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 Proletari di tutti i paesi, unitevi!... di Annalisa
 
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un urlo selvaggio denso ...un urlo selvaggio denso che io rilancio con tutta la forza delle ferite di un amore a brandelli contro queste ore di padroni affamati di sangue di retate contro le sbarre pesanti dell'emarginazione contro le foreste di un dolore e una solitudine senza fine.

Ferruccio Brugnaro
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\\ : Pubblicazioni
Di seguito gli articoli e le fotografie pubblicati nella giornata richiesta.
 
 
Articoli del 04/03/2008

Intervista esclusiva a Iván Cepeda, promotore della marcia del 6 marzo in solidarietà alle vittime della parapolitica e dei crimini di Stato in Colombia.
di Annalisa Melandri
 
Iván Cepeda è il figlio di Manuel Cepeda, che fu senatore dell’ Unidad Patriótica  quando venne ucciso da membri delle Forze Militari di Stato in accordo con le Autodefensas Unidas de Colombia (AUC) il 9 agosto 1994. Egli stava indagando sul  “Plan Golpe de Gracia”, il piano organizzato dai vertici militari colombiani  per assassinare i leader del Partito Comunista Colombiano e della Unidad Patriotica e annientare così le forze di sinistra del paese. Lo stesso Carlos Castaño ha ammesso nel suo libro Mi confesión,  la sua partecipazione all’omicidio di Manuel Cepeda. Iván Cepeda,  è ora  presidente della Fondazione Manuel Cepeda e portavoce del Movimento Nazionale delle Vittime dei Crimini di Stato (MOVICE).
 
A.M - Signor Iván Cepeda, lei è uno degli organizzatori della marcia del 6 di marzo in Colombia, un omaggio alle vittime del paramilitarismo, della parapolitica e dei crimini di Stato. Quali sono le motivazioni di questa iniziativa?
 
I.C.- In Colombia ci sono milioni di sfollati, 15.000 o più desaparecidos e ancora di più morti, vittime dell’esercito e dei paramilitari. Tutti i loro familiari non hanno nessun aiuto da parte dello Stato, sono circondati dal silenzio sociale e da quello delle autorità. Per questo bisogna lottare affinché si conosca la verità, contro l’impunità e per trovare una via di uscita dal conflitto sociale del paese.
 
A.M. -  Quali e quante adesioni ha raccolto fino a questo momento la marcia?
 
I.C. – Siamo riusciti ad organizzare iniziative in 80 città del mondo e a raccogliere le adesioni di moltissime personalità e organizzazioni internazionali, tra le quali quella della Commissione Etica per la Verità nei Crimini di Lesa Umanità, quella della Confederazione Sindacale Internazionale, che riunisce i sindacati di circa 150 paesi, quella della  Federazione Internazionale dei Diritti Umani e quella dell’intellettuale statunitense Noam Chomsky   tra le altre. In Colombia abbiamo realizzato eventi in 20 città e parteciperanno alla marcia la Centrale Unitaria dei Lavoratori (CUT) , il Partito Liberale, alcuni settori del Partito Conservatore e il Polo Democratico Alternativo. Parteciperanno inoltre gli ultimi ostaggi liberati dalle FARC in questi giorni e le associazioni dei familiari dei sequestrati.
 
A.M. -  La marcia del 4  febbraio contro le FARC ebbe l’appoggio del governo colombiano e così riuscì ad ottenere una partecipazione a livello mondiale all’evento. Voi avete avuto lo stesso appoggio delle istituzioni a questa marcia in omaggio alle vittime del paramilitarismo?
 
I.C. – Il 4 febbraio ci fu un appoggio totale nel senso di chiamare a raccolta tutti i cittadini per partecipare a quella iniziativa in tutto il mondo tramite le ambasciate colombiane. Invece il 6 marzo, per mezzo del portavoce del governo, José Obdulio Gaviria siamo stati attaccati preventivamente, accusati di essere amici delle FARC, in seguito siamo stati minacciati e un’organizzatrice è stata anche vittima di un attentato.
 
A.M. – Iván la morte di suo padre  fu una prova che lo Stato era coinvolto nel Plan Golpe de Gracia sul quale stava investigando. Noi in Italia abbiamo una lunga storia di terrorismo di Stato. Cosa si può dire del terrorismo di Stato nel suo paese?
 
I.C. – Noi consideriamo che “terrorismo” sia  un termine inappropriato. Non descrive bene quello che è successo. In Colombia  lo Stato  ha una lunga tradizione di pratiche criminali con lo scopo di neutralizzare i settori dell’opposizione per mezzo dei paramilitari mentre settori dello Stato hanno sviluppato una vera e propria pratica politica criminale.
 
