismo prima e la lotta contro il terrorismo dopo. Da quel momento sono cambiati metodi e strategie. In questo senso l’11 settembre è stata una data epocale. Ha segnato un mutamento in quella che è la percezione collettiva della paura e nell’ identificazione dei nemici. Lo Stato che ha scatenato più guerre e conflitti nel mondo, ... Continua a leggere...
Sempre più “magico” il computer di Raúl Reyes. Praticamente ci sarebbe di tutto lì dentro. Basta solo avere fantasia e soprattutto aver bisogno di quello che si sta cercando.
Risulta infatti dalla posta elettronica del capo guerrigliero (Raúl, ma non cancellavi mai la posta?) che anche i Mapuche chiesero tempo fa a un alto comandante delle FARC consulenza per l’addestramento militare con il fine di portare avanti la loro lotta contro il Governo cileno nel sud del paese, e particolarmente per la liberazione di un’ampia porzione di territorio del Cile.
“Ovviamente” il tramite lo avrebbe fatto la Coordinadora Continental Bolivariana, capitolo cileno, anche questa un calderone dal quale praticamente l’intelligence colombiana e quella degli Stati Uniti all’occorrenza tirano fuori tutto ciò di cui hanno bisogno: terroristi, guerriglieri e amici o simpatizzanti delle FARC.
Nella relazione consegnata al pubblico ministero cileno Sabas Chahuán viene menzionata anche la Cumbre de los Pueblos, che riunisce movimenti sociali ed organizzazioni non governative di sinistra dell’Europa e dell’America Latina e che svolge i suoi incontri parallelamente ai quelli dei capi di Stato e di Governo di Europa, America Latina e Caraibi. L’ultimo a Lima, nel maggio scorso, dove mentre i capi di Stato europei e latinoamericani cercavano di formalizzare accordi economici basati sullo sfruttamento di risorse naturali e umane, la Cumbre de los Pueblos e il suo “braccio giuridico”, il Tribunale Permanente dei Popoli, ... Continua a leggere...
Cada vez más mágica la computadora de Raúl Reyes. Practicamente en ella se encuentra de todo. Sólo hay que tener un poco de fantasía y la necesidad de lo que se esté buscando.
Parece que de la correspondencia del jefe guerrillero, (Raúl ¿pero guardabas todos tus correos?) salió que también los Mapuche pidieron tiempo atrás a un alto jefe de las FARC que los entrenara militarmente para llevar a cabo la liberación de una amplia zona de territorio chileno al sur del país, donde ellos viven.
“Obviamente” la Coordinadora Continental Bolivariana (CCB), capítulo chileno, desarrolló el papel de intermediario. Nada raro, se sabe de hecho que la CCB desde tiempo es el calderón de donde prácticamente la inteligencia colombiana y la de Estados Unidos sacan todo lo que necesitan: terroristas, guerrilleros y amigos o simpatizantes de las FARC. ... Continua a leggere...
Di Annalisa (del 07/09/2008 @ 16:26:23, in Haiti, linkato 2846 volte)
Il ciclone Hanna su Haiti
DI TORMENTE E TORMENTI
traduzione di Annalisa Melandri
Le tormente e gli uragani da secoli sono fenomeni naturali frequenti nei Caraibi e in altre regioni del mondo.. Ora però sono più frequenti, più improvvisi e più potenti che mai. Si tratta della vendetta della crosta terrestre e dell’atmosfera aggredite, depredate, saccheggiate, riscaldate, contaminate... dagli esseri umani e dai modi di produzione e distribuzione esistenti durante tutta la storia del nostro pianeta.
L’industria in genere, e il capitalismo e l’imperialismo in modo particolare, detengono i migliori e più stravaganti record in questa persistente aggressione. Hanno scatenato tutti i demoni e potenziato tutte le reazioni distruttive dell’ambiente depredato e avvelenato.
Ma questo non è l’aspetto peggiore, piuttosto lo è l’impoverimento atroce e simultaneo degli esseri umani e dell’ambiente dove vivono.... Continua a leggere...
l' Associazione Masaniello e il Circolo Bolivariano ‘José Carlos Mariategui’ di Napoli
presentano:
DUE CHIACCHIERE SULL'AMERICA LATINA... E OLTRE!
Lunedì 8 Settembre 2008 – ore 17,30 Cortile interno Vico S. Pietro a Majella, 6 Napoli (P.zza Bellini - centro storico)
Ospiti: Maylyn Lopez Addetta Stampa del Consolato della Repubblica Bolivariana del Venezuela a Napoli
Mario Neri Circolo Bolivariano "Antonio Gramsci" - Caracas
Indira Pineda Daudinot Dott.ssa in Scienze Politiche - Ricercatrice Universitaria de La Habana – Cuba
Fabio Avolio Insegnante di lingua italiana a Caracas
è prevista la proiezione di alcuni filmati inediti sulla realta latinoamericana
“Viviamo nella menzogna del silenzio. Le peggiori falsità sono quelle che negano l’esistenza di ciò che non si vuole che si conosca. Questo lo fanno coloro che hanno il monopolio della parola. Combattere questo monopolio è centrale” Emir Sader
qui il link dove si può vedere il video dell'incontro
Narciso Isa Conde può essere considerato come uno dei rivoluzionari che hanno fatto la storia del suo paese, la Repubblica Dominicana e quella di tutta l’America Latina per il contributo del suo pensiero e per il suo impegno attivo per una terra libera da legami con l’imperialismo dei “falchi” del Nord. Nato nel 1942, appena adolescente partecipa alla lotta contro il regime di Trujillo.
