Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
L'amico Roberto di Nuova America ha scattato questa foto a Piazza Vittorio a Roma. Lo ringrazio per aver colto e testimoniato quest' attimo di follia pura nella campagna elettorale italiana del 2008.
“Era otro Pancho Villa, era un loco que a nada le tenía miedo”, (era un altro Pancho Villa, era un pazzo che non aveva paura di niente)..., così hanno gridato i suoi compagni ai suoi funerali, mentre decine di trattori con la scritta “governo assassino” sfilavano insieme al suo feretro.
In Messico, Armando Villareal Martha, dirigente di Agrodinámica Nacional, era un leader stimato e seguito dai contadini del suo stato, Chihuahua, e dell’intero paese, ed era nello stesso tempo temuto dal governo federale per i suoi metodi radicali di lotta.
Le sue battaglie andavano dalla difesa dei diritti dei lavoratori del settore agricolo e zootecnico alle proteste contro l’approvazione dei capitoli più controversi del Trattato di Libero Commercio del Nord America (aveva guidato la marcia da Ciudad Juárez fino allo zócalo della capitale); da quelle contro le privatizzazioni del settore energetico, alle pressioni sul governo ... Continua a leggere...
Più di 700 firme per il nostro appello per i diritti umani in Colombia e per chiedere le dimissioni di José Obdulio Gaviria, consigliere di Uribe, il quale con le sue scellerate dichiarazioni rivolte alla stampa colombiana in cui ha bollato la marcia del 6 marzo scorso promossa dal MOVICE, come “organizzata dalle FARC” ha messo gravemente in pericolo la vita di tutti coloro che si sono impegnati nella sua organizzazione.
Di Annalisa (del 08/04/2008 @ 20:55:21, in Humor, linkato 1049 volte)
Di Annalisa (del 06/04/2008 @ 20:07:04, in Perù, linkato 1721 volte)
Il nostro appello sulla Colombia arriva al Parlamento Europeo: 26 eurodeputati scrivono al presidente colombiano Uribe.
Chi è colpevole? Ama gli altri come te stessa. Chiusi gli occhi e vidi il modo come un embrione sul punto di abortire”
Melissa Patiño (dal carcere)
Melissa e gli altri
Melissa Patiño Hinostroza ha 20 anni ed è una giovane poeta peruviana di Lima.
Si trova in carcere dal 29 febbraio scorso, arrestata ad Aguas Verdes, dipartimento di Tumbes, al confine con l’Ecuador, con l’accusa di terrorismo internazionale, mentre faceva rientro in patria dopo aver partecipato al Secondo Congresso della Coordinadora Continental Bolivariana, tenutosi a Quito dal 23 al 27 febbraio. Congresso che rappresenta un importante momento di incontro per tutta la sinistra latinoamericana, per i movimenti sociali e le organizzazioni popolari della regione, e al quale avevano partecipato, insieme a circa 800 delegati di diversi paesi del mondo, anche i tre giovani messicani che si trovavano nel campo delle FARC per motivi di studio e dove hanno perso la vita in seguito all’attacco dell’esercito colombiano in cui è morto il comandate guerrigliero Raúl Reyes, che stava conducendo trattative con la Francia per la liberazione di Ingrid Betancourt.
Insieme a Melissa sono stati arrestati con la stessa accusa e senza nessuna prova, anche altri 6 peruviani che si trovavano con lei sullo stesso autobus messo a disposizione dagli organizzatori del Congresso, durante il viaggio di ritorno dall’Ecuador al Perú e che sono: Roque González La Rosa, Damaris Danitza Velasco Huiza, Armida Esperanza Valladares Jara, Guadalupe Alejandrina Hilario Rivas, María Socorro Gabriel Segura y Carmen Mercedes Asparrent Rivero.... Continua a leggere...
Ha detto l’attuale papa Benedetto XVI del suo predecessore Giovanni Paolo II, “che aveva qualità soprannaturali”. La Chiesa nel recente passato ci è sempre andata cauta con certe affermazioni. A quando la caccia alle streghe?
