Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Constatan violaciones sistemáticas a los derechos humanos
en Honduras con ocasión del golpe de Estado
Misión internacional de observación sobre la situación de los
derechos humanos en Honduras.
Informe Preliminar
Tegucigalpa, 23 de julio de 2009
i. Introducción
Una Misión Internacional de Derechos Humanos compuesta por
quince profesionales independientes (juristas, periodistas,
antropólogos, politólogos, sociólogos y expertos en derechos
humanos) procedentes de Alemania, Argentina, Austria, Bélgica,
Colombia, Costa Rica, Dinamarca, El Salvador, España, Nicaragua,
Perú, Suecia y Uruguay se constituyó en Honduras el 17 de julio
pasado para verificar las violaciones a los derechos humanos
ocurridas en Honduras durante y después del golpe de Estado del
pasado 28 de junio, a fin de presentar observaciones y
recomendaciones al respecto a la OEA, la ONU, la Unión Europea y
URGENTE Vi pregherei di farmi sapere se qualcuno avesse bisogno di una traduzione del presente documento e invito chiunque si trovi nella possibilità di farlo a contribuire, anche con poco. A.M.
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La Vía Campesina llama a todos los movimientos sociales y aliados ¡Solicitamos donaciones para apoyar la lucha en Honduras!
Las gentes de Honduras están en las calles. Hombres y mujeres de todas las condiciones sociales llevan protestando más de un mes, desde que el 28 de junio pasado un Golpe de Estado desalojara al Presidente electo José Manuel Zelaya, siendo reemplazado por Roberto Micheletti. El líder golpista está apoyado por la élite conservadora, incluyendo sectores del ejército, de la Iglesia, de los negocios, los cuales estaban viendo cómo se encogían sus privilegios bajo las políticas sociales de Zelaya.
Desde ese día, miles de ciudadanos/as han marchado hacia la frontera con Nicaragua para dar la bienvenida al posible retorno del Presidente electo, el cual aún no ha podido volver. ... Continua a leggere...
Qualsiasi resistenza ha bisogno di denaro e aiuti per poter procedere nella lotta. Il popolo honduregno da più di un mese è in lotta contro il colpo di Stato. E' nostro dovere aiutarlo non solo a parole, anche un piccolo contributo può essere importante.
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Via Campesina lancia un appello a tutti i movimenti sociali e ai suoi sostenitori:
Abbiamo bisogno di donazioni per appoggiare la lotta in Honduras!
La popolazione dell’Honduras è da giorni in strada. Uomini e donne di ogni estrazione sociale stanno protestando ormai da più di un mese, da quando il 28 giugno un Colpo di Stato ha cacciato dal paese il presidente eletto José Manuel Zelaya sostituendolo con Roberto Micheletti. Il leader golpista è appoggiato dall’elite reazionaria, oltre che da settori dell’esercito, della chiesa e dell’imprenditoria, ai quali le politiche sociali di Zelaya stavano riducendo notevolmente gli interessi.
Da quel giorno migliaia di cittadini hanno iniziato una marcia verso la frontiera con il Nicaragua per dare il benvenuto al possibile ritorno del Presidente eletto, che tuttavia non è potuto ancora rientrare. Tutti ... Continua a leggere...
L'ambasciata brasiliana a Tegucigalpa, dove da ieri si trova Mel Zelaya dopo essere entrato nel paese in maniera assolutamente improvvisa e inaspettata, e' sotto assedio. L'esercito golpista ha sparato sulla folla uccidendo due persone e sta sgomberando le case vicine in vista di un' attacco alla sede diplomatica brasiliana.
In Italia tutto tace, la notizia non merita nemmeno una piccola nota nei tiggi' serali e penso che in altri tempi, sicuramente migliori, ci sarebbero state tante manifestazioni spontanee sotto le ambasciate dell'Honduras in tutta Europa.
Forza Mel. Micheletti a la mierda...
Candidatura Independiente Popular a la Presidencia de la República
COMUNICADO 2
Los empresarios golpistas en su estrategia de legitimarse para profundizar el neoliberalismo y abortar la constituyente, califican el golpe de Estado del 28 de junio no como golpe de estado militar, sino como “sucesión constitucional” y lo hacen así, para poder realizar las elecciones del 29 de noviembre como si aquí no ha pasado nada. Con las elecciones pretenden no solo legitimar el golpe de Estado, sino garantizar la continuidad de los golpistas en el poder, sepultar la Constituyente y bajar el perfil de la Resistencia.
Si nuestra posición y la de la Comunidad Internacional es que ha habido un golpe de Estado, lo único que procede es reestablecer el Orden Constitucional reinstalando al Presidente Zelaya Rosales en su puesto; o, convocar a una constituyente que siente las bases para la refundación de la República, con representación mayoritaria de todos los Sectores Populares.... Continua a leggere...
En Tegucigalpa, Giorgio Trucchi
Rel-UITA
23 de septiembre de 2009
Después del desalojo violento de los manifestantes el día de ayer, 22 de septiembre, el ejército y la policía hondureña continuaron con la represión en los barrios y aldeas de la capital y en todo el país. Miles de personas que continuaron manifestándose espontáneamente contra el golpe de Estado, fueron reprimidas y los hospitales se llenaron de heridos, de los cuales muchos tenían señales de tortura. Centenares de detenidos en todo el país, mientras en Tegucigalpa eran conducidos y amontonados en el estadio de béisbol “Chochi Sosa”, al mejor estilo de la noche oscura chilena.
