Proletari di tutti i paesi, unitevi!... di Annalisa
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un urlo selvaggio
denso
...un urlo selvaggio denso che io rilancio con tutta
la forza delle ferite
di un amore a brandelli
contro queste ore
di padroni affamati di sangue
di retate
contro le sbarre pesanti dell'emarginazione
contro le foreste di un dolore
e una solitudine senza fine.
Di Annalisa (del 06/06/2010 @ 01:37:08, in Messico, linkato 766 volte)
I maestri in Messico cercano di aprire il portone settecentesco del Ministero dell' Istruzione nel corso di una protesta per i salari troppo bassi. Volevano consegnare una lettera e non erano stati ricevuti. Così sono passati ai fatti. Sono stati anche denunciati per aver provocato danni al portone, antico di trecento anni. ...
Il coordinamento nazionale per la Conferenza Mondiale delle Donne – Caracas 2011 sostiene la rivolta di Joy
Joy è la donna nigeriana che – nell’agosto del 2009 – ha denunciato un tentativo di stupro compiuto da Vittorio Addesso, ispettore capo del Cie di Via Corelli, a Milano, dove allora si trovava rinchiusa. In quell’occasione fu aiutata da una compagna di reclusione, Hellen, come lei vittima della “tratta”.
Dopo le proteste scoppiate nel Cie contro “il pacchetto sicurezza” di Maroni, le due donne vennero portate in carcere insieme ad altre migranti. Al processo denunciarono di esser state spogliate e picchiate dagli uomini di Addesso, il quale avrebbe preteso “prestazioni sessuali gratuite”. In tribunale, però, non vennero credute: la giudice decise di denunciarle per calunnia e di condannarle a sei mesi per le rivolte.
Dopo essere stata a San Vittore, poi nel carcere di Como, ora Joy ed Hellen sono di nuovo in un Cie, a Modena, in attesa dell’espulsione in Nigeria: ovvero di una probabile condanna a morte per aver cercato di fuggire alla “tratta”. Per questo, Joy ha tentato il suicidio.
“La polizia stupra nei Cie” è stato lo slogan ripetuto nelle manifestazioni di solidarietà a Joy ed Hellen. La polizia stupra nei Cie, aggiungendo al già nutrito repertorio di metodi repressivi quello “classico”riservato alle donne. Niente di nuovo sotto il sole. Carceri e tribunali – strumenti cardine del dominio di classe – non offrono speranze di riscatto per gli oppressi.
La libertà di Joy ed Hellen, la nostra libertà, si ottiene con la lotta. Rompiamo le gabbie. Chiudiamo i Cie, luoghi di detenzione e di tortura. Il governo vuole costruirne altri vicino agli aeroporti. Impediamolo.
Impediamo le deportazioni. Libertà per Joy ed Hellen. No allo stato di polizia.
Martedì 8 giugno alle 14,30, tutte davanti al tribunale di Milano, dove avrà luogo il cosiddetto “incidente probatorio” e il confronto tra Addesso, Joy ed Hellen.
NOI NON SIAMO COMPLICI LOTTIAMO UNITE Coordinamento nazionale per la Conferenza Mondiale delle Donne – Caracas 2011 conferenzadonne@libero.it http://conferenzamondialedonne.wordpress.com/
Di Annalisa (del 07/06/2010 @ 23:09:39, in Messico, linkato 830 volte)
MESSICO Appello alla solidarietà
Parte oggi la Carovana di solidarietà “Bety Cariño e Jyri Jaakkola” che ha come obiettivo portare aiuti umanitari nel municipio autonomo di San Juan Copala, nel sud del Messico, nello stato di Oaxaca nelle giornate del 7, 8 e 9 giugno.
La Carovana, che trasporta cibo e medicinali, testimonia la gravissima situazione di violenza che vive la regione insieme alla drammatica condizione sofferta dal municipio di San Juan Copala, assediato e circondato da gruppi paramilitari che impediscono qualsiasi accesso alla comunità.
Questi gruppi sono stati i responsabili della tragica morte di Bety Cariño, attivista dei diritti umani e Jyri Jaakkola, osservatore internazionale, lo scorso 27 di aprile, quando una precedente carovana che trasportava aiuti umanitari fu attaccata proprio da paramilitari vicini al partito del governatore dello Stato, Ulises Ruiz Ortiz. Gli stessi gruppi paramilitari si sono macchiati di altre due omicidi politici qualche settimana più tardi, quando il 20 maggio hanno assassinato il principale leader del municipio di San Juan COpala, Alejandro Ramirez e la sua sposa, Cleriberta Castro.