Enrico Ingrassia, 57 anni; suo figlio William Ingrassia di 33 anni; il genero di Ingrassia, Gaetano Belfiore, di 25 anni.
I primi due della provincia di Campobasso, l’altro di Lucera, Foggia.
E’ bene che questi nomi circolino, che si conoscano, che la gente, quanta più gente possibile, sappia quello che questi tre italianissimi animali facevano.
Enrico Ingrassia era titolare di un circo, il circo “Marino”, dove si svolgevano spettacoli al limite dell’orrore.
I tre sono finiti in carcere alla fine di marzo,in quanto, con la complicità della moglie di Gaetano Belfiore (la giovane figlia di Enrico Ingrassia) e di due cittadini bulgari che sono stati denunciati a piede libero, tenevano in schiavitù una famiglia bulgara in condizioni disumane. Una famiglia , giunta clandestinamente in Italia e finita a lavorare nel circo “Marino”, composta da due ragazze e i loro genitori.
Due ragazze di 16 e 19 anni costrette a restare immobili mentre gli venivano rovesciati addosso serpenti vivi e ogni genere di animali ripugnanti, oppure costrette a restare immerse nell’acqua gelida di una vasca circondate da piranha, resi per fortuna inoffensivi dalla bassa temperatura dell’acqua.
Il nostro appello sulla Colombia arriva al Parlamento Europeo: 26 eurodeputati scrivono al presidente colombiano Uribe.
Per aderire: solidaridadmovice@gmail.com
Álvaro Uribe Vélez Presidente della Repubblica di Colombia
Signor Presidente Noi sottoscritti parlamentari europei che firmiamo questa lettera siamo estremamente preoccupati per le notizie che ci giungono relativamente agli omicidi avvenuti negli ultimi giorni, di sindacalisti, dirigenti politici e difensori dei diritti umani, nonché per le minacce rivolte ai leader sociali e ai difensori dei diritti umani che hanno organizzato la marcia pacifica in omaggio alle vittime il 6 marzo scorso. Le informazioni su queste minacce, provengono da organizzazioni sociali e di difesa dei diritti umani colombiane, così come dall’Alto Commissariato per i Diritti Umani dell’Onu (OHCHR) che ha espresso la sua preoccupazione in un comunicato del 13 marzo scorso. Gli autori delle minacce dicono essere un’organizzazione paramilitare denominata “Aguilas Negras” e in esse hanno incluso liste di persone contro le quali pianificano di commettere attentati. Nel suo comunicato l’Alto Commissariato per i Diritti Umani dell’Onu, afferma quanto segue: “E' urgente un’azione decisa a fare chiarezza sull’attentato del 28 febbraio, in sono stati sparati colpi di arma da fuoco contro l’abitazione della signora Luz Adriana Gonzáles, membro del Comitato Permanente per la Difesa dei Diritti Umani e promotrice della marcia del 6 marzo nella città di Pereira; e sugli omicidi di Edgar José Molina (collaboratore di Huipaz) avvenuto il 23 febbraio a Algeciras, Huila; di Manuel José Reina Collazos (membro del Partito Conservatore) avvenuto il 25 febbraio a Vijes, Valle e di Leonidas Gómez Rozo (dirigente del sindacato ANTHOC) il cui cadavere è stato rinvenuto l’11 marzo a San Vicente del Caguán, Caquetá”. ... Continua a leggere...
Nuestro LLAMADO llega al Parlamento Europeo: 26 eurodiputados escriben al presidente colombiano Uribe.
31 de marzo de 2008
Alvaro Uribe Vélez
Presidente de la República de Colombia
Señor Presidente,
Los parlamentarios y parlamentarias europeos que suscribimos esta comunicación
estamos profundamente preocupados por las informaciones que hemos recibido sobre
los asesinato los ultimos días de varios sindicalistas, dirigentes políticos y defensores
de derechos humanos, y por las amenazas proferidas ahora contra líderes sociales y
defensores de derechos humanos que convocaron a la marcha pacífica de homenaje a
las víctimas el pasado 6 de marzo.
