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Di seguito gli articoli e le fotografie pubblicati nella giornata richiesta.
Articoli del 30/11/2006
Il popolo non dimentica e la storia conserva il ricordo di quanto accade...
EN ESPAÑOL
In attesa del primo dicembre giorno dell’insediamento ufficiale di Felipe Calderón alla presidenza del Messico, in Parlamento, al Palazzo Legislativo di San Lazaro, c’è stata una rissa tra i rappresentanti del PAN e quelli del PRD. Monique ci racconta l’attesa e le speranze, la rabbia e la delusione:
“Ostaggi di una ideologia assurda i deputati panisti hanno occupato le tribune del Palazzo Legislativo di San Lazzaro, martedì 28 novembre. In un vergognoso scontro con i deputati di sinistra del PRD l’aula si è trasformata in un campo di battaglia. Nessuno dei due partiti vuol cedere. A 24 ore dal 1 dicembre, giorno in cui alle 11 di mattina il conservatore Felipe Calderón prenderà la fascia presidenziale dalle mani di Vicente Fox e diventerà futuro presidente del Messico, continuano gli scontri alla Camera. I giorni sono diventati ore: lì dormono, lì mangiano, lì rimarranno fino al primo dicembre. I deputati del PAN disposti a fare di tutto affinché Felipe Calderón arrivi al palco e quelli di sinistra per evitare l’imposizione del presidente illegittimo. Queste persone sono coloro i quali il popolo ha scelto con voto popolare. Loro, quelli che fanno le nostre leggi. Lo spettacolo è vergognoso. All’alba gli animi si sollevano, il colore cambia di tono e l’accordo è lontano. Il Messico sta in attesa di ciò che accadrà domani. Giungono gli invitati al cambio di potere: Felipe di Borbone, Principe delle Asturie, invitato speciale, ha visitato la Fiera Internazionale del Libro a Guadalajara, Jalisco ed incerta è la presenza del presidente colombiano Álvaro Uribe e quelli dei paesi del Mercosur: Brasile, Paraguay, Argentina e Uruguay. Cuba ha inviato una delegazione ed il presidente del Venezuela ha declinato l’invito. Le scuole pubbliche e private sospendono le lezioni ed alcune aziende daranno la giornata libera ai suoi impiegati. L’assedio militare offende: 3500 poliziotti intorno al palazzo legislativo è più di 700 allo zócalo. Si temono scontri tra i simpatizzanti di Andrés Manule López Obrador (convocati dal leader alle 7 di mattina ) e la polizia. Oggi a Vicente Foz rimangono solo 24 ore come presidente del Messico. Lascia il paese in una delle peggiori crisi politiche dopo le elezioni del 2 luglio. Un Messico diviso, fratturato che manca di credibilità nelle sue istituzioni. Con 103 milioni di abitanti e più di 60 milioni di poveri, la speranza è fragile. Questo Messico di Siqueiros, di Orozco, di Diego Rivera, di Tamayo, di Octavio Paz, di José Emilio Pacheco, di Carlos Monsiváis, degli operai, degli studenti, dei cittadini comuni, come me: fa male ma il popolo non dimentica e la storia conserva il ricordo di quanto accade. Sinceramente non votai per Vicente Fox, né per Felipe Calderón , altrimenti adesso mi troverei in terapia intensiva”. Monique Camus

È notizia di questi giorni che Jorge Noguera Cote, ex direttore del DAS (Dipartimento Amministrativo di Sicurezza, la polizia segreta colombiana) nonché ex console della Colombia a Milano è ricercato nel suo paese e deve rispondere alla Fiscalía per due procedimenti penali e uno disciplinare. Altre indagini in fase preliminare sono state avviate su di lui. Alla data odierna Jorge Noguera non si è ancora presentato alle autorità. Il suo avvocato Orlando Perdomo ha comunicato che il suo assistito si trova momentaneamente all’estero. Il presidente Álvaro Uribe in persona lo ha invitato a rendere conto alla Giustizia in quanto “una persona che ha ricoperto un ruolo pubblico di così elevata responsabilità non può eludere la legge”. Questi procedimenti si riferiscono all’epoca in cui Jorge Noguera era direttore del DAS e riguardano l’eliminazione dagli archivi informatici del dipartimento di sicurezza di dati inerenti a paramilitari e narcotrafficanti e presunte irregolarità nel trasferimento di un detenuto al carcere di massima sicurezza di Cómbita. Noguera già nel maggio scorso ha reso inoltre dichiarazioni in merito a un’inchiesta per frode elettorale nelle elezioni presidenziali del 2002 ed è anche accusato di aver fornito informazioni riservate a paramilitari. Jorgue Noguera è stato direttore del DAS dal 2002 al mese di ottobre 2005 quando rassegnò le dimissioni dal suo incarico nel mezzo del più grande scandalo che abbia mai coinvolto la polizia segreta colombiana e venne nominato console a Milano dal presidente Álvaro Uribe. Testimone chiave in queste accuse è stato Rafael García, ex capo del reparto di informatica del DAS, che si trova in carcere dal dicembre 2005 accusato di riciclaggio di denaro e della cancellazione dagli archivi informatici dei precedenti penali di paramilitari e narcotrafficanti. Il 16 dicembre scorso, García rivolgendosi al giudice iniziò così il suo racconto: “sono disposto, signor giudice, ad ottenere i benefici contemplati in caso di collaborazione con la giustizia” spiegando così come fu che Jorge Noguera aprì gli uffici (e le casse) del DAS al servizio dei paramilitari. In questi giorni, Rafael García sta confermando davanti alla Corte tutte le sue accuse e denunce sulle infiltrazioni dei paramilitari nella politica, mostrando così uno scenario grave e compromettente per cui decine di nomi di politici stanno entrando negli archivi penali e già quattro senatori e quattro deputati sono stati arrestati in uno degli scandali più clamorosi della storia politica della Colombia. Le accuse di Rafael Garcia a Jorge Noguera sono: 1. Di aver stretto relazioni con i capi paramilitari particolarmente con Jorge 40 capo delle AUC, Hernán Giraldo, capo del Fronte di Resistenza Tayrona, e David Hernández capo delle Autodifese del Cesar. 