Di Geraldina Colotti
LE MONDE diplomatique - Il Manifesto
Giugno 2009
«In Cile, la siriuazione dei mapuche peggiora,
la repressione continua – dice la poetessa Rayen
Kvyeh al manifesto –. Nonostante le promesse
della presidente Michelle Bachelet, si continua ad applicare
la legge antiterrorismo del dittatore Pinochet.
Per far condannare in quanto terroristi i mapuche che
si battono per il recupero delle proprie terre, vengono
prodotte prove inaccessibili alla difesa e testimoni falsi
che depongono mascherati, pagati anche 50 milioni di
pesos. Spese che figurano nel bilancio della Procura
della repubblica». Al Museo delle arti e tradizioni popolari
di Roma, dove l’abbiamo incontrata, Rayen
Kvyeh ha presentato la sua nuova raccolta, Luna di cenere,
a cura di Antonio Melis. «Dall’oriente/ le voci degli
avi mi chiamano,/ il sogno dei loro fuochi/ circola
nel mio sangue ribelle…» recita una poesia dal titolo
Araucaria prigioniera. Rayen elenca i nomi delle comunità
colpite dalla costruzione delle centrali idroelettriche
dell’impresa spagnola Endesa (ora gruppo Enel),
nell’alto Bio bio, canta la resistenza ambientalista dei
mapuche, la battaglia per il recupero dei loro territori
BOZZA (QUALE PROGRESSO?)
Ben inserito socialmente
stabile economicamente
moderato politicamente
socialmente accettabile
affidabile in ogni senso.
...
Mentre vi sforzate di essere tutto ciò,
il Partito Mondiale degli Economisti Globali
decreta
la condizione sub umana di miliardi di persone.
(21/03/08)
.
tanto per interrogarsi un pò su cosa sia lo sviluppo e cosa intendiamo per progresso, visto che al riguardo ne ho sentite delle belle!
Loro sono bravissimi, un valido esempio di coerenza e impegno per tutti noi. Lui è eccezionale. Chissà che ne verrà fuori...
I ragazzi di Corleone Dialogos domani condurranno il TG con Pino Maniaci di Telejato. Sono orgogliosa di essere loro amica (anche se a distanza) e supporter così come lo sono di aver conosciuto Pino dal vivo e di avergli stretto la mano non tanto tempo fa, in occasione della presentazione a Roma di AgoraVOX.
E’ bello percorrere le strade dell’antimafia almeno idealmente insieme, perchè coloro che tra mille difficoltà e pericoli le battono quotidianamente, sappiano di non essere soli.
Grandi ragazzi!
Le smanie di Uribe per essere rieletto per la terza volta
di Maurizo Matteuzzi
21 agosto 2008
Si vedrà ora quale sarà la reazione dei paesi democratici dell'occidente (America in testa), degli ultrà del liberalismo (alla Vargas Llosa) e dei media della sinistra super-light (tipo il madrileno El País o la nostrana Repubblica) sempre pronti a gridare al lupo quando si tratta di Chávez, di Morales o di Correa. Si vedrà presto cosa diranno di uno dei loro beniamini, il colombiano Álvaro Uribe, che sbava per essere rieletto nel 2010 per un terzo mandato consecutivo - che la costituzione proibisce - e restare altri 4 anni al palazzo Nariño di Bogotá. Naturalmente, anche lui, non per ambizione personale ma «per garantire la continuità della sua politica di sicurezza democratica». Che, facendo della Colombia il (praticamente unico) vassallo degli Stati uniti nel Cono sud - è solo di qualche giorno fa l'annuncio della concessione per 10 anni di ben 7 basi militari agli Usa per combattere «il narco-traffico e il terrorismo» - e facendone quello che Chávez ha definito «l'Israele dell'America latina» rispetto ai paesi dell'area, ha portato a qualche innegabile successo, come la liberazione di Ingrid Betancourt e l'uccisione di Raúl Reyes, il numero due delle Farc (molto indebolite).... Continua a leggere...
Il reporter freelance statunitense Brad Will, fu ucciso da un colpo di arma da fuoco il 27 ottobre 2006 mentre stava coprendo per Indymedia New York gli scontri tra la APPO, l’Assemblea Popolare dei Popoli di Oaxaca e la Polizia Federale Preventiva nella cittadina messicana durante la protesta (appoggiata dalla quasi totalità della popolazione) organizzata dal sindacato dei maestri che chiedeva migliori condizioni di lavoro e salariali, nonché le dimissioni del governatore dello Stato Ulises Ruiz Ortiz.
Sulla morte di Brad Will la Procura Generale della Repubblica (PGR) del Messico non è riuscita ancora, nonostante siano trascorsi ormai quasi tre anni, a fare chiarezza.
Anzi. Sta assumendo proprio in questi giorni toni sempre più accesi la polemica sui risultati delle perizie condotte separatamente dalla PGR e dalla CNDH, la Commissione Nazionale dei Diritti Umani.
Il 17 luglio scorso infatti, la Régia Polizia a cavallo canadese, su richiesta della PGR ha presentato una sua perizia nella quale conferma pienamente le tesi governative sulla morte di Brad Will, e cioè che il giovane sarebbe stato ucciso da alcuni simpatizzanti della APPO che in quel momento si trovavano molto vicini a lui. ... Continua a leggere...