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 Proletari di tutti i paesi, unitevi!... di Annalisa
 
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un urlo selvaggio denso ...un urlo selvaggio denso che io rilancio con tutta la forza delle ferite di un amore a brandelli contro queste ore di padroni affamati di sangue di retate contro le sbarre pesanti dell'emarginazione contro le foreste di un dolore e una solitudine senza fine.

Ferruccio Brugnaro
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\\ : Pubblicazioni
Di seguito gli articoli e le fotografie pubblicati nella giornata richiesta.
 
 
Articoli del 11/11/2009

Nicola CosentinoRipropongo questo articolo scritto un anno fa. Ieri il Tribunale di Napoli ha emesso un'ordinanza di custodia cautelare per Nicola Cosentino per concorso esterno in associazione camorristica. Ricordiamo che Nicola Cosentino è sottosegretario all'Economia (soldi, eh già!), coordinatore regionale del Pdl e stava per diventare Presidente della Regione Campania. Dalla televisione di Stato, il direttore del TG1 Minzolini fa l'avvocato difensore dei camorristi al governo. Vergogna! Ancora pagate il canone? Fino a quando staremo buoni? Sicuri che il No Berlusconi Day sia la risposta giusta? Sicuri che Berlusconi sia il solo problema?
di Annalisa Melandri
14/09/2009
Nicola Cosentino; E’  bene ripeterlo questo nome. Egli viene citato  nelle confessioni di Gaetano Vassallo, l’imprenditore legato sia  alla Camorra che a Forza Italia e che, con complicità e appoggi di vario tipo e di vario livello,   ha di fatto “avvelenato” una regione, la Campania per 20 lunghissimi anni, dal 1987 al 2008. Confessioni  raccolte dai due giornalisti de l’Espresso Gianluca Di Feo ed Emiliano Fittipaldi, e pubblicate sul numero in edicola del settimanale.
 
E’ bene ricordare anche che Nicola Cosentino,  già cooordinatore regionale di Forza Italia in Campania, è attualmente sottosegretario di Stato all’ Economia  e alle Finanze nel Governo di Silvio Berlusconi.
Tra le complicità e gli appoggi denunciati da Gaetano Vassallo a livello politico spiccava proprio quella di  Nicola Cosentino,  che avrebbe svolto la funzione di controllore della  società ECO4 dei fratelli Orsi, Sergio e Michele.
 
Michele, il “Salvo Lima della Camorra”,  come lo ha definito Roberto Saviano,  fu ucciso a Casal di Principe a giugno,  pochi giorni dopo aver preso la decisione di raccontare ai magistrati della direzione distrettuale Antimanfia tutto quello che sapeva sullo smaltimento dei rifiuti e sulle connivenze tra politica e mafia nella zona di Mondragone, dopo quanto già raccontato in precedenza e che costituiva parte integrante di un’inchiesta che aveva già prodotto arresti eccellenti.  Politica e mafia. Cosentino e la Mafia. Una relazione che ricorre spesso, anche nella confessione di Gaetano Vassallo, egli stesso tesserato di Forza Italia, che racconta di come lo stesso  Cosentino abbia ricevuto una volta una busta con una tangente di 50mila euro da parte di Sergio Orsi. E di come il boss Berando Cirillo, in un’altra occasione avesse parlato di Cosentino come uno dei “rappresentanti del Clan Bidognetti” da appoggiare  in occasione della sua candidatura alla provincia negli anni ’80. L’ordine di organizzargli un incontro elettorale veniva proprio da Francesco Bidognetti, “lo zio”,  condannato all’ergastolo nel processo Spartacus.
 