Las informaciones sobre estos amenazas provienen de organizaciones sociales y de
derechos humanos colombianas así como de la Oficina de la Alta Comisionada para
los Derechos Humanos (OACNDUH) que ha manifestado su preocupación en
comunicado del pasado 13 de marzo.
Los autores de las amenazas dicen ser organizaciones paramilitares autodenominadas
"Águilas Negras" y han incluido listas de personas contra quienes planean cometer
atentados. En su comunicado la OACNUDH afirma lo siguiente:
“Es urgente una acción decidida para aclarar el atentado del 28 de febrero
con arma de fuego contra el domicilio de la señora Luz Adriana González,
miembro del Comité Permanente por la Defensa de los Derechos Humanos y
IMPORTANTE AGGIORNAMENTO: UN GRUPPO DI EURODEPUTATI SCRIVE AD ALVARO URIBE SULLA SCIA DEL NOSTRO APPELLO IN DIFESA DEI DIRITTI UMANI .
Un gruppo di 26 eurodeputati, stimolati dall'Appello urgente in difesa dei diritti umani in Colombia lanciato da Peacereporter insieme ad Annalisa Melandri, Gennaro Carotenuto e Guido Piccoli, ha inviato una lettera aperta al presidente colombiano Alvaro Uribe, affinché si impegni a garantire la sicurezza degli organizzatori della marcia contro il paramilitarismo e i crimini di Stato del 6 marzo scorso, e in generale di tutti coloro che hanno il coraggio di denunciare violenze e soprusi da parte dei paracos e che puntalmente vengono minacciati di morte.
Primo passo. Il documento, datato mercoledì 2 aprile, vede quale primo firmatario l'eurodeputato italiano Vittorio Agnoletto, il quale, essendo stato fra i sostenitori della prima ora del nostro appello, aveva lanciato l'idea di portare la grave questione sui tavoli dell'Unione Europea. Il fine ultimo sarà imporre sanzioni economiche al paese sudamericano se non rispetterà la vita di tutti suoi cittadini, indipendentemente dal colore politico.
Motivazioni. Ad aver siglato la lettera, anche Alain Lipietz, presidente della Delegazione per le relazioni con i paesi della Comunità andina. “Siamo profondamente preoccupati per gli omicidi degli ultimi giorni di vari sindacalisti, dirigenti politici e difensori dei diritti umani (almeno otto dal 6 marzo scorso) – si legge nella missiva – e per le minacce rivolte” contro chi ha portato in piazza centinaia di migliaia di persone per dire basta alle violenze del braccio armato dell'estrema destra, che gli ultimi eventi vogliono colluso con molti membri di governo e forze armate.
Nuovi vecchi paracos. Le informazioni che hanno convinto i deputati del Parlamento europeo a scrivere al presidente Uribe sono state fornite dagli organizzatori dell'appello, i quali hanno riportato fedelmente quanto denunciato dal Movice o dallo stesso Alto commissariato per i diritti umani dell'Onu. Otto morti, due sequestrati e oltre 40 minacciati, e dietro a tutto questo, avvenuto in meno di un mese, c'è la firma delle Aguilas Negras, nuova formazione paramilitare nata dagli smobilitati delle Autodenfensas Unidas de Colombia (Auc), sciolte solo a livello formale.
La richiesta. Gli eurodeputati chiedono a Uribe che “che lo Stato colombiano utilizzi tutti i mezzi previsti dalla Costituzione e dalle leggi per indagare e sanzionare i responsabili di questi crimini”, che testimoniano come “il paramilitarismo in Colombia sia tutt'altro che superato, anzi, sia un fenomeno che mantiene tutta la sua capacità criminale a livello nazionale
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