A.M. – Come è continuata la sua vita dopo la morte di suo padre? E come riesce a rapportarsi con le autorità del suo paese?
 
I.C. - Sono il presidente della Fondazione Manuel Cepeda e portavoce del Movimento Nazionale delle Vittime dei Crimini di Stato (MOVICE), le relazioni con il governo sono difficili nonostante con alcuni funzionari ci siano relazioni di dialogo a livello per lo più personale, ma in generale con il governo vige un clima di polemica permanente.
 
A.M. – Suo padre prima di essere stato ucciso era stato accusato di essere un leader della guerriglia dai mezzi di comunicazione. Ora il consigliere di Uribe José Obdulio Gaviria annuncia che il governo non parteciperà alla marcia perchè è organizzata dalla FARC . Sembra che nulla sia cambiato in Colombia...
 
I.C. - Il governo ha commesso un grave errore. Una delle organizzatrici della marcia, la leader Adriana Gonzáles è uscita illesa da un attentato contro di lei a Pereira. Lei è anche la Segretaria Generale del Comitato Permanente dei Diritti Umani nel dipartimento di Risaralda. Alcuni sicari hanno sparato dei colpi di arma da fuoco  contro la porta della sua abitazione. Ha ricevuto inoltre minacce di morte anche Guillermo Castaño, presidente dello stesso Comitato. Noi pensiamo che il consigliere José Obdulio Gaviria con le sue dichiarazioni abbia  messo a rischio le nostre vite.
 
A.M. – Come procede in Colombia il processo di smobilitazione dei paramilitari  iniziato nel 2003?
 
I.C. – Il processo è stato parziale e non trasparente e i militari sono ancora operanti nel territorio colombiano. Sono riusciti a controllare  circa il 30 il Congresso e ed avere alleati e uomini in tutte le istituzioni.
 
A.M. – I giorni scorsi le FARC hanno liberato altri 4 parlamentari grazie alla mediazione del presidente del Venezuela Hugo Chávez e alla senatrice Piedad Córdoba. Adesso con  la morte  di Raúl Reyes si teme che possa arrestarsi il processo di scambio umanitario. Che ne pensa?
 
I.C. – La mediazione è uno sforzo necessario e utile da qualsiasi parte venga. Con l’assassinio di Raúl Reyes si è creata una situazione di crisi molto difficile. L’opinione pubblica è divisa, ci sono coloro che appoggiano la soluzione militare di Uribe e coloro che chiedono accordi di pace, in questo senso non c’è omogeneità nel popolo colombiano. Bisogna fare in modo che la guerra non si internazionalizzi nella regione. Bisogna aspettare per vedere come si svilupperà la situazione e compiere  tutti gli sforzi possibili per ottenere l’unica via d’uscita accettabile al conflitto sociale che non è quella dell’opzione militare. Noi siamo per lo scambio umanitario e per gli accordi di pace.
 
 
 
 
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
Entrevista esclusiva a Iván Cepeda, promotor de la marcha del 6 de marzo en solidariedad a las víctimas de la parapolítica y de los crímines de Estado en Colombia.
Iván Cepeda es el hijo de Manuel Cepeda, senador de la Unidad Patriótica cúando fue asesinado  por miembros de las Fuerzas Militares del Estado de acuerdo con las Autodefensas Unidas de Colombia (AUC) el 9 de agosto de 1994. Entonces  estaba investigando sobre  el “Plan Golpe de Gracias”, organizado por altos mandos de las Fuerzas Armadas colombianas  para asesinar líderes del Partido Comunista Colombiano y de la Unidad Patriotica y acabar con las fuerzas de izquierda en el país.  El mismo Carlos Castaño admitiò su participació en el  magnicidio de Manuel Cepeda. Iván es ahora el presidente de la Fundación Manuel Cepeda y vocero del  Movimiento Nacional de Víctimas de Crímines de Estado (MOVICE).
 
A.M. - Señor Iván Cepeda, Usted es uno de los coordinadores  de la marcha del 6 de marzo en Colombia, un homenaje nacional e internacional a las víctimas del paramilitarismo, de la parapolítica y de los crímenes de Estado. ¿ Cuáles son las motivacione de esa iniciativa?
 
I.C. - En Colombia hay millones de desplazados, 15.000 o más desaparecidos y más asesinados,  victimas del ejercito e de los paramilitares. Los familiares de todos ellos no tienen ayuda del Estado, están rodeados por el silencio social y de las autoridades. Por eso hay que combatir para que se conozca la verdad, contra la impunidad y por buscar la salida del conflicto social del país.
 
