Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
L’8 novembre scorso, prima di recarsi alla Cumbre Iberoamericana a Santiago del Cile, Hugo Chávez ha incontrato con la senatrice colombiana Córdoba a Caracas, il Comandante delle FARC Iván Márquez in funzione delle trattative in corso per lo scambio dei prigionieri.
Si tratta di uno storico incontro propedeutico a quello che dovrebbe avvenire nella selva colombiana con il Comandante in Capo delle FARC, Manuel Marulanda, alias Tirofijo.
Hugo Chávez ha detto di “avere molta fede” per la buona riuscita dello scambio umanitario.
Le trattative proseguono in un clima cordiale e di collaborazione e questo dimostra ulteriormente il fallimento della politica dura portata avanti dal presidente colombiano Uribe che si è sempre rifiutato di riconoscere l’esistenza di un conflitto sociale nel paese e di trovare una soluzione politica più che militare allo stesso.
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In segno di solidarietà al popolo boliviano, in seguito alla richiesta della Telecom di istruire una causa contro il Governo di Evo Morales davanti al CIADI – Centro Internazionale per la Risoluzione delle Controversie relative agli Investimenti, interno alla Banca Mondiale – alcuni rappresentanti dei movimenti sociali italiani hanno occupato questa mattina, martedì 13 novembre, la sede centrale romana della Telecom, in Corso d'Italia.
L'azione ha avuto come finalità ottenere che la Telecom rinunci immediatamente alla domanda di arbitraggio, rispettando la volontà sovrana del Governo boliviano, che ha legittimamente disconosciuto il CIADI sottraendosi alla sua giurisdizione nel maggio scorso.
Telecom Italia, attraverso la controllata Euro Telecom International, ha presentato una denuncia al CIADI contro la Bolivia per i rischi degli investimenti di Telecom nel Paese causati dalle politiche sociali e economiche del governo Morales. Il CIADI ha annunciato pochi giorni fa di voler procedere nella causa.
La decisione arriva nonostante il governo boliviano abbia legittimamente disconosciuto l'organismo nel maggio scorso, accusandolo di essere un foro di disuguaglianza sempre schierato a favore delle multinazionali a danno dei popoli dei Paesi economicamente più deboli.... Continua a leggere...
Il Messaggero di oggi (08/11/2007), che prendiamo come esempio della ennesima manipolazione mediatica, titola: “Venezuela, i sostenitori del presidente Chavez sparano sugli studenti in corteo: un morto e 6 feriti”, con la foto che ha fatto prontamente il giro del mondo, dove appunto si vede uno studente (chavista) con una pistola in mano. Ancora più vergognosa e delirante la notizia del TG2 ore tredici: “Chavez fa sparare contro gli studenti... In Venezuela la polizia ha fatto fuoco contro gli studenti che contestano il presidente Chávez.”
La realtà però è ben diversa da quanto vogliono far credere i vari media del mondo, che manipolano le notizie estrapolando una semplcie foto da un filmato. I fatti, come dimostrano i video che consigliamo di visionare, sono andati diversamente.... Continua a leggere...
(Foto AP)
“Chàvez (e non Chávez) fa sparare contro gli studenti....
In Venezuela la polizia ha fatto fuoco contro gli studenti che contestano il presidente Chàvez. (e non Chávez).”
Non è un trafiletto tratto da Libero o da Il Giornale, ma piuttosto quanto si legge oggi sul sito del TG2.
E il servizio trasmesso in televisione alle 13 non è da meno.
Si afferma (o meglio si fa dire a un manifestante che esibisce un proiettile...) che la polizia, contrariamente a quanto si legge nelle agenzie di tutto il mondo, avrebbe sparato colpi di arma da fuoco sugli studenti che stavano manifestando contro il referendum del 2 dicembre.
Nemmeno Globovision o la stampa d’opposizione venezuelana sono arrivate a tanto.
Il TG2 parla di alcuni giovani a volto coperto e mostra una foto dell’agenzia AP, (quella sopra) affermando senza mezzi termini che si tratterebbe di “agenti dei corpi speciali con il volto mascherato”che sarebbero entrati nell’Università armati sparando sugli studenti. In realtà non si conoscono ancora le loro identità e le autorità in collaborazione con il Rettorato stanno cercando di identificarli tramite le fotografie e le riprese video.
A questo punto ci piacerebbe che la redazione del TG2 ci fornisse la fonte dell’esclusiva.