Successivamente Cosentino, pedina politica nelle mani della Camorra,  dovette  adeguarsi alle scelte strategiche, volte per lo più al controllo territoriale, che venivano fatte dai clan dall’alto e quindi  fu costretto ad  “avvantaggiare  solo il gruppo Schiavone” al posto di quello dei Bidognetti, nel grande affare della spazzatura, come denuncia ancora  Vassallo.
C’è da dire che sia Nicola Cosentino che Sergio Orsi, (attualmente sotto protezione dopo l’omicidio del fratello al quale però era  stata negata la scorta)  hanno smentito in due dichiarazioni separate i fatti raccontati dal Vassallo. Nicola Cosentino ha detto che si dimetterà soltanto se la magistratura accerterà che egli abbia commesso realmente i reati dei quali è accusato.  Parole non nuove in Italia. Intanto potrebbe continuare a fare il politico per anni.
Ma ci sono troppe coincidenze e particolari che non possono non far sorgere dubbi. In  primo luogo l’omicidio di Michele Orsi e il mistero della sua scorta negata. Le prime dichiarazioni di Orsi hanno permesso l’inchiesta che poi condusse in carcere il  presidente del consorzio Ce4, Giuseppe Valente e  alcuni consiglieri comunali di Mondragone e nella quale compariva come indagato lo stesso sindaco di Mondragone Ugo Conte, e un deputato di AN  Mario Landolfi, nome che appare anche nelle dichiarazioni di Gaetano Vassallo (Qui il dossier della Guardia di Finanza).
Poi la stessa perquisizione effettuata nelle abitazioni dei due giornalisti autori dell'inchiesta e nella sede de l’Espresso dalla Guardia di Finanza, dopo la pubblicazione del dossier, perquisizione che la redazione del settimanale ha giudicato come una “minaccia alla libertà di stampa e una violazione palese della recente sentenza della Corte Europea dei diritti dell'uomo, che sancisce la tutela del diritto di cronaca e di critica”.
 
Intanto non era un mistero per nessuno che nel casertano la spazzatura fosse diventata un affare di primo livello al quale, chi più, chi meno partecipava. La confessione di Vassallo, al di là dei nomi (alcuni dei quali come quello di Cosentino meritevoli di memoria) e dei fatti,  va letta soprattutto per capire come e chi in 20 anni hanno trasformato la regione Campania non solo in un enorme discarica a cielo aperto ma soprattutto in un deposito di veleni e sostanze chimiche pericolosissime, sopra le quali sono state versati cumuli e cumuli di rifiuti, legalmente e non.
 
Esiste il reato di disastro ambientale nel nostro paese che però non rende giustizia né al territorio né alle vittime inconsapevoli che lo abitano e che chissà quali conseguenze hanno subito,  subiscono e subiranno sulla loro salute da un tale sistematico, criminale  e continuativo avvelenamento di aria, acqua e suolo. Si tratta di un crimine ignobile perpetrato ai danni di una popolazione, che   per troppo tempo è stato vittima di  politici corrotti, malviventi, imprenditori del Nord, e affaristi senza scrupoli. Una popolazione che quando decide di alzare la testa e protestare, come sta facendo in questi mesi,  viene intimorito con l’esercito per le strade da quello stesso governo che localmente Nicola Cosentino rappresenta.
....
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Di Annalisa (pubblicato @ 00:37:46 in En español, linkato 1004 volte)
Nos enteramos con profunda contrariedad que, a pesar de haber solicitado una cita al embajador Roberto Ochoa Madrid con anticipo suficiente, el día de la manifestación bajo la embajada de Honduras en Roma, , dicha sede se encontraba cerrada; vacia, como comunicadonós por el dirigente de la Policia que ha tratado de contactar a un responsable del servicio diplomático, como por nosotros requerido. Incluso en ese día, la bandera de Honduras ha sido retirada de la embajada.

Interpretamos tal comportamiento como un rechazo explícito al dialogo con un amplio grupo de reèpresentantes de la sociedad civil italiana y una precica posición política de la sede diplomática de Honduras en Italia y del mismo embajador Sig. Roberto Ochoa Madrid.