A.M. - ¿ Cuáles són y cuántas adhesiones tiene hasta ahora la marcha?
 
I.C. - Hemos logrado organizar iniciativas en 80 ciudades en el mundo y la adhesión de muchisímas personalidades y organizaciones internacionales, entre ellas la Comisión Ética por la Verdad en Crímenes de Lesa Humanidad, la Confederación  Sindical Internacional que reune los sindicatos de 150 paises en el mundo, la Federacíon Internacional de Derechos Humanos y  el intelectual Noam Chomsky entre otros. En Colombia realizamos acotos en 20 ciudades y partecipan la Central Unitaria Trabajadores, el Partido Liberal, algunos sectores del Partido Conservador  y el Polo Democrático Alternativo, además de los ultímos rehenes liberados en esos días y las asociaciones de familiares de secuestrados.
 
A.M. - La marcha del 4 de febrero contra las FARC  tuvo el respaldo del govierno colombiano por lo que  logrò obtener una participación mundial al evento.  ¿Tuvieron el mismo apoyo de las instituciones a la marcha en solidariedad a las  victimas del paramilitarismo?
 
I.C. - El 4 de febrero hubo un apoyo en terminos de llamar los ciudadanos a participar a ese acto en todo el mundo a  través de las cancillerias colombianas.
Mientras el 6 del marzo a través del vocero del gobierno José Obdulio Gaviria hemos sido atacados preventivamente y luego amenazados y hubo también un atentado.
  
A.M. – El asesinato de su papà es  una prueba de que el Estado estaba involucrado en el “Plan Golpe de Gracia”,  para acabar con la Unidad Patriótica y el Partido Comunista Colombiano.  Nosotros en Italia tenemos una larga historia de terrorismo de Estado. Qué se puede decir del terrorismo de Estado en su país?
 
I.C. - Nosotros consideramos que “terrorismo” es un término inexacto. No describe lo que ha ocurrido. En Colombia el Estado   tiene una tradición de prácticas criminales con el intento de acabar con sectores de la oposición por medio de los paramiliatres y además sectores del Estado han desarrollado una verdadera práctica política criminal.
 
  
A.M. - ¿Cómo ha seguido su vida desde entonces? Como se mide Usted  con las autoridades de su país?
 
I.C. - Soy el presidente de la Fundacíon Manuel Cepeda y vocero del Movimiento Nacional Víctimas de los Crímenes de Estado, las relaciones con el gobierno son difíciles aún con algunos funcionarios hay relacciones de interlocución llevadas a nivel personal,  pero por lo general hay una polémica permanente con el Estado.
 
  
A.M. - Su papà antes de haber sido asesinado había sido acusado de ser un líder de la guerrilla en los medios de comunicación. Ahora el asesor José Obdulio Gaviria anuncia che el gobierno no participa a la marcha porqué  està organizada por las FARC. Parece que en Colombia sigue siempre todo igual....
 
I.C. - El gobierno ha cometido un grave error. Una de las organizadoras de la marcha, la líder humanitaria Adriana Gonzáles ha salido ilesa de un atentado en su contra en Pereira. Ella es también la secretaria general del Comité Permanente por la Defensa de los Derechos Humanos del Risaralda. Ha sido atacada por unos sicarios en su residencia y los disparos se impactaron contra la puerta de su abitación. También ha sido amenazado Guiillermo Castaño, presidente del mismo Comité. Nosotros pensamos que el asesor José Obdulio Gaviria ha puesto en riezgo nuestras vidas.
 
 
A.M. - ?Cómo procede en Colombia el proceso de desmovilitación  de los paramilitares empezado en 2003?
 
I.C. - El proceso ha sido parcial y no transparente y los paramilitares siguen activos. Han logrado controlar el Congreso por un 30% y tener aliados y hombres en todo el gobierno.
 
 
A.M. -  En los días pasados  las FARC liberaron otros  quatro congresistas gracias a la mediación del Predidente del Venezuela Hugo Chávez y  de la senadora  Piedad Córdova. Pero ahora con el asesinato de Raul Reys se teme que el proceso de intercambio humanitario pueda pararse. ¿Que piensa usted?
 
