Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
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Ha vinto il NO.
Qualcuno mi ha detto che “ha vinto il popolo”.
E’ una vittoria popolare quella ottenuta con una differenza di 124.962 voti su circa nove milioni?
Chávez ha elogiato quello che ha definito “un esercizio della democrazia”.
Non sono d’accordo nemmeno con lui.
Che esercizio della democrazia può essere mai quello in cui si vota più in base alle paure indotte che non alle speranze e ai bisogni reali?
Ha vinto il NO perchè ha vinto la paura. Alimentata, fomentata e finanziata anche e soprattutto dall’esterno del Paese. Paradossalmente hanno vinto, possiamo dire, le paure di buona parte del mondo e di pochissimi venezuelani.
Una campagna elettorale che il delirio mondiale ha trasformato quasi in una campagna per le presidenziali, basata su tutta una serie di ipotesi, e di suggestioni: “una probabile” dittatura, un “futuro” Fidel Castro, “possibili” detenzioni arbitrarie, “ipotetiche” limitazioni di ogni libertà, e via dicendo, ipotesi, illazioni, fino al probabile bagno di sangue se avesse vinto il NO...
Questa per me non è una vittoria.
Non dirò cose del tipo: “ha vinto la democrazia”, “esempio di democrazia”, “Chávez ha dimostrato di non essere un dittatore” etc, etc. Non ha vinto la democrazia, per me ha vinto la paura. In Venezuela la democrazia già c’era e il paese non aveva bisogno di dimostrarlo.Chávez non era un dittatore e se questo risultato,(e il bagno di sangue che non c'è stato) fanno tirare un respiro di sollievo a tanti, anche a tanti suoi simpatizzanti (suvvia diciamocelo...), questo risultato serve solo a dimostrare che l'opposizione seminando paure, ha vinto...
Quando il voto non esprime più la volontà popolare, ma un sentimento di paura indotto, un voto dato perchè “se non lo faccio, forse...”, per me non è un voto libero, ma un voto condizionato da una dittatura.
La vera dittatura in Venezuela è quella dell’opposizione.
Mi chiedo quale sarebbe stato il risultato elettorale senza la pressione costante dei media d’opposizione, senza la pressione costante della stampa estera, senza i soldi arrivati a fiumi dagli Stati Uniti, senza gli studenti usati e martirizzati ad arte, senza quel fascista di Peña Esclusa e i suoi rivoltanti comizi davanti ad un altare, ma con la libertà vera di decidere...
Luciano Perugini di AN, consigliere comunale di Soriano del Cimino (VT) è contrario alla proposta di intitolare un parco pubblico a Pier Paolo Pasolini perchè “era ricchione” ...
Nella frazione di Chia, dove comunque, nonostante l’omofobia del consigliere Perugini (al quale la carica dovrebbe essere revocata) il parco si farà, Pasolini ha girato “Il vangelo secondo Matteo”, uno dei suoi capolavori ed ha vissuto gli ultimi anni della sua vita.
Ha triunfado el NO.
Alguien me ha dicho que "ha triunfado el pueblo".
Es una victoria popular aquella obtenida con una diferencia de 124.962 votos sobre un universo de cerca de nueve millones?
Chávez ha elogiado eso que ha definido como "un ejercicio de la democracia".
No estoy de acuerdo ni siquiera con el presidente.
Que ejercicio de la democracia puede ser nunca aquel en el cual se vota mas en base a los miedos inducidos y no a la esperanza y a las necesidades reales?
Ha triunfado el NO porque ha vencido el miedo. Alimentado, fomentado y financiado tambien sobretodo desde el exterior del pais. Paradojicamente han vencido, podriamos decir, el miedo de buena parte del mundo y de poquisimos venezolanos.
Una campaña electoral que el delirio mundial ha transformado casi que en una campana por las presidenciales, basada sobre toda una serie de hipotesis, y de sugestiones: "una probable" dictadura, un "futuro" Fidel Castro, "posibles" detenciones arbitrarias, "hipoteticas" limitaciones de todo tipo de libertades, incluyendo otras absurdas imputaciones, hasta el probable bano de sangre de haber vencido el SI...
Esta, para mi, no es una victoria.
No dire cosas de este tipo: "ha triunfado la democracia", "ejemplo de democracia", "Chávez ha demostrado que no es un dictador", etc, etc. No ha triunfado la democracia, para mi ha vencido el miedo. En Venezuela la democracia ya existia y el pais no tenia necesidad de demostrarlo. Chávez no era un dictador y si este resultado - el bano de sangre que no ha habido - le permite un respiro de alivio a tantos, incluidos muchos de sus simpatizantes (ellos tendrian que hacer un mea culpa y confesar que Chávez les ha quedado 'grande'), este resultado sirve solo para demostrar que la oposicion sembrando miedos... ha vencido.
Cuando el voto no manifiesta la voluntad popular, pero si un sentimiento de miedo inducido, un voto dado porque "si no lo hago, quizas...", para mi no es un voto libre, sino un voto condicionado por una dictadura.
La verdadera dictadura en Venezuela es la de la oposicion.
Me pregunto cual habria sido el resultado electoral sin la presion constante de los medios de la oposicion, sin el financiamiento de billetes verdes arribados a raudales desde los Estados Unidos, sin los estudiantes utilizados y martirizados, sin aquellos fascistas como Peña Esclusa y sus revoltosos discursos delante de un altar, pero con la libertad verdadera de decidir...