2. Esecuzioni extragiudiziarie di sindacalisti. Jorge Noguera avrebbe consegnato ai paramilitari della Costa Atlantica liste di sindacalisti, insegnanti, studenti e leader di sinistra che successivamente sono stati uccisi o minacciati. 3. Frode elettorale. Noguera avrebbe organizzato con i paramilitari una frode elettorale durante le elezioni presidenziali del 2002 mentre era direttore della campagna elettorale del presidente Uribe nel Magdalena. Con questa frode, Uribe ottenne circa 300.000 voti in più. 4. Omicidi politici in Venezuela. Secondo García il DAS avrebbe collaborato con i paramilitari nell’organizzazione di un presunto attentato contro il presidente Hugo Chávez e il pubblico ministero Danilo Anderson. In reltà più di un centinaio di paramilitari colombiani furono poi arrestati vicino Caracas e Danilo Anderson fu assassinato nel Novembre del Novembre del 2004. Uno dei paramilitari in prigione ha confermato che Jorge Noguera era a conoscenza del golpe contro il Venezuela. Noguera dal canto suo, dall’Italia, dove si trovava, aveva sempre negato queste accuse rispondendo che erano false, che erano manovrate da interessi oscuri e che volevano colpire solo il presidente. Non si comprende però perché il presidente Uribe ricevendo le dimissioni di Noguera da direttore del DAS lo abbia premiato nominandolo console a Milano. Si domandò infatti allora Daniel Coronell giornalista di Semana che “se il governo era a conoscenza del grado di coinvolgimento del DAS, perché ha premiato con il consolato in Europa colui il quale lo aveva portato ai livelli più bassi?” E ci domandiamo noi invece, perché l’Italia aveva accettato la nomina di Jorgue Noguera se anche il Canada al quale precedentemente era stata offerta aveva rifiutato? Il presidente Uribe alle domande che sempre più insistentemente gli venivano poste dai media colombiani, rispose a suo tempo che “non avrebbe mai permesso che il Governo fosse coinvolto in uccisioni di sindacalisti, in cospirazioni contro il Venezuela o che si sarebbe fatta strada la tesi secondo la quale lui avrebbe rubato le elezioni del 2002”. In realtà questa tesi ha fatto una strada molto lunga, signor presidente, dal momento che Jorge Noguera deve proprio rendere conto alla giustizia, come lei stesso afferma, in merito a queste accuse. La posizione che ha mantenuto il presidente Uribe nei mesi scorsi (ha sempre appoggiato Noguera, “uomo integro”, disse di lui) quando la stampa colombiana dette ampio spazio alle dichiarazioni di García fu attaccata molto duramente anche da Human Rights Watch che affermò che il presidente colombiano “aveva risposto in modo aggressivo e squalificante ai giornalisti”. Uribe infatti aveva accusato la rivista Semana di essere frivola e irresponsabile per aver pubblicato le dichiarazioni di García e aveva affermato che queste pubblicazioni ledevano la legittimità costituzionale. Secondo Human Rights Watch la posizione adottata da Uribe, generava preoccupanti dubbi sul suo coinvolgimento nella vicenda in quanto aveva provocato un effetto intimidatorio sull’esercizio della libertà di espressione. Invece di attaccare i mezzi di comunicazione, disse Miguel Vivano direttore di HRW per il Sud America, Uribe avrebbe dovuto far svolgere un’inchiesta sul DAS. Il DAS dipende direttamente dal Presidente della Repubblica e già lo scorso mese di Aprile, Semana lo accusava di essere un organismo profondamente in crisi per essersi “dimostrato un’istituzione inefficiente e vulnerabile” fino a “trasformarsi in una specie di organo repressore senza controllo. Una struttura debole che esegue arresti di massa basati sulla testimonianza di informatori poco affidabili le cui versioni non vengono mai verificate”. Alla luce anche del recente arresto di Fredy Muños Altamiranda, corrispondente colombiano di TeleSUR accusato di essere un terrorista sulla base di testimonianze di collaboratori di giustizia, tutto ciò appare molto preoccupante.
Ricordiamo inoltre che Roma si trova l’attuale ambasciatore colombiano Luis Camilo Osorio, personaggio molto poco pulito, sicuramente legato al paramilitarismo, che fu fiscal general nel suo paese ( la massima carica della magistratura). A quel tempo insabbiò più di qualche inchiesta e denuncia su paramilitari e narcotrafficanti. (prossimamente…)
P.s. Un amico, che ringrazio, mi comunica che l'attuale ambasciatore a Roma è Sabas Pretelt, ex ministro dell'interno, Luis Camilo Osorio, è stato trasferito in Messico. La cosa purtroppo non ci rende particolarmente felici, in Messico infatti già hanno i loro loschi personaggi ,non servivano anche quelli di importazione, quindi prossimamente... notizie più dettagliate sull'ex ambasciatore colombiano a Roma.
La mia lettera di protesta alle autorità italiane del 11 aprile 2006 relativamente ai diplomatici colombiani nel nostro paese.
Fotografie del 30/11/2006
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