Inoltre il servizio fa riferimento a due morti quando a Caracas non ci sono state vittime.
I due morti ci sono stati in altri scontri a Maracaibo che nulla hanno a che vedere però con le proteste contro il referendum del 2 dicembre prossimo.
L'ambasciatore statunitense Phillip Goldberg, il secondo da sinistra, in posa con il mafioso colombiano Jairo Vanegas Reyes, attualmente in carcere. Sono in compagnia del Presidente della Camera di Industria e Commerico di Santa Cruz, Gabriel Dabdoub e di un membro della sicurezza dell' Ambasciata nordamericana.
Goldberg go home!
Di Rafael Rolando Prudencio Briancon
Recurrentemente reitero de que el goebbeliano y golpista de Goldberg -master en mentir y mutilar-; o se va por la buenas, o de una buena vez hay que ignominiosa e inevitablemente EExpUUlsarlo del país a éste zaino saboteador que de la ex Yugoslavia, se vino vilmente a balcanizar Bolivia.
Ya es hora de ponerlo a éste indeseable e insidioso infiltrado en su sitio; o sea en la frontera, y no sólo es por el reciente y repentino impasse en el que se ha descubierto que el desestabilizador y dEElincUUencial diplomático, mantiene rufianescas relaciones con un delincuente, ni tampoco es por el hecho de que pueda tener amistad con paramilitares, asaltantes y asesinos; sino por la continua como conspiradora conducta que tiene el “escicionista” embajador estadounidense.... Continua a leggere...
VIOLENZA DI GENERE NELLA STORIA RECENTE DELL’ AMERICA LATINA. STUDI DI CASO
Giovedì 8 novembre 2007 - 9,30-14
Dipartimento di Studi Storici Geografici Antropologici
Sala del Consiglio
Nell’ ambito del Programma di Ricerca Nazionale (PRIN 2005) Stupri di massa, torture, violenza contro le donne nella storia del Novecento: un’analisi comparata, l’ unità di ricerca di Roma Tre, organizza un seminario in cui verranno presentate e discusse le ricerche dei suoi componenti.
PROGRAMMA
Omero Ciai in Argentina per le elezioni presidenziali vola a La Paz per intervistare Evo Morales il giorno prima della partenza del presidente boliviano per il nostro Paese.
Non leggiamo il solito Omero ironico e sprezzante, ma è ovvio, dal momento che non sta parlando degli “incubi” del pensiero unico Fidel Castro e HugoChávez.
Per intervistare Hugo Chávez La Repubblica infatti inviò tempo fa in Venezuela Daniele Mastrogiacomo, chissà come mai... non è Omero Ciai il latinoamericanista?
Probabilmente a Miami non avrebbero gradito...
Illazioni ironiche a parte, ancora una volta la solita occasione mancata per La Repubblica, la solita intervista piena di luoghi comuni triti e ritriti che tutti ormai conosciamo, la foglia di coca, l’antiamericanismo e la relazione privilegiata con Chávez, (ed è piaciuto moltissimo a Ciai il fatto che Chávez abbia prestato a Evo l’aereo presidenziale per viaggiare in Italia). Domande banali per un’intervista di basso profilo. Che dire poi della scelta della fotografia di Evo Morales con il pane in testa? ... Continua a leggere...
Siamo il regno del paradosso e dell’ipocrisia.
Probabilmente a Giovanna Reggiani titoleranno una strada a Sinalunga, suo paese di origine.
Probabilmente sarà una via luminosa e piena di negozi, con i lampioni e le telecamere ai semafori.
Sicuramente non come quella dove è stata ammazzata, senza asfalto, piena di fango e soprattutto BUIA e deserta.
Perchè un lampione può fare la differenza, se non altro fa provare meno paura.
Perchè dove sta scritto che una cittadina, deve farsi 700 metri con il cuore in gola ogni sera tornando a casa, fino a che l’ “orrore”, come lo ha chiamato il sindaco a “mezzo servizio” (prendo in prestito a malincuore l’espressione alla destra, ma è la realtà) non la raggiunge e la ammazza.
Un lampione, una fermata di autobus, un vigilante e una pattuglia un po’ più spesso, questo ha fatto la differenza.
Tanto che già da ieri sera alla stazione di Tor di Quinto, hanno messo il vigilante, hanno acceso i lampioni e ci sono tante, tantissime pattuglie.
(Foto La Repubblica)
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