Sr. Roberto Micheletti

Casa Presidencial
Tegucigalpa, Honduras

Congreso Nacional de Honduras
Tegucigalpa, Honduras

Secretario de Estado en el Despacho de Relaciones Exteriores
del gobierno de facto - Honduras
Carlos López Contreras
Tegucigalpa, Honduras

Ministro de Asuntos Exteriores – Italia
Franco Frattini
Roma, Italia

Embajador de Honduras en Italia
Roberto Ochoa Madrid
Roma, Italia


Roma, 13 octubre 2009

Nosotros representantes de Asociaciones en defensa de los derechos humanos, del trabajo y de los sindicatos, de la cooperación internacional y del asociacionismo civil ciudadano, agradecemos al embajador Sr. Ochoa Madrid por recibirnos en esta jornada de movilización y de protesta contra el golpe de Estado que desde hace 100 días ha anulado las diarias prácticas democráticas y políticas del país, despojando al legitimo presidente Manuel Zelaya de su encargo. Deseamos hacerlos participes de nuestras preocupaciones debidas sea por las violaciones de derechos humanos que se cometen diariamente en Honduras que por la evolución de la situación, considerando las elecciones que el régimen golpista entiende realizar el próximo 29 noviembre, ilegitimas por la ausencia del libre confronto político y de las garantías democráticas.

Solicitamos al Sr. Ochoa que comunique a la junta del Sr. Micheletti esta nuestra misiva.

Respecto a la situación que hasta hoy se presenta en Honduras observamos lo siguiente:

1. Sea la promulgación del Estado de sitio que el decreto n. PCM -16-2009 de la suspensión de las garantías constitucionales, edito el 26 septiembre pasado, son medidas abiertamente “violatorias del derecho internacional”, como denunciado también por la Corte Interamericana de los Derechos Humanos (CIDH). La revocación verbal de las garantías constitucionales, del 6 octubre del año en curso, efectuada por el gobierno en vista de la inminente visita de la OSA, de hecho no ha sido incluida en la Gaceta Oficial y por esto no es aplicada por las autoridades que continúan a actuar sobre la base del decreto de suspensión de los Derechos. Razón por la cual, según cuanto denunciado también por la asociación francesa Reporters Sans Frontières, las dos emisoras independientes y criticas hacia el régimen, Radio Globo y Canal 36 hasta el día de hoy, non han podido reanudar regularmente sus transmisiones ni han podido recuperar el material que les ha sido secuestrado. Non podemos prescindir de observar que, si de una parte se dice de querer respetar la fecha del 29 noviembre como posible fecha de las elecciones presidenciales en Honduras, es de anotar que desde hace tres meses cada voz que se expresa en contra del golpe de Estado viene callada con la represión y la violencia; no permitiéndole así el libre ejercicio de la campaña electoral en vista de tal evento.

2. La ultima misión de la OEA que ha visitado el país, debido a la respuesta negativa del gobierno de hecho Sr. Micheletti, se ha concluido sin ninguna novedad positiva, debido al rechazo de la junta golpista para aceptar el punto numero seis del acuerdo de San José, base fundamental para cada tratativa, es decir, la restitución de la presidencia de Honduras al Sr. Zelaya.

3. Nos preocupan, además, las personas que permanecen en la cárcel con acusas infundadas y sometidas a torturas y a tratamientos violentos y degradantes por parte de las autoridades. Según los datos difundidos por el Comité de Familiares de los Detenidos y Desaparecidos en Honduras (COFADEH), los prisioneros políticos actualmente serian 45 aproximadamente, aunque si el portavoz del Frente Nacional de Resistencia Popular considera que sean muchos más. Particularmente preocupante es el caso de la maestra Agustina Flores López, 50 años, hermana de la directora del Consejo Cívico de Organizaciones Populares e Indígenas de Honduras (COPINH) y miembro dirigente del Frente Nacional Contra el Golpe de Estado; de Bertha Cáceres, arrestada el 29 septiembre pasado con la acusa de sedición, ha sido victima de torturas y tratamientos degradantes por parte de miembros de la policía. En un video que hoy circula, resulta evidente que la Sra. López ha sido golpeada violentamente aunque si habia sido esposada por mujeres del cuerpo de policía. La noticia de ayer, anuncia su liberación bajo caución; queda aún indiciada con graves acusaciones y con el entero implanto acusatorio vacío de garantías y transparencia.

4. COFADEH denuncia que 17 personas han muerto en Honduras por causa de la violencia che se ha desencadenado después del golpe de estado del 28 de junio.

