Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Si tengono su Radio Onda Rossa una serie di puntate che avranno per tema la Nigeria e la lotta del MEND (il movimento per la liberazione del Delta del Niger) rispetto alle multinazionali del petrolio.
Per aggiornamenti costanti si possono visitare i siti Porta Metronia e A Sud. Qui di seguito saranno disponibili invece i link ai file audio delle trasmissioni.
Audio trasmissione del 10 Giugno 2009
Audio trasmissione del 17 Giugno 2009 con l'intervento di Enzo Mangini di Carta
Bambini invisibili per legge!
18 giugno 2009 - di Tonio Dell’Olio
Tra le pericolose novità contenute nel “Pacchetto Sicurezza” c’è una norma che rischia di pregiudicare gravemente il futuro dei bambini stranieri nati in Italia e delle stesse comunità migranti. È quella che rende di fatto impossibile per i genitori migranti “irregolari” l’iscrizione all’anagrafe dei figli. La legge in discussione prevede che tra i certificati da presentare al Comune per iscrivere i nascituri è necessario esibire il permesso di soggiorno. La conseguenza immediata di questo provvedimento è che le “mamme clandestine in Italia” non vorranno più partorire negli ospedali e che, qualora riuscissero a dare alla vita i propri figli in casa, non li iscriveranno all’anagrafe per non rischiare l’espulsione. L’organizzazione Terres des hommes ha promosso una raccolta di firme per chiedere la cancellazione di questa norma e pertanto invito tutte e tutti a firmarla in internet al seguente indirizzo: http://www.terredeshommes.it/bambiniinvisibili.php. Se la norma passasse quei bambini resterebbero senza identità e senza diritti. Ma è evidente il rischio di dare quei bambini in adozione alla malavita che lucrerebbe anche su queste giovani vite inserendole nel giro della compravendita di bambini se non di organi. Straziante per chiunque nutra ancora un sentimento di umanità.
L'amministratore delegato di Eni, Paolo Scaroni, è stato insignito pochi giorni fa del premio Corporate Social Responsibility Award 2009, assegnato dalla FPA - Foreign Policy Association alle aziende e alle personalità distintesi nella responsabilità sociale di impresa e nel contributo allo sviluppo sostenibile delle aree in cui operano.
Nel ricevere notizia del premio - che verrà consegnato durante una cerimonia di premiazione a New York - l'amministratore delegato ha sottolineato la soddisfazione dell'impresa italiana, ribadendo che "esso testimonia il forte impegno dell'ENI per la responsabilità sociale, che è parte integrante della storia dell'impresa, sin dai tempi di Mattei".
Probabilmente la FPA – che dal 1918 si occupa prevalentemente di studiare e divulgare informazioni sulla politica estera degli Stati Uniti e su questioni di interesse globale - ha dimenticato, prima di decidere di assegnare il premio all'impresa petrolifera nostrana, di monitorarne l'operato nei circa 70 paesi in cui è presente, dove forti sono i dubbi sulla sostenibilità ambientale e sociale delle attività estrattive. ... Continua a leggere...
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Prosegue l’uragano “Piper Alpha”, la guerra dichiarata dal Mend agli impianti petroliferi del delta del Niger. Dopo i devastanti attacchi dei giorni scorsi agli impianti nel Delta State della Chevron, da ieri gli attacchi, come anticipato dal gruppo ribelle si sono estesi allo Stato di Bayelsa. Dopo l’attacco alla Shell questa notte i militanti hanno distrutto un importante oleodotto dell’Agip (Eni). Attaccato un impianto Agip nella regione di Bayelsa, nel sud della Nigeria. La responsabilità dell’azione è stata rivendicata dal Movimento per l’emancipazione del Delta del Niger. Un comunicato ha annunciato che ” l’oleodotto è stato distrutto ”. Il Mend aveva esortato le numerose compagnie petrolifere straniere che operano nel delta del Niger a evacuare il loro personale dopo che il 7 giugno scorso, i ribelli avevano proclamato la ”guerra del petrolio”. Dopo l’evacuazione del personale deciso ed attuato dalla Chevron mercoledì 17 il gruppo aveva esortato le altre compagnie a seguirne l’esempio per evitare il rischio di vittime civili. Al momento l’Eni non ha rilasciato dichiarazioni sull’accaduto. Puntuale invece il comunicato di rivendicazione del Mend, pubblicato integralmente... Continua a leggere...
Queste le altre date della proiezione del video:
26/06 – FERMO - PARTITO DEI COMUNISTI ITALIANI E RIFONDAZIONE
COMUNISTA, Sala Multimediale (davanti al Comune), ore 21.30
26/06 – BUSSOLENO (TO), ASS. “LA CREDENZA” PRC sez. di Bussoleno
Via Fontan 16, ore 21.00
24/07 – CAMPEGGIO NO TAV, VENAUS (TO), Presidio NO TAV, ore 21.00
per info Associazione Nuova Colombia nuovacolombia@yahoo.it www.nuovacolombia.net
Di Annalisa (del 23/06/2009 @ 00:34:58, in Perù, linkato 1843 volte)
La questione indigena in Perú – una vecchia storia Il giornalista peruviano Ismael León Arías, in un articolo scritto proprio nei primi giorni di giugno, durante la dura repressione contro le legittime proteste del movimento indigeno che ha causato in Perù circa 50 morti fra nativi (ma che secondo alcune fonti, come vedremo, sarebbero molti di più) ed effettivi di polizia, ricorda ai suoi lettori un episodio avvenuto agli inizi degli anni ‘20 nel suo paese.
Accadde nella zona de La Chorrera, nel Caquetà, allora territorio peruviano oggi appartenente alla Colombia. Julio César Arana, proprietario della Peruvian Amazon Comp. Limited, che si occupava della lavorazione del caucciù, dette ordine ai suoi uomini di far prigionieri venti indigeni che lavoravano nella sua impresa, di chiuderli dentro sacchi di iuta e di bruciarli vivi, come monito e avvertimento per tutti gli altri loro compagni che stavano protestando per le misere e indegne condizioni di vita e di lavoro.
Allora era presidente del paese Augusto Leguía, ... Continua a leggere...
Ho conosciuto un bambino che era sette bambini.
Abitava a Roma, si chiamava Paolo e suo padre era un tranviere.
Però abitava anche a Parigi, si chiamava Jean e suo padre lavorava in una fabbrica di automobili.
Però abitava anche a Berlino, e lassù si chiamava Kurt, e suo padre era un professore di violoncello.
Però abitava anche a Mosca, si chiamava Juri, come Gagarin, e suo padre faceva il muratore e studiava matematica.
Però abitava anche a Nuova Vork, si chiamava Jimmy e suo padre aveva un distributore di benzina.
Quanti ne ho detti? Cinque. Ne mancano due:
uno si chiamava Ciù, viveva a Shanghai e suo padre era un pescatore; l'ultimo si chiamava Pablo, viveva a Buenos Aires e suo padre faceva l'imbianchino.... Continua a leggere...
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