Las organizaciones de derechos humanos siguen incesantemente su trabajo para la liberación de los detenidos, la asistencia a los heridos y la búsqueda de confirmación sobre los rumores de varios fallecidos.
El presidente Manuel Zelaya, encerrado en la embajada de Brasil en Tegucigalpa, denunció ante la comunidad internacional la brutalidad del régimen golpista y advirtió de un plan para “suicidarlo”. Los edificios cercanos a la embajada fueron desalojados y tomados por las fuerzas especiales de la Policía y el Ejército, mientras sigue la represalia contra las decenas de personas que permanecen al lado del presidente hondureño, con corte de agua potable, energía eléctrica y severas limitaciones al acceso de personas para la entrega de comida para los refugiados. ... Continua a leggere...
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"In Honduras c'è stato un colpo di stato il 28 giugno e da allora c'è un popolo che sta resistendo contro una situazione che noi non abbiamo voluto, ma nella quale ci hanno obbligato a vivere. La nostra è una resistenza pacifica. È un popolo che conta arrestati, feriti, morti, scomparsi. Le cifre ufficiali parlano di 18 morti, ma gli organismi internazionali in difesa dei diritti umani ne indicano 4 e sono coloro che hanno perso la vita durante le manifestazioni. Le altre sono morti extragiudiziali, che necessitano di indagini accurate. I feriti sono invece 300, da catene di metallo e pallottole. Abbiamo 3000 detenuti illegalmente e 39 persone in sciopero della fame per protesatare contro la detenzione scattata per aver difeso nell'Istituto agrario nazionale il proprio diritto alla titolazione delle terre. Dodici indigene lenca, alcuni minori, hanno ottenuto asilo politico nell'amabsciata guatemalteca. E c'è un popolo intero perseguitato in maniera costante. Le accuse principali sbandierate agli arrestati sono di non rispettare il coprifuoco o, per quelli del Frente, sedizione".... Continua a leggere...
chi vuole se lo stampa e lo fa girare come meglio crede. Gracias
RESPINGIAMO IL GOLPE IN HONDURAS!
Sono trascorsi oltre tre mesi dal golpe in Honduras finanziato e realizzato dalla cricca oligarchica del paese che detiene la totalità della ricchezza e del potere politico.
Il governo fascista di Roberto Micheletti ha decretato come ultima mossa per consolidare la sua dittatura, lo stato d'assedio e la sospensione delle garanzie costituzionali, accentuando la repressione contro il Fronte nazionale di resistenza popolare e contro la popolazione civile che si oppone con ogni mezzo al golpe pagando un alto prezzo di sangue e di arresti.
L'Honduras, uno dei paesi più poveri del mondo, con una mortalità infantile del 48% fino al 5° anno di età, con una disparità tra classi ricche e classi povere tra le più alte in assoluto. Un sistema sociale dove una decina di famiglie possiede la totalità della ricchezza e del potere, controlla le istituzioni politiche e giudiziarie e, in combutta con le gerarchie militari ed ecclesiastiche, gestisce ogni aspetto della vita nel piccolo paese centroamericano.
Manuel Zelaya , il presidente legittimo del paese è asserragliato in queste ore all’interno dell’Ambasciata brasiliana, rientrato in Honduras clandestinamente dopo essere stato cacciato nel giugno scorso manu militari perché tentava di realizzare alcune riforme sociali delle quali avrebbero beneficiato gli strati più poveri della popolazione.
Già aveva aumentato il salario minimo del 60% e dall’agosto dello scorso anno l’Honduras era entrato a far parte dell’Alba, l’Alternativa Bolivariana delle Americhe, il progetto di integrazione politico, economica e sociale dei paesi progressisti latinoamericani.
Proprio l’adesione all’Alba, osteggiata dai settori più ricchi e reazionari del paese, sembra sia stato uno dei motivi scatenanti del golpe, oltre alla proposta di Zelaya di indire un’Assemblea Costituente per modificare la Costituzione scritta dal dittatore Policarpo Paz nel 1982, in un periodo segnato da arresti, torture, sparizioni di persone, una modifica che avrebbe restituito finalmente un po’ di sovranità popolare alla nazione.
L’Honduras è sempre stato una vera e propria “Repubblica delle Banane”, la sua politica e la sua economia, fin dal XIX secolo, sono state influenzate in maniera determinante dagli interessi della potente United Fruit Company che ha imposto dittatori e presidenti a suo piacimento, comportandosi come prolungamento degli interessi politici ed economici di Washington nel paese.
Tutti coloro che pensavano che, con l’avvento di Obama alla Casa Bianca, sarebbe iniziata una nuova fase nei rapporti tra Stati Uniti e paesi dell'America latina, non più caratterizzata dalla supremazia militare ed economica nord americana, dovranno ricredersi. Il “cortile di casa” fa sempre gola ai settori più retrivi di Washington.
Sono gli alti gerarchi del Pentagono, quelli che fanno capo al Comando Sud e che hanno recentemente concordato con il governo narcoparamilitare di Uribe l’installazione di 7 nuove basi americane in Colombia, quelli che hanno riattivato le operazioni militari della IV flotta; sono sempre quelli che in questi giorni stanno imponendo il complice silenzio del governo americano rispetto alle terribili notizie che giungono ogni giorno da Tegucigalpa, che sono stati complici fin dall’inizio del golpe in Honduras.
È urgente la mobilitazione di tutti i democratici, gli antifascisti, gli antimperialisti contro la barbarie e l'arroganza dei potenti.
Per esprimere solidarietà al Frente Nacional de Resistencia Popular, per avere informazioni e aderire a nuove iniziative in Italia scrivere a:
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