Diventa poi Secretario Generale del Partito Comunista Dominicano.
Ha partecipato inoltre alla rivoluzione di Aprile del 1965 e alla Guerra Patria contro l’invasione degli Stati Uniti.
Durante il regime di Joaquín Balaguer ha sofferto il carcere, la persecuzione e l’esilio.
Attualmente fa parte della presidenza collettiva della Coordinadora Continental Bolivariana (CCB), insieme al sociologo statunitense Jaime Petras, all’arcivescovo Casaldáliga del Brasile e ad altri importanti politici e intellettuali latinoamericani.
Per questo impegno rivoluzionario caratterizzato dal fatto di non non aver mai discriminato forme diverse di lotta, incluso la lotta armata delle FARC, con le quali mantiene “vincoli pubblici di amicizia e solidarietà da lungo tempo”, è oggetto attualmente di una campagna di diffamazione basata su falsità e montata dal governo colombiano.
Cercando notizie che lo riguardano, troviamo che viene definito: “ideologo delle FARC”, “alto dirigente delle FARC”, “portavoce dei vertici delle FARC”, “amico del separatismo basco”, “ammiratore di Marulanda” mentre più recentemente Álvaro Uribe lo ha chiamato “leader terrorista”.
Lo incontro nella sua casa di Santo Domingo, cordiale e gentile, e in verità non dà l’impressione di essere un terrorista. Nel suo paese è conosciuto e rispettato e parlando di lui con la gente comune si nota negli occhi di qualcuno accendersi una luce, ricordando il “rivoluzionario radicale” che ha lottato per la libertà del suo paese.
A.M. - Chi è Narciso Isa Conde in realtà?
N.I.C. - Io sono un rivoluzionario radicale nel senso più profondo del termine, in quanto cerco sempre di andare alla radice dei problemi, non per il linguaggio forte che utilizzo e nemmeno per le diverse forme di lotta che posso aver impiegato in alcun determinato momento.
A.M. - Narciso, sei un riconosciuto leader rivoluzionario nella Repubblica Dominicana, è vero che hai partecipato in prima persona alla lotta per la libertà del tuo paese?
N.I.C. - Ho iniziato la mia attività politica in clandestinità, contro il regime di Trujillo e successivamente ho fatto parte della rivoluzione dell’Aprile del 1965, dopo il golpe militare contro Juan Bosh. Ho partecipato poi alla rivolta militare guidata dai colonnelli Fernández Domínguez e Francisco Caamaño e i “militari costituzionalisti”, e alla sua trasformazione in una rivolta popolare militare quando si formó allora l’allenza tra i militari patrioti e il popolo armato.
Abbiamo subito successivamente l’invasione nordamericana e il massacro che questa ha perpetrato. Anche allora gli Stati Uniti ci calunniavano, presentandoci come quelli che fucilavano i civili nel Parco Indipendenza qui nella città di Santo Domingo. Allora il mio nome faceva parte di una lista di 56 terribili comunisti ed ero appena un giovane dirigente universitario. I grandi mezzi di comunicazione dell’impero, costituiti anche da aerei con altoparlanti potentissimi, sorvolavano la città, ripetendo il mio nome e quello degli altri 55 compagni, descrivendoci come esseri diabolici...... Continua a leggere...
Fonte: Il Manifesto
L'ex-ostaggio franco-colombiano delle Farc, liberato dopo sei anni di penosa prigionia nella selva da una mirabolante operazione militare ordinata dal presidente Uribe, rischia di diventare, suo malgrado, un'icona. E una chiave di lettura troppo facile e sbagliata (i Buoni contro i Cattivi) di un conflitto complesso come quello della Colombia
di Guido Piccoli
Sei anni nella selva a invocare la Madonna e a leggere la Bibbia, l'unica pubblicazione consentita dal rigore guerrigliero. Poi, a luglio, la liberazione, lo sbarco in terra europea, i festeggiamenti con Sarkozy e la Legion d'Oro, la visita a Lourdes. Domattina l'udienza con Benedetto XVI a Castel Gandolfo e il pomeriggio una preghiera in San Pietro. Così Ingrid Betancourt conclude il suo pellegrinaggio di ringraziamento per l'Operazione Scacco nella selva del Guaviare che, per come è stata raccontata, appare un miracolo da ascrivere, come sostenne allora anche il presidente Alvaro Uribe, «all'intervento dello Spirito Santo e alla protezione di nostro Signore e della Vergine, in tutte le sue espressioni». Domani, martedì e mercoledì, prima a Roma e poi a Firenze, ci sarà anche spazio per i riti civili: conferenze, incontri, altre chiavi di varie città, il Giglio d'Oro.... Continua a leggere...
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