I.C. - La mediación es un esfuerzo útil por cualquier lado venga. Con el asesinato de Raúl Reyes hay ahora  una situación de crisis muy dificil.La opinión pública está divida, hay los que apoyan la solución militar de Uribe y los que quieren acuerdos de paz, no hay omogenidad en ese sentido en el pueblo colombiano.  Hay que buscar que la guerra no se vaya internacionalizando.
Hay que esperar para ver cómo se desarrolla la situación y  hacer todos los esfuerzos para lograr la única salida posible que no es la de la opción militar. Nosotros somos por el intercambio umanitario y por los acuerdos de paz.
 
 
 
Di Annalisa (pubblicato @ 17:11:34 in Appuntamenti, linkato 834 volte)
Giornata Internazionale dedicata alle vittime del Paramilitarismo, della Para-Politica e del
Terrorismo di Stato in Colombia.
 
Questi gli appuntamenti in Italia:
 
ROMA, PIAZZA CAMPO DE FIORI, ORE 16,30
 
PROMUOVONO: Comitato “Carlos Fonseca”, Rete italiana di solidarietà Colombia Vive, Associazione
A SUD, Confederazione COBAS, Cobas Bologna, Colombiani in Italia
 
 
TORINO, VIA VERDI angolo VIA SAN OTTAVIO ORE 10:00A.M. 5:00P.M.
(di fronte al “palazzo Nuovo” dell’Università)
 
Punto di incontro dove si esporranno i nomi e le fotografie delle vittime, cartelloni e striscioni, con distribuzione di  volantini e informazioni in Spagnolo e Italiano.


 
 
Di Annalisa (pubblicato @ 16:50:51 in Colombia, linkato 1737 volte)
Luís Alberto Matta, especial para ABP noticias.
Desde los escombros de un bombardeo feroz, y en medio de los árboles destrozados, y de entre las rocas pulverizadas en un cráter humeante, el gobierno de Colombia ha encontrado tres computadores del comandante guerrillero Raúl Reyes, en perfecto estado, léase bien, en perfecto estado.
Como en los cuentos de hadas, las bombas cluster y los misiles fueron muy cuidadosos de no ir a estropear los computadores. Y los computadores de marras, vaya sorpresa, no tenían claves de acceso, y sus archivos no estaban encriptados. Como si se tratara del computador de un colegial, y no el de un experimentado jefe insurgente. Entonces, Reyes no sabía que estaba enfrentado a la maquinaria bélica de un gobierno narco-paramilitar que tiene todo el apoyo de los EE.UU... De ahí, que todos sus archivos estaban disponibles, y expeditos al primer sapo que los abriera.
Y así, abriéndose paso entre los discos duros destrozados, las cenizas y los cables retorcidos, aparecieron por obra y gracia del espíritu santo, varios documentos que comprometen a gobiernos y líderes de la América Latina, en el apoyo directo a las Fuerzas Armadas Revolucionarias de Colombia, FARC-EP.
Y que casualidad que el primer implicado, por mera contingencia del destino, es el gobierno del Ecuador. Pero además, y no podía ser otro, el sospechoso de terrorismo es el ministro Gustavo Larrea.
Con esta jugada propagandista, queda claro, que aparte de narcotraficantes y paramilitares defensores de las transnacionales, Uribe Vélez cuenta con expertos en propaganda sucia, y son los mejores en su campo. Al fin y al cabo los contribuyentes norteamericanos, y el sufrido pueblo de Colombia contribuyen a financiar sus planes macabros.
Pues bien, con esto los EE.UU. aprietan las tuercas, y le giran cuenta de cobro al gobierno de Rafael Correa por su negativa a la permanencia de la base militar gringa en Manta.
A través de Uribe, el títere narcoparamilitar de los gringos, los USA organizan una burda provocación contra Ecuador, tratando de distraer la atención, y principalmente, evadir la responsabilidad por la flagrante violación a la soberanía Ecuatoriana.
La precisión del ataque aéreo que costó la vida al comandante guerrillero, deja ciertas preguntas, que apuntan a la participación de mercenarios extranjeros, gringos y/o Israelíes. No por nada, y de tiempo atrás, la insurgencia viene denunciando la presencia de tropas extranjeras en territorio colombiano. Inclusive, se cree, que los Diputados del Valle del Cauca fueron masacrados por un comando mercenario.
No por nada la ultraderecha entronizada en el gobierno de Uribe Vélez, prefiere que los cautivos regresen muertos, a realizar un acuerdo humanitario. Los soldados y policías le importan un comino al gobierno de Colombia, al fin y al cabo son empleados del régimen, que pueden ser sustituidos en el creciente mercado de los sin trabajo y sin futuro.
Y ni que decir de la ex-candidata presidencial Ingrid Betancourt. Uribe odia y teme la posibilidad de que Ingrid se enfrente a él o a uno de sus esbirros, en la próxima justa electoral del 2010. Se sospecha que su plan es asesinarla, antes que permitir su liberación viva por parte de las FARC.
Volviendo al ataque aéreo contra la guerrilla, se evidencia el derroche de alta tecnología militar, y también, máxima experiencia en la velocidad con que se ejecutó el posterior asalto de tropas mercenarias. Los mercenarios remataron a los sobrevivientes ya indefensos, y secuestraron no dos, sino varios cuerpos, y probablemente, según las primeras consideraciones, a uno en particular, aún con signos de vida. ¿Quién? ¿Por qué? No lo sabremos hasta que la insurgencia se pronuncie oficialmente.
 