Le famiglie che vivono nel municipio sono 700 ed a causa dell’embargo imposto dai paramilitari sono ormai stremate e privi di medicinali e cibo. La Carovana “Bety Cariño e Jyri Jaakkola” vuole proprio evitare il verificarsi di una tragedia umanitaria di cui il governo Calderon, oltre che dello Stato di Oaxaca, sarebbero direttamente responsabili.
Il governatore, esponente del partito della destra messicana PRI, è già tristemente conosciuto per le brutali repressioni e violazioni dei diritti umani messe in atto in passato contro le comunità indigene e contadine impegnate nella difesa dei beni comuni e della loro sovranità.
Denunciamo dunque le continue aggressioni contro le comunità indigene e contadine del municipio autonomo San Juan Copala e dello Stato di Oaxaca.
Invitiamo la società civile italiana:
* a sostenere la Carovana di Solidarietà “Bety Cariño e Jyri Jaakkola”
* a fare pressioni sull’Ambasciata messicana, ADERENDO ALLA LETTERA che darà consegnata mercoledì prossimo 9 giugno all'Ambasciatore del Messico in Italia denunciano la situazione di violazione dei Diritti Umani in messico e chiedendo che cessino immediatamente le violenze contro le comunità e gli attivisti per la giustizia sociale ed ambientale, si interrompa l’accerchiamento dei paramilitari contro il municipio autonomo San Juan Copala e vengano individuati i responsabili degli omicidi politici di Bety Cariño, Jyri Jaakkola, Alehandro Ramirez e Cleriberta Castro.
Le associazioni e organizzazioni che intandano aderire possono scrivere entro le ore 12.00 di mercoledì 9 /06 una mail con oggetto "APPELLO MESSICO a:
Per quanto volessero seguire direttamente quanto avverrà in questi giorni, Radio Planton trasmetterà informazioni continue dalle 11 di mattina alle 5 del pomeriggio, ora messicana
Di Annalisa (del 09/06/2010 @ 15:08:30, in In Italia, linkato 1097 volte)
Morte di un anarchico
di Michele Fumagallo
su il manifesto del 05/06/201
Ci sono vite che sembrano destinate a portare sulle spalle il dolore del mondo e altre che sembrano destinate a procurare un dolore indicibile. Dentro questa forbice si è svolta l'avventura umana di Francesco Mastrogiovanni, maestro elementare, morto in circostanze assurde (nel senso di assurdamente brutali, come documentiamo con le foto a lato) l'anno scorso nel padiglione adibito alle cure psichiatriche dell'ospedale di Vallo della Lucania, cittadina del Cilento. Una morte decisa nello spazio di 4 lunghissimi giorni di agonia e vera e propria tortura, per cui adesso dovranno comparire nel tribunale di Vallo della Lucania (la prima udienza del processo è fissata per il 28 giugno prossimo) 18 imputati, 7 medici e 11 infermieri, accusati tutti di sequestro di persona e morte derivata da altri delitti (la contenzione forzata), mentre per i medici vi è anche l'accusa di falso ideologico nell'alterazione della cartella clinica. E davvero la storia di Francesco, a partire dalle foto che lo vedono sul letto di contenzione prima di morire, è uno di quei racconti che si farebbe bene a narrare sempre ai bambini con cui lui aveva vissuto. Sempre, a ricordo di quanto può essere triste la vita degli uomini quando si distaccano dagli altri uomini e rendono emarginata la vita di chi non si adagia all'egoismo dominante. Una vita "normale" che Francesco non poteva vivere, perché altra era la sua natura e la sua storia. Una scelta a favore degli ultimi, che gli aveva fatto abbracciare in gioventù (ma come è curioso parlare di gioventù per una persona che è morta, anzi uccisa, quando era ancora nel pieno della maturità, a soli 58 anni) l'idea anarchica, che per lui era più un modo di vivere che un'ideologia, per cui aveva anche pagato dei prezzi molto salati e sofferto ingiustizie e umiliazioni che non lo avrebbero più abbandonato. Una sofferenza accresciuta, tra l'altro, dal fatto che...
Di Annalisa (del 11/06/2010 @ 00:43:58, in Messico, linkato 683 volte)
Il 1 giugno, nel corso della protesta mensile dell'Associazione dei Genitori e Familiari delle Vittime di Sucumbíos, alla quale era presente come sempre anche la Lega Messicana per la Difesa dei Diritti Umani (LIMEDDH) un uomo con evidente accento colombiano ha aggredito i manifestanti, tirando via lo striscione e poi è entrato in ambasciata protetto dalle forze dell'ordine. Il dr. Adrián Ramírez, con il megafono ha chiesto, inutilmente, più volte che venisse identificato e poi che venissero forniti chiarimenti sull'accaduto.