Lunes 26 de noviembre del 2007
COMUNICADO PÚBLICO
A la opinión pública chilena e internacional
SOLIDARIDAD INTERNACIONAL EN APOYO A LAS DEMANDAS DE LOS PRISIONEROS POLITICOS MAPUCHE EN HUELGA DE HAMBRE
RECLUIDOS EN LAS CARCELES CHILENAS
Sra. Michelle Bachelet,
El día 26 de octubre, varias organizaciones y personas empezamos en Europa en conjunto con otras organizaciones hermanas de Canadá y Argentina una serie de jornadas de solidaridad en apoyo a las demandas de los presos políticos mapuche. Las organizaciones y personas que han suscrito este comunicado han decidido unir sus esfuerzos en solidaridad con la lucha y el ejercicio del derecho a la libre determinación del pueblo mapuche y participan hoy nuevamente a una jornada internacional en su apoyo al cumplirse 47 días desde el inicio de la huelga de hambre de varios prisioneros políticos mapuche.
I prigionieri politici mapuche del carcere di Angol si trovano ormai al loro 56° giorno dello sciopero della fame.
Lo rendono noto in un comunicato, il sesto, del 30 novembre 2007, con il quale confermando la loro ferma decisione di continuare lo sciopero della fame ad oltranza, reiterano anche la loro richiesta per la libertà di i tutti i prigionieri politici mapuche che si trovano in differenti carceri del paese nonché la smilitarizzazione delle zone nelle quali vivono le comunità e la fine della repressione verso il popolo mapuche.
Lo stato di salute dei prigionieri si aggrava giorno dopo giorno ed è ormai in una fase critica, tanto che il tribunale di Temuco ha ritenuto necessario trasferire alcuni prigionieri in un ospedale dove applicare la nutrizione forzata.
Nel comunicato tuttavia, essi confermano la loro volontà di rimanere uniti e di resistere ad ogni imposizione riguardo ad una nutrizione forzata, “con la ferma decisione di portare avanti questo sciopero fino ad ottenere quello che chiediamo”.
Questi prigionieri stanno scontando in carcere condanne per 10 anni più giorno per l’accusa di tentato incendio di una foresta appartenente alla Forestal Mininco S.A. Sono stati inoltre condannati a pagare 425 milioni di pesos come risarcimento danni. L’applicazione di condanne così eccessive viene fatta in base alla legge antiterrorista n. 18.314 in vigore fin dalla dittatura di Pinochet e per la quale si può essere accusati e condannati per terrorismo anche per atti di protesta o rivendicazioni sociali.
L’applicazione della legge antiterrorismo è stata duramente condannata da Human Right Watch, da Amnesty International, dalla Federazione dei Diritti Umani (FIDH) e dal Comitato dei Diritti Umani dell’ ONU. ... Continua a leggere...
Di Annalisa (del 11/12/2007 @ 10:01:09, in Humor, linkato 1098 volte)
“La storia di ogni società esistita fino a questo momento, è storia di lotte di classi” scrivevano Marx ed Engels nel 1848.
Ed emblematicamente oggi, la lotta di classe è rappresentata dall’estintore della Thyssenkrupp: troppo pieno per i padroni, troppo vuoto per gli operai.
Nel 1977 una nota scoperta da Felice Casson in uno stabilimento della Montedison impartiva questa direttiva in materia di sicurezza: “spendere solo quando è assolutamente e comprovatamente indispensabile...negli altri casi bisogna correre dei ragionevoli rischi”.
Se questo è l’imperativo che muove la logica padronale, quale potrebbe essere allora quello che ha mosso la logica sindacale che ha permesso agli operai dell’acciaieria di lavorare e di morire a Torino, non “in un angolo dell’Africa” come ha detto Pietro Ingrao, in condizioni di sicurezza inaccettabili?
Sembrerebbe casuale ma allora non lo è, che mentre a Roma spariscono dal simbolismo politico italiano la falce e il martello, a Torino il fuoco vivo del progresso, del riformismo, del laisser-faire, ha carbonizzato quattro operai.
Sembrerebbe casuale ma non lo è, allora anche quello sbiadire del rosso “comunista” che si è trasformato in un brutto arancione sulla prima pagina di uno storico quotidiano; sembrerebbe casuale ma non lo è che la storia della sinistra si sia ridotta a un ridicolo album di figurine.
Di Annalisa (del 13/12/2007 @ 00:37:09, in Perù, linkato 1356 volte)
E’ iniziato lunedì (casualmente nella stessa data in cui si celebra la Giornata Internazionale dei Diritti Umani) in Perù il processo ad Alberto Fujimori per violazione dei diritti umani e corruzione.
Rischia quasi 30 anni di carcere e il pagamento di circa 34 milioni di dollari di indennizzo ai familiari delle vittime, in un processo che nel paese è considerato storico per essere la prima volta che un ex capo di stato risponde davanti alla giustizia per reati commessi durante il suo mandato.
Fujimori è accusato del sequestro e assassinio di nove studenti e di un professore dell’Università la Cantuta nel 1992 ed il massacro di altre 15 persone nel 1991 a Barrios Altos a Lima.
L’udienza è stata sospesa perchè l’imputato ha accusato ipertensione dopo avere gridato a gran voce e con le braccia in alto la sua innocenza. Il suo show gli è costato il richiamo all’ordine da parte del giudice César San Martín.
Intanto da Washington arriva un documento della DIA del 1997 che prova l’ordine dato dallo stesso Fujimori di non lasciare vivo nessun prigioniero Tupac Amaru nell’operazione di riscatto Chavín de Huántar, in cui furono uccisi a sangue freddo, nonostante si fossero arresi, i ribelli che tennero in ostaggio per quattro mesi nella sede dell’Ambasciata giapponese a Lima, centinaia di ostaggi.
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