Estas actuaciones comprueban que los gringos se lamen por un conflicto regional en América Latina. Por algo han armado hasta los dientes a su títere. Sueñan con un escenario similar al que arrojó la guerra de los seis días en Medio Oriente, cuando los sionistas coparon territorios del Líbano, el canal del Suez en Egipto, y se apropiaron de los territorios sagrados y las fuentes de agua en Palestina.
El presidente Chávez, en mi opinión, debería ser más cuidadoso al hacer sus pronunciamientos. Debe mantener su valiente firmeza, pero sin amenazar, pues los gringos andan desesperados por organizar una provocación contra Venezuela, y cualquier error de cálculo, o decisión apresurada, podría facilitarles su oscuro propósito.
Colombia tiene varias ratas de alcantarilla dedicadas al objetivo de una guerra contra Venezuela. Destaco entre ellas al multimillonario ministro de guerra Juan Manuel Santos, altamente comprometido con la cúpula militar ensangrentada con crímenes contra el movimiento campesino y sindical, y untada de cocaína, a juzgar por los pronunciamientos y  sospechas expresadas por el mismo Departamento de Estado de Los EE.UU.
El gobierno de Colombia necesita la guerra, como los retretes necesitan la mierda. Por eso, el peor misil contra el gobierno de narco-Uribe es el de la paz. El asesinato de Raúl Reyes responde al cálculo de cerrar todos los canales posibles que conduzcan a la salida política del conflicto colombiano.
Odian que las FARC tracen caminos de paz. Y acuden a todo tipo de artimañas para detener iniciativas que conduzcan a la reconciliación entre los colombianos. Y lo peor, algunas voces de oportunistas infiltrados en la izquierda, como es el caso del Senador Gustavo Petro, en vez de lamentarse por hechos sangrientos como la muerte del portavoz insurgente para la paz, salen a dar declaraciones contra la insurgencia. Ahí muestra el cobre.
La comunidad internacional queda notificada, que la única paz que le interesa a Uribe Vélez, es la que otorga impunidad a los paramilitares y reviste de protección a los narcotraficantes amigos suyos. A los narcos de medio pelo, los entrega a los gringos para que negocien con ellos su libertad, cambiando de identidad, como no pocas veces se ha denunciado.
Ojalá Barack Obama, o quien sea el próximo presidente gringo, re-direccione el rumbo de la política exterior de los EE.UU. en función de la paz. Colombia clama paz. La insurgencia clama por el acuerdo humanitario para obtener la libertad de los cautivos, incluyendo, los lideres insurgentes injustamente extraditados y juzgados por la potencia extranjera.
Pero no podemos desfallecer. Hay que insistir en el flanco que más le duele a los violentos y los corruptos. El flanco de los derechos humanos y de la paz con justicia social.
Salgamos entonces a marchar este próximo 6 de Marzo. Gritémosle al mundo, que Colombia también tiene entre sus hijos gente consciente, humanizada y comprometida con la paz. Y lo mejor, que no estamos solos. Por ejemplo, En Toronto y otras ciudades del Canadá, hemos recabado el apoyo de iglesias, integrantes de partidos políticos y sindicatos, y activistas por los derechos humanos y la paz.
Nos vemos el 6 de Marzo, unidos en un grito sonoro y ardiente, en la jornada mundial contra el terrorismo de Estado en Colombia y en homenaje a las víctimas.
¡Alzaremos nuestras manos hacia el cielo, para acariciar con nuestro grito solidario con los millones de desplazados a quienes le robaron sus tierras. Evocaremos a los prisioneros, y también a quienes han derramado su preciosa sangre en la lucha. Estará con nosotros la mirada calcinante de los desaparecidos, la memoria indeleble de los camaradas de la UP, y la mirada triste de los lideres campesinos, indígenas y sindicalistas asesinados!
 

Fotografie del 04/03/2008

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