Di Annalisa (del 13/06/2010 @ 23:44:14, in Lavoro, linkato 7541 volte)
Marco Bazzoni, che ringrazio, ha dato la sua disponibilità per essere contattato da chiunque abbia dubbi o avesse bisogno di un parere.
IN FONDO ALL'ARTICOLO LE NUOVE TABELLE DELLE RENDITE INAIL CHE ENTRERANNO IN VIGORE IL 1 LUGLIO 2010 E LA DELIBERA INAIL 69/2010
di Marco Bazzoni
Operaio metalmeccanico e Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza-Firenze. Email: bazzoni_m@tin.it
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Con il Decreto del 27 marzo 2009 del Ministero del Lavoro:
pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 120 del 26 maggio 2009, sono aumentati dell’8,68% gli indennizzi in capitale e le rendite INAIL da danno biologico. A guardare gli aumenti sulla tabella di rivalutazione, pubblicata sul sito dell'Anmil (Associazione Nazionale Mutilati ed Invalidi del Lavoro):
c'è di cui vergognarsi, perchè questi sono aumenti da "fame" per gli invalidi del lavoro, considerando che l'Inail ha un tesoretto", depositato per intero presso la Tesoreria dello Stato, che ammonta ad oltre 13 miliardi di euro, e che l'Inail ogni anno ha un avanzo di bilancio di quasi due miliardi di euro (per il 2009 è previsto un avanzo di bilancio di oltre 1,5 miliardi di euro)....
Edizione Punto Rosso Storie di lotte quotidiane A cura di Marco Coscione Prefazione di Josè Luiz Del Roio Tra le mani non ti ritrovi un altro saggio teorico sui movimenti sociali latinoamericani, ma un vero e proprio album fotografico, o forse un quaderno per gli appunti. Indubbiamente, questo libro rappresenta un modo per dare spazio all’America Latina che si racconta da sola, che vuole raccontarsi, ed anche contare. Leggendo queste storie, scoprirai che qualcosa continua a muoversi e a rigenerarsi in quel continente un tempo “desaparecido” e adesso così “vergognosamente” descritto e fotografato. Queste storie non pretendono di tirare le somme, offrendoci solo una parte della realtà, piuttosto ci accompagnano in un cammino fatto di lotte, resistenze e nuove costruzioni che sottolineano la diversità e la ricchezza di questo “movimento di movimenti, in difesa del diritto all’educazione e della Pacha Mama; con un maggior protagonismo cittadino e più informazione dalla base; tra eguali ma differenti; occupando, resistendo e producendo, riaffermando la propria anima indigena, in pace e senza dimenticare... Affinché un’altra America sia possibile!”...
Di Annalisa (del 17/06/2010 @ 22:28:41, in Lavoro, linkato 853 volte)
Perchè il capitalismo vuole metterci gli uni contro gli altri. Perchè sfrutta là dove c'è da sfruttare, oggi a Pomigliano, poi in Polonia, domani di nuovo a Pomigliano. Gli operai sono merce da spremere e gettare via all'occorrenza. Si è fatto un gran parlare dell'accordo di Pomigliano, si parla però poco dei fratelli polacchi che stanno perdendo tutto in nome del profitto, quello stesso profitto in nome del quale il padrone ricatta oggi i lavoratori di Pomigliano. (a.m.)
"Tremino pure le classi dominanti davanti a una rivoluzione comunista. I proletari non hanno nulla da perdere in essa fuorchè le loro catemne. E hanno un mondo da guadagnare. Proletari di tutti i paesi unitevi!" (dal Manifesto del Partito Comunista)
TESTO DELLA LETTERA:
La Fiat gioca molto sporco coi lavoratori. Quando trasferirono la produzione qui in Polonia ci dissero che se avessimo lavorato durissimo e superato tutti i limiti di produzione avremmo mantenuto il nostro posto di lavoro e ne avrebbero creati degli alti.E a Tychy lo abbiamo fatto. La fabbrica oggi è la più grande e produttiva d'Europa e non sono ammesse rimostranze all'amministrazione (fatta eccezione per quando i sindacati chiedono qualche bonus per i lavoratori più produttivi, o contrattano i turni del weekend)....