5. De las investigaciones de la ONU, surgen noticias que nos preocupan profundamente. Denuncian que grupos de paramilitares colombianos pertenecientes a las Autodefensas Unidas de Colombia (AUC), están en Honduras protegiendo los latifundistas locales. Además, la ONU trabaja sobre las denuncias recibidas con respecto al uso de aparatos acústicos a largo rayo, utilizados contra Zelaya y sus sostenedores que se encuentran en la embajada del Brasil por parte de miembros de la policía y de mercenarios.

Pedimos entonces lo siguiente:

1. Que sea inmediatamente restituida la presidencia, robada manu militari con la fuerza y la violencia al legitimo mandatario del país Manuel Zelaya, regularmente electo por el pueblo hondureño, para que le sea dada la posibilidad de terminar su mandato.
2. Que en el país sea reestablecido inmediatamente el Estado de Derecho y sea garantizado el respeto de los Derechos Humanos, civiles y políticos previstos por todos los tratados internacionales firmados incluso por Honduras.
3. Que cese inmediatamente la criminalizacion de la protesta social actuada por le régimen con el fin intimidatorio y represivo y la persecución penal contra los opositores del régimen y sea garantizado su legitimo derecho al disenso.
4. Que sean inmediatamente liberados todos los prisioneros políticos detenidos y se inicien investigaciones que punten a establecer las responsabilidades penales con respecto a los casos denunciados por muerte, tortura, detenciones arbitrarias, crueldad y degrado en el tratamiento a las personas o contra las personas que han manifestado en contra del régimen.
5. Que sea garantizado y respetado el derecho a la libertad de expresión y el derecho a la información: por consiguiente, que todos los operadores los medios de comunicación críticos ante el régimen puedan realizar su labor de difusión en absoluta seguridad.
6. Que sean realizadas las investigaciones oportunas con respecto a la denuncia de la presencia de grupos paramilitares colombianos que se encontrarían operando en el país pagados por latifundistas locales.

Y luego afirmamos:

1. Que reconocemos como legitimo presidente de Honduras al Sr. Manuel Zelaya.
2. Que solidarizamos con el Frente Nacional de Resistencia Popular y con todo el pueblo hondureño en la lucha contra el golpe de estado.
3. Que sostenemos el Frente Nacional de Resistencia Popular y todo el pueblo hondureño en las legitimas peticiones de establecer una Asamblea Constituyente que les restituya dignidad y participación civil.
4. Que no reconoceremos los resultados de las elecciones políticas del 29 noviembre próximo en cuanto realizadas bajo un régimen golpista sin ninguna garantía de respeto de las reglas democráticas sea por cuanto respecta la campaña electoral sea por como se han llevado a cabo.

Al ministro de Asuntos Exteriores italiano Franco Frattini pedimos:

1. Que no reconozca como legitimas las elecciones políticas del 29 noviembre próximo en cuanto realizadas bajo un régimen golpista sin ninguna garantía de respeto de las reglas democráticas sea por cuanto respecta la campaña electoral sea por el modo como se han llevado a cabo; como ya declarado por el secretario general del ONU, de la OEA, y del gobierno de los Estados Unidos en el caso no sea nuevamente en poseso de la presidencia del país el Sr. Manuel Zelaya.
2. Que se opere activamente por la cancelación de cada relación económica y tratado comercial con el gobierno golpista hondureño hasta cuando no venga reestablecida la democracia en el país.
3. Que se prohíba la entrada en Italia de todos los miembros del gobierno golpista y de los colaboradores declaradamente cómplices del régimen, empezando por el Sr. Micheletti Bain, originario de Bergamo.
4. Que se haga promotor en la Unión Europea porque se suspenda cualquier acuerdo económico y comercial con Honduras.


Saludos.

Firmantes: Associación A Sud, Comitato Carlos Fonseca, Unione Forense per la Tutela dei Derechos dell’Uomo, Comitato Pro Zelaya, Collectivo Italia-Centro America, Associación Italia-Nicaragua, Annalisa Melandri, Rete Italiana de Solidarietà Colombia Vive!, On. Marco Rizzo, Comunisti Sinistra Popolare, Ex-SNIA, Fulvio Grimaldi, Sandra Paganini, Circolo della Tuscia, Italia Cuba
 

Fotografie del 11/11/2009

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